In attesa della manifestazione, in programma dal 12 luglio al 4 settembre 2025, si scaldano i motori con il bando di concorso internazionale che selezionerà le dieci opere che animeranno la mostra open-air.
Aperta fino al 2 marzo 2025, la call è rivolta a creativi e creative di ogni ambito e di ogni provenienza, invitati a raccontare la cote, strumento usato per affilare falci e coltelli, da sempre simbolo di ingegno contadino, pazienza e resistenza.
«Attraverso la «cu» – raccontano gli organizzatori - si fa riferimento a quei processi materiali, ma anche mentali, di evoluzione tecnica e di immaginazione, di saper fare, di strumenti diffusi in tutto il mondo, di universalità delle forme e dei bisogni primari. La «cu», quindi, veicola molteplici tematiche e stimola numerose riflessioni: l’evoluzione umana e quella tecnica; la trasmissione, o la perdita, dell’eredità culturale; il presente, il passato e il futuro».
I partecipanti sono invitati a proporre liberamente il loro contributo, senza limiti di tecnica e contenuto, ma anche a mantenere sempre l’attenzione al contesto paesaggistico nel quale intervengono. Requisito indispensabile sarà, pertanto, quello di realizzare un progetto artistico garantisca il rispetto e la cura dell’ambiente. Le opere proposte dovranno dialogare, inoltre, con il patrimonio culturale, storico e architettonico dei territori dolomitici, in uno scambio costruttivo e proficuo di valori locali, nazionali e internazionali.
Potranno partecipare al bando persone singole, collettivi, gruppi informali di ogni provenienza, età e background. Non verrà, dunque, richiesto il curriculum in fase di presentazione del proprio progetto, proprio perché l’intento è quello di ricevere idee originali e pertinenti con il tema richiesto, ma anche con la visione e gli obiettivi della rassegna.
A tutti i dieci progetti selezionati sarà assegnato un premio in denaro di 2.000 € (il compenso include i costi di ideazione, produzione, trasporti, montaggio e smontaggio); e gli artisti (massimo due per progetto) parteciperanno a una residenza di 5 giorni e 4 notti ( tra il 1° e l’8 giugno 2025) per la realizzazione e l’allestimento delle opere in loco.
In più, alcuni lavori avranno la possibilità di entrare a far parte della collezione permanente Smach Val dl’Ert, che, ad oggi, espone - ad accesso libero e per tutto l’anno - ventisette opere acquisite nelle edizioni precedenti.
Il parco, di ettari, è situato in una valle incontaminata nella località di San Martino in Badia, in provincia di Bolzano. Il suo accesso è a 150 m dal Museum Ladin e crea con esso un interessante polo di attrazione turistico-culturale per tutta la Val Badia.
Le opere comporranno un originale allestimento nella natura e in un contesto alpino di alta quota, percorribile in brevi trekking giornalieri o in escursioni di più giorni, con pernottamento in rifugio. I percorsi, della durata di quattro giorni e tre notti, partiranno il 15 luglio, il 26 agosto e il 2 settembre 2025 e saranno realizzati in partnership con Holimites.
La quota di partecipazione al bando è di € 15 per progetto, con la possibilità di presentare un massimo di due progetti per proponente. L’opera deve essere inedita e ideata appositamente per uno dei siti coinvolti dal percorso espositivo.
Tra tutte le proposte pervenute entro il 2 marzo 2025, il direttivo di Smach effettuerà una prima scrematura selezionando cento progetti. Questi saranno vagliati dalla giuria tecnica, in base a parametri di sostenibilità ambientale e paesaggistica. Di questa giuria fanno parte: l’artigiano Isidoro Clara, l’architetto Loris Clara, l’ingegnere Walther Ferdigg, l’ispettore forestale Gottlieb Moling e Astrid Wiedenhofer, dell’Ufficio provinciale Parchi naturali. Alla fine della selezione rimarranno cinquanta lavori da sottoporre alla giuria artistica, composta da Zasha Colah, curatrice della «Berlin Biennale 2025» e co-direttrice artistica di Ar/Ge Kunst a Bolzano; Jasmine Deporta, artista, che lavora tra Losanna e Bolzano; Emanuele Masi, direttore artistico di Equilibri Festival a Roma e direttore di produzione dell’Haydn Foundation di Bolzano; Peter Senoner, artista, che vive e lavora a Bolzano; Stefan Sagmeister, designer, che vive e lavora a New York.
Le opere selezionate per «Smach 2025» verranno scelte entro il 28 marzo 2025 per dare così vita a un nuovo capitolo della valorizzazione culturale e d’avanguardia dell’area dolomitica, attraverso il dialogo tra arte e natura, nel segno, quest’anno, di un elemento della tradizione contadina, la «cu», la cote, scelta nell’ambito del progetto «Tocc», condotto da «Smach» e assegnatario del Pnrr. Si tratta di un percorso di ricerca demoetnoantropologico, grazie al quale si sta procedendo alla documentazione e digitalizzazione dell’archivio culturale materiale e immateriale di San Martino in Badia, promuovendolo anche attraverso alla webapp «Iradié».
Nel frattempo, «Smach» prosegue il suo lavoro per il «Cultural Hub», un progetto sulla conservazione storica dell’identità e della cultura del territorio, che nei prossimi mesi si articolerà nella «Child Dolomitica», per far scoprire la montagna alle scuole, e in un progetto satellite di Land Art, che vedrà protagonista Michelangelo Pistoletto, uno dei padri fondatori dell’Arte povera. Dopo le installazioni, tra le altre, al Louvre di Parigi, alle Nazioni Unite di New York, ai Fori Imperiali di Roma, al Castello di Rivoli di Torino e al sito archeologico di Karkemish in Turchia, il simbolo del «Terzo Paradiso», realizzato in questa occasione con il legno degli abeti abbattuti dalla tempesta Vaia, troverà collocazione, nel luglio 2025, a Colfosco in Val Badia (in provincia di Bolzano), coprendo un’area di 52x24 metri, nell'area Plans sul Passo Gardena, in un prato messo a disposizione dalla famiglia Mersa, adiacente a un incantevole bosco con ruscello, ai piedi del Gruppo del Sella.
L’opera sarà raggiungibile tramite un percorso pedonale e ciclabile e sarà visibile dall'alto da chi attraversa il passo, dagli scalatori della Ferrata tridentina e dai frequentatori della seggiovia Plans Frara.
Il simbolo del «Terzo Paradiso», riconfigurazione del segno matematico dell’infinito, è composto da tre cerchi consecutivi. I due cerchi esterni rappresentano tutte le diversità e le antinomie, tra cui natura e artificio. Quello centrale è la compenetrazione fra i cerchi opposti e rappresenta il grembo generativo della nuova umanità, responsabile anche nei confronti dell’ambiente che la circonda.
Didascalie delle immagini
1. Smach 2025, immagine istituzionale, ph. Gustav Willeit; 2. Val Dl'Ert. Xinge Zhang & Jiaqi Qiu, Fragile as a Rainbow, 2021. Ph. Gustav Willeit; 3. Val dl’Ert. Alemeh & Shahed Mohammadzadeh, The Sun, 2019. Ph. Gustav Willeit; 4. Val dl’Ert Dimitri Khramov, Mama, 2021. Ph Gustav Willeit; 5. Val dl’Ert. Barbara Tavella, "Ralegrëite, sce te storjes pro. Palsa, sce te restes chilò. Cunfôrtete, sce te vas inant.", 2015. Ph. Gustav Willeit; 6. Val dl’Ert. Arturs Punte & Jekabs Volatovskis, Fragile Silence, 2021. Ph. Gustav Willeit; 7. Val dl’Ert Conor Mcnally, Ciasa, 2019. Ph. Gustav Willeit; 8. Cultural Hub Child Dolomitica 2024
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