ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

mercoledì 14 gennaio 2015

«Gentō-ban», diapositive dal Sol Levante

Monaci komusō che suonano lo shakuhachi, lottatori di sumo che si preparano alla battaglia, geishe che danzano o che passeggiano tra giardini in fiori, occidentali in risciò, vedute del Monte Fuji, vecchi lampioni a gas che illuminano le vie. Offre un ritratto a tutto tondo del Sol Levante, negli anni tra la seconda metà dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, la mostra «Gentō-ban. Il Giappone dell'Ottocento nelle diapositive della collezione Perino», a cura di Monica Luraschi, allestita fino a domenica 25 gennaio al Museo delle culture di Lugano, nell’ambito della Biennale dell’immagine di Chiasso.
Al centro dell’esposizione, con la quale si festeggiano i centocinquanta anni di relazioni diplomatiche tra la Svizzera e il Paese nipponico, ci sono una ventina di fotografie all’albumina, altrettante cromolitografie tratte da stereografie su cartoncino di T. Enami e soprattutto delicate diapositive in vetro, per la precisione centotrentuno gentô-ban (termine che significa «illusione di luce»), ottenute a partire da negativi fotografici o stereografici, finemente colorate a mano da maestranze locali, per essere poi proiettate su un muro bianco con la lanterna magica, una sorta di proiettore antesignano del cinema.
Queste straordinarie opere d’arte, raccolte dal medico Claudio Perino ed esposte per la prima volta al pubblico dopo la recente donazione al Museo delle culture di Lugano, rappresentavano uno dei souvenir prediletti dei primi turisti europei e nordamericani che veicolavano così tra parenti e amici la misteriosa bellezza di un mondo esotico e lontano dai tratti mitici.
Gli anni documentati dai lavori esposti al primo piano dell’Heleneum, esemplari della cosiddetta Scuola di Yokohama (per molti anni emarginata dalla critica, perché accusata di produrre opere «turistiche», e scoperta solo negli anni Settanta del Novecento) sono quelli del tumultuoso periodo Meiji (1868-1912), un’epoca ricca di contraddizioni nella quale il Giappone si aprì all'Occidente dopo secoli di isolamento, mostrando la magnificenza di una civiltà antichissima fatta di geishe e samurai, figure sospese tra vita quotidiana, spiritualità e tradizioni immortali.
Una nota merita, infine, l’allestimento che ricrea un'atmosfera il più possibile vicina a quella che il pubblico dell’Ottocento assaporava, riproducendo fedelmente uno spettacolo cinematografico, come quello prodotto con la lanterna magica, di cui potevano godere i rappresentanti dell'alta borghesia europea e nordamericana di allora.
La realizzazione di alcuni stereoscopi da parte del laboratorio del museo luganese permette anche la visione tridimensionale delle cromolitografie, come quella prodotta dagli stereoscopi originali. L’esposizione è, inoltre, corredata da una lanterna magica d'epoca e da uno stereoscopio a colonna in prestito dal Musée suisse de l’appareil photographique di Vevey, strumenti utili per rivivere quello spettacolo luminoso, vivace ed esotico che affascinava tanto gli occidentali di ritorno dal Giappone.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Anonimo, «Veduta del Monte Fuji dal Tokaido», Fujikawa Tokaido, 1898-1910 circa © 2014 Città di Lugano, Museo delle Culture, Collezione Perino; [fig. 2] Studio di T. Enami, «Maiko guardano anatre in uno stagno», 1890-1910 circa © 2014 Città di Lugano, Museo delle Culture, Collezione Perino; [fig. 3] Studio di Nakajima Matsuchi, «Geisha mentre danza», 1875-1890 circa © 2014 Città di Lugano, Museo delle Culture, Collezione Perino

Informazioni utili
«Gentō-ban. Il Giappone dell'Ottocento nelle diapositive della collezione Perino». Heleneum - Museo delle culture, via Cortivo, 24-28 - 6976 Lugano-Castagnola (Svizzera). Orari: martedì-domenica, ore 10.00-18.00. Ingresso: intero ChF 12.-; ridotto Chf 8.- (Avs, Ai, Lugano card, Tessera Agip Plus, Tessera di soggiorno, Touring club italiano, giovani 17-25 anni). Catalogo: Silvana editoriale, Cinisello Balsamo (Milano). Informazioni: tel. +41.(0)58.866.6960/62. Sito internet: www.lugano.ch/museoculture. Fino al 25 gennaio 2015. 

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