ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

lunedì 3 giugno 2013

«Lightbox», vetri d’artista per il progetto veneziano «Le stanze del vetro»

Si chiama «Lightbox» la nuova iniziativa del progetto culturale «Le stanze del vetro», ideato da Pentagram Stiftung e dalla Fondazione Giorgio Cini con lo scopo di studiare e valorizzare l’arte vetraria veneziana.
Nei giorni frenetici della vernice per la cinquantacinquesima edizione della Biennale, lo spazio sull’isola di San Giorgio Maggiore ha, infatti, inaugurato un vero e proprio spazio espositivo in miniatura all’interno del quale ciascun artista sarà libero di realizzare un’installazione personale come se fosse all’interno di una stanza di museo, avendo anche la possibilità di modificare a suo piacimento l’illuminazione, i piani dell’esposizione e la cromatura delle pareti interne.
Le opere presentate all’interno di queste piccole stanze nelle stanze saranno firmate, numerate e destinate alla vendita, contribuendo, sul modello dell’esperienza della Serpentine Gallery di Londra, al sostegno delle iniziative culturali del progetto culturale «Le stanze del vetro».
I primi artisti ad aver accolto l’invito di «Lightbox», scatola luminosa che trae ispirazione dal lavoro di Joseph Cornell, sono Not Vital, Alessandro Diaz de Santillana e Lilli Doriguzzi, le cui opere sono già disponibili nel bookshop sull’Isola di San Giorgio Maggiore.
L’edizione d’artista di Not Vital è realizzata in vetro trasparente solido. La sua forma astratta è irregolare e ricorda una nave o il corno di un animale pieno fino all'orlo d’acqua. La forma è organica e allo stesso tempo non identificabile: informe e seducente. La natura tattile dell’oggetto che ne risulta, e le sue curve tondeggianti, sollecitano lo spettatore a desiderare di maneggiarlo, per sentirne il peso e la particolare densità del vetro senz’aria. L'opera è firmata dall'artista, che ha soffiato il proprio nome all’interno della canna, sigillando così l'invisibile e l'effimero nell’opera. Il gesto è contemporaneamente fisico e concettuale, mentre la modalità con cui l'artista sceglie di identificare se stesso e il concetto della creazione del mito si materializzano davanti a noi.
Alessandro Diaz de Santillana ha, invece, concepito «TLamp», una lampada da tavolo senza fili, perseguendo la stessa idea e finalità del disegno delle lampade a sospensione che illuminano le aree non espositive del progetto «Le stanze del vetro». L'artista, seguendo un principio che è alla base del suo disegnare oggetti d'uso, inserisce nello spazio delle presenze non invasive, che si mimetizzano con l’architettura mentre assolvono all’idea di essere degli oggetti ‘di servizio'. «TLamp» è una lampada da lettura, senza filo e a batterie ricaricabili, concepita per consentire al lettore e a chi la utilizza di poterla spostare sul piano di lavoro in tutta libertà. Il vetro è soffiato e lavorato alla mola a Murano da Simone Cenedese, mentre la parte illuminotecnica e i particolari in alluminio sono realizzati da Tecnikalumen a Marghera.
Lilli Doriguzzi presenta, invece, «Kaleidoscopio»,un'opera che parla della totale casualità e mutabilità dei rapporti, e dell’imprevedibilità degli eventi.Per la sua realizzazione, l'artista ha scelto murrine blu cobalto, elemento tipico della tradizione vetraria muranese, contenenti le lettere X e Y di colore bianco, accoppiate a formare gruppi di XX e XY, simboli della rappresentazione dei generi maschile e femminile. 

Didascalie delle immagini 
[fig. 1] Not Vital, «Untitled», 2013. Vetro solido di Murano. Misure: dimensioni variabili. Tiratura: edizione di 30; [fig. 2] Alessandro Diaz de Santillana, «TLamp», 2013. Lampada da lettura a batteria ricaricabile. Vetro soffiato e inciso a Murano, alluminio, luce led, batterie ricaricabili. Misure: Cm H 33 x L 33 x ∅ 15.5. Tiratura: Illimitata. Disponibile in colore cristallo o tabacco; [fig. 3] Lilli Doriguzzi, «Kaleidoscopio», 2013. Ottone nichelato, lente ottica in vetro, specchio frontale in vetro, murrine opache in vetro. Misure: cm H 25 x ∅ 4. Tiratura: edizione di 50 

Informazioni utili 
 «Lightbox», un progetto de «Le stanze del vetro». Le Stanze del Vetro, Isola di San Giorgio Maggiore, 1 - Venezia, tel. 041.5229138 o info@lestanzvedelvetro.it. Sito internet: www.lestanzedelvetro.it

venerdì 31 maggio 2013

Approdo a Venezia per Artcurial: in mostra due video di Laurent Grasso

Una girandola di mostre, una turbinio di eventi collaterali, un carosello di feste e cocktail: Venezia si prepara ad indossare il suo vestito più glamour in vista della lunga vernice per la cinquantacinquesima edizione della Biennale. Dalla Collezione Peggy Guggenheim alla François Pinault Foundation, passando per i molti spazi espositivi dei Musei civici e per tanti altri suggestivi palazzi della città, la Laguna offrirà agli amanti dell’arte centinaia di occasioni di incontro e conoscenza.
Anche Artcurial Briest Poulain F. Tajan non si è lasciata sfuggire l’occasione di essere presente a Venezia con la propria attività. Proseguendo nell’impegno a sostegno delle arti e degli artisti del nostro tempo, la rinomata casa d’aste francese presenterà, nella splendida cornice di palazzo Nani Bernardo Lucheschi, dimora che si affaccia sul Canal Grande e che è ubicata accanto a Ca’ Rezzonico, il lavoro di Laurent Grasso (Mulhouse, 1972), premio Marcel Duchamp 2008.
L’esposizione, che rimarrà aperta gratuitamente solo per nelle giornate di venerdì 31 maggio e sabato 1° giugno, proporrà due opere video, «On Air» (2009) e «Uraniborg» (2012), e una selezione di dipinti. Nella prima opera, un falco dotato di una piccola telecamera ha filmato il deserto e i paesaggi lunari caratteristici degli Emirati Arabi Uniti, sorvolando luoghi inaccessibili e misteriosi. L’artista ha così trasformato un arcaico metodo di caccia in uno strumento di spionaggio, come i moderni droni militari impiegati nelle zone di conflitto.
L’altro lavoro opera come un documentario dell’invisibile e dà vita al castello in cui l’astronomo Tycho Brahe trascorse vent’anni della propria vita, studiando e analizzando la configurazione delle stelle e dei moti planetari. Il video permette così di far rivive «Uraniborg», detto anche «Palazzo di Urania» (dal nome dalla musa dell'astronomia), un edificio edificato nel 1576 sull'isola di Ven, tra la Danimarca e la Svezia, con il finanziamento di re Federico II.
Il Costruito prima dell'invenzione del telescopio astronomico, il castello-osservatorio dotato di numerose apparecchiature per l’osservazione astronomica, ha aperto la strada a molti progressi per la conoscenza dell’universo. Una voce fuori campo esplora la linea confine con il visibile e crea collegamenti tra l'architettura e il concetto di apparato espositivo.
L’evento Artcurial è realizzato con il sostegno della galleria Valentin di Parigi e dell’Adiaf (Associazione per la diffusione internazionale dell’arte francese), con la quale la casa d’aste collabora da anni per promuovere l’arte contemporanea francese all'estero.

Didascalie delle immagini 
[fig. 1] Vista di Palazzo Nani Bernardo Lucheschi San Barnaba a Venezia; [fig. 2 e 3] Laurent Grasso, «Uraniborg», 2012, Neon, transformer 15 x 65 cm, Collezione dell'artista. Photo: Romain Darnaud, © Laurent Grasso 

Informazioni utili 
 Artcurial presenta Laurent Grasso, vincitore del premio Marcel Duchamp 2008. Palazzo Nani Bernardo Lucheschi San Barnaba, calle Bernardo 3197 - Venezia. Orari: venerdì 31 maggio e Sabato 1 giugno 2013, ore14.00-19.00. Ingresso libero. Informazioni: Artcurial in Italia, tel. 02.49763649. Da giovedì 30 maggio a sabato 1° giugno 2013.

giovedì 30 maggio 2013

«Palazzo enciclopedico», il catalogo dell’immaginario è alla Biennale di Venezia

È il «Liber novus» o «Libro rosso» di Carl Gustav Jung, una sorta di manoscritto miniato dalle forme visionarie e dai colori sfolgoranti, mai esposto prima d’ora in Italia, ad aprire il percorso espositivo della cinquantacinquesima edizione dell’Esposizione internazionale d’arte di Venezia. Nel vestibolo del Padiglione centrale ai Giardini, dove è stata recentemente restaurata la cupola liberty con il ciclo pittorico «La civiltà nuova» di Galileo Chini, otto spicchi nei toni blu cobalto, oro e rosso accesso immaginati per la Biennale del 1909 e coperti nel 1928 da una struttura realizzata da Giò Ponti, il libro disegnato dal padre della psicanalisi nell’arco di sedici anni (a partire dal 1913) per documentare le sue fantasie e allucinazioni funziona come dichiarazione poetica della grande «mostra-ricerca» ideata dal quarantenne Massimiliano Gioni, il più giovane direttore mai stato in carica, con l’intento di raccontare il desiderio di sapere connaturato alla natura umana, i sistemi usati per organizzare la conoscenza, il potere trasformativo della fantasia, del sogno e dell’immaginazione.
Più di centocinquanta artisti, provenienti da trentotto Paesi, molti dei quali outsider, ovvero operanti fuori dal sistema rappresentato dalla triade critica, musei e gallerie, e quasi cinquemila opere, tra lavori del passato e altri ideati per l’occasione, compongono il percorso espositivo della rassegna denominata «Palazzo enciclopedico», che ha come immagine guida una testa di profilo dalla quale si irradiano cerchi e frecce centrifughe quasi a dirci che il desiderio di conoscenza e correlato al bisogno di comunicazione.
Il titolo della mostra deriva dall’idea utopistica dell’italo-americano Marino Auriti, un operaio abruzzese trasferitosi in Pennsylvania dopo l’ascesa al potere dei fascisti che, nel 1955, depositò all’ufficio brevetti statunitense il suo progetto di un museo immaginario di centotrentasei piani e settecento metri di altezza, che avrebbe dovuto occupare più di sedici isolati della città di Washington e nel quale sarebbe stato classificato tutto il sapere dell’umanità: dalla ruota al satellite, dai più antichi manufatti all’avanguardia artistica.
L’impresa di Marino Auriti rimase naturalmente incompiuta, ma il modellino del suo «Palazzo enciclopedico del mondo» -fatto di legno, ottone e plastica, con finestre in miniatura di celluloide, colonnine disegnate a mano e minuscole balaustre ricavate da pettini- campeggia all’inizio dell’Arsenale, i cui spazi sono stati ridisegnati per l’occasione dall’architetto Annabelle Selldord con l’intento di creare una sequenza di wunderkammer di ispirazione cinque-seicentesca.
In questo allestimento ordinato e pulito, dal sapore quasi museale, bisogna perdersi e lasciarsi trasportare dalla curiosità. Si ritrovano così davanti agli occhi del visitatore le ottanta sculture umanoidi di Paweł Althamer per l’installazione «Venetians», le illustrazione in bianco e nero di R. Crumb per il libro della «Genesi», il video «Vinci» di Yuri Ancarani dedicato alla chirurgia robotica di alta precisione, gli arazzi realizzati dal brasiliano Arthur Bispo do Rosàrio in manicomio, i disegni del senegalese Papa Ibra Tall e, ancora, le fotografie naturalistiche di Eliot Porter, la grande sfera luminosa di Otto Piene, le piccole sculture in creta con cui l’artista giapponese Shinichi Sawada, affetto da una grave forma di autismo, comunica con il mondo.
Sempre all’Arsenale l’americana Cindy Sherman, celebre per autofotografarsi con vari travestimenti, porta il suo museo personale, nel quale sono allineati oltre duecento opere di una trentina di artisti. «Bambole, pupazzi, manichini e idoli –racconta Massimiliano Gioni- si mescolano a collezioni di fotografie, dipinti, sculture, decorazioni religiose e tele disegnate dai carcerati che insieme compongono un teatro anatomico nel quale sperimentare e riflettere sul ruolo che le immagini hanno nella rappresentazione e percezione di sé». Ecco così i ritratti con bottoni e passamaneria di Enrico Baj incontrare gli ex voto del Santuario di Romituzzo, le bandiere vudù haitiane dialogare con i disegni di Carol Rama, ma in mostra ci sono anche la scultura di una donna in tailleur blu firmata da Charles Ray, una ricca collezione di fotografie con famigliole anni Venti e ambienti domestici, gli uccelli di carta di James Castle, l’infante con uno scarabeo sull’occhio di Rosemarie Trockel e molto altro ancora.
Nel Padiglione centrale ai Giardini si possono, invece, vedere gli oli di Hilma af Klint, occultista svedese del gruppo «Le cinque» in contatto con entità ultraterrene, i disegni della svizzera Emma Kunz concepiti come un inedito rituale di guarigione per i suoi pazienti, le grandi lavagne disegnate dal pedagogo Rudolf Steiner, le raccolte di pietre dello scrittore francese Roger Callois e, ancora, le piccole ceramiche di Ron Nagle, le cartografie dell’universo del minatore francese Augustin Lesage,l’insolita collezione di bambole di Marton Bartlett, i tarocchi realizzati dal mago inglese Aleister Crowley e i disegni divinatori della comunità Shaker.
 Ma che cosa ci racconta in sintesi questa Biennale? Per rispondere potremmo prendere a prestito la frase di uno dei protagonisti del video «Blindly» di Artur Żmijewski, artista conosciuto per le sue opere sulla memoria dell’Olocausto, che ha filmato un gruppo di ciechi mentre disegnavano e poi ha chiesto loro che cosa avessero rappresentato: «It’s a landscape from my head», «è un paesaggio che c’è nella mia testa».

Didascalie delle immagini 
[Fog. 1] Carl Gustav Jung , «The Red Book» [page 655], 1915-1959. Paper, ink, tempera, gold paint, red leather binding, 40 x 31 x 10cm. © 2009 Foundation of the Works of C.G. Jung, Zürich. First published by W.W. Norton & Co., New York, 2009 [fig. 2] Marino Auriti con il suo Palazzo enciclopedico. Photographer unidentified, c. 1950s. Collezione American Folk Art Museum, New York; [fig. 3] Rudolf Steiner, Disegni alla lavagna, 1923. Gesso su carta nera, 102 x 153 x 3,8 cm. Courtesy Rudolf Steiner Archive, Dornach, Switzerland; [fig. 4] Paweł Althamer, Almech, Deutsche Guggenheim, Berlin, October 2011–January 2012. © Pawel Althamer. Commissioned by the Deutsche Bank in consultation with the Solomon R. Guggenheim Foundation for the Deutsche Guggenheim. Photo: Mathias Schormann

Informazioni utili 
«Il Palazzo Enciclopedico». 55° Esposizione internazionale d'arte. Giardini  e  Arsenale - Venezia. Orari: 10.00-18.00; chiuso il  lunedì, escluso il 3 giugno e il 18 novembre; ultimo ingresso, ore 17.45. Ingresso: intero Special 2 Days € 30,00, intero Regular € 25,00, ridotto € 22,00 o € 20,00, studenti/under 26 € 14,00, family formula € 50,00 (2 adulti + 2 under 14), gruppo adulti € 15,00 (minimo 10 persone), gruppo studenti scuole secondarie € 10,00, gruppi studenti universitari € 12,00, permanent pass € 80,00, permanent pass per studenti under 26 € 50,00; permanent pass Venezia e provincia € 50,00.  Catalogo ufficiale, catalogo breve e guida: Marsilio editore, Mestre. Informazioni: tel. 041.5218828. Sito internet: www.labiennale.org. Dal 1° giugno al 24 novembre 2013.