Oltre tre milioni di oggetti d’arte di epoche diverse, più di 66mila metri quadrati di spazio espositivo, un percorso di visita che supera i 30 chilometri e un numero di visitatori che lo scorso anno ha raggiunto la cifra di quattro milioni e duecento mila. Sono questi i numeri di uno dei musei più amati al mondo: l’
Ermitage di San Pietroburgo, sogno fatto realtà della zarina
Caterina II che nel 1764, dopo due anni di regno, iniziò la sua collezione di quadri grazie alla mediazione dell’
ambasciatore russo Dolgoruky e del
mercante berlinese J.E. Gotzowski. Quell’anno al Palazzo di Inverno, residenza imperiale e prima costola dell’attuale museo, - ricordano i professori Piotrovsy e Suslov nel bel volume di
Colin Eisler che Magnus edizioni ha dedicato, negli anni Novanta, allo scrigno di tesori russo- entrarono duecentoventicinque opere, per la gran parte di artisti olandesi e fiamminghi, tra cui il «Giovane uomo con guanto» di
Frans Hals e il «Ritratto di famiglia» di
Jordaens. Da allora l’Ermitage si è andato espandendo sempre più. Già dieci anni dopo vantava oltre duemila tele. Oggi, con le sue collezioni, occupa ben cinque edifici, le cui costruzioni si sono susseguite tra il XVIII e il XIX secolo. Oltre al Palazzo di Inverno (1754-1762), progettato da
Bartolomeo Rastrelli, sono, infatti, visitabili il Piccolo Ermitage (1764-1775), opera di
Jean-Baptiste Vallin de la Mothe e di
Jurij Velten, il Grande Ermitage, detto anche Vecchio Ermitage (1771-1787), disegnato anche questo da
Jurij Velten, il Nuovo Ermitage (1839-1851), realizzato da
Leo von Klenze, e il Teatro dell'Ermitage (1783-1789), firmato da
Giacomo Quarenghi.
Si tratta di luoghi di grande fascino resi ancora più preziosi da una collezione, che vanta al suo interno grandi capolavori della storia dell’arte mondiale come, solo per fare qualche esempio, il «Suonatore di liuto» del
Caravaggio, la «Madonna Benois» di
Leonardo Da Vinci, il «Ritorno del figliol prodigo» di
Rembrandt, la «Vergine annunciata» di
Simone Martini e la «Madonna Connestabile» di
Raffaello Sanzio.
A questo luogo straordinario è dedicato il
film «Ermitage. Il Potere dell'Arte», una produzione originale
3D Produzioni e
Nexo Digital, realizzata in collaborazione con
Villaggio Globale International (che da anni collabora con
Ermitage Italia) e
Sky Arte, che arriverà in anteprima nelle sale italiane solo
il 21, 22, 23 ottobre per essere poi distribuita in tutto il mondo.
Diretto da
Michele Mally su soggetto di
Didi Gnocchi, che firma anche la sceneggiatura con
Giovanni Piscaglia, il documentario fa parte del
progetto «La grande arte al cinema» (che entro la fine dell’anno farà uscire sui grandi schermi un omaggio a
Frida Kahlo) ed è stato realizzato con la piena collaborazione del Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo e del suo direttore
Michail Piotrovskij per raccontare il museo in maniera inedita ed emozionante, attraverso i secoli della storia russa e le vicende culturali che hanno portato allo sviluppo delle sue collezioni nel cuore della città.
La colonna sonora vanta la firma del pianista e compositore
Dmitry Igorevich Myachin e sarà presentata con l’elettronica d’ambiente del
sound designer Maximilien Zaganelli, disponibile su tutte le piattaforme digitali dal 18 ottobre.
A guidare lo spettatore in questo viaggio sarà l’attore
Toni Servillo. A lui spetterà il compito di farci respirare lo spirito di San Pietroburgo e del suo museo, recitando brani tratti da poesie e romanzi, ma anche narrando le grandi storie di chi ha contribuito a costruire il mito del museo russo.
Immagini spettacolari porteranno il pubblico nei grandiosi interni dell’Ermitage dal Palazzo d'Inverno al teatro, dalle Logge di Raffaello alla Galleria degli Eroi del 1812.
Lo spettatore potrà vedere anche i laboratori di restauro e conservazione di
Staraya Derevna e la sezione di arte moderna e contemporanea dell'Edificio dello Stato Maggiore, che custodisce le straordinarie collezioni Shchukin e Morozov, con la più grande raccolta di
Matisse al mondo.

«Per raccontarne visivamente lo sviluppo urbano e architettonico, -raccontano da Nexo Digital- la città verrà presentata nella sua veste diurna e negli splendori delle sue notti: la Prospettiva Nevskij, il lungoneva, i ponti, il complesso dell'Ermitage, il Cavaliere di Bronzo, le statue di Pushkin, Gogol e Caterina la Grande (amica di penna di
Diderot e
Voltaire), le dimore nobiliari che si affacciano sui canali. I grandi architetti italiani che disegnarono San Pietroburgo -
Trezzini,
Rastrelli,
Quarenghi- sono i progettisti dei palazzi più belli; ma l’anima di San Pietroburgo e della Russia è sfuggente e prova a raccontarla anche una coppia di Roofers, giovani in cerca d’infinito che si arrampicano sui tetti della città offrendo prospettive sorprendenti».
Dentro l’Ermitage si percorrerà la grande arte europea, da Leonardo a Raffaello, da
Van Eyck a
Rubens, da
Tiziano a
Rembrandt e
Caravaggio.
Fuori dall’Ermitage, si vedranno luoghi ricchi di memorie, come la Fortezza di Pietro e Paolo, il primo edificio costruito a San Pietroburgo, teatro di avvenimenti celebri, come la grazia a Dostoevskij davanti al plotone di esecuzione, e ospita le tombe degli Zar.
Ma la leggenda di San Pietroburgo passa anche per la grande letteratura con
Alexandr Pushkin -primo tra tutti - e il suo fondamentale contributo allo sviluppo della poesia e della lingua letteraria russa. Il docufilm mostra gli ambienti della casa-museo dello scrittore, dove è conservato il divano in cui morì, e quelli del Caffè letterario, in cui bevve il suo ultimo caffè. Non manca una testimonianza sulla vita e sull’opera di
Fedor Dostoevskij attraverso l’abitazione dalla quale lo scrittore poteva osservare la vita della Neva, ambientazione dei suoi romanzi, tra i quali «Le notti bianche», il suo inno d’amore a San Pietroburgo. Spazio, quindi, a
Nikolaj Gogol, citato attraverso brani de «La Prospettiva Nevskij», e ad
Anna Achmatova,
Vladimir Nabokov e
Sergeij Esenin. Lo spettatore rivivrà, poi, le difficili condizioni degli intellettuali delusi dalla Rivoluzione e l'assedio di Leningrado, in uno dei momenti più tragici della storia della città. Il capitolo buio del regime di Stalin sarà, invece, evocato a partire dalla cessione di importanti opere dell'Ermitage a collezionisti stranieri: capolavori di Raffaello,
Botticelli,
Van Eyck e
Perugino.
San Pietroburgo è, inoltre, la culla della grande musica russa, lo scenario su cui si sono mossi artisti come
Michail Glinka,
Sergej Prokofev,
Piotr Caikovskij,
Nikolaj Rimskij-Korsakov e
Dimitrij Shostakovich. Le loro note sono interpretate dal soprano
Anastasiya Snyatovskaya e dal maestro
Dmitry Igorevich Myachin. Infine, le immagini de «Il lago dei cigni», in programma al Teatro dell'Ermitage, porteranno lo spettatore alle radici del balletto russo.
Dentro e fuori dall’Ermitage, scrigno dell’anima russa, scorre l’identità complessa di San Pietroburgo, città giovanissima eppure da subito protagonista della storia. Ad arricchire il suo ritratto composito e sfaccettato ci sono gli interventi dello scrittore
Orlando Figes, del direttore dell'Accademia russa di Belle arti
Semyon Michailovsky, dello storico della letteratura
Evgeniy Anisimov, dello storico dell’arte
Ilia Doronchenkov, della curatrici
Irina Sokolova (Dipartimento arte fiamminga) e
Irina Artemieva (Dipartimento arte veneta), di
Harold Leich della Library of Congress di Washington e di
Gabriele Finaldi, direttore della National Gallery di Londra. Non manca il commento di
Aleksandr Sokurov, che con il film «Arca Russa» ha interpretato l’Ermitage come un luogo sospeso nel mondo e nel tempo, in perenne navigazione sul mare della storia. Un luogo magico, da sindrome di Stendhal, in cui perdersi. Anche attraverso lo schermo di un cinema.
Per saperne di più
«La grande arte al cinema». «Ermitage. Il Potere dell'Arte». Nei cinema dal 21 al 23 ottobre 2019. Progetto Scuole - prenotazioni: Maria Chiara Buongiorno, progetto.scuole@nexodigital.it, tel. 02.8051633. Sito internet: www.nexodigital.it.