ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

giovedì 10 marzo 2022

Milano Graphic Festival, tre giorni all’insegna della cultura visiva tra Base e Certosa District

«La grafica è dappertutto, ovunque ci giriamo: nelle strade e negli spazi pubblici, nelle case, negli uffici, sugli scaffali dei negozi, negli oggetti che utilizziamo quotidianamente e nelle diverse forme di comunicazione, dalla scrittura ai social network. La grafica ha contribuito e contribuisce a costruire l’identità e la cultura di un Paese». È questa frase a fare da filo rosso tra i vari appuntamenti della prima edizione del Milano Graphic Festival, rassegna dedicata al graphic design, all’illustrazione e alle culture visive, promossa da Signs e prodotta da h+, a cura di Francesco Dondina, in cartellone dal 25 al 27 marzo nel capoluogo lombardo.
Il festival avrà il suo cuore pulsante in due hub principali: Base Milano, punto di riferimento per l’innovazione e la contaminazione culturale situato in zona Tortona, e Certosa Graphic Village, nuovo spazio dedicato alla creatività nella zona nord-ovest della città, dove è stato di recente inaugurato un grande murale lungo oltre cinquantasette metri realizzato su progetto dello studio grafico CamuffoLab, dal titolo «Quando la città cambia tu guarda i suoi colori», simbolo di rigenerazione urbana.
Il festival uscirà, inoltre, dai confini di questi due spazi, dando vita a un vero e proprio museo diffuso, che coinvolgerà importanti istituzioni del territorio come l’Adi Design Museum, il Mudec, il Castello Sforzesco, il Muba – Museo dei bambini, la Casa degli artisti, la Società umanitaria, la Fondazione Sozzani, oltre a scuole, studi privati, librerie, archivi e gallerie d’arte.
Più di ottanta appuntamenti
fra mostre, incontri, workshop, talk, open studio e performance animeranno, dunque, l’intera città metropolitana, coinvolgendo un ampio pubblico, non solo di addetti ai lavori, ma anche di cittadini, curiosi, appassionati, che verranno guidati - in un’atmosfera di scambio e discussione - alla scoperta del mondo della comunicazione visiva e del ruolo sempre più decisivo che sta assumendo ai nostri giorni quale strumento di cambiamento e rappresentazione della città in trasformazione.
A inaugurare il cartellone sarà, nella giornata del 25 marzo, a Base Milano, «Il paradigma di Wassily. Stati generali delle scuole e università di comunicazione visiva italiane», la prima assemblea di docenti e studenti di ventuno centri di formazione italiani, a cura di Franco Achilli. Sempre nella giornata di apertura, ma al Certosa Graphic Village, live painting di Luca Barcellona, calligrafo di fama mondiale, che realizzerà un’opera dedicata alla città di Milano. Gli appuntamenti proseguiranno sabato 26 marzo, al Castello Sforzesco, con l’incontro «Fissa l’idea», nel quale Leonardo Sonnoli presenterà un lavoro inedito dedicato a Marcello Dudovich, tra le più importanti figure del moderno cartellonismo pubblicitario italiano, le cui opere sono custodite nell’archivio Bertarelli. A seguire, al Certosa Graphic Village, Paola Antonelli, senior curator della sezione architettura e design del Museum of Modern Art di New York, sarà protagonista di un incontro incentrato sul ruolo e le responsabilità dei designer, soprattutto – ma non soltanto – nel campo di quella che una volta veniva chiamata grafica, e che ora è comunicazione visiva, design dell’informazione, delle interfacce e delle interazioni. 
Tra i tanti appuntamenti da non perdere - l’intero programma è disponibile sul sito www.milanographicfestival.com - si segnalano anche la lecture «La M con le corna», sull’identità visiva del Mudec di Milano, la presentazione del libro «Identità Olivetti. Spazi e linguaggi 1933-1983» e l’incontro «Instagram e creatività: 10 profili che vale la pena conoscere».
Durante il festival il pubblico potrà, inoltre, vedere una serie di mostre sulla cultura visiva. Negli spazi di Base Milano si terrà, per esempio, «Signs. Grafica italiana contemporanea (Edizione 2022)», a cura di Francesco Dondina, che offre, attraverso le opere di autori affermati e di giovani promettenti, uno spaccato sullo stato della grafica e del design della comunicazione italiana, per mostrare come questo goda di ottima salute, sulla scia della sua grande tradizione storica ma sempre capace di rinnovarsi e confrontarsi con il panorama internazionale. Salvatore Gregorietti, Andrea Rauch, Paolo Tassinari, Paola Lenarduzzi, Silvana Amato, La Tigre, Mario Cresci, Francesco Messina, sono alcuni degli artisti che esporranno, fino al 3 aprile, negli spazi di Base Milano. Qui sarà visibile anche la mostra «Volti, voci e mani», sul lavoro femminile. Al Certosa Graphic Village, nuovo spazio performativo temporaneo di 3.000 metri quadrati dedicato alla creatività contemporanea, sarà, invece, possibile visitare la mostra «Generazione YZ», nella quale dieci designer under 30 lavoreranno a un progetto speciale di grafica urbana. In questi spazi troveranno posto anche alcune mostre sui maestri della grafica come la prima retrospettiva in Italia dedicata al grafico statunitense John Alcorn, incentrata sui lavori realizzati dagli esordi agli anni Settanta, e l’esposizione che racconta il lavoro del designer italiano Albe Steiner attraverso i suoi manifesti più rappresentativi, a cura di Studio Origoni Steiner. Saranno visibili anche una mostra sulla rivista indipendente «Frankenstein Magazine» e l’esposizione «Wired Italia», con le opere che hanno partecipato al contest «Costruire il futuro» per la copertina del numero 100 del magazine.
Mentre all’Adi Design Museum sarà possibile vedere «Campo grafico 1933-1939 – Nasce il visual design», da Sozzani, «Hyperillustrations» di François Berthoud, realizzata in collaborazione con Bulgari, e alla Pasticceria Cucchi «Manifesti poetici» di Moreno Gentili. Tra gli spazi che apriranno le porte in occasione del festival si segnalano anche il Museo collezione Branca e gli archivi di Armando Milano e Origoni Steiner.
Inclusivo e collaborativo, il Milano Graphic Festival si propone, quindi, come un catalizzatore di idee e relazioni sul tema della comunicazione visiva, per generare conoscenza e contaminazione e mettere in contatto il mondo delle imprese con il meglio del settore, il pubblico con un linguaggio che sempre più anima il mondo contemporaneo.

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1] Milano Design Festival, immagine coordinata di Dondina Associati; [fig. 2] CamuffoLab e Signs, Quando la città cambia tu guarda i suoi colori, Milano - Certosa District. Immagine: Silvia Galli; [fig. 3] Salvatore Gregorietti, Manifesto per la promozione scuola alla Rinascente. Foto: Aldo Ballo; [fig. 4] Paolo Tassinari, Trilogia del Parco archeologico del Colosseo, 2009. Courtesy Tassinari/Vetta 

Informazioni utili

mercoledì 9 marzo 2022

Al Piccolo di Milano «Uno spettacolo per chi vive in tempi di estinzione»

Rincaro dei prezzi, crisi energetica, carenza di materie prime, borse in picchiata e una guerra, quella tra Ucraina e Russia, che sembra, giorno dopo giorno, sempre più vicina. È un periodo storico complesso, che chiede contemporaneamente responsabilità e rinunce, ma anche resilienza e inedite capacità progettuali, quello che stiamo vivendo. Non si può rispondere a questa emergenza con i soliti cliché; è il momento di offrire sguardi nuovi sul mondo e il teatro, arte della realtà e contemporaneamente dell’utopia possibile, ha in sé l’energia e la capacità inventiva per elaborare proposte originali ai problemi del nostro tempo e alle sfide che si prospettano all’orizzonte. Nasce da queste considerazioni «Uno spettacolo per chi vive in tempi di estinzione», tratto dalla pièce dell’americana Miranda Rose Hall, che la compagnia lacasadargilla porta in scena fino al prossimo 27 marzo nella sala Melato del Piccolo Teatro di Milano, a partire dal progetto «Sustainable theatre?» della regista britannica Katie Mitchell per il Théâtre Vidy di Losanna, che coinvolge al momento una dozzina di realtà in Europa e oltre.
Considerate le emissioni di Co2 che comporta una tournée, con viaggi in aereo o su strada per spostare scenografie e personale, per lo spettacolo di Miranda Rose Hall si è intrapresa una scelta coraggiosa e inedita: ognuno dei centri della rete ha affidato la messa in scena a una compagnia locale, alla quale è stato chiesto di rispettare il vademecum energetico, le linea drammaturgica del testo e alcune precise indicazioni, dalla scelta della «protagonista non bianca» al coinvolgimento di un coro.
Sostenibilità ambientale, non solo come argomento drammaturgico, ma anche come ripensamento dei meccanismi produttivi necessari alla messa in scena, è, dunque, la parola chiave di questo appuntamento teatrale, che sarà legato anche a due iniziative solidali. Il Piccolo parteciperà a «Forestami», programma di riforestazione dell’area metropolitana di Milano. Parte degli incassi saranno, infatti, investiti nell’acquisto, posa e manutenzione di alberi. L’istituzione milanese prenderà, inoltre, parte, con questa piéce e spegnendo le insegne esterne delle sue tre sale, a «M’illumino di meno», la Giornata del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili di Caterpillar e Rai Radio2 con Rai per il sociale, prevista per venerdì 11 marzo.
«Uno spettacolo per chi vive in tempi di estinzione» vede all’opera – accanto alla regista Lisa Ferlazzo Natoli e all’attrice Ester ElishaMargherita Mauro, curatrice della traduzione e della drammaturgia, Alessandro Ferroni, ideatore dell’ambiente scenico e dei paesaggi sonori, ma anche Luigi Biondi per il lavoro sottile delle luci, Maddalena Parise per l’immaginario scenico e visivo, Marco D’Agostin per la cura del movimento, Gianluca Ruggeri per la composizione della partitura musicale del coro, Livia Brambilla per la preparazione del coro, Alice Palazzi e Caterina Dazzi per il prezioso coordinamento generale come assistenti all’intero progetto.
Sul palco, accanto a Ester Elisha, ci sono, come da richiesta progettuale, un coro formato da quarantuno persone anziane provenienti da diverse realtà milanesi di musica amatoriale, che si alterneranno a rotazione in scena in gruppi di sedici, e quattro ciclisti con le loro biciclette. Quest’ultimi pedaleranno per una distanza di circa 25 chilometri l’uno e l’energia da loro prodotta (circa 240 watt), costantemente misurata da display posizionati sul palcoscenico, è sufficiente a dare vita a luci, immagini e suoni dell’intero spettacolo.
Ester Elisha veste i panni di Noemi, una drammaturga sui quarant’anni, una «donna che ha paura della morte» e che ragiona con il pubblico, interrogandolo sul senso della vita, che è insieme dono e responsabilità, su lasciti e sopravvivenze, sull’equilibrio precario della Terra, che, di epoca in epoca, ha conosciuto più di una grande estinzione. Sei in tutto.
Su teli trasparenti, posizionati in fondo al palco, scorrono le immagini di specie estinte o sull’orlo di un’estinzione di massa delle quali basterebbe anche solo ricordare i nomi per cominciare a prendersene cura. Si dice addio al corvo delle Hawaii, al rospo dorato, alla gazzella saudita. Noemi parla anche dei pipistrelli bruni, dei gechi marmorizzati, dei cipressi delle Guadalupe, dell’alga zostera, della madre morente di una collega, della propria madre e del suo primo incontro con la morte. Parla di tutti noi che «spariremo in silenzio mentre la Terra starà ad osservare». Perché il tempo dell’uomo è un battito d’ali paragonato alla vita del pianeta.

Le foto sono di Masiar Pasquali

Informazioni utili
«Uno spettacolo per chi vive in tempi di estinzione» 
testo Miranda Rose Hall
concept di produzione e regia originale Katie Mitchell
drammaturgia originale Ntando Cele
concept per l’Italia lacasadargilla
traduzione e drammaturgia italiana Margherita Mauro
regia Lisa Ferlazzo Natoli, con Esther Elisha
scene/allestimento e suono Alessandro Ferroni, luci Luigi Biondi, immagini Maddalena Parise
composizioni per il coro Gian Luca Ruggeri, cura del movimento Marco D’Agostin
preparazione coro Livia Brambilla con la collaborazione di Giovanna Ferrara, Filippo Maria Tuccimei    
e con i coristi Silvia Baldini, Luca Bardi, Pieranna Borio, Livia Vittoria  Brambilla, Elsa Angela Brambilla, Annamaria Caporusso, Francesco Cigada, Alessia Coari, Nicola Coccia, Laura Angela Corona, Bianca Maria  Dacomo Annoni , Ruggero Dimiccoli, Giovanna Maria  Ferrara, Anna Fiorini, Giovanni  Granata , Angelo Maffezzoli, Matteo Maraone, Giuseppe Martini, Gabriella  Martino, Angela Leonarda Masala, Franco  Mazzarella, Natale Minchillo, Tzvetana Momtcheva, Claudia Morelli, Bruno Morelli, Daniela Nannavecchia, Diyana Ivanova Pashova, Nicoletta Camilla Pedraglio , Cornelia Pelletta, Letizia Pepori, Roberta Piloni, Federico Russo, Gianbattista Sassera, Carlantonia Sassi, Gabriella Taraborrelli, Filippo Tuccimei, Gianmario Tumiati, Ornella Vinci, Valentina Volonté, Roberta Zanuso, Alessandro Zemella
aiuto regia Alice Palazzi, assistente alla regia Caterina Dazzi
impianti ciclo-elettrici Pedal Power Milano – Chiara Mazzatorta
ciclisti Tazio Airaghi, Luigi Aliverti, Milo Cuniberto, Daniele D’Aquila, Francesco Lionetti, Angelo Lisco
foto di scena Masiar Pasquali

Piccolo Teatro Studio Melato, Via Rivoli, 6 – Milano.  Orari: martedì, giovedì e sabato, ore 19.30; mercoledì e venerdì, ore 20.30; domenica, ore 16. Lunedì, riposo. Durata: 75 minuti senza intervallo. Prezzi: platea 40 euro, balconata 32 euro. Informazioni e prenotazioni 02.21126116 – piccoloteatro.org. Dal 3 al 27 marzo 2022


martedì 8 marzo 2022

«Stasera al Museo», il Bagatti Valsecchi di Milano apre le porte a musica e teatro

È il frutto di una straordinaria vicenda collezionista di fine Ottocento, che ha come protagonisti due fratelli: i baroni Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi. Conserva al proprio interno pregevoli opere come la «Santa Giustina» di Giovanni Bellini, il «San Giovanni Battista» di Bernardino Zenale e la «Madonna in trono con santi» del Giampietrino, ma anche arredi lignei, manufatti in vetro e ceramica, arazzi, tappeti, armi e gioielli. Il Museo Bagatti Valsecchi, nel cuore del quartiere Montenapoleone a Milano, inaugura un nuovo progetto: «Stasera al Museo», diciannove eventi di musica e teatro che, da marzo a dicembre, prenderanno vita nel Salone d’onore.
A fare da filo rosso tra i vari appuntamenti, che vedono la curatela artistica di Antonio D’Amico, è il tema dell’identità femminile, che metterà sotto i riflettori – si legge nella nota stampa - «donne artiste e storiche dell’arte, musiciste, scienziate, donne a cui la storia ha riservato un posto speciale, ma anche donne comuni».

La programmazione prenderà il via venerdì 11 marzo, alle ore 19:30, con «Storie di donne amate», un percorso in musica che spazia dalla Margherita del «Faust» di Goethe alla Santuzza della «Cavalleria rusticana» di Giovanni Verga, dalla dolce Maddalena amata da Vincenzo Bellini alle note cantanti Teresina Brambilla e Pauline Viardot. Inizierà così la rassegna «Serate musicali e Conservatorio», con la direzione artistica di Stelia Doz, che proseguirà mercoledì 16 marzo, sempre alle ore 19:30, con «Miss me», una performance musicale immersiva di sorprendente leggerezza, con Emiliano Pepe al pianoforte, che accompagnerà il pubblico in un viaggio tra melodie e immagini per far vivere – assicurano gli organizzatori - «un’esperienza unica e inedita».
Le «Serate musicali» ritorneranno il 22 giugno con un omaggio alle donne attraverso le note di Johannes Brahms, Ludwig van Beethoven e Germaine Tailleferre; mentre il 21 settembre è previsto un appuntamento dedicato alla musica del Novecento.
 
A mettere sotto i riflettori del Salone d’Onore del Museo Bagatti Valsecchi il mondo delle sette note sarà anche LaFil Filarmonica di Milano che, il 13 aprile e il 18 maggio, proporrà due serate dedicate a Fanny e Felix Mendelssohn, e che, il 17 dicembre, ha in programma un concerto natalizio, eseguito da un ensemble di voci e pianoforte.
Il 20 aprile sarà, invece, la volta di Accademia musicale «OttavaNota» che presenterà Luca Franzetti in un appuntamento dedicato a Johann Sebastian Bach. Amore, lacrime e tormenti torneranno protagonisti anche nelle serate dell’11 settembre, quando verrà presentato il risultato di una masterclass internazionale tenuta da Francesco Lanzillotta, e del 16 ottobre, con Alessandro Marino al pianoforte, per due concerti all’insegna dei sentimenti e delle emozioni.
A chiudere il cartellone musicale sono le produzioni dell’associazione «Omaggio al clavicembalo», che il 20 e 27 novembre e il 4 dicembre porteranno sotto i riflettori strumenti a corda, a fiato e voci per tre pomeriggi dedicati alla musica del XVI e XVII secolo.

Federica Fracassi
, Cinzia Spanò, Beatrice Baldaccini e Matteo Minetti, Ippolita Baldini ed Elizabeth Annable sono, invece, i protagonisti del cartellone teatrale, che porterà in scena donne piene di forza, passione, coraggio e anche un pizzico di ironia. 
Si comincerà il 4 maggio con Federica Fracassi, che darà corpo e voce a Eva Braun, l’amante di Adolf Hitler, colei che ne condivise il suicidio nel bunker di Berlino poche ore dopo averlo sposato. Il testo di Massimo Sgorbani - intitolato semplicemente «Eva» e qui in scena per la regia di Renzo Martinelli – focalizza l’attenzione sulle ultime ore di vita della donna che, precipitando ignara verso il suicidio, intreccia la sua storia con quella di Rossella O’Hara, protagonista di «Via col Vento», il suo film preferito.
Mentre l’11 maggio Cinzia Spanò, in collaborazione con il Teatro Elfo Puccini, interpreterà l’iconica Palma Bucarelli, a tutt’oggi considerata una delle più importanti direttrici museali che l’Italia abbia mai avuto. Ancora una protagonista dell’arte sarà in scena il 25 maggio nello spettacolo dedicato ad Artemisia Gentileschi, con la presenza di Beatrice Baldaccini e Matteo Minetti, realizzato grazie alla Compagnia dell’Ozio.
Dopo una pausa estiva, il 28 settembre andrà in scena «Mia mamma è una Marchesa», spettacolo di e con Ippolita Baldini, per la regia di Camilla Brison, realizzato in collaborazione con il Teatro della Compagnia: un brillante monologo in cui la protagonista si interroga sul mondo contemporaneo e la nobiltà.
Il 5 ottobre «Alta Luce Teatro» presenterà, quindi, la pièce teatrale «Molly», liberamente tratta dalla sceneggiatura «Molly Sweeney» di Brian Friel, che dà voce a una donna forte e consapevole interpretata da Elizabeth Annable, in uno spettacolo che ci parla di salute mentale e progresso scientifico.
Infine, Ippolita Baldini ritornerà in scena il 16 novembre con «Una marchesa ad Assisi», in cui la protagonista, Roberta, mette in discussione la sua vita e si interroga sul ruolo della fede nella società contemporanea, senza mai perdere di vista la sua verve ironica inconfondibile.

La conferenza stampa di presentazione del progetto «Stasera al museo» ha offerto anche l’occasione per parlare della mostra che il museo milanese ha in programma per i prossimi mesi: «La seduzione del bello. Nelle segrete stanze di una collezione a Milano» (ottobre 2022-febbraio 2023), a cura di Antonio D’Amico. Animali, storie mitologiche, racconti sacri, paesaggi, momenti del quotidiano rivivranno nelle sale e tra gli arredi cinquecenteschi raccolti dai fratelli Bagatti Valsecchi grazie all'esposizione di una cinquantina di opere provenienti dalla prestigiosa collezione lombarda Gastaldi Rotelli, nella quale sono custoditi capolavori del Seicento e del Settecento. Tanzio da Varallo, Giulio Cesare Procaccini, Carlo Francesco Nuvolone, Bernardo Strozzi, Giuseppe Vermiglio, Francesco Cairo, Giacomo Cerutti, Sebastiano Ricci, Francesco Guardi sono alcuni degli artisti che saranno in mostra questo autunno al Museo Bagatti Valsecchi di Milano, una delle più belle case museo della Lombardia, scrigno non solo d’arte, ma anche – dal prossimo 11 marzo - di musica e teatro.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Museo Bagatti Valsecchi, Milano. Foto di Ruggero Longoni; [fig. 2] Francesco Cairo, Maddalena portata in cielo dagli angeli, Olio su tela, 73 x 100 cm; [fig 3] Cinzia Spanò; [fig 4] Federica Fracassi; [fig. 5] Ippolita Baldini

Informazioni utili
«Stasera al Museo». Museo Bagatti Valsecchi, via Gesù 5 - Milano. Orari: gni appuntamento inizia alle ore 19:30, con accesso alle 18:30 per visitare liberamente il museo. Biglietti: ingresso al museo con spettacolo/concerto gratuito: 15 €, ridotto 12 € per i soci dell’Associazione Amici del Museo Bagatti Valsecchi. Prenotazione obbligatoria su www.museobagattivalsecchi.org