Fino al prossimo 20 dicembre, chi cammina per il centro cittadino - in luoghi strategici come piazza Cadorna, piazza Cordusio e Corso Matteotti - potrà imbattersi nei colori, nei particolari e nelle emozioni di sei capolavori della Pinacoteca di Brera.
Le opere selezionate vogliono essere un omaggio alla città e ai collezionisti che hanno donato al museo le loro preziose collezioni d’arte moderna.
Dalla raccolta di Emilio Jesi sono state selezionate la «Rissa in Galleria» (1910) di Umberto Boccioni, opera dove già si respira la tensione tipica del futurismo, sebbene siano conservati ancora retaggi naturalistici, e la «Camera incantata» (1917) di Carlo Carrà, lavoro dalle inconfondibili suggestioni metafisiche che raffigura oggetti dalle forme geometriche e dai colori terrosi: un manichino che rappresenta la madre, un cilindro di cuoio con un parrucchino che simboleggia il padre e un set da pesca, memoria di un hobby di famiglia.
Mentre Lamberto Vitali, «il milanese che parlava toscano», viene ricordato con due opere dell’amico Giorgio Morandi, il maestro della luce e dell’equilibrio: «Natura Morta» (1920) e i «Fiori» (1918).
A queste quattro tele, riprodotte in grande formato per il progetto di Luxottica, se ne aggiungono altre due, selezionate tra le più conosciute e celebrate del museo: la «Sacra conversazione» (1472-1474) di Piero della Francesca, nota come «Pala di Brera», e la «Predica di San Marco ad Alessandria d’Egitto» (1504-1507) di Gentile e Giovanni Bellini.
Questo è il secondo esperimento di divulgazione artistica per il progetto «Luxottica for art», che nei mesi appena trascorsi, tra ottobre e novembre, ha coinvolto la Pinacoteca ambrosiana, storico istituto cittadino fondato nel 1607, e sei suoi capolavori. In quell’occasione, le opere scelte erano state la «Canestra di frutta» del Caravaggio, il «Vaso di fiori con gioiello, monete, conchiglie» di Jan Brueghel il Vecchio, «L’arco della pace a Milano» di Giovanni Migliara, il «Paesaggio invernale con pattinatori» di Hendrick Avercamp, il «Ritratto di musico» di Leonardo da Vinci e il «Ritratto di dama» di Giovanni Ambrogio De Predis.
«L’arte è tra le eccellenze italiane più note al mondo. Per questo Luxottica, azienda che rappresenta l’eccellenza dell’eyewear Made in Italy a livello internazionale e da sempre porta avanti iniziative di promozione e tutela del patrimonio culturale nell’ambito della propria visione di sostenibilità, ha lanciato a Milano un progetto innovativo di valorizzazione dell’arte», spiegano dall’azienda, una delle più grandi produttrici mondiali di montature per occhiali da vista e da sole. «L’iniziativa, resa possibile grazie a un dialogo costruttivo tra Luxottica e le istituzioni museali cittadine, ha come obiettivo quello di rendere l’arte accessibile a tutti, permettendo di riscoprirne il valore e mostrando l’immenso patrimonio culturale che ci circonda, in una logica di restituzione di bellezza alla città dove il gruppo ha la propria sede direzionale», raccontano ancora da Luxottica.
L’azienda fu, infatti, fondata nel 1961 da Leonardo Del Vecchio, ex martinitt, l’orfanotrofio milanese dove la madre fu costretta ad affidarlo dopo la morte del padre e dove l’imprenditore rimase fino ai 14 anni.
Milano, dunque, per la Pinacoteca è la casa e la storia, per Luxottica il luogo delle profonde radici. Insieme i due enti hanno voluto fare un regalo ai milanesi, invitandoli a ricordare le opere che sono il loro vanto in tutto il mondo e a rimanere «a occhi aperti». Prima o poi - si spera presto - i musei riapriranno. Per ora l'arte la si può incontrare passeggiando per strada, con lo sguardo volto verso l'alto, verso il cielo.
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