Che cosa è rimasto della memoria della Prima guerra mondiale nei luoghi che hanno fatto da scenario a scontri e battaglie? A cent’anni dal termine di quel conflitto bellico, Fujifilm Italia ha chiamato a raccolta, in collaborazione con Trentino Marketing e con il supporto di Montura, cinque professionisti dell’immagine, quattro fotografi e un video-maker, per realizzare un progetto articolato ed eterogeneo che celebra l’eroismo di chi è stato protagonista di quella guerra e che invita, giovani e meno giovani, a comprendere il significato del termine pace.
Giulia Bianchi, Gianluca Colla, Luciano Gaudenzio, Daniele Lira, Pierluigi Orler, questi i cinque artisti coinvolti, hanno lavorato per più mesi in un territorio tra le montagne e le valli del Trentino, che si estende dal Passo del Tonale sino alla Marmolada per cinquecento chilometri, ovvero in quell’area che è stata confine conteso tra l’esercito italiano e austro-ungarico.
È nata così la mostra «Cent’anni dopo – Ricordi di guerra, Sguardi di Pace», in agenda dal 28 aprile al 2 settembre al Palazzo delle Albere di Trento.
La curatela è stata affidata a Giovanna Calvenzi, che, con il suo apporto, ha saputo far dialogare assieme oltre centosessanta fotografie di autori con stili e approcci differenti, creando, col filo conduttore rappresentato dalla memoria, un ricco racconto che si articola in quattro chiavi di lettura: quella del paesaggio dei luoghi interessati, quella dell’esperienza legata ai sentieri e ai rifugi, quella di documentazione dei reperti del conflitto (forti, trincee, camminamenti, etc.) e infine una globale, fortemente emozionale, affidata a immagini video.
«Gli autori -racconta la curatrice- hanno deciso di misurarsi con un mondo che conoscevano perfettamente o che non avevano mai visto. L’obiettivo era suggerito dal titolo dell’evento: ricordi di guerra, sguardi di pace, il passato e il presente, appunto, e una speranza per progettare il futuro. In modo inevitabile, quindi, indipendentemente dalle storie personali, professionali e artistiche, ogni autore non ha potuto non misurarsi con la storia e con la memoria. La fotografia e il video sono stati strumenti di indagine prima ancora che di creazione, troppo forti le memorie, troppa la sofferenza della quale i luoghi attraversati dal Sentiero sono stati testimoni. Poi lentamente ognuno ha definito il proprio itinerario, in sintonia con la propria storia, con la propria capacità di declinare la visione, in sintonia anche e soprattutto con la forte carica emotiva che i paesaggi attraversati dal Sentiero della pace suscitava in loro».
Lo spettatore si troverà così ad alternare diversi stati d’animo, scoprendosi a dialogare con immagini che immortalano i segni indelebili della guerra, altre che magnificano il paesaggio, altre ancora che mostrano il soggetto ritratto, il territorio osservato, vissuto da persone del luogo o turisti: una presenza umana che contestualizza e mitiga l’orrore di ciò che fu.
Il lavoro risulta articolato, ma chiaro nel suo significato, e culmina in una mostra-racconto che promette emozioni alla ricerca di quei segni più o meno tangibili che rendono onore al sacrificio di chi ha combattuto per la libertà e la Patria. Un omaggio al valore della Pace.
Informazioni utili
Cent’anni dopo – Ricordi di guerra, Sguardi di pace. Palazzo delle Albere, via Roberto Da Sanseverino, 45 – Trento. Orari: martedì – venerdì, ore 10:00 – 18:00, sabato e domenica, ore 10:00 – 19:00. Informazioni: tel. 0461.234860 . Sito web: http://centannidopo.fujifilm.it/. Dal 28 aprile al 2 settembre 2018.
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