Tra macchie di conifere e boschi di latifoglie caratterizzati dalla presenza di querce, carpino nero, castagno, ciliegio, acero campestre e ontano nero, dove vivono indisturbati animali come caprioli, daini e picchi neri, nell’estate del 2023 è nato, sotto la direzione artistica del curatore trentino Emanuele Montibeller (l’ideatore di «Arte Sella»), OCA, acronimo di Oasy Contemporary Art and Architecture, un laboratorio culturale in continuo dialogo tra creatività e natura, oggi inserito nel network «Grandi giardini italiani».
Estate dopo estate, il progetto cresce arricchendo questo prezioso territorio nel cuore della Toscana, che fu di proprietà della famiglia Orlando, la fondatrice agli inizi del ’900 della Smi - Società metallurgica italiana, con nuove installazioni site-specific.
Appena riaperta, e visitabile fino al prossimo 7 novembre, l’Oasi Dynamo offre, quest’anno, un percorso tra le opere di alcuni dei più importanti architetti e artisti contemporanei: Alejandro Aravena, Mariangela Gualtieri e Michele De Lucchi, Kengo Kuma, Quayola, David Svensson, Pascale Marthine Tayou e Matteo Thun. Le installazioni, perfettamente integrate nell’ambiente, trasformano la camminata in un atto di scoperta e meraviglia, che, nei prossimi anni, diventerà ancora più sorprendente grazie ai lavori, in fase di ideazione e creazione, di Stefano Boeri, fuse*, Diana Scherer, Álvaro Siza, Eduardo Souto de Moura ed Edoardo Tresoldi, a prova che il progetto è stato pensato come un organismo vivo, in continua trasformazione, capace ogni volta di sorprendere.
Va detto che l’ OCA - Oasy Contemporary Art and Architecture, luogo accessibile solo a piedi, non è un semplice spazio dedicato all’arte, ma è un’esperienza totale, che inizia ben prima di arrivare a destinazione. Lasciata l’automobile al parcheggio, in località Croce di Piteglio, il visitatore si trova, infatti, a compiere una camminata nel bosco di circa mezz’ora: una sorta di porta di ingresso che invita a rallentare il passo, a guardare con attenzione ciò che si sta attraversando. Uscito dal fitto degli alberi, arriva in un ampio pianoro soleggiato, dove viene accolto in quella che un tempo era una stalla e che oggi ospita uno spazio espositivo. Da qui prende avvio l’itinerario ad anello, un percorso di circa un’ora e mezza di cammino tra le opere e gli elementi naturali dell’oasi, da compiere in compagnia dallo staff del parco, che offre ai partecipanti approfondimenti sulle opere e sul contesto naturale che le accoglie.
La prima installazione che si incontra è il «Dynamo Pavilion» di Kengo Kuma, una scultura di fasci che si insinuano tra le piante come una folata di vento, danzando con il paesaggio e invitando alla contemplazione.
Proseguendo il cammino, il visitatore si imbatte nell’opera «Nella terra il cielo» di Mariangela Gualtieri e Michele De Lucchi, che fonde poesia e architettura per riflettere sul rapporto tra mito e memoria. Immersa nel verde, questa struttura nasce evocata dal racconto del luogo e, nel tempo, lascerà tracce solo nella poesia.
Addentrandosi nella macchia, il cammino conduce, quindi, a «Fratelli Tutti» di Matteo Thun, un’installazione ispirata all’omonima enciclica di Papa Francesco e ai valori universali di fraternità e pace. Composta da monoliti in pietra locale trovati sul posto, l’opera si sviluppa in forma circolare, richiamando i cicli naturali della vita.
Poco oltre, nella quiete del bosco, si incontra «Erosions» di Quayola, un’opera composta da massicci blocchi di pietra lavica scolpiti da algoritmi generativi. Questa scultura, realizzata grazie al supporto di Ranieri, azienda leader nella lavorazione della roccia vulcanica, riflette sulla tensione tra forza naturale e intervento tecnologico, trasformando la materia in una nuova forma di paesaggio.
Continuando, si scorge, infine, «Self-regulation», un’installazione di Alejandro Aravena, che si appoggia ad una struttura preesistente: una sorta trappola antropologica che invita il visitatore ad interrogarsi su come abitare l’opera.
Mentre il prato attorno allo spazio espositivo, dove si chiude il percorso ad anello, ospita due opere realizzate negli anni passati per OCA: «Home of the World» di David Svensson e la coloratissima «Plastic bags» di Pascale Marthine Tayou.
In questa struttura è allestita la mostra «L’arte è WOW!», con una selezione delle oltre 2000 opere realizzate a Dynamo Art Factory, progetto speciale che da oltre quindici anni unisce, in un contesto di gioco e di relazione autentica, arte contemporanea e terapia ricreativa Dynamo®. I lavori esposti sono il frutto di residenze che hanno coinvolto numerosi artisti di rilievo nazionale e internazionale, impegnati a lavorare fianco a fianco con i bambini e i ragazzi con patologie gravi o croniche e con le loro famiglie.
Inoltre, all’interno del ristorante Casa Luigi, per tutta la stagione estiva, saranno esposti cinque piccoli prototipi di Michele De Lucchi: «Legni di pietra», lavori nati dal recupero di tronchi sbozzati e conservati per anni, oggi reinterpretati su basamenti di pietra, che riflettono sulla temporaneità dell’architettura e sulla mutabilità delle forme.
Didascalie delle immagini
1. Pascale Marthine Tayou, Plastic bags, 2024. OCA Oasy Contemporary Art_©Mattia Marasco; 2. Kengo Kuma, Dynamo Pavillion, 2025. OCA Oasy Contemporary Art_©Mattia Marasco; 3.Alejandro Aravena, Self regulation,2025. OCA Oasy Contemporary Art_©Mattia Marasco; 4. Michele De Lucchi e Mariangela Gualtieri, Nella terra il cielo, 2025. OCA Oasy Contemporary Art_©Mattia Marasco; 5. Quayola, Erosions, 2025.OCA Oasy Contemporary Art_©Mattia Marasco
Informazioni utili
OCA Oasy Contemporary Art and Architecture. Parcheggio per visitatori SP 633 n° 15, località Piteglio (PT). Orario: dal mercoledì alla domenica, 11.00 – 17.00. Ingresso mostra: gratuito. Ingresso percorso guidato nella riserva, solo su prenotazione ad orari prestabiliti, consultabili sul sito web: intero 20,00 €, bambini fino ai 10 anni gratuito. Informazioni: Tel. 0573 1716197. Sito web: www.oasycontemporaryart.com
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