ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

venerdì 6 giugno 2025

«Cross Festival», l’edizione 2025 guarda all’India e racconta le relazioni tra arte e spiritualità

Ritorna sulle sponde del lago Maggiore «Cross Festival», evento internazionale di danza contemporanea e arti performative promosso dalla Fondazione Cross Ets, con la direzione artistica di Antonella Cirigliano.
Spettacoli, performance, installazioni, workshop, incontri di approfondimento, pratiche meditative, sessioni di yoga, eventi musicali con ospiti provenienti da Italia, India, Armenia, Danimarca, Germania, Inghilterra, Siria e Brasile – per un totale di quaranta appuntamenti – caratterizzano il cartellone della tredicesima edizione della manifestazione, in programma dal 13 giugno al 2 luglio al Sacro Monte di Ghiffa, nel vicino comune di Bee, all’interno dell’Albagnano Healing Meditation Centre, e a Verbania, in luoghi di indubbio fascino quali il teatro Maggiore, Villa Simonetta, il Museo del paesaggio, la Casa Elide Cerretti e la Chiesa metodista di Intra.
Il legame tra arte, spiritualità e tecnologia farà da filo conduttore all’intera programmazione, riunita sotto il titolo «Tone of light» ovvero «Tono di luce», un’espressione, questa, che -si legge nell’opuscolo informativo - guarda alla trascendenza come «un paesaggio dell'immaginario collettivo dai toni di colore indefiniti, ma che porta in sé una profondità luminosa capace di accompagnarci nella scoperta delle pratiche del corpo e della relazione cosmica che attraverso le arti del movimento ci tiene uniti in un abbraccio spirituale».

Dalla danza Odissi all’arte marziale Kalaripayattu, tre giorni per scoprire le arti performative indiane
Ad aprire «Cross Festival» sarà, dal 13 al 15 giugno, un focus dedicato alle arti performative indiane, a cura della danzatrice e coreografa Antonella Usai, che racconta così il suo progetto: «questi tre giorni incrociano tecniche e immaginari avvicinando la danza classica indiana alle arti marziali, il principe Siddharta a San Francesco, i raga indiani ai canti popolari del sud Italia, ma, soprattutto, la tematica spirituale a quella del selvaggio, l'eterico al carnale, l'ideale al viscerale. Il desiderio e l’auspicio sono di tornare a sentire il Sacro come nel «Siddharta» di Hermann Hesse, ovvero tornando a percepire tutte le voci, tutte le mete, tutti i desideri, tutti i colori, tutta la gioia, tutto il bene e il male, tutto insieme il mondo. Tutto insieme il fiume del divenire».
L’evento di apertura, nella serata del 13 giugno, all’Albagnano Healing Meditation Centre di Bee, sarà lo spettacolo «Silsila», con i coreografi e ballerini Sooraj Subramaniam e Rukmini Vyas Dwivedi, esperti a livello internazionale in danza classica indiana. «Il programma mescola Odissi e danza contemporanea, intrecciando nritta (danza pura) e abhinaya (danza espressiva), reinterpretando in chiave moderna temi tradizionali ed esplorando sfumature e peculiarità dei vari universi». Il giorno successivo, sempre a Bee, saranno in programma sessioni di Hata Yoga, con Rukmini Vyas Dwivedi e Igor Orifici, un laboratorio di arte marziale Kalaripayattu, con Arianna Romano, un workshop di teatro danza Odissi, con Sooraj Subramaniam, e la proiezione del film documentario «Heaven on Earth» di Rocio Carbajo e Nico Miranda, che racconta la nascita del centro buddhista di Albagnano per iniziativa del Lama Gangchen Rinpoche.
Nella stessa giornata a Verbania, negli spazi di Villa Simonetta, si terrà una Conferenza relazionale con la coreografa Antonella Usai e con lo staff del Mao, il Museo d’arte orientale di Torino, che dal 2022 ha attivato il programma #MAOTempoPresente, nel quale l’arte contemporanea diventa medium e motore di interpretazione e valorizzazione del patrimonio museale attraverso installazioni site-specific, sviluppate all’interno del programma di residenze d’artista.
Sempre sabato 14 giugno Villa Simonetta farà da scenario anche allo spettacolo di danza e Kalaripayattu «Wild Animal Memories», con Arianna Romano, e alla mostra «L’India tra sacro e performativo», con lavori di Attakkalari Dance Company, Jayachandran Palazhy ed Hemabharathy Palani, Massimiliano Troiani e Antonella Usai.
Mentre domenica 15 giugno sono in programma due incontri di approfondimento: «Divino, Femminile, Animale. Tra Yogini indiane e streghe del Cusio Ossola», con Antonella Ravani, e «La danza indiana: questioni di genere e costrutti sociali», con Alessandra Consolaro e con Lucrezia Ottoboni e Antonietta Fusco del Collettivo Dance IN. Al termine dei due appuntamenti, la compagnia «Il mutamento» presenterà «Francesco, il lupo e il principe Siddhartha», uno spettacolo per bambini e adulti di Giordano Amato, con Amandine Delclos e Claudio Micalizzi; mentre Renata Frana ed Elena d’Ascenzo proporranno «Ku, concerto per dilruba e voce», che intreccia raga indiani, ninnananne della Maiella, canti di raccolta umbri e composizioni originali. Da lunedì 16 a mercoledì 18 giugno sarà, infine, possibile frequentare sessioni mattutine di Yoga Nidra, con Rukmini Vyas Dwivedi, all’Albagnano Healing Meditation Centre.

Anche i dervisci rotanti e il rituale buddhista dell’incenso tra i «toni di luce» del festival

Chiusa la parentesi dedicata all’India, il «Cross Festival» proseguirà, il 19 giugno, al teatro Maggiore con «Dervishes Remixed», un’immersione nell’esperienza unica della danza meditativa dei dervisci rotanti, una pratica propria degli asceti islamici della tradizione Sufi, che vedrà protagonisti, tra gli altri, Giovanni di Cicco e il derviscio Ahmad Rifai Hambrouch. Nella stessa giornata, a Bee, andrà in scena la performance «Sinfonia H2O», un omaggio all'essenza dell'acqua, fonte sacra di vita, origine di tutto e custode della memoria, proposto da Francesca Cinalli e Paolo De Santis di Tecnologia Filosofica.
Il giorno successivo, venerdì 20 giugno, Il Maggiore farà da scenario alla presentazione del libro «Dove vai così di fretta?», scritto dal Lama Michel Rimpoche, guida spirituale del centro buddhista di Albagnano, che accompagnerà i presenti in un viaggio alla riscoperta della felicità, intrecciando aneddoti personali e riflessioni profonde sul nostro vivere quotidiano, per invitare il pubblico a «guardare la vita con occhi nuovi, ad abbandonare schemi rigidi e paure, per riscoprire il valore della consapevolezza e della gentilezza».
Seguiranno due spettacoli: «Mirada», con la performer Elisa Sbaragli, e «Cani Lunari», il nuovo lavoro di Francesco Marilungo, in anteprima nazionale, che, seguendo le riflessioni di studiosi come Carlo Ginzburg ed Ernesto De Martino, esplora la magia come una forma di sapere alternativa e indaga la figura della strega, della guaritrice, della magiara. 
Il festival proseguirà, sabato 21 giugno, con «Sirene», una performance itinerante e immersiva negli spazi urbani di Verbania, guidata dalla performer Sara Vilardo e dall'artista multidisciplinare Sonja Winckelmann Thomsen, che mira a esplorare il viaggio di ritorno da una prospettiva contemporanea, prendendo spunto dall’«Odissea» di Omero: il rientro a casa diventa così una vera e propria esperienza trasformativa alla scoperta di sé.
Villa Simonetta ospiterà, quindi, la prima nazionale della performance «Dove cresce ciò che salva | Archivio sentimentale del movimento», di e con Francesca Foscarini. Mentre domenica 22 giugno, in piazza San Vittore, a Verbania, si terrà lo spettacolo «Hit Out», con la compagnia Parini Secondo e il musicista e produttore Bienoise: un viaggio intenso e pulsante dove il salto della corda si trasforma in uno strumento percussivo capace di dar voce a ritmi, movimenti e riflessioni.Martedì 24 giugno ci si sposterà all’Albagnano Healing Meditation Centre per la performance itinerante «Storia di un ruscello», primo progetto da autrice di Erica Meucci, che si configura come «un racconto per immagini, una camminata nei boschi, una danza scritta per un’interprete e una pietra», che prende spunto – racconta l’artista - dalle idee ecologiche del geografo anarchico Élisée Reclus, «secondo il quale per ricollocarsi al fianco degli altri esseri viventi è necessario riconoscersi vulnerabili ed esposti al pericolo, svincolandosi da un’idea di dominio ed entrando in relazione con gli ambienti che attraversiamo, lasciandoci plasmare da essi».
«Cross festival» proseguirà, quindi, a Verbania con «Alloro_Varietà Aurea» (25 e 27 giugno) della compagnia Tecnologia Filosofica, all’Atelier Casa Ceretti, e con l’installazione performativa e contemplativa «Coming to Matter» (25 giugno), uno spazio di incontro e intra-azione della materia, tra corpi umani e minerali, che vedrà in scena, al Museo del paesaggio, Titta C. Raccagni e Barbara Stimoli. Ci sarà, quindi, la prima nazionale dell’installazione performativa «Garden Alchemy» (26 e 27 giugno) alla Chiesa Metodista Evangelica di Intra: un’esperienza multimediale, interattiva e tattile, curata da TinDrum e Art of Listening, dove musica, animazione dipinta a mano e installazioni immersive convivono in armonia invitando il pubblico a esplorare i rapporti umani come atto ecologico. Poi, Villa Simonetta si trasformerà nel regno della performance con «Augmented Nature: Verbania Edition», sul valore del silenzio e sul potere del qui ed ora, «Perle Sparse - Perles fanné par tous», sul tema del viaggio e sul ritorno al proprio luogo d’origine, e «UMMN - Il viaggiatore immobile» (27 e 28 giugno).
Ci si sposterà, poi, al Santuario di Ghiffa, dove la Compagnia EgriBiancoDanza presenterà, sabato 28 giugno, la prima regionale della performance itinerante «I sentieri del mistero», «una danza perpetua che esprime precarietà e passione, inquietudine e speranza». A seguire, nel giardino dell’Hotel «Il Chiostro» di Verbania, si terrà l’anteprima nazionale di «Fatigue», una performance corale, vocale e fisica, sull’atto di andare avanti in un percorso che evoca una scalata e una processione, a cura di Irene Russolillo, con in scena quattro danzatori armeni sulle composizioni musicali del verbanese Edoardo Sansonne.
A chiudere il festival saranno, nella giornata di mercoledì 2 luglio, il rituale dell'Incenso e l’appuntamento «Voci dal Bosco» con la compagnia «Teatro Selvatico» di Elena Borgna, una camminata guidata per bambini e adulti nella natura che circonda l’Albagnano Healing Meditation Centre, dove gli alberi prenderanno idealmente la parola e racconteranno miti e leggende sulle relazioni tra l’uomo e l’ambiente. Un percorso, dunque, composito e interessante alla ricerca delle relazioni tra arte, danza, teatro, tecnologia e spiritualità quello proposto del festival verbanese che, come suggerisce l’opuscolo informativo, fa propria un’espressione dello scrittore indiano Sri Aurobindo, tratta dal libro «La sintesi dello yoga»: «L'arte è il linguaggio dell'anima. L'artista è colui che riesce a cogliere l'invisibile e a tradurlo in forme che parlano al cuore dell'umanità».



Didascalie delle immagini
1.Dervishes Remixed. Foto Donato Acquaro; 2. Rukmini Vyas Dwivedi Pattu. Foto Mohan Dravid; 3. Francesco Marilungo, Cani Lunari. Foto Luca Del Pia; 4. Ultimabaret, Pleasure Rock, workshop-Cross; 5. FRANCESCO, IL LUPO E-IL PRINCIPE SIDDHARTA. Compagnia Il Mutamento. Foto Virginia Boscolo; 6. Teatro selvatico. Voci dal bosco. Foto: Davide Comandu; 7. Sooraj Subramaniam. Foto Tom-Decuyper; 8. Lama Michel Rinpoche. Foto: Freya Helders


Per saperne di più
www.crossproject.it

giovedì 5 giugno 2025

In Liguria la terza edizione del Festival della maiolica

Incastonata tra l’azzurro del mar Ligure e il verde delle colline circostanti, Savona è una città dove ogni pietra sussurra vicende di personaggi che hanno fatto la storia d’Italia: da papa Sisto IV a papa Giulio II, da Giuseppe Mazzini a Sandro Pertini. Ma è anche, insieme con la vicina Albisola, la patria di una tradizione millenaria dal sapore artigianale che, dal XII secolo, trasforma l’argilla, una «taerra bunn-a» (ovvero una «terra buona»), in opere d’arte di impareggiabile bellezza, quella della ceramica.
Nell’intricato labirinto di «caruggi» che caratterizza l’assetto urbano della cittadina, alla metà del XVII secolo, vede la luce, per iniziativa del pittore genovese Giovanni Antonio Guidobono e della sua famiglia, lo stile «Antico Savona», caratterizzato da decorazioni blu cobalto su sfondo bianco con scene tratte da testi sacri, miti e letteratura, quasi sempre ambientate in spazi naturali, che si intrecciano con motivi ornamentali di ispirazione orientale.
Il XX secolo porta una ventata d’aria fresca con il coinvolgimento di artisti del calibro di Lucio Fontana, Piero Manzoni, Asger Jorn e Wifredo Lam, che collaborano con le manifatture locali, sperimentando il materiale ceramico e creando opere che conquistano il mondo.

Forte di questa storia, la Fondazione Museo della ceramica di Savona onlus promuove la terza edizione del Festival della maiolica, un ricco calendario di «eventi vista mare» in programma dal 6 all’8 giugno nei quattro comuni della «Baia della ceramica»: Savona, Albissola Marina, Albisola Superiore e Celle Ligure.
Installazioni, performance, spettacoli teatrali, laboratori, convegni e cene in bianco e blu ( venerdì 6 giugno, dalle 19.30, in piazza Sisto IV, a Savona; accesso libero, su prenotazione) caratterizzano la ricca offerta culturale che, al programma ufficiale, affianca un cartellone Off a cura di gallerie private, di stabilimenti balneari e di quel vivace ecosistema di fornaci, botteghe, industrie che ancora oggi trasforma la «terra buona» in design e arte.

Da Carlos Carlè a Pia Valentinis, le mostre del festival
Molte sono, poi, le mostre in programma che inaugureranno nei giorni del festival per rimanere, poi, aperte tutta estate e offrire così ai turisti un’ottima alternativa alle giornate in spiaggia. È il caso di «Carlos Carlé e il grande gres. Dodici artieri ad alta temperatura», esposizione, a cura di Enzo Biffi Gentili, che rimarrà aperta fino al prossimo 7 settembre al MuDA – Museo diffuso di Albisola Marina.
A dieci anni dalla scomparsa dell’artista, argentino di nascita e italiano di adozione, che è stato uno dei membri più attivi e stimati dell’Accademia internazionale della ceramica di Ginevra e che dal 1966 è stabilmente attivo nelle botteghe ceramiche dal Savonese, una quarantina di opere si confrontano con le potenzialità creative del gres, impasto di argilla e altre componenti minerali cotto a elevate temperature. Accanto ai lavori di Carlos Carlé (Oncativo, Argentina, 1928 – Savona, 2015) sono esposte le creazioni di altri dodici artisti nati tra gli anni Venti e gli anni Ottanta del ’900 in importanti luoghi della ceramica, in un viaggio che dalla Liguria fa tappa a Faenza, Castellamonte e Nove, ma non solo. Si tratta di Carlo Zauli (1926-2002), Nanni Valentini (1932-1985), Franco Bucci (1933-2002), Emidio Galassi (1944), Sandro Lorenzini (1948), Adriano Leverone (1953-2022), Danilo Trogu (1956), Roberto Castellano (1969), Simone Negri (1970), Marta Palmieri (1973), Olivia Cognet (1983) e Francesco Ardini (1986).

Altra mostra da non perdere nei giorni del festival savonese è «I desideri degli animali», inaugurata a inizio maggio in occasione di «Zerodiciannove – Festival delle storie» e allestita fino al 31 agosto al Museo della ceramica di Savona.
Al centro del progetto espositivo ci sono dodici piastrelle in ceramica, ideate e decorate da Pia Valentinis – tra le autrici più raffinate del panorama italiano, già Premio Andersen –, per illustrare l’albo edito quest’anno da Aboca Edizioni con poesie di Chiara Carminati. Le opere, che lasciano per la prima volta la Sardegna, patria adottiva dell’artista di origine friulana, sono state realizzate a Cagliari nel Laboratorio Raku di Maria Cristina Di Martino e Salvatore Farci.
I soggetti sono piccoli animali intenti a inseguire un proprio desiderio impossibile, ritratti su biscotto ceramico, ingobbiato di bianco e dipinto con ossido di cobalto sotto cristallina.
Questa piccola fauna sognante, dal timbro acquarellato e dal gusto intimo e riservato, è composta da un granchio che cerca un regalo per la sua amata, un riccio che vorrebbe un morbido boccolo al posto dei suoi aculei, una medusa a cui piacerebbe abbronzarsi se non rischiasse di sciogliersi, e, ancora, un gatto, una gallina, una salamandra, un gabbiano, uno scoiattolo, una scimmia, una civetta, una formica e una stella marina. In mostra è esposta anche una serie di nove piccole formelle che compongono un cielo in cui si affaccia una stella: simbolo antico del desiderio e incipit del libro di Aboca edizioni.

Al Museo della ceramica di Savona è allestita anche, sempre fino al 31 agosto, la mostra «Creature. Dalla carta alla creta», curata da Alessio Cotena e Marco Isaia, con lavori in ceramica delle illustratrici Letizia Iannaccone, Giulia Pastorino (premio Andersen 2025) e Anais Tonelli.

Nelle stesse sale sarà possibile vedere anche la mostra «Un piatto per la comunità», progetto promosso dalla Caritas Savona sul valore sociale della ceramica, articolatosi, nei mesi scorsi, in laboratori aperti al pubblico per sperimentare il legame tra argilla, cibo e relazioni. Le opere saranno allestite sul grande tavolo realizzato nel 2023 dagli artisti dello studio londinese Rochester Square e saranno utilizzate in occasione di eventi conviviali sul territorio.

Alla Pinacoteca civica di Savona i riflettori saranno, invece, puntati sulla mostra «Nuove rotte per la ceramica», che celebra il legame con i dieci centri della rete dell'Aicc - Associazione italiana città della ceramica, nata nel 1999 e costituita oggi da 57 municipalità, che hanno lavorato a sostegno della candidatura di Savona a Capitale italiana della cultura 2027. Dieci opere rappresentative delle specificità tecniche, formali e stilistiche di ogni territorio racconteranno le tradizioni di Castellamonte (TO), Cerreto Sannita (BN), Faenza (RA), Laveno Mombello (VA), Montelupo Fiorentino (FI), Pesaro (PU), Nove (VI), Santo Stefano di Camastra (ME), Urbania (PU) e Mondovì (CN).

Un gemellaggio artistico con un altro polo ceramico italiano sarà la mostra «KERAMOSicilia», promossa e ospitata dalla Camera di Commercio Riviere di Liguria Imperia La Spezia Savona, con opere provenienti da venti laboratori artigianali situati in sei comuni del sud est dell’isola mediterranea: Caltagirone, Burgio, Collesano, Monreale, Sciacca e Santo Stefano di Camastra.

Teatro e approfondimenti culturali alla scoperta della «taerra bunn-a» ligure
Ampio spazio sarà dedicato, poi, all’intrattenimento, soprattutto grazie al primo Festival TeatroCeramica, in scena il 6 e il 7 giugno ad Albisola Superiore, sul palco fronte mare allestito lungo la passeggiata Eugenio Montale.
Ispirandosi a esperienze come il Teatrodanza di Pina Bausch e il Teatrocanzone di Giorgio Gaber, la rassegna, a cura di Officina900 e con la direzione artistica di Gabriele Resmini, proporrà un’originale combinazione di parola e materia. Quattro gli spettacoli in cartellone, due per serata, che avranno per protagonisti i ceramisti Giorgio di Palma e Dario Miale (del collettivo d'arte SANO/SANO), David Riganelli, Maurizio De Rosa e, in apertura di kermesse, gli artisti Angelo Zilio e Fiorenza Pancino con il loro «Looking for a way to tell: I love you», riflessione sul mito di Babele e sulla potenza del gesto artistico come atto d’amore.
L’iniziativa prevede anche interventi site-specific, all’interno della sezione TeatroCeramica Exhibit, come l’azione pubblica con Maurizio De Rosa, una vera e propria «caccia alla bellezza» seguendo le tracce in ceramica disseminate per il territorio.

Sempre ad Albisola Superiore, Ernesto Canepa e Paolo Pastorino arricchiranno la Passeggiata Montale con l’installazione permanente «Oasi blu», un progetto di riqualificazione urbana artistica con opere in ceramica ispirate al mondo marino. Mentre a Celle Ligure, grazie al lavoro dei ceramisti Marcello Mannuzza, Beatrice Minuto e Caterina Ricci, si assisterà alla costruzione, sul molo, di un forno monumentale: qui, sabato 7 giugno, andrà in scena «Fahrenheit», un’esperienza immersiva tra musica, natura e ceramica, a cura dell’associazione Fiammiferi. 
 Non mancheranno gli approfondimenti culturali, come il convegno «Ceramica e IGP: tutela, territorio e identità» (sabato 7 giugno, ore 10) e la lectio magistralis «Arturo Martini/Lucio Fontana: una lontananza vicinissima» del professor Nico Stringa nel cortile di Pozzo Garitta, ad Albissola Marina, dove si affacciava lo studio ligure di Lucio Fontana (domenica 8 giugno, ore 17:30).
Un cartellone, dunque, articolato quello della terza edizione del Festival della maiolica, che valorizza uno dei principali distretti della ceramica in Italia, «una terra buona» ricca di depositi di argilla rossa e cave di terra bianca, popolata da boschi che forniscono legname per i forni e prossima al mare, da sempre culla di commercio e di trasporti.

Didascalie delle immagini
1. Festival della maiolica nella Baia della ceramica. Immagine di repertorio; 2. Carlos Carlé, Sfera, 2005, gres, diametro 16 cm. Foto Matteo Zarbo; 3. Una illustrazione di Pia Valentinis per il libro «I desideri degli animali»; 4.Giulia Pastorino_Ph Courtesy Museo della ceramica di Savona; 5. Anais Tonelli_Ph Courtesy Museo della ceramica di Savona; 6. Letizia Iannaccone_Ph Courtesy Museo della ceramica di Savona 7. Festival della maiolica nella Baia della ceramica. Immagine di repertorio. Il forno monumentale; 8.Carlos Carlé, Semisfera, 1982, gres, 43,5x44x17,5 cm. Foto Pino Dell’Aquila. Collezione privata, Torino

Per saperne di più
Maggiori informazioni, orari, dettagli: www.festivaldellamaiolica.it. Attività su prenotazione: www.ticketlandia.com/m/museodellaceramica/preno/formazione

mercoledì 4 giugno 2025

«Casanova, Venezia e l’Europa»: trecento anni tra seduzione e mito in scena alla Fondazione Cini

Si apre con il simposio internazionale «Casanova in time 1725 – 2025» l’intenso programma di appuntamenti ideato dalla Fondazione Giorgio Cini di Venezia in occasione dei trecento anni dalla nascita di Giacomo Casanova (2 aprile 1725- 4 giugno 1798), una delle figure più affascinanti, controverse e misteriose del Settecento, emblematica di un mondo che stava ormai scomparendo, l’Antico Regime e la Repubblica veneziana, ma anche delle inquietudini e delle trasformazioni che animavano la società moderna.

Da mercoledì 4 a sabato 7 giugno una quarantina di studiosi provenienti da università e centri di ricerca di tutta Europa si riuniranno sull’isola di San Giorgio Maggiore, in Sala Barbantini, e negli spazi dell’Aula Magna di Ca’ Dolfin per ripercorrere la storia e l’opera di un uomo dalla vita avventurosa, che fu scrittore, diplomatico, agente segreto, viaggiatore instancabile e giocatore d’azzardo, il cui nome rimane irrimediabilmente legato alla sua fama di seduttore e libertino.

Dagli intrighi nelle ambasciate di Spagna fino alle turbolente missioni in Polonia, dalle amicizie con Manon Balletti o Max Lamberg all’eredità culturale raccolta da intellettuali quali Giovanni Comisso e Federico Fellini, il simposio, promosso in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari, si concentrerà principalmente sullo spirito europeo di Giacomo Casanova.

In questi stessi giorni, nei quali ricorre anche l'anniversario della morte di Giacomo Casanova, avvenuta il 4 giugno 1798, nello sperduto castello di Dux (oggi Duchcov, in Repubblica Ceca), sarà possibile partecipare anche a due inediti appuntamenti musicali. Giovedì 5 giugno, alle 19, all’auditorium «Lo Squero» andrà in scena il concerto-racconto «Vivaldi e Casanova. Incontri fantastici e singolari coincidenze», che ricostruisce un possibile incontro tra «il prete rosso» e il celebre avventuriero, appena sedicenne alla morte del compositore, ma già imperniato di quel mondo fatto di calli, canali, teatro ed eleganza.
«Nessuna fonte – spiega Francesco Fanna, direttore dell’Istituto italiano Antonio Vivaldi - riporta che si siano conosciuti, ma alcune coincidenze suggestive ci hanno portato a immaginare una storia che poggia su fatti, personaggi e luoghi che potrebbero aver avvicinato i due, per tracciare il profilo di un incontro immaginato tra reale e fantastico».

Mentre venerdì 6 giugno, ore 18, al Padiglione delle Capriate, sull’isola di San Giorgio Maggiore, il musicologo e violinista Javier Lupiáñez proporrà al pubblico un viaggio musicale da Venezia a Dresda, alla scoperta del linguaggio espressivo di Antonio Vivaldi e della sua eredità attraverso alcuni dei suoi allievi più illustri, come il violinista tedesco Johann Georg Pisendel e le celebri soliste dell’Ospedale della Pietà, Anna Maria e Chiara.

Il programma che la Fondazione Giorgio Cini dedica a Giacomo Casanova proseguirà per tutto il 2025 con giornate di studi, convegni, workshop, concerti per culminare con la grande mostra che coinvolgerà, da ottobre 2025 a febbraio 2026, la Galleria di Palazzo Cini a San Vio e le due sale, Carnelutti e Piccolo Teatro, sull’Isola di San Giorgio Maggiore.

Al centro dell’esposizione, che si avvale del coordinamento scientifico di Luca Massimo Barbero, ci saranno la straordinaria silloge di caricature presenti nell’Album di Anton Maria Zanetti il Vecchio e una selezione di dipinti, disegni, incisioni, oggetti, libri e ulteriori testimonianze provenienti dalle raccolte della Fondazione Cini unitamente a preziosi prestiti di musei e collezioni italiani ed esteri.

In mostra ci saranno anche i materiali del Fondo Nino Rota conservati dall’Istituto di musica, che si riferiscono al celebre film «Il Casanova di Federico Fellini» (1976): quaderni con appunti musicali, spartiti manoscritti, fotografie. Dal Fondo Malipiero, invece, saranno disponibili altri documenti, che testimoniano la particolare attenzione del compositore per il Settecento veneziano, cui ha dedicato un importante corpus di opere, oltre che un testo («Giacomo Casanova e la musica», in «Il filo d’Arianna. Saggi e fantasie», Einaudi 1966), di cui si conservano appunti e trascrizioni.

Chi fosse a Venezia in questi giorni può immergersi nelle atmosfere dell’epoca casanoviana, riscoprendo la proverbiale eleganza dell'intellettuale lagunare e  lo stile di un'epoca fatta di conversazione, salotti e mondanità, anche grazie alla mostra «Il seduttore», allestita fino al 27 luglio al Museo di Palazzo Mocenigo - Centro studi di storia del tessuto e del costume

Con prestigiosi esemplari provenienti dalle ricche collezioni dei Musei civici veneziani accanto a prestiti dal Museo Stibbert di Firenze, l’esposizione, a cura di Roberta Orsi Landini e Chiara Squarcina, mette in luce come l’abbigliamento maschile abbia subito una progressiva trasformazione: da espressione di potere e forza a simbolo di raffinatezza, cultura e sensibilità. La moda del tempo, che si codifica principalmente nel completo di tre pezzi - marsina, gilè e calzoni - si affina e si semplifica, abbandonando le ridondanze dei secoli precedenti e anticipando l’eleganza discreta che ancora oggi caratterizza il vestire maschile.

Venezia, come altre capitali della moda, gioca un ruolo chiave nella produzione di tessuti raffinati, con sete dai disegni innovativi e colori audaci che definiscono l’eleganza maschile del tempo. L’abbondanza di ricami in oro e argento e l’uso di pietre preziose rendono ancora più raffinati questi abiti, simbolo di un’epoca spesso bollata come civettuola e frivola. L'importanza che, in quel frangente, aveva l'apparenza viene ben delineata dallo stesso Giacomo Casanova nella sua «Histoire de ma vie» («Storia della mia vita», conosciuta anche come le «Memorie»), : «L’indomani di buon’ora il duca mi mandò a dire dal suo paggio che, se volevo andare con lui a baciare la mano al re, dovevo mettermi in abito di gala. Indossai una veste di velluto raso di color rosa, ricamato a lustrini d’oro, e baciai la mano del re, tutta coperta di geloni. Ebbi l'onore di pranzare alla destra della duchessa, che, dopo aver esaminato il mio vestito, si credette in dovere di dirmi che non aveva mai visto una maggiore sciccheria. È in questo modo, signora - le dissi - che io cerco di sottrarre la mia persona ad un esame troppo rigoroso».

Didascalie delle immagini
1. Francesco Guardi, Veduta di San Giorgio Maggiore. Fondazione Giorgio Cini, Gabinetto dei disegni e delle Stampe; 2. Anton Maria Zanetti, Il trillo di Anton Maria Bernacchi. Fondazione Giorgio Cini, Gabinetto dei disegni e delle Stampe; 3. Gerda Wegener, Casanova a Venezia, incisione acquerellata, 1927; 4 e 5. Palazzo Mocenigo, Venezia. Il seduttore. Il rinnovamento dell’immagine maschile al tempo di Casanova, exhibition view. Courtesy: Fondazione Musei civici Venezia 

Per saperne di più
https://www.cini.it/
https://mocenigo.visitmuve.it/