Sono quindici gli artisti, tutti viventi e formatisi in Val Gardena, i protagonisti della mostra «Legno | Lën |Holz», con cui la Galleria civica di Trento, da oltre tre anni annessa al Mart di Trento e Rovereto, rende omaggio alla scultura lignea, una tradizione tramandata di generazione in generazione, ma adatta a confrontarsi anche con le istanze del contemporaneo.
Il progetto espositivo, per la curatela di Gabriele Lorenzoni, si avvale della partnership del Museum Ladin Ćiastel de Tor di San Martino in Badia e della Galleria Doris Ghetta, che ha la sua sede a Ortisei, ed è la prima esposizione che un museo italiano votato all’arte contemporanea dedica a questo genere di produzione artistica.
La tradizione secolare della scultura lignea, seppur con discontinuità, ha attraversato la storia dell’arte, raggiungendo il suo apice durante il Medioevo con le celebri madonne lignee romaniche e il Barocco con i fastosi altari policromi.
Nelle valli delle Dolomiti, dove abbonda la materia prima e nelle quali l’attaccamento alla storia locale è tenace, questa pratica artistica sopravvive e si rinnova, recuperando specificità culturali ed economiche. Qui, negli ultimi trent’anni, conosce un’inaspettata evoluzione, percorrendo nuove traiettorie di ricerca estetica, tematica e formale.
Dopo secoli di storia ininterrotta, accanto all’artigianato artistico, ai presepi, ai manufatti folcloristici, la scultura lignea approda a pieno titolo nell’arte contemporanea, divenendone una voce minoritaria ma autorevole, capace di riscuotere crescente interesse e attenzione da parte della critica, dei musei e del collezionismo, sia pubblico sia privato.
Per qualità e quantità della produzione, oggi la scuola gardenese dell’intaglio ligneo non ha eguali in Europa e occupa una posizione indipendente e originale nel panorama artistico internazionale.
Non segnata da confini amministrativi né cartografici, l’area ladina (Ladinia) ha come uniche frontiere quelle naturali: una regione culturale costituita da valli sudtirolesi, trentine e venete, nelle quali l’uso dell’antica lingua retoromanza diventa veicolo di coesione e trasmissione identitaria. Sulla base di queste premesse, nel riconoscimento delle peculiarità socioculturali del territorio di riferimento, il catalogo che rimarrà a documentazione della mostra, aperta fino al prossimo 17 settembre, sarà trilingue.
La scelta curatoriale di «Legno | Lën |Holz», che parte da una rigorosa selezione basata sull’uso della tecnica manuale dell’intaglio ligneo, si sofferma sulla figurazione del corpo umano in scala reale. Tema della mostra è, quindi, la ricerca sul corpo, che alla Civica viene indagato attraverso l’esposizione di circa quaranta tra sculture e installazioni i cui volumi si prestano a una dimensione museale. Un quarto dei lavori è inedito: diverse sono le opere realizzate espressamente per la mostra o mai esposte prima.
La preferenza data alla produzione figurativa sottolinea la vicinanza a una tradizione dalla quale contestualmente ci si allontana: coesistono da un lato una perizia tecnica sublime, dall’altro una straordinaria adesione ai linguaggi e alle sensibilità contemporanee.
In un percorso che esalta le differenze anziché nasconderle e che accosta maestri affermati a interpreti più giovani, gli scultori in mostra (Livio Conta, Giorgio Conta, Fabiano de Martin Topranin, Aron Demetz, Gehard Demetz, Peter Demetz, Arnold Holzknecht, Walter Moroder, Hermann Josef Runggaldier, Andreas Senoner, Peter Senoner, Matthias Sieff, Adolf Vallazza, Willy Verginer e Bruno Walpoth) interpretano in maniera assolutamente personale la tematica proposta.
Accomunati da un’incontestabile abilità, alcuni si avventurano in una profonda analisi psicologica dei personaggi raffigurati, altri osano con chiara ironia o surreale divertimento. Tra rappresentazioni drammatiche o spiritose, ritratti realistici, corpi alieni, totem divini, uomini, donne e bambini, le opere esposte finiscono per presentare una variegata umanità.
I visi e i corpi intagliati nel legno propongono riflessioni sui temi del doppio, dell’alterità e dell’autorappresentazione. Il parallelismo fra i volumi scultorei in scala 1:1 che invadono gli spazi della Galleria e il corpo dello spettatore che si aggirerà fra essi è decisamente suggestivo.
L’allestimento minimalista, firmato dallo studio Weber+Winterle di Trento, sottolinea questo dualismo mediante un gioco di superfici riflettenti che moltiplicano i punti di vista. Come tutto ciò che in qualche modo richiama il processo di mimesis, questo progetto contiene e propone, infatti, quale elemento imprescindibile di indagine, la questione dello sguardo dello spettatore nella sua accezione relazionale.
Didascalie delle immagini
[fig. 1] Aron Demetz, Iniziazione, 2004; [fig. 2] Walter Moroder, De Vita, 2012; [fig. 3] Bruno Walpoth, Why not?, 2015; [fig. 4] Gehard Demetz, Senza titolo, 2013-16
Informazioni utili
«Legno | Lën |Holz». Galleria Civica Trento, via Belenzani, 44 – Trento. Orari: martedì-domenica, ore 10.00-13.00 e ore 14.00-18.00; lunedì chiuso. Ingresso: intero € 2,00, gratuito per Mart Membership e bambini fino a 14 anni. Informazioni: tel. 0461.985511 o tel. 800 397760 o civica@mart.tn.it. Sito internet: www.mart.trento.it. Fino al 17 settembre 2017.
Nessun commento:
Posta un commento