La coreografia, in programma in più repliche nella giornata di sabato 18 giugno, è stata ideata ispirandosi all’antico refettorio benedettino realizzato dal Palladio, al cui interno è conservato il facsimile de «Le Nozze di Cana» di Paolo Veronese, realizzato da Factum Arte.
Lo spettacolo è pensato, nello specifico, come un omaggio alla straordinaria storia di questo luogo che rivive attraverso il racconto degli outlanders, gli stranieri, ovvero gli spettatori e i danzatori, che insieme tornano ad abitare il luogo, in sintonia con le creazioni artistiche conservate al suo interno.
Osservando l’antico refettorio, Shobana Jeyasingh -coreografa che fonde nei suoi lavori la danza classica indiana con il balletto, le arti marziali ei nuovi media digitali- ha individuato tre elementi principali dove intessere il dialogo tra lo spazio e la coreografia. Il primo è l’elegante e sobrio disegno architettonico del Palladio; poi, quasi in contrasto con l’ambiente, l’esuberante dipinto del Veronese, colmo di gesti e presenze umane, e infine, la figura di Cristo dentro il dipinto stesso che l’artista definisce «un posto di quieta neutralità oltre ogni schema o comportamento».
«L’audace descrizione che il pittore fa di persone e comportamenti del suo tempo in un quadro che ha per soggetto una storia biblica -dice Shobana Jeyasingh- mi ha dato la libertà di non limitarmi all’analisi della storia del luogo ma di estenderla sino al presente. Ho coreografato la danza pensando sempre ai corpi e alle posture dei personaggi dipinti dal Veronese. Essi ci forniscono un’immagine straordinariamente fisica della società del suo tempo. Ognuno di essi – prosegue la coreografa- è un performer sulla tela e ogni nuovo performer che entra in quello spazio deve far i conti con essi anche se ha intenzione di offrire una visione fisica alternativa. Ho lavorato con i miei danzatori per arrivare a una condizione che comprendesse sia l’immersione nel luogo che l’estraneità, una condizione allo stesso tempo di insiders e outlanders».
L’intento della coreografa -che sarà interpretata da Avatâra Ayuso, Sunbee Han e Sooraj Subramaniam- è, dunque, quello di ricreare l’atmosfera originaria del refettorio, dove i monaci sedevano, come compagni di tavola, accanto ai numerosi personaggi raffigurati ne «Le Nozze di Cana». Allo stesso modo il pubblico che assiste allo spettacolo, proprio come un tempo i monaci, siede sui lati lunghi del refettorio, su due file che si guardano. Tra di loro, al centro dello spazio, vi è la scena: una piattaforma rialzata che pone i danzatori nella giusta misura e proporzione, come fossero parte del dipinto che ricopre la parete di fondo. Per assistere alla performance è necessario prenotare inviando una e-mail a dalle ore 9.00 di mercoledì 8 giugno 2016 a outlander@cini.it, indicando i nomi dei partecipanti (massimo 2 partecipanti per prenotazione). La mail di conferma va stampata e presentata all’ingresso.
Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Fondazione Giorgio Cini, Cenacolo Palladiano. Ph. Enrico De Santis; [fig. 2] Shobana Jeyasingh Dance Just Add Water, 2009 ©Photo: JP Masclet, dancer: Avatâra Ayuso
Informazioni utili
Outlander (2016, 25'). Cenacolo Palladiano | Fondazione Cini - Venezia. Sabato 18 giugno 2016, ore 15.00, 17.00, 19.00. Una co-produzione Fondazione Giorgio Cini e Shobana Jeyasingh Dance | in collaborazione con Biennale Danza 2016 | Ideazione, coreografia e regia: Shobana Jeyasingh | con: Avatâra Ayuso, Sunbee Han e Sooraj Subramaniam | Musica: Scanner | Scene: Sander Loonen. Per informazioni: Istituto interculturale di studi musicali comparati, tel. 041.2710357 o musica.comparata@cini.it. Sito web: www.cini.it. Nota: Per assistere all’esclusiva performance sarà necessario prenotare inviando una mail a outlander@cini.it con indicati i nomi dei partecipanti (massimo 2 partecipanti per mail). La mail sarà attiva dalle ore 9.00 di mercoledì 8 giugno 2016. I posti sono limitati, verrà inviata una conferma, seguendo l’ordine di arrivo della mail di prenotazione, da stampare e presentare all’ingresso.
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