ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

martedì 17 giugno 2014

«The Bridging Colours. White», la danza coreana va in scena a Venezia

I rituali degli sciamani coreani si incontrano con le suggestioni della danza contemporanea. Succede a Venezia, sull’Isola di San Giorgio Maggiore, dove l’Istituto di studi musicali comparati presenta la prima assoluta dello spettacolo «The Bridging Colours. White», dal noto coreografo Cho Yong Min, direttore della piattaforma di danza A+M (Asia Movement), che vede in scena anche la compagnia Pyung-In e l’ensemble di musica tradizionale coreana Nol Eum Pane. L’appuntamento, fissato per le ore 19 di mercoledì 18 giugno, si inserisce nel programma del seminario «La performance musicale: un approccio comparato» (18-19 giugno), coordinato da Gianmario Borio e Giovanni Giuriati, con la collaborazione dell’Ahrc Research Center for Musical Performance as Creative Practice, diretto da John Rink all’Università di Cambridge.
In una combinazione di musica e danza tradizionale coreane, derivate dai rituali degli sciamani locali, e coreografie contemporanee di Yong Min Cho, lo spettacolo esplora la simbologia del colore bianco, primo dei cinque colori tradizionali coreani (bianco, nero, rosso, blu e giallo). Ciascun colore è legato a una particolare simbolica, a sua volta connessa alle cinque direzioni, agli elementi e molteplici altri valori. In particolare, il bianco è associato all’Occidente, al metallo, alla castità, alla verità, all’innocenza e alla morte.
Nella prima parte dello spettacolo, dedicata alla tradizione, tre danzatori accompagnati dal suono di strumenti tipici come lo aiaeng (cetra a sette corde), il daegeum (flauto traverso), lo janggu (tamburo a clessidra), lo jing (gong) e il taepyongso (oboe), svolgeranno un’azione coreografica rivolta alla convocazione di uno spirito (un’anima), alla ricerca di una possibile riconciliazione che preceda il congedo, e così il ripristino della pace.
Le coreografie Salpuri Chum, Gijun Chum e Gopuri condurranno alla seconda parte dello spettacolo, concepita come una compenetrazione di musica tradizionale e danza contemporanea, nella quale non ci si dedicherà soltanto allo spirito (l’anima), ma ad una più profonda comprensione dei sensi umani e dello spazio, attraverso i ritmi delicati e la profondità del movimento, ai quali faranno da accompagnamento le note dell’ensemble Nol Eum Pan.
Tutti gli abiti di scena sono stati prodotti da Re;Code, fashion design brand nato in Corea del Sud, con base a Seoul ed interamente prodotto in Corea. Il marchio, già noto, promuove lo sviluppo di network tra designer indipendenti, uniti dal desiderio di creare attraverso l’utilizzo di materiali di riciclo e a basso impatto ambientale, facendo dell’eco-sostenibilità la sua la filosofia. Realizzando capi dal design unico (prodotti da uno ad un massimo di venti pezzi per ogni modello) tramite materiali di scarto, la moda ed il semplice re cycling, Re;Code abbraccia un nuovo scopo: creare un ciclo di consumo che riduca gli sprechi, promuovendo così una cultura per la valorizzazione dell’ambiente.
L’evento, a ingresso gratuito fino ad esaurimento dei posti disponibili, si inserisce nel seminario «La performance musicale: un approccio comparato», che vedrà al tavolo dei relatori Marco Lutzu della Ca' Foscari di Venezia, John Rink dell'università di Cambride, Francesco Giannattasio della Sapienza di Roma e Ingrid Pustijanic dell'ateneo di Pavia.

Didascalie delle foto
[Fig.1] Johmm Yong Min, direttore della piattaforma di danza A+M (Asia Movement). Foto: Mauro Valle; [fig. 2] Abiti per lo spettacolo «The Bridging Colours. White»; [fig. 3] Ensemble di musica tradizionale coreana Nol Eum Pane.

Informazioni utili 
«The Bridging Colours. White». Isola di San Giorgio Maggiore – Venezia. Mercoledì 18 giugno, ore 19.00. Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili. Informazioni: Istituto interculturale di studi musicali comparati, tel. 041.2710357, fax 041.5238540, musica.comparata@cini.it. Sito internet: www.cini.it.

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