ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

mercoledì 24 marzo 2021

«Murano in focus»: tre fotografi e tre sguardi complementari e diversi sull’«isola del vetro»

È tutto pronto per la riapertura a Punta Conterie, l’hub frutto dell’impegno e della visione di Alessandro Vecchiato e Dario Campa nato due anni fa nel cuore di Murano, l’isola simbolo della tradizione vetraria a livello internazionale. Dopo lo slittamento dovuto all’emergenza sanitaria per il Covid-19, la realtà muranese dedicata alla valorizzazione della cultura del progetto, della creatività internazionale e dell’enogastronomia contemporanea torna ad accogliere i visitatori in «InGalleria», mentre bisognerà ancora attendere per la proposta food and wine
Sabato 10 aprile verrà aperta anche la mostra «Murano in focus», che ha avuto un’anteprima on-line nella giornata di sabato 27 marzo, dalle ore 10, sui canali Instagram e Facebook di Punta Conterie. L'esposizione avrà un'inaugurazione ufficiale in presenza nella giornata di sabato 8 maggio, giorno nel quale, dalle ore 11:00 alle ore 18:00, sarà possibile incontrare gli autori. 
Ideata da Roberta Orio, l'esposizione nasce dalla volontà di documentare attraverso un fermo immagine fotografico – un tempo chiamato reportage, fotografia industriale, still-life – l’attuale identità di Murano attraverso le immagini che «l’isola del vetro» è capace di provocare. Tre fotografi, tre sguardi complementari, tre soggetti diversi caratterizzano il progetto espositivo, il terzo organizzato dalla realtà veneta dopo «Lino Tagliapietra. Glasswork» e «Vetro e disegno».
Luigi BussolatiMassimo Gardone e la stessa Roberta Orio sono i protagonisti della mostra, che si snoderà, fino al prossimo 13 agosto, al primo piano di Punta Conterie.
Luigi Bussolati
 (Parma, 1963), chiamato a rappresentare le architetture industriali – che sono i luoghi di lavoro di chi ha costruito la fortuna artistica e commerciale di quest’isola – suona le corde dello strumento che più gli è congeniale, e attraverso il suo peculiarissimo uso della luce ci restituisce delle immagini che, pur mantenendo un loro grande peso concreto, ci appaiono come realtà sospese, mondi sconosciuti e al tempo stesso rivelati finalmente nella loro interezza.
L’artista emiliano, che per lungo tempo si è dedicato al reportage sociale e alla fotografia di scena per varie produzioni cinematografiche e teatrali, così racconta il suo lavoro per Punta Conterie: «Ho visitato e fotografato numerose industrie ma non ero mai stato in una fonderia del vetro e la prima impressione è stata quella di entrare in un laboratorio alchemico di grandi dimensioni, collocato in un tempo indefinito.… Come in antiche cerimonie d’iniziazione mi sono lasciato guidare ed ispirare dal mistero del fuoco, dalla sua potenza generativa e numinosa, ho attraversato e guardato questi spazi cercando di trasferire lo stupore di chi ancora non sa e che assiste ad una rivelazione».
Mentre Massimo Gardone, fotografo genovese di nascita e triestino d’adozione, prosegue a Murano la sua ricerca creativa sul mare e gli orizzonti, ispirata da Hiroshi Sugimoto. L'artista racconta così mondi immaginari portandoci dentro i suoi «Orizzonti», facendoci sognare immersi negli oceani per poi proiettarci in prospettive costruite da riflessi; infine sceglie un particolare e lo amplifica giungendo a farlo divenire quasi la cupola di una «Cattedrale». Il suo lavoro, stampato su una superficie specchiante, porta lo spettatore dentro l’immagine, permettendogli così di mettere in atto un proprio personale sguardo sulla poetica dell’opera. 
A proposito della sua opera esposta a Punta Conterie il fotografo racconta: «Voglio celebrare la maestosità di queste piccole architetture di vetro. …nel racconto del dettaglio ci sono storie non sempre visibili al primo sguardo, bisogna cercare tra le pieghe, nelle bolle, nelle striature, solo scavando nell’anima profonda di questi oggetti unici e irripetibili si può cercare di raccontare una storia che da sempre fa il giro del mondo e poi ritorna sull’Isola».
Il lavoro di Roberta Orio, punto di unione tra queste due letture – e «ponte» tra due mondi – concentra, infine, la sua visione nelle tracce di chi questa isola la vive perché ci abita, perché ci lavora, ci passa del tempo della propria vita, e restituisce segni, parti, sezioni del modo che Murano oggi rappresenta. Le sue immagini si pongono quali icone rappresentative di realtà diverse ma unite da un unico filo conduttore, porte da aprire per accedere a vie di futuri possibili. Dietro al reportage si nascondono – per stessa ammissione dell’artista - tre domande: «Murano senza il vetro che cos’è? Esiste? Qual è la sua identità oltre la materia?».
Coordinato da Alessandro Vecchiato — anima artistica di Punta Conterie — «Murano in focus» presenta complessivamente ventuno lavori allestiti in tre isole tematiche, anticipate da tre gigantografie nell’area di ingresso dell’originale hub muranese, che consentiranno ai visitatori di addentrarsi dietro le quinte del progetto attraverso una selezione di immagini del making of dei tre fotografi. Bussolati, Gardone e Orio spalancano così tre finestre su Murano; ci regalano immagini che svelano pensieri e suggestioni di un’isola votata alla tradizione vetraria.

Per saperne di più

Didascalie delle immagini
[Figg. 1, 2 e 3] Luigi Bussolati; [figg. 4 e 5] Roberta Orio; [fig. 6] Massimo Gardone

Informazioni utili
Murano in focus. Punta Conterie, Fondamenta Giustinian, 1 - Murano (Venezia). InGalleria Art Gallery: aperta dal martedì alla domenica, dalle ore 10.00 alle ore 18.00; ingresso libero. Informazioni: tel. +39.041.5275174 o info@puntaconterie.com. Sito internet: www.puntaconterie.com. Instagram: @puntaconteriemurano. Facebook: @puntaconteriemurano. Pinterest: @puntaconterie. Preview on-line: sabato 27 marzo 2021, dalle ore 10, sui canali Instagram e Facebook di Punta Conterie. Presentazione stampa: sabato 10 aprile 2021, alle ore 11, in presenza e in diretta streaming sulla pagina Facebook di Punta Conterie. Opening: sabato 10 aprile 2021, dalle ore 11 alle 18. Dal 10 aprile al 13 agosto 2021. 

martedì 23 marzo 2021

Premio 10:26, le arti visive ricordano la strage del 2 agosto 1980

Fa ripartire idealmente le lancette dell’orologio della stazione di Bologna, ferme alle 10:25 del 2 agosto 1980, il Premio 10:26.
Il contest, rivolto a giovani studenti europei ed extraeuropei fino ai 26 anni, è istituito dalla Fondazione Bottega Finzioni con il patrocinio dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage della Stazione di Bologna del 2 agosto 1980 e il sostegno di Gruppo Cer Gas, Orteco Srl e Eurotre Srl.
Obiettivo del premio, al quale si potrà partecipare fino al 25 aprile, è di ricordare la vita, le passioni e i sogni delle vittime della strage del 2 agosto 1980, cercando di riallacciare simbolicamente i fili e i percorsi spezzati quel giorno, e facendoli proseguire attraverso la facilitazione di percorsi di studio e ricerca. Non a caso sull’immagine guida del contest si legge la scritta: «guardare avanti, per non dimenticare».
La call è aperta a tutti coloro che abbiano un progetto originale in ambito culturale, scientifico e artistico: dalle opere d’arte a progetti di ricerca, testi e saggi.
Per la prima edizione, il Premio 10:26 assegnerà una borsa di studio dal valore di 3.000 euro e dieci premi in buoni da 250 euro. L’ambito disciplinare per i progetti di ricerca sarà indicato di anno in anno da parte di Fondazione Bottega Finzioni, onlus che si occupa di narrativa con una sua scuola di scrittura e una casa di produzione per fiction televisive e documentari, e dell’Associazione 2 agosto 1980, che individueranno congiuntamente una commissione costituita da membri esperti della materia selezionata.
L’ambito disciplinare per il 2021 riguarda la storia dell’arte e le produzioni nell'ambito delle arti visive.
La commissione di valutazione, composta da Davide Domenici (antropologo e archeologo), Elena Pirazzoli (storica) e Francesca Tancini (storica dell’arte), selezionerà il progetto ritenuto più originale e significativo tra tutti quelli inviati.
I concorrenti (singoli o gruppi, scuole o classi, maggiorenni e minorenni) dovranno inviare il loro progetto di ricerca in formato Pdf all'indirizzo info@bottegafinzioni.com entro il 25 aprile. Il bando completo è disponibile al link https://bit.ly/2Q62nVG.
La premiazione dei vincitori avverrà lunedì 2 agosto, durante la cerimonia di commemorazione delle vittime della strage. Il luogo e l’orario della stessa verranno comunicati a tempo debito a tutti i partecipanti.
Non è la prima volta che a Bologna si utilizza il linguaggio dell’arte come strumento per commemorare la strage del 2 agosto 1980, il più grave attentato terroristico avvenuto in Italia nel Secondo dopoguerra, il cui drammatico bilancio fu di ottantacinque morti, oltre duecento feriti e una quantità incalcolabile di dolore, con cui la città convive ancora oggi per la mancanza di risposte certe sui mandanti e sui motivi dell'attentato. Nel 2017 si utilizzò, per esempio, il linguaggio del teatro con «Cantiere 2 Agosto», iniziativa che vide ottantacinque narratori, sparsi in vari luoghi della città, raccontare la storia di chi era scomparso per sempre in una calda e afosa mattinata d’estate.
Mentre nel 2018 si tenne il concerto «Sinfonia di soccorsi» e l’anno successivo fu organizzato lo spettacolo teatrale «Un'altra vita», monologo di Matteo Belli. Nel 2020, invece, è stato inaugurato un progetto di arte pubblica, dal titolo «Lost and found 1980-2020», che anima le strade di Bologna e di altre città emiliane -al momento Parma, Reggio, Modena e Rimini-, con le opere del Collettivo FX, di Alessandro Canu, di PsikoPlanet, di Guerrilla Spam e di Zamoc (nelle foto i vari progetti). Adesso sono chiamati in causa i giovani che hanno sentito solo parlare della strage di quarant’anni fa; la Fondazione Bottega Finzioni li invita a ridare vita alle passioni e ai sogni delle vittime, riallacciando simbolicamente i fili e i percorsi spezzati quel giorno.
Il passato cede così il testimone al presente attraverso storie quotidiane uniche, ma identiche a tante altre, perché quel sabato – come ricorda Daniele Biacchessi nel libro «Un attimo, vent’anni» - nella sala d'aspetto di seconda classe della stagione di Bologna «vi era chi leggeva, alcuni bimbi che correvano sotto gli occhi orgogliosi dei loro genitori, boy scout accampati in un angolo, un signore che osservava il tabellone ... storie di gente comune, di vita quotidiana, in una stazione come tante altre ...». Storie che tante volte abbiamo visto e vissuto tutti noi prima della pandemia, nel caotico via vai di uno scalo ferroviario, in attesa di un treno per una trasferta di lavoro, per un viaggio verso una località di mare o per un sospirato ritorno a casa.

Informazioni utili 

lunedì 22 marzo 2021

«Primo vere», sei gallerie e quindici giovani artisti per Firenze e il suo «nuovo Umanesimo»

Sei gallerie d’arte contemporanea
e quindici giovani artisti per un progetto che vuole parlare di rinascita culturale, proprio nei giorni dell’equinozio di primavera, la stagione simbolo dei nuovi inizi: si potrebbe riassumere così il progetto «Primo vere», nato da un’idea di Sergio Risaliti, direttore artistico del Museo Novecento di Firenze, in programma da ieri, domenica 21 marzo, al 24 aprile, salvo restrizioni e limiti di apertura dovuti all’emergenza sanitaria per il Coronavirus.
Frittelli, Il Ponte, La Portineria, Poggiali, Santo Ficara e Secci sono i sei spazi che si sono messi in rete per dimostrare la vivacità culturale di Firenze, non solo culla del Rinascimento, ma anche vero e proprio laboratorio del contemporaneo per tanti giovani che, negli ultimi anni, hanno deciso di risiedere o di gravitare stabilmente nella città toscana e qui vivere esperienze formative e intercettare l’interesse degli operatori del settore. 
Gli artisti selezionati sono: Jessica Fillini, Veronica Greco, Melissa Morris, Gianluca Tramonti, Regan Wheat (Galleria Frittelli); Jacopo Buono, Matteo Coluccia, Stefano Giuri (Galleria Il Ponte); Marco Mazzoni (Galleria La Portineria); Francesca Banchelli, Irene Lupi, Virginia Zanetti (Galleria Poggiali); Davide D’Amelio, Gabriele Mauro (Galleria Santo Ficara); Max Mondini (Galleria Secci).
«Primo vere» - il cui titolo rinvia all’esordio editoriale, appena sedicenne, di Gabriele D’Annunzio con un libro di poesie - vuole così puntare i riflettori sul talento creativo in un momento tanto difficile come quello che stiamo vivendo, nel quale sono fortemente penalizzati proprio i più giovani e chi si occupa di arte e di cultura. Per un intero mese quindi, ogni galleria presenterà il lavoro di uno o più artisti, coordinati dalla supervisione scientifica da Sergio Risaliti, con l’intento di «ribadire – si legge nella brochure di presentazione - il concetto di sistema, sfatando luoghi comuni che vedono Firenze come città di perenni Guelfi e Ghibellini, città museo, luogo ostile alla sperimentazione più radicale».
L’ideatore di questa mostra diffusa, Sergio Risaliti appunto, afferma che «Primo vere» è «un tassello importante per la ripartenza di Firenze nel cambiamento e nell’orbita di una politica culturale che riconosca nei cittadini, e nei giovani in particolare, i protagonisti della rinascita, e nell’arte il volano storicamente necessario per la costruzione di un nuovo umanesimo, che non viva e coltivi il desiderio di bellezza in una sola direzione, il passato».
Della stessa opinione è l'Amministrazione comunale fiorentina. «L’idea di un progetto che metta insieme le gallerie d’arte della città e ovviamente una comunità di giovani artisti, alcuni affermati, altri emergenti, è un’idea vincente - ha  dichiarato, a tal proposito, l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi -. Lo è per tanti motivi e lo sarebbe anche fuori dal momento difficile che stiamo vivendo. Chiaramente l’idea che questo avvenga nel mezzo di una crisi pandemica rende questo progetto ancora più speciale. Mai come in questo momento la comunità di artisti, curatori, operatori della cultura si è dimostrata attiva nel non spengere la luce, nel tenere viva quella fiammella straordinaria della proposta e della produzione di cultura che aiuta ad attraversare un periodo. La cultura, l’accesso al patrimonio culturale, anche contemporaneo, anche quello degli artisti di oggi, è un bene preziosissimo che non può essere tolto alle nostre vite».
Un altro importante intervento a favore del progetto è stato quello di Cristina Acidini, presidente dell’Accademia delle arti del disegno e già Soprintendente del Polo museale fiorentino, che ha dichiarato: «L'iniziativa mette a punto un modello innovativo di collaborazione tra pubblico e privato, che va nella direzione - a mio avviso quanto mai opportuna per rivitalizzare il tessuto culturale della città e del territorio - di disseminare un'offerta di incontri con l'arte varia, molteplice, distribuita. Sembra cucita su misura per quel pubblico di visitatori indipendenti e curiosi, anche e specialmente locali, che da sempre ci impegniamo a sensibilizzare e ad attirare».
La proposta espositiva è delle più varie. Si passa dal lavoro sulla memoria collettiva di Irene Lupi a quello sulle piccole cose della quotidianità di Gianluca Tramonti, dalle opere ad inchiostro Bic di Veronica Greco ai dipinti elegiaci di Regan Wheat, dalle sculture di Max Mondini alle riflessioni in bilico tra analogico e digitale di Jessica Fillini, dalle griglie pittoriche di Melissa Morris alla performance «Piton de la Furnaise» di Matteo Coluccia, senza dimenticare le ricerche di Marco Mozzoni, Davide D’Amelio, Stefano Giuri, Gabriele Mauro, Jacopo Buono, Francesca Banchelli e Virginia Zanetti: modi differenti per dire che l’arte è viva e che si può ripartire dalla creatività per colorare di nuove energie il nostro futuro, per disegnare un «nuovo Umanesimo».

Didascalie delle immagini
[fig. 1] Virginia Zanetti, I Pilastri della Terra, 2020, tecnica stampa su carta baryta e Dibond, cm 100x150; [fig.2] Max Mondini, Intradosso, 2021, stampa Inkjet, struttura in legno, calcestruzzo, cm 430x110x80; [fig. 3] Gianluca Tramonti, Deviazione fuorilegge, 2020, striscione su stendino, misure variabili, circa cm 180x50x90 (altezza da terra), striscione cm 210 h x 120; [fig. 4] Irene Lupi, Guido Lisi, 2017, foto alluminio Dibond cm 165x110 sonoro 6’41” mp4 

Informazioni utili 
Primo vere - Mostra collettiva e diffusa. Varie gallerie d’arte, Firenze. Sedi espositive: Frittelli, via Val di Marina 15, tel. 055.410153, info@frittelliarte.it, http://www.frittelliarte.it | Il ponte, via di Mezzo 42/b, tel. 055.240617, info@galleriailponte.com, www.galleriailponte.com | La portineria, viale Eleonora Duse, 30, tel. 348 5655831, info@laportineria.art, www.laportineria.art/ | Poggiali, via della Scala 35/a, tel. 055.287748, info@galleriapoggiali.com, www.galleriapoggiali.com | Santa Ficara, via Arnolfo, 6L, tel. 055.2340239, info@santoficara.it, www.santoficara.it | Eduardo Secci, piazza Carlo Goldoni, 2, tel. 055.661356, gallery@eduardosecci.com,www.eduardosecci.com.  Ingresso libero. Fino al 24 aprile 2021.