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martedì 19 gennaio 2021

Pompei, la «città viva» si svela in sei podcast gratuiti

«La città più antica del mondo vive nel presente e parla al futuro». Con queste parole Piano P, piattaforma italiana di podcast giornalistici, ha lanciato la prima puntata del progetto «Pompei. La città viva», sei episodi condotti da Carlo Annese, e realizzati con la collaborazione della casa editrice Electa, che raccontano la storia e l'evoluzione di una delle più grandi ricchezze del patrimonio culturale italiano. La scrittrice Valeria Parrella, il regista Pappi Corsicato, la giornalista Danda Santini, i professori Cesare De Seta e Anna Ottani Cavina, lo scrittore Maurizio De Giovanni, il giornalista Andrea Marcolongo e Luigi Farrauto, autore delle guide «Lonely Planet», sono alcuni dei ventisei intellettuali tra accademici, archeologi, artisti e scrittori che, insieme al direttore Massimo Osanna, contribuiranno a ricostruire la vita quotidiana, le arti e i costumi della città antica, mettendoli in relazione con i nostri tempi.
Dal cibo all'erotismo, dall'architettura delle domus ai giardini, sono svariati i temi trattati dai podcast ideati in occasione dell’apertura dell’Antiquarium, grazie ai quali sarà possibile ripercorrere l’intera vicenda di Pompei, dalla tragica eruzione del Vesuvio che nel 79 dopo Cristo fece scomparire una città intera sotto una coltre di cenere e lapilli alla scoperta casuale che diede inizio agli scavi nel 1748, fino all'ultimo straordinario rilancio del parco archeologico, definito dal ministro Dario Franceschini «il simbolo di una storia di riscatto».
Gli episodi - diffusi a cadenza settimanale su Spotify, Spreaker, Apple Podcast e su tutte le principali App gratuite per l’ascolto - hanno preso il via lo scorso venerdì 8 gennaio con il racconto di come il Parco archeologico di Pompei sia diventato negli ultimi anni, a partire dalla riqualificazione del 2014, dopo decenni di incuria e cattiva gestione, una delle mete più richieste del turismo mondiale.
Oggi la realtà archeologica campana è, infatti, un vero e proprio brand internazionale, che nel 2019 ha attirato l’attenzione di oltre quattro milioni di visitatori, ma è anche un luogo che non smette mai di rivelare nuove e sorprendenti testimonianze del passato, ultima delle quali il Thermopolim, un’antica bottega di street food in cui tutto è rimasto fermo al giorno dell’eruzione, fissato dalle ceneri che ne hanno mantenuto i colori e conservato i resti. 
Gli archeologi hanno rinvenuto, nello specifico, un bancone ad elle, decorato con vivaci immagini policrome perfettamente conservate, che raffigurano una ninfa marina a cavallo e alcuni animali, ovvero una coppia di oche germane e un gallo con un cane al guinzaglio. All’interno del locale sono stati rinvenuti anche i resti di pietanze e bevande prelibate vendute in strada: carne, pesce e lumache accompagnati da vino corretto con fave. 
Proprio allo street food è dedicato il secondo podcast di Piano P, che è stato diffuso nei giorni scorsi. Seguendo idealmente due uomini nel loro ultimo giorno, prima dell'eruzione del Vesuvio, gli ascoltatori potranno passeggiare tra le strade traboccanti di vita e scopriranno la Pompei delle botteghe e la Pompei città d'arte, le taverne e le domus affrescati, quegli edifici ancora intatti che all'inizio del '900 offrirono a Le Corbusier le basi per la sua idea di architettura.
Il terzo episodio, intitolato «Cinquantamila volte Hiroshima», analizzerà gli innumerevoli punti di contatto tra ieri e oggi, a cominciare dal rischio che corrono i 700.000 abitanti dei sette Comuni dell'area vesuviana che vivono all’ombra del vulcano. 
La tragica eruzione che in meno di venti ore, il 24 ottobre dell'anno 79, proiettò in aria dieci miliardi di tonnellate di magma, vapori e gas, seppellendo la città, ha influenzato la scienza, da Plinio il Giovane alla vulcanologia moderna, e ha dato origine a una filosofia del disastro che ha avuto in Rousseau e negli Illuministi i principali interpreti. Di questi argomenti si parlerà, tra gli altri, con la giornalista Maria Pace Ottieri, Francesca Bianco, direttore dell'Osservatorio vesuviano di vulcanologia di Napoli, e Andrea Tagliapietra, docente di Storia della filosofia all'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
Il quarto episodio analizzerà «I volti della ricerca», uomini e donne che hanno restituito Pompei alla vita: da Giuseppe Fiorelli, l'inventore della celebre tecnica dei calchi, a Vittorio Spinazzola, che ebbe l'intuizione del museo diffuso, da Amedeo Maiuri, il «principe degli archeologi» (secondo la definizione di Guido Piovene), ad Annamaria Ciarallo, che ha ricostruito la flora del tempo, fino a Massimo Osanna, che ha traghettato il Parco archeologico in una nuova dimensione.
Seguirà, quindi, un podcast su uno degli ultimi ritrovamenti di Pompei: un piccolo, splendido affresco, sulla parete di una ricca domus, che ritrae Leda sedotta da Zeus. Per poterla avvicinare, il dio ha assunto l’aspetto di un cigno e si protende verso di lei quasi a chiederle un bacio. A partire da quest’opera Ria Berg, Pappi Corsicato, Valeria Parrella e Danda Santini parleranno di Pompei città del piacere, dove la vanità veniva alimentata da gioielli, profumi e unguenti. Fra verità e leggenda, si entrerà nei luoghi che da sempre colpiscono l'immaginario popolare e degli studiosi: il lupanare, le terme pubbliche, ma anche gli spazi privati dove si svolgeva la prostituzione.
Mentre nell’ultimo episodio, insieme a Cesare De Seta e Anna Ottani Cavina, si analizzerà l'influenza che Pompei ha esercitato sulla cultura degli ultimi tre secoli, dal pensiero illuminista sulla catastrofe alla fascinazione dei viaggiatori romantici del Grand Tour fino ai best-seller sugli ultimi giorni prima della tragedia. Da Edward Bulwer-Lytton a Robert Harris, da Giovanni Pacini a Sergio Leone, letteratura, musica e cinema hanno visto Pompei come un generatore inesauribile di storie, che parla non solo del passato, ma anche dell’oggi dell’area vesuviana. 
«Le rovine di Pompei ci dicono che siamo sostanzialmente gli stessi - racconta, a tal proposito, il popolare scrittore napoletano Maurizio De Giovanni-. Quella città, con i suoi mercati e le sue case, con la sua divisione tra una borghesia commerciale e i suburbi popolari, ricalca nella stessa identica maniera quella che sarebbe oggi la città, se la si fotografasse in una situazione simile. E speriamo non avvenga mai».

Per saperne di più
http://pompeiisites.org/comunicati/pompei-la-citta-viva-episodio-1-il-primo-podcast-dedicato-al-parco-archeologico-di-pompei/

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