In Trentino i ghiacciai monumentali di Sebastião Salgado ci raccontano, senza voce, della Terra e della sua fatica a resistere al cambiamento climatico. Sempre tra le vette, ma ad Aosta, Brassaï ci fa passeggiare tra i vicoli della sua Parigi, portandoci nella Montparnasse degli anni Venti. In quegli stessi anni la «Ville Lumière» è raccontata anche da George Hoyningen-Huene, pioniere indiscusso della fotografia di moda, di cui a Roma è visibile il suo scatto più celebre: «The Divers», l’emblema di un’estate ideale, sulle rive della Costa Azzurra.
Si rimane tra le atmosfere marittime con gli otto fotografi di «Mare Magnum» che, a Riccione, raccontano quel grande palcoscenico, talvolta surreale e ironico, che è la spiaggia. Un sorriso, leggero come un riflesso d’acqua, ce lo regala anche Elliott Erwitt a Roma. Mentre, sempre nella «Città eterna», Franco Fontana ci porta tra i suoi paesaggi che sembrano sogni geometrici a colori e Gianni Giansanti ci racconta Giovanni Paolo II.
Robert Mapplethorpe ci attende, invece, a Venezia con i suoi nudi eleganti come sculture classiche; Alfred Eisenstaedt è a Torino con i suoi «istanti perfetti», scolpiti nello sguardo della storia. Mario Giacomelli mostra, a Milano, i suoi «Pretini». Gianni Berengo Gardin e Marco Delogu dialogano – l’uno a Perugia, l’altro a Siracusa - con due grandi maestri della storia dell’arte: Giorgio Morandi e Antonello da Messina.
In questo viaggio attraverso l’Italia e la fotografia, il racconto delle donne è una pellicola sensibile, dove la grazia incide la luce e la determinazione ne fissa il contrasto. A Padova, Vivian Maier, invisibile e attenta, è in mostra con i suoi attimi rubati, con quegli scatti di un diario segreto, dove ogni passante è una pagina da conservare. Per contro, Ghitta Carrell, a Milano, ci porta negli anni tra le due guerre, quando tutti si mettevano in posa davanti al suo obiettivo, dai Savoia all’intellighenzia italiana. Ad Abano Terme la collettiva «Women Power» ci racconta, invece, le sfide delle donne per l’affermazione dei propri diritti attraverso lo sguardo di Inge Morath, Eve Arnold e non solo. Accanto a loro, tra Roma e Milano, camminano Tina Modotti e Dorothea Lange, anime sorelle di uno stesso impegno etico che le ha portate a raccontare gli «ultimi» del mondo.
Buone vacanze! E buona (lunga) lettura!
A RICCIONE OTTO FOTOGRAFI E IL «MARE MAGNUM»Robert Mapplethorpe ci attende, invece, a Venezia con i suoi nudi eleganti come sculture classiche; Alfred Eisenstaedt è a Torino con i suoi «istanti perfetti», scolpiti nello sguardo della storia. Mario Giacomelli mostra, a Milano, i suoi «Pretini». Gianni Berengo Gardin e Marco Delogu dialogano – l’uno a Perugia, l’altro a Siracusa - con due grandi maestri della storia dell’arte: Giorgio Morandi e Antonello da Messina.
In questo viaggio attraverso l’Italia e la fotografia, il racconto delle donne è una pellicola sensibile, dove la grazia incide la luce e la determinazione ne fissa il contrasto. A Padova, Vivian Maier, invisibile e attenta, è in mostra con i suoi attimi rubati, con quegli scatti di un diario segreto, dove ogni passante è una pagina da conservare. Per contro, Ghitta Carrell, a Milano, ci porta negli anni tra le due guerre, quando tutti si mettevano in posa davanti al suo obiettivo, dai Savoia all’intellighenzia italiana. Ad Abano Terme la collettiva «Women Power» ci racconta, invece, le sfide delle donne per l’affermazione dei propri diritti attraverso lo sguardo di Inge Morath, Eve Arnold e non solo. Accanto a loro, tra Roma e Milano, camminano Tina Modotti e Dorothea Lange, anime sorelle di uno stesso impegno etico che le ha portate a raccontare gli «ultimi» del mondo.
A fare da colonna sonora a tutto il viaggio ci sono, ovviamente, i Beatles, gli autori della canzone «Come Together», che Milano omaggia con una collettiva sul loro concerto, del 1965, al Velodromo Vigorelli.
L’estate italiana, quest’anno, ve la raccontiamo così: un viaggio di sguardi intrecciati, di storie che si specchiano e si completano, di emozioni illuminate dalla luce della fotografia. Quella d’autore, dove ogni voce trova il suo posto nel coro e ogni strumento – in questo caso ogni macchina fotografica - «colora» di sempre nuove sfumature la sinfonia, l’«insieme».
L’estate italiana, quest’anno, ve la raccontiamo così: un viaggio di sguardi intrecciati, di storie che si specchiano e si completano, di emozioni illuminate dalla luce della fotografia. Quella d’autore, dove ogni voce trova il suo posto nel coro e ogni strumento – in questo caso ogni macchina fotografica - «colora» di sempre nuove sfumature la sinfonia, l’«insieme».
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«La spiaggia è un diario di sabbia su cui ogni onda scrive e cancella storie». Le parole di Fabio Fiori, scrittore e girovago romagnolo che narra storie di viaggio su Rai Radio 3, ci restituiscono la dimensione del mare quale luogo in continua trasformazione, con la risacca che modella incessantemente la riva e con il vento salmastro che fa compagnia alla vita dei turisti o di chi si è ritagliato qualche ora di libertà dalla solita routine.
Da sempre simbolo di libertà ed evasione, la battigia è anche un grande palcoscenico, talvolta surreale e ironico, dove momenti di felicità e gioco si alternano a istanti di isolamento e riflessione, dove «la vanità, l’esibizione, lo specchio sociale, le relazioni umane, la volgarità, il gioco dei corpi, il rito di massa», per dirla con le parole di Ferdinando Scianna (Bagheria, 4 luglio 1943), sembrano trovare il loro habitat naturale. Ed è proprio il fotografo siciliano, «ragazzo di mare» che ha raccontato il mondo con uno sguardo scevro da pregiudizi e umanamente complice, ad aprire, con una selezione di scatti in bianco e nero del 1989 che immortalano la riviera romagnola con i suoi riti e i suoi ritmi, il percorso della mostra «Mare Magnum. Da Ferdinando Scianna a Martin Parr. I fotografi Magnum e le spiagge», curata da Andréa Holzherr per il Comune di Riccione, una delle località balneari per eccellenza del turismo italiano.
L’esposizione, allestita fino al 5 ottobre nelle sale di Villa Mussolini, restituisce un ritratto sincero e potente dell’umanità in riva al mare e, contemporaneamente, invita lo spettatore a compiere un viaggio intorno al mondo, alla scoperta di spiagge affollate o deserte, familiari o lontane, intime o spettacolari. Martin Parr (Epsom, 1952), uno dei fotografi documentaristi britannici più affermati e riconosciuti del nostro tempo, ci propone per esempio, con le sue celebri fotografie balneari dallo stile ironico e disincantato, un caleidoscopio di immaginari del corpo svestito e del suo mostrarsi in pubblico sulle battigie dell’Inghilterra. Bruno Barbey (Marocco, 1941-Parigi, 2020) ci porta, invece, in Cina, dove la spiaggia è diventata un luogo di turismo di massa e di sviluppo urbano, popolato da architetture invadenti, che non riescono però a nascondere la «forza costante ed eterna» del mare. Mentre Bruce Gilden (New York,1946) ci conduce a Coney Island, teatro della cultura balneare newyorkese, per raccontarci, con il suo caratteristico stile ravvicinato e l'uso del flash, un'umanità varia e stravagante, dalle espressioni esagerate. Harry Gruyaert (Anversa, 1941) ci restituisce, poi, la malinconia del Mare del Nord, caratterizzato da vaste distese battute dal vento, cieli pesanti e una luce che oscilla tra tenui color pastello e profondi blu malinconici. Le giovani Olivia Arthur (Londra, 1980) e Newsha Tavakolian (Iran, 1981) scavano, invece, nell’intimità delle spiagge indiane di Mumbai e di quelle del Mar Caspio. Infine, Trent Parke (Australia, 1971) abita i paesaggi di mare con contrasti di luce, con sagome drammatiche sullo sfondo di un orizzonte mutevole e tempestoso.
IN TRENTINO SALGADO E I GHIACCIAI DEL MONDO
Un gioco di equilibro tra opposti, tra il bianco brillante della neve e il nero teatrale delle ombre con la sua resa quasi pittorica, va in scena anche ai margini delle Dolomiti, nelle città di Trento e Rovereto, dove è allestito un omaggio alla montagna con «Ghiacciai», l’ultimo progetto fotografico del brasiliano Sebastião Salgado (Minas Gerais, 1944 – Parigi, 2025), autore di scatti che ci hanno raccontato un ambiente sempre più a rischio per gli effetti del cambiamento climatico, facendo fiorire - anche tramite le attività di riforestazione dell’Instituto Terra - l’idea che il rispetto per la natura sia un profondo gesto d’amore per l’umanità.
L’esposizione - per la curatela di Lélia Wanick Salgado, con il coordinamento di Gabriele Lorenzoni per il Mart e di Luca Scoz per il Muse - presenta una sessantina di immagini di grande e grandissimo formato, per lo più inedite, scattate in vari ghiacciai non antropizzati del nostro pianeta, vere e proprie sculture naturali, dalle dimensioni monumentali, che vengono studiate per mappare l’ecosistema idrogeologico della Terra e le riserve di acqua dolce di milioni di persone.
Al Mart di Rovereto, dove la mostra è in calendario fino al 21 settembre, sono una cinquantina le fotografie esposte, in un percorso che spazia dalla Penisola Antartica al Canada, dalla Patagonia all’Himalaya, dalla Georgia del sud alla Russia, mostrandoci iceberg alla deriva, frane di ghiaccio, crateri giganteschi con il loro strato di cenere tutto intorno, lunghe distese di neve, crepe che come ferite aperte nella pelle della Terra ci parlano di un’emergenza da non sottovalutare, di una bellezza che rischiamo di perdere.
Al Muse, il museo della scienza di Trento, è, invece, allestita, fino all’11 gennaio 2026, un’installazione site-specific ideata per lo spazio del «Grande Vuoto» progettato da Renzo Piano, un’area centrale dove sono esposti, sospesi tramite sottili cavi d’acciaio, gli animali in tassidermia. Qui trovano spazio dieci scatti di Sebastião Salgado, tutti di grandi dimensioni, che raffigurano il Parco nazionale e riserva di Kluane, in Canada, riconosciuto dall’Unesco come «un impero di montagne e di ghiacciai». Il rigore del bianco e nero ci racconta ancora una volta la maestosità, la fragilità e il silenzio dei delicati ecosistemi delle nevi perenni.
A PADOVA UNA MOSTRA SULLA «TATA FOTOGRAFA» VIVIAN MAIER
Rimanendo nel nord-est, ma spostandoci in Veneto, gli amanti della fotografia potranno fare tappa, questa estate, anche a Padova, la città di Sant’Antonio e degli affreschi di Giotto alla Cappella degli Scrovegni, per immergersi nell’universo creativo di Vivian Maier (1926-2009), tata di mestiere, fotografa per vocazione, che con la sua Rolleiflex ha scattato, tra il 1950 e il 1990, centinaia di migliaia di immagini in giro per il mondo, ma principalmente negli Stati Uniti, tra New York e Chicago, fissando la sua attenzione su scene di strada e sul mondo dei bambini.
Una selezione di queste fotografie, ritrovate per caso nel 2007 dall’agente immobiliare John Maloof, in un magazzino venduto a un’asta fallimentare per soli 400 dollari, è in mostra, fino al 19 ottobre, al Centro Culturale Altinate | San Gaetano. Si tratta di più di duecento scatti a colori e in bianco e nero, selezionati da Anne Morin, a cui sono accostati oggetti personali, documenti inediti, registrazioni audio e filmati Super8.
Ad aprire il percorso espositivo, che si configura come la più grande mostra dedicata alla fotografa americana dal nostro Paese, è una selezione di autoritratti, selfie ante-litteram che, come in un lungo gioco a nascondino, restituiscono l’immagine di Vivian Maier nel riverbero di uno specchio, nella sua ombra che si estende a terra, nel contorno della sua figura sulla parete di un edificio o in una pozzanghera. La rassegna propone, poi, una carrellata di scatti spontanei e mai in posa, spesso fatti all’insaputa dei soggetti stessi, che raccontano la società americana del secondo Dopoguerra, con l’abilità e il talento che un buon street photographer deve possedere: attenzione al dettaglio, tempismo impeccabile, atteggiamento partecipe e umano verso gli altri, che siano dame dell’alta borghesia, bambini, anziani, lavoratori o persone ai margini della società.
Non manca in mostra, quindi, una serie di filmati in super 8mm, realizzati a partire dagli anni Sessanta, che permettono di scoprire il linguaggio cinematografico di Vivian Maier, anch’esso caratterizzato da una osservazione discreta e silenziosa del mondo, che porta la fotografa, figura schiva e riservata che in molti hanno accostato alla poetessa Emily Dickinson per il suo successo postumo, a concentrarsi su dettagli come le gambe e le mani delle persone in mezzo alla folla.
Sono esposte a Padova anche le fotografie a colori, realizzate a partire dagli anni Settanta con la Leica, una macchina più leggera rispetto alla tradizionale Rolleiflex, che permette alla fotografa americana di sperimentare un linguaggio più libero e giocoso, che mostra le discrepanze multicolore della moda del tempo e conferisce dinamismo alle scene di vita quotidiana. Infine, la mostra introduce il pubblico a un lato meno conosciuto del lavoro di Vivian Maier: l’astratto. In questi lavori i contorni degli oggetti raffigurati sembrano svanire creando immagini di pura poesia, che rivelano la bellezza nascosta e silenziosa del quotidiano.
A VENEZIA ROBERT MAPPLETHORPE E «LE FORME DEL CLASSICO»
Bellezza e poesia sono due termini che si abbinano anche al percorso creativo di Robert Mapplethorpe (New York, 1946 - Boston, 1989), maestro statunitense protagonista di una grande retrospettiva a una quarantina di chilometri da Padova, ovvero sull’isola di San Giorgio Maggiore, un’oasi di mare, natura e silenzio che si affaccia sul bacino di San Marco, cuore politico e culturale di Venezia.
Fino al 6 gennaio 2026, «Le stanze della fotografia», centro espositivo e di ricerca nato per iniziativa di Marsilio Arte e della Fondazione Giorgio Cini, apre le porte a oltre duecento immagini, alcune delle quali presentate in Italia per la prima volta, che pongono l’attenzione sulla perfezione aulica e sull’armonia statuaria che permea le composizioni del maestro statunitense.
«Le forme del classico» è il titolo della rassegna, a cura di Denis Curti, primo capitolo di una trilogia dedicata al fotografo (di cui rimarrà documentazione in un corposo catalogo della casa editrice Marsilio), che, l'anno prossimo, porterà a Milano, nelle sale di Palazzo Reale, e a Roma, negli spazi del Museo dell’Ara Pacis, due grandi retrospettive che indagheranno rispettivamente le «forme» del «desiderio» e della «bellezza». La mostra segna, inoltre, un ritorno dell’arte di Robert Mapplethorpe in Laguna dopo più di trent’anni, ossia dopo la grande antologica del 1992 a Palazzo Fortuny, spazio che aveva già ospitato la monografica del 1983, quella curata da Germano Celant, che, tra scandali e polemiche per l’erotismo esplicito e il feticismo degli scatti esposti, aveva lanciato l’artista nell’universo internazionale delle celebrità.
Dai primi collage, ready-made realizzati sul finire degli anni Sessanta del Novecento, molti dei quali mai esposti prima, si articola, negli spazi della Fondazione Giorgio Cini, un percorso espositivo che allinea sensuali nudi maschili e femminili dall’estetica elegante e minimalista, valorizzati da un raffinato gioco di luce, ma anche autoritratti, fiori dalle sfumature monocromatiche, statue greche e ritratti di importanti protagonisti del secolo scorso come Andy Warhol, Yoko Ono, Robert Rauschenberg o Keith Haring. C’è in mostra anche una carrellata di scatti fatti alla body builder Lisa Lyon, che «esplorano il vigore, la resistenza e la femminilità del suo corpo attraverso parametri estetici classici».
Una sezione della rassegna è, infine, dedicata alla «compagna, amica e musa Patti Smith, immortalata – si legge nella nota stampa - in pose intime e iconiche che esprimono la sua figura androgina e la sua vulnerabilità». Uno dei ritratti più celebri è quello per la copertina del disco «Horses» del 1975. «Io avevo in mente il mio aspetto. Lui aveva in mente la luce. Tutto qui», ricorda la cantautrice parlando di quello scatto. E la luce – decisa, geometrica, frontale o radente - è sempre stata lo scalpello invisibile che ha dato «forma» alla fotografia, plastica e scultorea, di Robert Mapplethorpe.
«WOMEN POWER», SETTANT’ANNI DI STORIA AL FEMMINILE NELLE FOTOGRAFIE DELL’AGENZIA MAGNUM
Rimanendo in Veneto, ci si può spostare ad Abano Terme, cittadina delle acque che curano e del silenzio che rigenera (in provincia di Padova), dove è allestita, fino al 21 settembre, la mostra «Women Power. L'universo femminile nelle fotografie dell'Agenzia Magnum dal dopoguerra a oggi», a cura di Walter Guadagnini e Monica Poggi.
Nei tre piani del Museo civico Villa Bassi Rathgeb - dimora cinquecentesca fatta edificare dal medico Giovanni Antonio Secco, con all'interno pregevoli affreschi a tema mitologico e biblico e una collezione con artisti come Giovan Battista Moroni, Palma il Giovane, Pietro Longhi e Fra Galgario - vanno in scena settant’anni di storia al femminile, con le donne nel duplice ruolo di narratrici e muse ispiratrici (di fotografe e modelle, anche involontarie), in un percorso articolato in sei nuclei tematici che esplorano il contesto familiare, la crescita, l’identità e l’autorappresentazione, i miti della bellezza e della fama, le battaglie politiche e la guerra.
Tra le fotografe in mostra, in uno stimolante confronto tra stili e generazioni differenti, ci sono Inge Morath, Eve Arnold, Olivia Arthur, Myriam Boulos, Bieke Depoorter, Nanna Heitmann, Susam Meiselas, Lúa Ribeira, Alessandra Sanguinetti, Marilyn Silverstone e Newsha Tavakolian. Accanto a loro, trovano posto anche autori uomini dell’agenzia Magnum Photos, una delle più importanti nel mondo, come Robert Capa, Bruce Davidson, Elliot Erwitt, Rafal Milach, Paolo Pellegrin e Ferdinando Scianna, tutti uniti dalla capacità di raccontare le trasformazioni sociali e culturali del Novecento, con al centro le sfide delle donne per l’affermazione dei propri diritti.
Dai ritratti di Marilyn Monroe e Jacqueline Kennedy, due figure che hanno dettato la moda e lo stile femminile tra gli anni Cinquanta e Sessanta, a quelli delle partigiane che hanno combattuto per eliminare gli ultimi avamposti tedeschi durante la Liberazione di Parigi o a quelli delle combattenti colombiane della Farc, il percorso espositivo, articolato in centoventi immagini scattate in contesti molto diversi da un punto di vista storico e geografico, porta il visitatore tra ambienti domestici con madri e figli che crescono, piazze gremite di manifestanti, luoghi di svago, teatri di conflitti bellici del passato e del presente, per raccontare storie di donne comuni, icone di stile, sex worker, vittime di violenza sessuale, rifugiate, migranti e attiviste politiche. Emblematica è la fotografia scelta per rappresentare la mostra nella locandina promozionale: «Listen» di Newsha Tavakolian, uno scatto con una giovane donna in chador, abiti neri e guantoni da boxe rossi, raffigurata al centro di una strada solitaria. L’immagine, copertina di un immaginario album musicale, fa parte di un più ampio progetto fotografico realizzato nel biennio 2010-2011, che racconta le restrizioni a cui sono soggette le donne artiste, in questo caso le cantanti, in Iran, sin dalla rivoluzione islamica del 1979.
A TORINO UNA RETROSPETTIVA SU ALFRED EISENSTAEDT, IL FOTOGRAFO DEL BACIO A TIMES SQUARE
La collettiva «Women Power» di Abano Terme è prodotta, tra gli altri, da Camera – Centro italiano per la fotografia, ente che, nella sua sede di Torino, propone, per tutta estate, un’ampia retrospettiva su Alfred Eisenstaedt (1898-1995), autore tedesco di origine ebraica, emigrato nel 1935 negli Stati Uniti a causa delle leggi razziali, che il grande pubblico conosce principalmente per la nota fotografia «V-J Day in Times Square», nella quale un marinaio bacia un’infermiera in mezzo a una folla festante nel cuore di New York, al termine della Seconda guerra mondiale, dopo la resa del Giappone del 14 agosto 1945.
A venticinque anni dall’ultima personale in Italia, risalente al 1984, centosettanta fotografie, alcune delle quali inedite, ripercorrono l’intera carriera del fotogiornalista, firma di punta della rivista americana «Life», per la quale, tra il 1936 e il 1972, ha pubblicato oltre duemilacinquecento servizi e una novantina di copertine, ma soprattutto attento testimone dei più importanti fatti del Novecento, dal primo storico incontro fra Benito Mussolini e Adolf Hitler a Venezia (nel 1934) alla nascita dello Stato di Israele (proclamato il 14 maggio 1948 dal primo ministro David Ben Gurion), passando per il Giappone del post-nucleare, con l’imperatore Hirohito, in abiti civili, che osserva le rovine lasciate dalle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki.
Con un linguaggio visivo unico capace di coniugare talento narrativo, ironia sottile e poesia visiva, Alfred Eisenstaedt racconta, dunque, la storia, quella con la s maiuscola, ma accende i riflettori anche sull’alta società tedesca mentre, negli anni dell’ascesa del nazismo, si divertiva, inconsapevole e complice, sulle nevi delle alpi svizzere o sulla frizzante quotidianità degli Stati Uniti negli anni del boom economico, ma non solo.
Ci sono, nella selezione curata da Monica Poggi, i primi scatti degli anni Venti e Trenta, compreso il potente ritratto di uno dei gerarchi nazisti, il ministro della Cultura Joseph Goebbels, che guarda in macchina con un’espressione truce, sprezzante e inquietante, ben consapevole di essere scrutato nel profondo dell’anima da un ebreo con la Leica. Ci sono le fotografie dei viaggi all’estero, in Italia, Corea, Cecoslovacchia, Francia, Gran Bretagna, Kenya, Etiopia, Ghana e Germania, dove il fotografo torna dopo quarant’anni di assenza, solo nel 1979. Ci sono, poi, gli scatti con le ballerine di danza classica della School of American Ballet di George Balanchine a New York City, che ispirano ad Alfred Eisenstaedt un raffinato omaggio alle atmosfere ottocentesche di Edgard Degas. Ci sono, infine, i ritratti ai personaggi famosi del suo tempo, dall’attrice Sophia Loren - immortalata in un seducente e, ai tempi, scandaloso scatto in lingerie, apparso sulla copertina di «Life» del 16 settembre 1966 - al fisico J. Robert Oppenheimer - «il padre della bomba atomica», che porta nel cuore e nello sguardo tormentato il peso delle conseguenze delle sue ricerche -, passando per la «signora in giallo» Angela Lensbrury, Albert Einstein, Marilyn Monroe, John Kennedy, Maria Telkes e, infine, il presidente Bill Clinton, effigiato nell’ultima immagine ufficiale del fotografo tedesco, scattata all’età di 95 anni.
Passeggiando tra le sale di via delle Rosine, caratterizzate da un allestimento essenziale ed elegante che valorizza il ritmo narrativo scandito da «una geografia dell’esistenza» più che dal rigore cronologico, sembra, dunque, di entrare in un libro di storia, dove ogni immagine rende eterno l’«istante perfetto», quello in cui – diceva Alfred Eisenstaedt - «premi il pulsante e sai…sai che hai preso qualcosa di speciale».
A MILANO UNA MOSTRA SU DOROTHEA LANGE, LA FOTOGRAFA DEGLI «ULTIMI»
Camera – Centro italiano per la fotografia ha collaborato anche alla realizzazione della mostra, a cura di Walter Guadagnini e Monica Poggi, che il Museo Diocesano «Carlo Maria Martini» di Milano dedica a Dorothea Lange (1895-1965), in occasione dei centotrenta anni dalla nascita e dei sessant’anni dalla morte. Attraverso centoquaranta scatti in bianco e nero viene ripercorsa la carriera della fotografa statunitense a partire dagli anni Trenta del Novecento, segnati dall’abbandono del mestiere di ritrattista a favore di un lavoro da documentarista, condotto anche per il programma governativo Farm Security Administration, nel quale si raccontano gli effetti della crisi economica successiva al crollo di Wall Street del 1929 nelle città e nelle zone rurali, toccando temi ancora oggi attuali come le migrazioni, la crisi climatica e le discriminazioni razziali.
Da San Francisco, tra scioperi nelle ditte e manifestazioni di protesta nelle strade, ai paesi funestati dal fenomeno naturale del «Dust Bowl» (le tempeste di sabbia raccontate da John Steinbeck nel romanzo «Furore» del 1939), dalle piantagioni di piselli della California a quelle di cotone, tabacco e mais degli Stati del Sud, Dorothea Lange realizza migliaia di scatti documentando l’attualità del suo tempo, la realtà sociale delle persone comuni, anche attraverso dettagliate didascalie che rivelano attenzione ed empatia nei confronti del prossimo. Nasce così, nel 1936, «Migrant Mother», una delle immagini più conosciute della storia della fotografia, con il ritratto di una giovane madre segnata da privazioni e da una vita difficile, costretta a vivere, con i figli, in un accampamento di tende e auto dismesse, il cui sguardo, perso nel vuoto, ci restituisce tutta l’angoscia di chi ha perso la speranza nel futuro.
La mostra, visitabile fino al 19 ottobre, presenta anche un nucleo di scatti realizzati dalla fotoreporter negli anni della Seconda guerra mondiale, che per gli Stati Uniti iniziò nel 1941 con il bombardamento nipponico di Pearl Harbor. Su invito del Governo, Dorothea Lange firma un reportage all’interno dei campi di prigionia per la popolazione americana di origine giapponese. Queste fotografie, inizialmente censurate, manifestano il dissenso per una legge razziale e discriminatoria che ha stravolto la vita di migliaia di persone ben inserite nella società, costringendole ad abbandonare le proprie case e le proprie attività.
Quelle in mostra al Museo Diocesano «Carlo Maria Martini» di Milano sono, dunque,«fotografie piene di mondo» - per usare un’espressione cara a Dorothea Lange -, che restituiscono dignità a chi era invisibile, a quelli che chiamiamo sbrigativamente «ultimi»: disoccupati, senzatetto, migranti e braccianti, raccontati con partecipazione emotiva e rigore documentario per evidenziare anche come le scelte politiche e le condizioni ambientali possano ripercuotersi sulla vita dei singoli individui.
MARIO GIACOMELLI, GHITTA CARELL E I BEATLES: TRE MOSTRE FOTOGRAFICHE NEL CENTRO DI MILANO
La fotografia come forma di empatia sociale è un tratto che accomuna la fotoreporter americana a Mario Giacomelli (1925-2000), «artista» marchigiano che, in occasione del centenario dalla nascita, la città di Milano omaggia con la retrospettiva «L’immagine e la parola», a cura di Bartolomeo Pietromarchi e Katiuscia Biondi Giacomelli. Fino al 7 settembre, sono in mostra, nelle sale di Palazzo Reale, oltre trecento opere fotografiche originali tra vintage e stampe d’epoca, ma anche documenti e materiali d’archivio, per raccontare le serie ispirate alle letture dei grandi poeti, da Giacomo Leopardi a Eugenio Montale, da Vincenzo Cardarelli a Edgar Lee Master, senza dimenticare padre David Maria Turoldo. È, infatti, alla sua poesia «Io non ho mani che mi accarezzino il volto» che si ispira la serie «dei Pretini», un noto reportage degli anni Sessanta, nel seminario vescovile di Senigallia, con i giovani seminaristi che giocano nella neve, in un contrasto tra il nero denso delle tonache e il bianco candido del paesaggio, che rende le figure sospese in un lembo metafisico.
Sempre a Milano, nelle sale di Villa Necchi Campiglio, gioiello architettonico degli anni Trenta progettato da Piero Portaluppi e riarredato da Tomaso Buzzi, oggi di proprietà del Fai – Fondo per l’ambiente italiano, è visitabile la rassegna «Ghitta Carell. Ritratti del Novecento», a cura di Roberto Dulio. Fino al 12 ottobre un centinaio di opere, tra fotografie vintage, lettere, cartoline, libri, documenti d’archivio e l’attrezzatura fotografica, esposta per la prima volta in una mostra, ripercorrono la storia di una delle ritrattiste più celebri e richieste nell’Italia tra le due guerre, che con il suo obiettivo ha immortalato i Savoia e l’aristocrazia romana e milanese.
Originaria dell’Ungheria, Ghitta Carell (1899-1972) ci ha lasciato scatti nitidi, intensi ed eleganti, dallo stile inconfondibile, che raccontano i volti e la moda del suo tempo attraverso pose studiate, luci sofisticate e ritocchi al negativo. Tra le fotografie esposte, in un allestimento intimo e immersivo, ce ne sono anche alcune legate alla storia di Villa Necchi, come quelle dell’architetto Piero Portaluppi e delle sorelle Nedda e Gigina Necchi. In uno scatto compare anche una giovane Giulia Maria Crespi, fondatrice del Fai - Fondo per l'ambiente italiano.
C’è, infine, tempo fino al 7 settembre per visitare, alle Gallerie d’Italia, spazio espositivo di Banca Intesa nella scenografica piazza della Scala, la rassegna «Tutti pazzi per i Beatles. Il concerto del 1965 a Milano nelle fotografie di Publifoto», a cura di Barbara Costa. Sessantadue immagini, selezionate da un corpus di oltre cinquecento scatti, rievocano, tappa dopo tappa, la prima data dell’unico tour che portò i «Baronetti della musica» in Italia, dall’arrivo in stazione alla conferenza stampa sulla terrazza del Grand Hotel Duomo, con l’inconfondibile profilo delle guglie gotiche come quinta scenografica, sino all’applaudito concerto al Velodromo Vigorelli.
ROMA, GIOVANNI PAOLO II NEGLI OCCHI DI GIANNI GIANSANTI
Da Milano si può partire alla volta di Roma. La capitale offre, quest’estate, un articolato cartellone di esposizioni dedicate alla fotografia, in un percorso che spazia dal colore al bianco e nero, dalle sperimentazioni astratte al linguaggio documentarista, dal sacro al profano, dal reportage sociale a quello di costume.
Nell’anno del Giubileo, la visita può iniziare da Castel Sant’Angelo, monumento simbolicamente legato al Vaticano, dove è allestita, fino al 30 novembre, la mostra «Giovanni Paolo II. L’uomo, il Papa, il Santo negli scatti di Gianni Giansanti», a cura di Ilaria Schiaffini e Massimo Bray.
Una quarantina di immagini - molte delle quali insignite di premi prestigiosi come, per esempio, il World Press Photo Award nel 1988 - restituisce un ritratto non solo ufficiale, ma anche intimo e umano di Karol Wojtyla, una figura centrale nella storia del Novecento, capace di cambiare il corso dell’Europa. Dall’elezione al soglio pontificio all’attentato di Alì Agca, dal Giubileo del 2000 fino agli ultimi anni, segnati dalla sofferenza fisica, Gianni Giansanti (1956-2009) ha accompagnato il pontefice per oltre un quarto di secolo, seguendolo anche nei numerosi viaggi apostolici per il mondo e lo ha ritratto con uno sguardo rispettoso e profondamente partecipe che oltrepassa il reportage per avvicinarsi al ritratto d’autore. Le mani giunte in preghiera, gli occhi che si perdono nel cielo, le rughe scolpite dal tempo e dalla missione sono i particolari che balzano all’occhio in un percorso - arricchito da oggetti personali, documenti e video -, che racconta non solo il leader della Chiesa, ma anche «un uomo di fede profonda e di grande umanità».
A ROMA FRANCO FONTANA, IL MAESTRO DEL COLORE
La visita può, poi, proseguire al Museo dell’Ara Pacis, dove, fino al 31 agosto, è allestita la mostra «Franco Fontana. Retrospective», curata da Jean-Luc Monterosso, storico fondatore della Maison Européenne de la Photographie di Parigi, da lui diretta dal 1996 al 2018.
Attraverso una selezione di oltre duecento immagini, e muovendosi in ambienti immersivi arricchiti da installazioni, video e uno spazio con visite tattili e laboratori multisensoriali, lo spettatore può approcciarsi alla ricerca estetica del fotografo modenese, classe 1933, che, dagli anni Sessanta (un’epoca ancora dominata dalla fotografia d’autore in bianco e nero del Neorealismo) a oggi, ha scelto «un’esplosione di colori» e «una festa di linee geometriche» per dare forma alla realtà, trasformando, come in un haiku giapponese, il visibile in essenza, in un territorio della mente e dello spirito dallo stile astratto e minimalista.
In un’alternanza di inquadrature ardite o dall’alto, profondità di campo ridotte, sovrapposizioni di piani e superfici, campiture di colore puro e in contrasto (principalmente gialli luminosi, azzurri vividi e rossi brillanti), il percorso espositivo allinea skyline, paesaggi naturali catturati nelle varie sfumature delle quattro stagioni, architetture e superfici urbane, nudi e figure femminili in piscina («in un vibrante elogio delle curve»), studi sull’ombra, scatti per la pubblicità e la moda, immagini con automobili, frammenti d’asfalto e strade come la Route 66, la via Appia e il cammino verso Compostela.
Dalla diapositiva alla polaroid, dal digitale al collage, Franco Fontana, come ben documenta la mostra, sperimenta anche tutti gli sviluppi tecnici della fotografia, guidato da un’insaziabile curiosità e dalla voglia di offrire uno sguardo sempre nuovo sul mondo, o meglio «sull’idea che si ha del mondo», convinto che «il fotografo non è un testimone, è un interprete» della realtà.
IRONIA IN BIANCO E NERO: A ROMA IL MONDO SECONDO ELLIOTT ERWITT
Si può, quindi, proseguire il viaggio tra gli spazi espositivi di Roma facendo tappa a Palazzo Bonaparte, in piazza Venezia, dove è allestita, fino al 21 settembre, la mostra «Elliott Erwitt. Icons», a cura di Biba Giacchetti, già collaboratrice nonché amica dell’artista franco-americano, che si è avvalsa per l’occasione dell’assistenza tecnica di Gabriele Accornero.
Ottanta scatti, prevalentemente in bianco e nero, ripercorrono la lunga e brillante carriera del fotografo, «cantore della commedia umana» che ha colto l’anima del Novecento e ha trasformato la vita quotidiana in poesia, ricordandoci di osservare il mondo con leggerezza, comprensione profonda e meraviglia.
Lungo il percorso espositivo, dal quale emerge la tipica ironia di Elliott Erwitt (1928-2023), pervasa da una vena surreale e romantica, scorrono gli indimenticabili ritratti di Marilyn Monroe, Marlene Dietrich, Fidel Castro, Che Guevara, Jack Kerouac, Sophia Loren e Arnold Schwarzenegger, ma anche i giocosi «Self-Portrait» e fotografie che hanno eternato pagine importanti della grande storia del Novecento, come quella, scattata a Mosca nel 1959, con Richard Nixon che punta il dito contro Nikita Chruščëv, o quella del 1963 con Jackie Kennedy in lacrime, dietro il velo nero, durante il funerale del marito John Fitzgerald Kennedy.
Portano la firma del maestro franco-americano, e sono visibili nelle sale di Palazzo Bonaparte, anche lavori più intimi, ma ugualmente iconici, come «Umbrella Jump» (1989), con una Parigi piovosa sullo sfondo e un uomo che si libra in aria a simulare il jeté (il passo tipico della danza classica) in primo piano, o «California Kiss» (1956), con un bacio ripreso all’interno dello specchietto retrovisore di una macchina, negli anni del boom economico americano.
Non mancano in mostra, poi, i celebri scatti dedicati ai cani, «creature comprensive, presenti ovunque nel mondo», che «non chiedono le stampe», «persone interessanti con più peli», come aveva dichiarato l’autore, con la sua consueta ironia, in un’intervista del 2013. Fra i numerosi esempi, che registrano sempre situazioni surreali e buffe, spicca «Usa, New York City, 2000», l’immagine di due bulldog, uno dei quali è ritratto in modo tale da apparire come se avesse delle gambe umane. C’è, in questa foto, tutta la filosofia di vita e di lavoro del maestro franco-americano, che una volta disse: «Nulla è davvero serio, e allo stesso tempo tutto lo è. Prendo molto sul serio il non serio». Da qui nasce quella sua inconfondibile ironia, che non ferisce, ma rivela, con delicatezza e senza cinismo, le assurdità del quotidiano, l’imprevisto poetico nel banale.
A ROMA TINA MODOTTI «DONNA, FOTOGRAFA, MILITANTE»
Se Elliott Erwitt è noto per il suo sguardo ironico, per quella sua «art of observation» indulgente e serena con cui ha raccontato il mondo, Tina Modotti (1896 –1942), in mostra fino al 21 settembre al Museo di Roma in Trastevere, è, per contro, conosciuta per aver messo la sua abilità fotografica al servizio dei diritti delle donne e dei lavoratori, dell’istanze della guerra civile spagnola e della rivoluzione messicana, con l’intento di cambiare il mondo come è proprio dell’arte di impegno politico e sociale.
Nella Sala del pianoforte, sessanta opere tra fotografie, lettere, documenti e articoli - tutti provenienti della collezione della fototeca dell’Istituto nazionale di antropologia e storia (Inah) di Pachuca, città dello Stato messicano di Hidalgo - ricostruiscono la storia, ammantata da un alone di leggenda, di questa «donna, fotografa e militante», forte e audace, che fu componente del Partito comunista, dirigente delle Brigate internazionali del Soccorso rosso, amica della pittrice Frida Kahlo e amante del fotografo Edward Weston e dell’attivista cubano Julio Antonio Mella. Le immagini esposte, riunite sotto il titolo «Una vita fra due mondi», si riferiscono al periodo fra il 1923 e il 1930 e comprendono eleganti e rigorose nature morte (come «Calle» e «Vasi di gerani» del 1924), ritratti di operai e contadini, una ricca selezione di fotografie con donne di Tehuantepec in abiti e gioielli tradizionali (frutto di un reportage dell’estate del 1929) e scene di vita quotidiana (come «Donna con bandiera» del 1928).
Si tratta di «fotografie oneste, senza distorsioni o manipolazioni», per usare un’espressione cara a Tina Modotti. Quelle che scorrono sotto gli occhi del visitatore, per iniziative dell’associazione Storia e Memoria Aps di Albano Laziale, sono, infatti, immagini scevre di compiacimenti estetici e declinazioni romanzesche. Documentano soprattutto un’urgenza etica, nella quale l’estetica si fa gesto politico, forma visibile di una presa di posizione, «strumento – diceva l’autrice friulana - per dire la verità».
ROMA, GEORGE HOYNINGEN-HUENE E L’ELEGANZA DELLA MODA
Spostandoci da Trastevere al rione Pigna, nel cuore della città rinascimentale e barocca, la fotografia militante e popolare di Tina Modotti lascia il passo all’atmosfera glamour e patinata della mostra «George Hoyningen-Huene. Art. Fashion. Cinema», allestita fino al 19 ottobre al Museo di Roma a Palazzo Braschi.
Curata da Susanna Brown, per oltre dodici anni al Victoria & Albert Museum di Londra, l’esposizione presenta per la prima volta in Italia — dopo l’esordio milanese, a Palazzo Reale, dello scorso inverno — la vicenda creativa e umana del fotografo russo, firma di «Vogue Francia», «Vanity Fair» e «Harper’s Bazaar», amico di Man Ray e Salvador Dalì.
Pioniere indiscusso nel genere della fotografia di moda, tanto da essere definito da Richard Avedon «un genio, il maestro di tutti noi», George Hoyningen-Huene (San Pietroburgo 1900 – Los Angeles 1968), di cui ricorrono quest’anno i centoventicinque anni dalla nascita, viene omaggiato attraverso un centinaio di scatti dallo stile elegante e sobrio, dove le atmosfere oniriche del Surrealismo si uniscono ai chiaroscuri e all’equilibrio dell’arte classica, creando immagini vellutate, profondamente tridimensionali, quasi scultoree, anche grazie all’uso della preziosa tecnica del platino-palladio.
Lungo il percorso espositivo si incontra, inizialmente, una ricostruzione del vivace contesto culturale della Parigi degli anni Venti e Trenta, con i «Ballets Russes» di Sergej Pavlovič Djagilev e Joséphine Baker che danza a ritmo di jazz. È nella «Ville Lumière», dove si trasferisce dopo essere fuggito dalla Russia a causa della Rivoluzione d'Ottobre, che il fotografo - aristocratico, cresciuto alla corte dello zar Nicola II - inizia la sua folgorante carriera catturando l’essenza della haute couture, con un’attenzione particolare alle griffe di Elsa Schiaparelli, audace e innovativa, e di Coco Chanel, sobria e pragmatica, senza dimenticare Balenciaga e Cartier.
George Hoyningen-Huene rimane in Francia fino al 1936, rivestendo il ruolo di capo fotografo di «Vogue». Poi vola negli Stati Uniti e, dopo un decennio a New York, nella redazione di «Harper’s Bazaar», si trasferisce a Hollywood, diventando il ritrattista del Gotha del cinema e raccontando l'incanto del dietro le quinte della cosiddetta «Golden Age», dove lavora anche come coordinatore del colore per il premio Oscar George Cukor.
Ingrid Bergman, Charlie Chaplin, Greta Garbo, Ava Gardner e Katharine Hepburn sono solo alcune delle star che posano per lui. Anche questi scatti sono in mostra a Roma così come quelli dei viaggi esotici in Tunisia, Algeria, Egitto, Grecia e Messico, raccolti in più volumi.
Tra le tante immagini, una colpisce l’attenzione più di tutte. È quella che Anna Wintour ha scelto tra le sue cinque preferite della lunga storia di «Vogue»: «The Divers», del 1930, che ritrae due figure, sedute di spalle – un uomo e una donna (i fotografi Horst P. Horst, compagno dell'artista, e Lee Miller) –, in equilibrio su quella che sembra una piattaforma per i tuffi. L’immagine, raffinata e sospesa, dà l’idea di essere scattata tra le atmosfere sofisticate e modaiole della Costa Azzurra. Ma c’è un trucco ed è quello che contribuisce al fascino di questa foto. La scenografia è, in realtà, un tetto di Parigi che, grazie a una straordinaria padronanza dei chiaroscuri, George Hoyningen-Huene trasforma in un idilliaco scorcio sul mare, in un sogno classico levigato dal silenzio, dove tutto è simmetria, misura e compostezza. Quella che vediamo è l’idea di un’estate ideale, concepita da chi sapeva che la moda non è solo vestire il presente e catturare l’istante, ma anche immaginare ciò che non è mai accaduto e trasformarlo in tempo senza tempo. Anche perché, come diceva Paul Klee, «l’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è».
GIANNI BERENGO GARDIN, MARCO DELOGU E I GRANDI MAESTRI DELL’ARTE
Un’atmosfera di sospesa atemporalità si respira anche nelle sale della Galleria nazionale dell’Umbria a Perugia che, nello spazio «Camera oscura», accoglie, fino al 28 settembre, la mostra «Gianni Berengo Gardin fotografa lo studio di Giorgio Morandi».
Ventuno immagini in bianco e nero, selezionate da Alessandra Mauro, conducono il visitatore nell’intimità di una casa e di un atelier che ha visto nascere alcune delle opere più conosciute del Novecento: nature morte, dipinte attraverso poche tonalità di colore o disegnate con l’incisivo bianco e nero delle acqueforti, che, con solennità pacata e austera, mettono in scena oggetti modesti e banali, protagonisti involontari della nostra quotidianità, quali bottiglie, vasi, brocche, piatti e caffettiere, come documentano i due prestiti eccezionali dalle raccolte civiche bolognesi in mostra: l'olio su tela «Natura morta» del 1951 e l'incisione «Natura morta con oggetti bianchi su fondo scuro» del 1930.
Con attento pudore, armato solo della sua Leica e di un rispetto profondo per la poesia delle cose semplici, Gianni Berengo Gardin (Santa Margherita Ligure, 1930 - Genova, 6 agosto 2025) entra nello studio di Giorgio Morandi (Bologna, 1890-1964) nel 1993, su invito del Comune di Bologna, che stava per inaugurare, al secondo piano di Palazzo D’Accursio, un grande museo dedicato al pittore emiliano.
Lo studio di via Fondazza 36, testimone di un processo creativo fatto di contemplazione e silenzio che non ha eguali nella storia dell’arte novecentesca, stava per essere smantellato ed era necessario mantenerne la memoria attraverso una documentazione fotografica prima che tutto venisse spostato, archiviato e incasellato in un nuovo spazio.
Il fotografo ligure osserva con il suo obiettivo gli oggetti e ci restituisce, con attenzione e uno sguardo quasi metafisico, quel microcosmo di bottiglie, vasi, pennelli, cavalletti, tele, ombre e polvere, dove tutto è rimasto come lo aveva lasciato l’artista e il disordine del tempo trascorso dialoga con l’ordine assoluto e geometrico della pittura morandiana.
Il cappello lasciato sul letto, il materasso che sembra riportare ancora l’impronta di un corpo, le pareti usurate dallo scorrere dei giorni, la luce che filtra dalle finestre e, ovviamente, gli oggetti tante volte osservati e ritratti nelle tele sono gli elementi che il fotografo ligure fissa sulla pellicola, proponendoci un «piccolo grande viaggio in una stanza», dove tutto diventa portatore di una presenza, quella dell’uomo, dalla vita quasi monastica, che c’era dietro quelle nature morte che i critici Roberto Longhi, Cesare Brandi e Francesco Arcangeli fecero scoprire al mondo negli anni Trenta, prima mattone di un successo che dura tutt’oggi.
Alla grande arte del passato guarda anche il fotografo Marco Delogu (Roma, 1960), presidente dell’Azienda speciale Palaexpo, con alle spalle una significativa carriera nel campo della ritrattistica, che porta nel centro storico di Siracusa, sull’isola di Ortigia, il suo omaggio ad Antonello da Messina.
Maestro della luce e dell’espressione umana, le cui geometrie terse e temporalità sospese devono molto al realismo della scuola fiamminga, il pittore rinascimentale è protagonista, con le riproduzioni fotografiche di cinque sue opere, nella mostra «Lavori in dialogo», promossa, fino al 30 settembre, da Civita Sicilia nelle sale della Galleria regionale di Palazzo Bellomo, custode di una collezione unica che documenta lo sviluppo della civiltà mediterranea, dall’età bizantina al XVII secolo.
Queste opere antonelliane sono state «investigate» e «trasfigurate» dal fotografo romano, di origini sarde. Sono nati così dei «ri-ritratti», dei dittici dove la storia dialoga con la contemporaneità, ovvero con sei scatti in bianco e nero realizzati da Marco Delogu negli ultimi trent’anni.
L’«Annunciata di Palermo» (1475) è, per esempio, abbinata a «Senada» (2000), un'immagine della serie «Zingari», con una giovane rom che allatta. Il «Cristo alla colonna» (1476-78), capolavoro del Louvre di Parigi, è raffrontato con un ritratto del cardinale Joseph Ratzinger (1998), nel periodo in cui era Prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, prima di diventare papa. Il «Ritratto d’uomo» (1465-1476 circa) del Museo Mandralisca di Cefalù, conosciuto anche come «Ignoto marinaio», è, invece, messo in dialogo con una fotografia di Pierluigi Concutelli (1998), ex terrorista nero ed ex comandante militare del movimento politico Ordine nuovo, fotografato nella serie «Cattività» realizzata al Carcere di Rebibbia. Il «Cristo in pietà sorretto da tre angeli» (1474-76), oggi al Museo Correr di Venezia, dialoga con l’immagine di un cardinale, Paolo Dezza (1998), fotografato in un letto d’ospedale. Infine, «L’Annunciazione» (1474), olio su tavola che fa parte delle collezioni di Palazzo Bellomo, è abbinato a due immagini, quella con Erri De Luca, ripreso mentre cammina in un terreno davanti a casa sua (1998), e quella con Davide Halilovic (2000), il marito di Senada, immortalato nel campo rom di Roma, mano nella mano con il figlio, mentre guarda l’orizzonte.
Il risultato è un gioco di sguardi. I soggetti raffigurati, colti nel momento in cui non sanno più se essere e apparire, sembrano domandare, al fotografo e ai visitatori, la stessa cosa che, in una libera sintesi poetica, Antonello da Messina chiedeva nei suoi ritratti: «Incontrami nello sguardo. Ma ascolta ciò che non dico. Il mio volto è solo l’inizio di un viaggio».
IN VALLE D’AOSTA UNA MOSTRA SU BRASSAÏ, «L’OCCHIO DI PARIGI»
Il nostro viaggio tra le mostre fotografiche dell’estate italiana giunge, invece, al termine. L’ultima tappa è ad Aosta, dove nelle sale del Centro Saint-Bénin è allestita, fino al 9 novembre, la mostra «Brassaï. L’occhio di Parigi», a cura di Philippe Ribeyrolles.
Centocinquanta stampe d’epoca, oltre a sculture, documenti e oggetti appartenuti al fotografo, ungherese di nascita e francese d’adozione, portano il visitatore tra le vie della «Ville Lumière», nei quartieri operai, davanti ai monumenti simbolo della città e nella vivace e colta Montparnasse, culla della rivoluzione avanguardista e crocevia di lingue e culture, dove tra le due guerre si incontravano numerosi artisti e scrittori, da Pablo Picasso a Salvador Dalì, da Man Ray a André Breton.
Bistrot fumosi, vicoli bagnati dalla pioggia, riflessi di luce sull’asfalto o nelle pozzanghere, atmosfere nebbiose lungo la Senna, graffiti sui muri, ma anche frammenti di vita quotidiana, soprattutto notturna, con prostitute nei bordelli, musicisti e spazzini per le strade, artisti e innamorati ai tavolini dei bar: questi sono gli elementi che animano la mostra valdostana e, ovviamente, la fotografia di Brassaï, pseudonimo di Gyula Halász (1899-1984), firma della rivista surrealista «Minotaure» e di «Harper’s Bazaar», nonché autore dei libri «Paris de Nuit» (1933) e «Les artistes de ma vie» (1982).
I suoi scatti sono eleganti senza essere freddi, intimi senza essere invasivi. Osservano e raccontano l’ordinario e la marginalità urbana, senza giudizio, con empatia e intensità. Ogni luce è calcolata; ogni sfumatura d’ombra e ogni riflesso sono scelti con cura per disegnare atmosfere sospese, intense e intrise di poesia. Ogni immagine è una storia colta prima che il tempo la porti via per sempre, grazie alla quale il fotografo può dire «io ho visto» o, come diceva Brassaï, «io ho visto e ho amato quello che ho visto».
Bistrot fumosi, vicoli bagnati dalla pioggia, riflessi di luce sull’asfalto o nelle pozzanghere, atmosfere nebbiose lungo la Senna, graffiti sui muri, ma anche frammenti di vita quotidiana, soprattutto notturna, con prostitute nei bordelli, musicisti e spazzini per le strade, artisti e innamorati ai tavolini dei bar: questi sono gli elementi che animano la mostra valdostana e, ovviamente, la fotografia di Brassaï, pseudonimo di Gyula Halász (1899-1984), firma della rivista surrealista «Minotaure» e di «Harper’s Bazaar», nonché autore dei libri «Paris de Nuit» (1933) e «Les artistes de ma vie» (1982).
I suoi scatti sono eleganti senza essere freddi, intimi senza essere invasivi. Osservano e raccontano l’ordinario e la marginalità urbana, senza giudizio, con empatia e intensità. Ogni luce è calcolata; ogni sfumatura d’ombra e ogni riflesso sono scelti con cura per disegnare atmosfere sospese, intense e intrise di poesia. Ogni immagine è una storia colta prima che il tempo la porti via per sempre, grazie alla quale il fotografo può dire «io ho visto» o, come diceva Brassaï, «io ho visto e ho amato quello che ho visto».
1. Mika Sperling, Dalla serie «I Have Done Nothing Wrong». © Mika Sperling. Opera esposta al «Cortona On The Move»; 2.Ferdinando Scianna. Bali, Indonesia: Celia Forner sulla spiaggia, 1989. © Ferdinando Scianna/Magnum Photos. Opera esposta nella mostra «Mare Magnum. Da Ferdinando Scianna a Martin Parr. I fotografi Magnum e le spiagge»; 3. Martin Parr, Margate, Kent, England, 1986. ©Martin Parr/Magnum. Opera esposta nella mostra «Mare Magnum. Da Ferdinando Scianna a Martin Parr. I fotografi Magnum e le spiagge»; 4. Sebastião Salgado, Gli iceberg sono pezzi di ghiacciaio che si staccano e vanno alla deriva nel mare. Isole Sandwich Australi, 2009. © Sebastião Salgado/Contrasto. Opera esposta nella mostra «Sebastião Salgado. Ghiacciai»; 5. Sebastião Salgado, Gli iceberg sono pezzi di ghiacciaio che si staccano e vanno alla deriva nel mare. Tra l’Isola Bristol e l’Isola Bellingshausen, Isole Sandwich Australi, 2009, © Sebastião Salgado/Contrasto. Opera esposta nella mostra «Sebastião Salgado. Ghiacciai»; 6. Vivian Maier, «Self-Portrait, New York, NY, 1954», Gelatin silver print, 2012, 40x50 cm. ©Estate of Vivian Maier, Courtesy of Maloof. Collection and Howard Greenberg Gallery, NY. Opera esposta nella mostra «Vivian Maier. The Exhibition»; 7. Vivian Maier, «Untilted, September 1961», Gelatin silver print, 2020, 40x50 cm ©Estate of Vivian Maier, Courtesy of Maloof. Collection and Howard Greenberg Gallery, NY, Opera esposta nella mostra «Vivian Maier. The Exhibition»; 8. Robert Mapplethorpe, «Thomas and Dovanna», 1986 © Robert Mapplethorpe Foundation. Used by permission. Opera esposta nella mostra «Le forme del classico»; 9. Robert Mapplethorpe, «Flowers. Purple Callas», 1987 © Robert Mapplethorpe Foundation. Used by permission. Opera esposta nella mostra «Le forme del classico»; 10. Newsha Tavakolian, Listen Project, Iran, 2010-2011. © Newsha Tavakolian/Magnum Photos. Opera esposta nella mostra «Women Power. L'universo femminile nelle fotografie dell'Agenzia Magnum dal dopoguerra a oggi»; 11. Vista dell’allestimento della mostra «Women Power. L'universo femminile nelle fotografie dell'Agenzia Magnum dal dopoguerra a oggi» ad Abano Terme. Foto: Simone Falso; 12. Alfred Eisenstaedt, Vittoria sul Giappone. Un marinaio bacia un’infermiera durante i festeggiamenti per la vittoria sul Giappone a Times Square. New York City, 14 agosto 1945. © Alfred Eisenstaedt / The LIFE Picture Collection / Shutterstock; 13. e 14. Allestimento della mostra di Alfred Eisenstaedt a Camera. Foto di Andrea Guermani; 15. Dorothea Lange, «Madre migrante. Raccoglitori poveri di piselli in California. Madre di sette figli. Età: trentadue». Nipomo, California. 1936. The New York Public Library | Library of Congress Prints and Photographs Division Washington; 16. Dorothea Lange, «Un grande cartello con la scritta "Sono un americano" affisso sulla vetrina di un negozio tra le [401-403 Eighth] e Franklin Street l'8 dicembre, il giorno dopo Pearl Harbor. Il negozio è stato chiuso in seguito all'ordine di evacuazione delle persone di origine giapponese da alcune zone della costa occidentale. Il proprietario, laureato all'Università della California, sarà ospitato insieme a centinaia di sfollati nei centri della WRA per tutta la durata della guerra». Oakland, California. 1942. The New York Public Library | Library of Congress Prints and Photographs Division Washington; 17. Mario Giacomelli, «Io non ho mani che mi accarezzino il volto», scatto tratto dalla serie detta anche «dei Pretini», 1962-1963. © Cortesia della collezione Massimo Prelz Oltramonti e Archivio Giacomelli. Fotografia esposta nella mostra «L’immagine e la parola» al Palazzo Reale di Milano; 18. Allestimento della mostra «Ghitta Carell. Ritratti del Novecento» a Milano, nelle sale Villa Necchi Campiglio. Foto: Barbara Verduci. © Fai – Fondo per l’ambiente italiano; 19. I Beatles ritratti sulla terrazza del Grand Hotel Duomo; sullo sfondo la cattedrale, Milano, 24 giugno 1965. Fotografia di Carlo Fumagalli. © Archivio Publifoto – Intesa San Paolo. Immagine esposta nella mostra «Tutti pazzi per i Beatles. Il concerto del 1965 a Milano nelle fotografie di Publifoto»; 20. Immagine guida della mostra«Giovanni Paolo II. L’uomo, il Papa, il Santo negli scatti di Gianni Giansanti». Gianni Giansanti, Saragozza - Spagna, 1982 © Gianni Giansanti; 21. Franco Fontana, Los Angeles, 1990. © Franco Fontana. Immagine guida della mostra «Franco Fontana. Retrospective» al Museo dell’Ara Pacis di Roma; 22. Elliott Erwitt, USA. New York, 1956. 40x50 cm. © Elliott Erwitt. Private Collection. Opera esposta nella mostra «Elliott Erwitt. Icons» a Palazzo Bonaparte di Roma; 23. Elliott Erwitt, USA. New York City. 1955. 50x60 cm. © Elliott Erwitt. Private Collection. Opera esposta nella mostra «Elliott Erwitt. Icons» a Palazzo Bonaparte di Roma; 24. Tina Modotti, «Tehuanas con cesti sulla testa», 1929. Opera esposta nella mostra «Tina Modotti. Donna, Fotografa, Militante Una vita fra due mondi» al Museo di Roma in Trastevere; 25. George Hoyningen-Huene, «Divers, Horst and Lee miller», Paris 1930. © George Hoyningen-Huene Estate Archives. Opera Esposta nella mostra «George Hoyningen-Huene. Art.Fashion.Cinema» a Roma; 26. George Hoyningen-Huene, «Sonia Colmer, Vionnet Pyjamas 1», 1931 © George Hoyningen-Huene Estate Archives. Opera esposta nella mostra «George Hoyningen-Huene. Art.Fashion.Cinema» a Roma; 27. Mostra «George Hoyningen-Huene. Art.Fashion.Cinema», Museo di Roma a Palazzo Braschi, 25 giugno – 19 ottobre 2025 © Matteo Priori; 28. Gianni Berengo Gardin, Uno dei ripiani utilizzati per le composizioni nello studio, 1993, stampa ai sali d'argento, Archivio Gianni Berengo Gardin, Milano © 2025 Gianni Berengo Gardin / Fondazione Forma per la Fotografia / Contrasto. Fotografia esposta nella mostra «Gianni Berengo Gardin fotografa lo studio di Giorgio Morandi» a Perugia; 29. Gianni Berengo Gardin, Uno dei ripiani utilizzati per le composizioni nello studio, 1993, stampa ai sali d'argento, Archivio Gianni Berengo Gardin, Milano © 2025 Gianni Berengo Gardin / Fondazione Forma per la Fotografia / Contrasto. Fotografia esposta nella mostra «Gianni Berengo Gardin fotografa lo studio di Giorgio Morandi» a Perugia; 30. Antonello da Messina, «Cristo alla colonna», 1476-1478. Dipinto olio su tavola, 25.8×21 cm. Parigi Museo del Louvre; e Marco Delogu, «Cardinale Joseph Ratzinger», Roma, 1998. Stampa ai Sali d’argento su carta oriental da negativo; 31. Antonello da Messina, «L’Annunciata di Palermo», 1475. Dipinto a olio su tavola (45x34,5 cm). Palermo, Palazzo Abatellis; e Marco Delogu, «Senada», Roma, 2000. Stampa ai sali d’argento su carta oriental, da negativo; 32. Brassaï, «Le Baiser», c. 1935-37. © Estate Brassaï Succession-Philippe Ribeyrolles; 33. Brassaï, «Couple au bal des Quatre Saisons, rue de Lappe». © Estate Brassaï Succession-Philippe Ribeyrolles
SCHEDE INFORMATIVE DELLE MOSTRE
«Mare Magnum. Da Ferdinando Scianna a Martin Parr. I fotografi Magnum e le spiagge». Villa Mussolini, Viale Milano 31 - Riccione. Orari: fino al 7 settembre 2025, tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 23 | dal 9 settembre al 5 ottobre 2025, dal martedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19; sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 20; chiuso tutti i lunedì non festivi |Orario festività: 15 agosto 2025, dalle 10 alle 20| La biglietteria chiude 30 minuti prima. Biglietti (audioguida inclusa): Open € 13,00 | Intero € 12,00 |Ridotto € 10,00 per gruppi di almeno 12 persone, titolari di convenzioni appositamente attivate e giornalisti non accreditati, tesserati FAI, tesserati FIAF | Ridotto Speciale € 5,00 per scuole e minori di 24 anni | Gratuito Per minori di 6 anni, docenti accompagnatori, disabili e accompagnatori, giornalisti accreditati e guide turistiche con patentino | Diritto di prenotazione: €1,00 a persona. Informazioni e prenotazioni: www.civita.art. Fino al 5 ottobre 2025
«Sebastião Salgado. Ghiacciai». Mart - Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, corso Bettini 43 – Rovereto. Orari: martedì, mercoledì, giovedì, domenica dalle 10 alle 18 | venerdì, sabato dalle 10 alle 19:30 | lunedì chiuso. Biglietti: intero € 15,00 | ridotto € 10,00. Informazioni: https://www.mart.tn.it. Fino al 21 settembre 2025
Muse – Museo della scienza di Trento, corso del Lavoro e della Scienza 3 – Trento. Orari: dal martedì al venerdì dalle 10 alle 18 | sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 19 | lunedì chiuso | Aperture straordinarie 4 agosto dalle 10 alle 18; dall’11 al 14 e dal 18 al 22 agosto dalle 10 alle 19; 25 agosto dalle 10 alle 18; 24 dicembre dalle 10 alle 17; 29 dicembre dalle 10 alle 18; 31 dicembre dalle 10 alle 17; 1° gennaio 2026 dalle 13 alle 19; 2 e 5 gennaio 2026 dalle 10 alle 19. Biglietti: Intero € 11 | Ridotto € 9 | Tariffa famiglia 1 genitore + figlie/i minorenni € 11; 2 genitori + figlie/i minorenni € 22. Sito internet: https://www.muse.it. Fino all’11 gennaio 2026
«Vivian Maier. The Exhibition». Centro Culturale Altinate | San Gaetano, via Altinate 71 - Padova. Orari: dal martedì alla domenica dalle 10 alle 19:30; dal 28 luglio al 31 agosto 2025 dal martedì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15:30 alle 19 chiuso il lunedì e chiuso dall’11 al 17 agosto 2025| La biglietteria chiude un’ora prima. Biglietti: Open € 18,00 | Intero € 16,00 | Ridotto € 14,00. Informazioni e prenotazioni: tel. +39 049 748521 | info@arthemisia.it. Informazioni e prenotazioni gruppi e scuole: tel. +39 049 748521 | didattica@arthemisia.it. Sito Web: www.arthemisia.it. Social e Hashtag ufficiale: #VivianMaierPadova | @arthemisiaarte. Catalogo: Moebius. Fino al 19 ottobre 2025
«Robert Mapplethorpe. Le forme del classico». Le Stanze della Fotografia, Isola di San Giorgio Maggiore - Venezia. Orari: aperto tutti i giorni dalle ore 11 alle 19; chiuso il mercoledì. Biglietti: intero € 14,00, ridotto (studenti under 26 anni; over 65; gruppi (minimo 10 massimo 25 persone); titolari apposite convenzioni: possessori della Bru Zane Card, soci Alliance française, AIED, Coop Alleanza 3.0, FAI, FIAF, Amici dei Musei e dei Monumenti Veneziani, Touring Club, CartaEffe laFeltrinelli e IBS, visitatori de Le Stanze del Vetro con coupon, clienti del San Giorgio Cafè con scontrino del giorno presente, soci della Compagnia della Vela) € 12,00; ridotto speciale [nati o residenti nel Comune di Venezia (ogni martedì); titolari CartaEffe laFeltrinelli e IBS (ogni giovedì); possessori del biglietto d'ingresso alle mostre delle sedi espositive delle Gallerie d’Italia; MyPass Venezia (+ € 1 prevendita)] € 9,00; ridotto studenti (con tesserino delle università Ca' Foscari, Iuav, Accademia di Belle Arti di Venezia, IUSVE; associati Ca’ Foscari Alumni; riduzione per gli studenti di tutte le università il venerdì) € 7,00, ridotto gruppi e scuole € 6,00. Biglietto gratuito: bambini fino ai 6 anni, un accompagnatore per ogni gruppo (2 accompagnatori per ogni classe scolastica), persone con disabilità e accompagnatore, guide turistiche certificate, Cini Ambassador, giornalisti con tesserino professionale. Biglietti online: https://stanzedellafotografia.vivaticket.it/. Sito web: www.lestanzedellafotografia.it. Fino al 6 gennaio 2026.
«Women Power. L'universo femminile nelle fotografie dell'Agenzia Magnum dal dopoguerra a oggi». Museo Villa Bassi Rathgeb, via Appia Monterosso, 52 - Abano Terme (Padova). Orari: lunedì e martedì chiuso, da mercoledì a domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19. Biglietti: intero € 10,00; ridotto € 8,00; studenti 7-25 anni € 5,00. Catalogo: Dario Cimorelli Editore. Informazioni: https://www.musevillabassiabano.it. Fino al 21 settembre 2025
Alfred Eisenstaedt. Camera - Centro italiano per la fotografia, via delle Rosine 18 - Torino. Orari: dal lunedì alla domenica dalle 11 alle 19 | a settembre il giovedì la mostra sarà visibile fino alle 21 | Ultimo ingresso: 30 minuti prima della chiusura. Biglietti: intero € 13,00; ridotto € 10,00 (• fino a 25 anni, a partire da 70 anni | • soci / possessori / iscritti: Academy Gallerie d’Italia, AFIP – Associazione Fotografi Professionisti, Aiace Torino, Alliance Française Torino, Amici della Fondazione per l’Architettura, APC Gold Card, ARCI, Artsupp Card, AWI – Art Workers Italia, Card “Io Leggo di Più”, Card MenoUnoPiuSei, Centro Congressi Unione Industriale Torino, COOP, ENI Station, Enjoy, FAI – Fondo Ambiente Italiano, FIAF, Medicina e Misura di Donna Onlus, Ordine degli Architetti, Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Torino, Slow Food, Spazi Fotografici Bologna, TAU Visual, Touring Club Italiano, UISP | • possessori del biglietto d’ingresso di: Forte di Bard, Gallerie d’Italia (Milano, Napoli, Torino, Vicenza), MEF – Museo Ettore Fico, Museo Nazionale del Cinema, Pirelli HangarBicocca |• studenti iscritti ad Accademie di Belle Arti o equivalenti, a Corsi di Laurea, Master o Dottorati di Ricerca negli ambiti fotografia, storico-artistico, beni culturali, architettura, grafica, cinema mediante esibizione di idoneo documento |• gruppi di almeno 15 persone paganti); ridotto speciale € 6,00 (• da 12 a 17 anni | • gruppi di almeno 15 studenti di Scuole / Università / Istituti di formazione | • iscritti Associazione ALI, dipendenti Intesa Sanpaolo); gratuito • fino a 11 anni • visitatori con disabilità e un accompagnatore • possessori Abbonamento Musei Torino Piemonte, Torino + Piemonte Card, Passaporto Culturale • soci ICOM • guide turistiche abilitate • giornalisti iscritti all’Albo • dipendenti Gruppo Eni / Plenitude e un accompagnatore, dipendenti Gruppo Lavazza • possessori della Membership Pirelli HangarBicocca Milano, amici di Palazzo Magnani Reggio Emilia | Servizio di biglietteria e prevendita a cura di Vivaticket.I biglietti possono essere acquistati presso la biglietteria utilizzando Satispay, 18App o Carta del Docente. Sito internet: https://www.camera.to. Fino al 21 settembre 2025
Dorothea Lange. Museo diocesano, Corso di Porta Ticinese, 95 - Milano. Orario estivo (fino al 1° settembre 2025): dal lunedì alla domenica dalle 17:30 alle 22:30 (ultimo ingresso in mostra alle ore 22.00). Orario diurno (da martedì 2 settembre 2025) dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 18; la biglietteria chiude alle ore 17.30; chiuso il lunedì. Ingresso estivo (fino al 1° settembre 2025): € 12,00 (prima consumazione inChiostro Bistrot + ingresso). Ingresso dal 2 settembre 2025 (comprensivo della visita alla collezione permanente): intero € 9,00, ridotto e gruppi € 7,00, scuole e oratori € 4,00. Sito internet: https://chiostrisanteustorgio.it. Fino al 19 ottobre 2025
«Mario Giacomelli. Il fotografo e il poeta». Palazzo Reale, piazza del Duomo, 12 – Milano. Orario: da martedì a domenica dalle 10 alle 19:30; giovedì chiusura alle 22:30; lunedì chiuso | Ultimo ingresso un'ora prima. Biglietti: Open € 17,00, intero € 15,00, ridotto da € 13,00 a € 10,00, scuole € 6,00, famiglie: 1 o 2 adulti € 10,00 / da 6 a 14 anni € 6,00. Informazioni e prenotazioni: https://www.palazzorealemilano.it. Fino al 7 settembre 2025
«Ghitta Carell. Ritratti del Novecento». Villa Necchi Campiglio, via Mozart 14 – Milano. Orari: dal mercoledì alla domenica, dalle 10.00 alle 18.00; ultimo ingresso alle ore 17.00. Ingresso: intero € 15, ridotto (bambini 6-18 anni) € 9, famiglia (2 adulti e figli 6/18 anni) € 39, studenti universitari (fino ai 25 anni) €9. Informazioni: 0276340121 | fainecchi@fondoambiente.it. Sito web: https://fondoambiente.it. Fino al 12 ottobre 2025
«Tutti pazzi per i Beatles. Il concerto del 1965 a Milano nelle fotografie di Publifoto». Gallerie d'Italia - Chiostro ottagono, Piazza della Scala 6 – Milano. Orari: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica, dalle 9:30 alle 19:30; giovedì, dalle 9:30 alle 22:30; lunedì chiuso | Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura. Biglietti: intero 10 euro, ridotto 8 euro, ridotto speciale 5 euro per clienti del Gruppo Intesa Sanpaolo e under 26; gratuità per convenzionati, scuole, minori di 18 anni, dipendenti del Gruppo Intesa Sanpaolo. Informazioni: https://gallerieditalia.com/. Fino al 7 settembre 2025
«Giovanni Paolo II. L’uomo, il Papa, il Santo negli scatti di Gianni Giansanti». Orari: da martedì a domenica dalle 9 alle 19:30 (ultimo ingresso ore 18.30); lunedì chiuso. Biglietti: intero € 16,00, ridotto € 2,00 (18-25 anni), gratuità di legge. Prenotazioni Call center: + 39.06.39967100 (lunedì-venerdì 9.00-18.00; sabato 9.00-14.00), info@coopculture.it. Sito internet: htttps://www.civita.art | https://www.castelsantangelo.beniculturali.it. Fino al 30 novembre 2025
«Franco Fontana. Retrospective». Museo dell’Ara Pacis, ingresso alla mostra da Via di Ripetta 180 - Roma. Orari: Museo dell’Ara Pacis. Orari: 9:30-19:30. Ingresso: € 13,00 biglietto solo mostra intero; € 11,00 biglietto solo mostra ridotto; € 18,00 biglietto cumulativo intero per i residenti a Roma non possessori della MIC Card; € 14,00 biglietto cumulativo ridotto per i residenti a Roma non possessori della MIC Card; € 19,00 biglietto cumulativo intero per i non residenti a Roma; € 15,00 biglietto cumulativo ridotto per i non residenti a Roma; € 4,00 biglietto solo mostra speciale scuola ad alunno (ingresso gratuito ad un docente accompagnatore ogni 10 alunni); € 22,00 biglietto solo mostra speciale Famiglie (2 adulti più figli al di sotto dei 18 anni); € 11,00 biglietto solo mostra speciale Famiglie (1 adulto più figli al di sotto dei 18 anni); gratuito e ridotto per le categorie previste dalla tariffazione vigente la Delibera delle tariffe della Giunta capitolina n. 421 del 15/12/2023 e successive modifiche e integrazioni. Catalogo: Contrasto. Informazioni: 060608 (tutti i giorni ore 9.00 - 19.00) | https://www.sovrintendenzaroma.it; https://www.museiincomuneroma.it; https://www.arapacis.it; https://www.zetema.it. Fino al 31 agosto 2025
«Elliott Erwitt. Icons». Palazzo Bonaparte, Piazza Venezia, 5 (angolo Via del Corso) - Roma. Orari: tutti i giorni dalle 10 alle 20 (la biglietteria chiude alle 19), apertura straordinaria venerdì 15 agosto dalle 10 alle 20 (la biglietteria chiude alle 19). Biglietti: intero € 15,00, ridotto € 14,00, ridotto bambini € 5,00, bambini da 4 a 11 anni non compiuti, ridotto gruppi € 14,00 (prenotazione obbligatoria, min 10 max 25 pax), ridotto scuole € 5,00; biglietto Open € 17,00 (consente lʼingresso alla mostra senza necessità di bloccare la data e la fascia oraria. Il biglietto Open consente l’ingresso in un giorno a propria scelta all’orario desiderato, dal giorno successivo a quello di acquisto fino al termine della mostra. Non occorrerà comunicare preventivamente il giorno e l'orario di visita. Biglietto combinato (Elliott Erwitt + Carole Feuerman): intero € 20,00, ridotto € 18,00, bambini € 8,00, Open € 24,00. Informazioni e prenotazioni: tel. + 39.06.8715111 o info@arthemisia.it. Sito web: www.mostrepalazzobonaparte.it | www.arthemisia.it. Hashtag ufficiale: #ErwittBonaparte. Fino al 21 settembre 2025
«Tina Modotti. Donna, Fotografa, Militante Una vita fra due mondi». Museo di Roma in Trastevere, piazza S. Egidio 1b – Roma. Orari: dal martedì alla domenica dalle 10 alle 20; ultimo ingresso un'ora prima della chiusura; chiuso il lunedì. Biglietti: intero € 12,00, ridotto € 7,50 | per i residenti in Roma Capitale e nell’area metropolitana (mediante esibizione di valido documento che attesti la residenza) intero € 7,50, ridotto € 6,50 | ingresso gratuito al museo per i possessori della MIC Card. Informazioni: tel. 060608 (tutti i giorni dalle 9 alle 19). Sito internet: https://www.museodiromaintrastevere.it | https://www.museiincomune.it. Fino al 21 settembre 2025
«George Hoyningen-Huene. Art.Fashion.Cinema». Palazzo Braschi, piazza San Pantaleo, 10 – Roma. Orari: martedì – domenica 10.00 – 19.00; chiuso il lunedì; ultimo ingresso un'ora prima della chiusura. Biglietti (solo mostra): € 13,00 biglietto intero; € 11,00 biglietto ridotto; € 4,00 biglietto speciale scuola; € 22,00 biglietto speciale famiglie (2 adulti più figli al di sotto dei 18 anni); € 11,00 biglietto speciale famiglie (1 adulto più figli al di sotto dei 18 anni); gruppi € 11,00 sono previsti anche biglietti cumulativi per la visita a Palazzo Braschi e alle eventuali altre mostre allestite nei suoi spazi. Informazioni: tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 - 19.00), https://www.museodiroma.it; htttps://www.museiincomune.it. Fino al 19 ottobre 2025
«Gianni Berengo Gardin fotografa lo studio di Giorgio Morandi». Galleria nazionale dell’Umbria, corso Pietro Vannucci, 19 - Perugia. Orari: dal lunedì alla domenica dalle 08:30 alle 19:30 (ultimo ingresso 18:30). Biglietti: intero € 12,00 | ridotto € 2,00. Informazioni: tel.075.58668436; gan-umb@cultura.gov.it. Sito internet: https://www.gallerianazionaledellumbria.it. Fino al 28 settembre 2025
«Lavori in dialogo. Antonello da Messina. Marco Delogu. Cinque opere investigate e trasfigurate attraverso la fotografia». Galleria Regionale di Palazzo Bellomo, via Capodieci 14 - Siracusa. Orari: da martedì a sabato dalle 9 alle 19, domenica e festivi dalle 9 alle 13 (La biglietteria chiude mezz'ora prima); lunedì chiuso. Ingresso: intero €10,00, ridotto (Under 25 e soci Fai) €5,00. Informazioni: galleria.bellomo@regione.sicilia.it. Sito internet: https://www.comune.siracusa.it/vivere-il-comune/luoghi/galleria-regionale-di-palazzo-bellomo. Fino al 30 settembre 2025
«Brassaï. L’occhio di Parigi». Centro Saint-Bénin, Via Festaz 27 – Aosta. Orari di apertura: martedì-domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18. Biglietti: intero 8 €, ridotto 6 €, ingresso gratuito per i minori di 18 anni. Per informazioni: Regione autonoma Valle d’Aosta - Struttura Attività espositive e promozione identità culturale, tel. 0165.275937. Sito web: https://www.regione.vda.it. Fino al 9 novembre 2025
«Sebastião Salgado. Ghiacciai». Mart - Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, corso Bettini 43 – Rovereto. Orari: martedì, mercoledì, giovedì, domenica dalle 10 alle 18 | venerdì, sabato dalle 10 alle 19:30 | lunedì chiuso. Biglietti: intero € 15,00 | ridotto € 10,00. Informazioni: https://www.mart.tn.it. Fino al 21 settembre 2025
Muse – Museo della scienza di Trento, corso del Lavoro e della Scienza 3 – Trento. Orari: dal martedì al venerdì dalle 10 alle 18 | sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 19 | lunedì chiuso | Aperture straordinarie 4 agosto dalle 10 alle 18; dall’11 al 14 e dal 18 al 22 agosto dalle 10 alle 19; 25 agosto dalle 10 alle 18; 24 dicembre dalle 10 alle 17; 29 dicembre dalle 10 alle 18; 31 dicembre dalle 10 alle 17; 1° gennaio 2026 dalle 13 alle 19; 2 e 5 gennaio 2026 dalle 10 alle 19. Biglietti: Intero € 11 | Ridotto € 9 | Tariffa famiglia 1 genitore + figlie/i minorenni € 11; 2 genitori + figlie/i minorenni € 22. Sito internet: https://www.muse.it. Fino all’11 gennaio 2026
«Vivian Maier. The Exhibition». Centro Culturale Altinate | San Gaetano, via Altinate 71 - Padova. Orari: dal martedì alla domenica dalle 10 alle 19:30; dal 28 luglio al 31 agosto 2025 dal martedì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15:30 alle 19 chiuso il lunedì e chiuso dall’11 al 17 agosto 2025| La biglietteria chiude un’ora prima. Biglietti: Open € 18,00 | Intero € 16,00 | Ridotto € 14,00. Informazioni e prenotazioni: tel. +39 049 748521 | info@arthemisia.it. Informazioni e prenotazioni gruppi e scuole: tel. +39 049 748521 | didattica@arthemisia.it. Sito Web: www.arthemisia.it. Social e Hashtag ufficiale: #VivianMaierPadova | @arthemisiaarte. Catalogo: Moebius. Fino al 19 ottobre 2025
«Robert Mapplethorpe. Le forme del classico». Le Stanze della Fotografia, Isola di San Giorgio Maggiore - Venezia. Orari: aperto tutti i giorni dalle ore 11 alle 19; chiuso il mercoledì. Biglietti: intero € 14,00, ridotto (studenti under 26 anni; over 65; gruppi (minimo 10 massimo 25 persone); titolari apposite convenzioni: possessori della Bru Zane Card, soci Alliance française, AIED, Coop Alleanza 3.0, FAI, FIAF, Amici dei Musei e dei Monumenti Veneziani, Touring Club, CartaEffe laFeltrinelli e IBS, visitatori de Le Stanze del Vetro con coupon, clienti del San Giorgio Cafè con scontrino del giorno presente, soci della Compagnia della Vela) € 12,00; ridotto speciale [nati o residenti nel Comune di Venezia (ogni martedì); titolari CartaEffe laFeltrinelli e IBS (ogni giovedì); possessori del biglietto d'ingresso alle mostre delle sedi espositive delle Gallerie d’Italia; MyPass Venezia (+ € 1 prevendita)] € 9,00; ridotto studenti (con tesserino delle università Ca' Foscari, Iuav, Accademia di Belle Arti di Venezia, IUSVE; associati Ca’ Foscari Alumni; riduzione per gli studenti di tutte le università il venerdì) € 7,00, ridotto gruppi e scuole € 6,00. Biglietto gratuito: bambini fino ai 6 anni, un accompagnatore per ogni gruppo (2 accompagnatori per ogni classe scolastica), persone con disabilità e accompagnatore, guide turistiche certificate, Cini Ambassador, giornalisti con tesserino professionale. Biglietti online: https://stanzedellafotografia.vivaticket.it/. Sito web: www.lestanzedellafotografia.it. Fino al 6 gennaio 2026.
«Women Power. L'universo femminile nelle fotografie dell'Agenzia Magnum dal dopoguerra a oggi». Museo Villa Bassi Rathgeb, via Appia Monterosso, 52 - Abano Terme (Padova). Orari: lunedì e martedì chiuso, da mercoledì a domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19. Biglietti: intero € 10,00; ridotto € 8,00; studenti 7-25 anni € 5,00. Catalogo: Dario Cimorelli Editore. Informazioni: https://www.musevillabassiabano.it. Fino al 21 settembre 2025
Alfred Eisenstaedt. Camera - Centro italiano per la fotografia, via delle Rosine 18 - Torino. Orari: dal lunedì alla domenica dalle 11 alle 19 | a settembre il giovedì la mostra sarà visibile fino alle 21 | Ultimo ingresso: 30 minuti prima della chiusura. Biglietti: intero € 13,00; ridotto € 10,00 (• fino a 25 anni, a partire da 70 anni | • soci / possessori / iscritti: Academy Gallerie d’Italia, AFIP – Associazione Fotografi Professionisti, Aiace Torino, Alliance Française Torino, Amici della Fondazione per l’Architettura, APC Gold Card, ARCI, Artsupp Card, AWI – Art Workers Italia, Card “Io Leggo di Più”, Card MenoUnoPiuSei, Centro Congressi Unione Industriale Torino, COOP, ENI Station, Enjoy, FAI – Fondo Ambiente Italiano, FIAF, Medicina e Misura di Donna Onlus, Ordine degli Architetti, Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Torino, Slow Food, Spazi Fotografici Bologna, TAU Visual, Touring Club Italiano, UISP | • possessori del biglietto d’ingresso di: Forte di Bard, Gallerie d’Italia (Milano, Napoli, Torino, Vicenza), MEF – Museo Ettore Fico, Museo Nazionale del Cinema, Pirelli HangarBicocca |• studenti iscritti ad Accademie di Belle Arti o equivalenti, a Corsi di Laurea, Master o Dottorati di Ricerca negli ambiti fotografia, storico-artistico, beni culturali, architettura, grafica, cinema mediante esibizione di idoneo documento |• gruppi di almeno 15 persone paganti); ridotto speciale € 6,00 (• da 12 a 17 anni | • gruppi di almeno 15 studenti di Scuole / Università / Istituti di formazione | • iscritti Associazione ALI, dipendenti Intesa Sanpaolo); gratuito • fino a 11 anni • visitatori con disabilità e un accompagnatore • possessori Abbonamento Musei Torino Piemonte, Torino + Piemonte Card, Passaporto Culturale • soci ICOM • guide turistiche abilitate • giornalisti iscritti all’Albo • dipendenti Gruppo Eni / Plenitude e un accompagnatore, dipendenti Gruppo Lavazza • possessori della Membership Pirelli HangarBicocca Milano, amici di Palazzo Magnani Reggio Emilia | Servizio di biglietteria e prevendita a cura di Vivaticket.I biglietti possono essere acquistati presso la biglietteria utilizzando Satispay, 18App o Carta del Docente. Sito internet: https://www.camera.to. Fino al 21 settembre 2025
Dorothea Lange. Museo diocesano, Corso di Porta Ticinese, 95 - Milano. Orario estivo (fino al 1° settembre 2025): dal lunedì alla domenica dalle 17:30 alle 22:30 (ultimo ingresso in mostra alle ore 22.00). Orario diurno (da martedì 2 settembre 2025) dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 18; la biglietteria chiude alle ore 17.30; chiuso il lunedì. Ingresso estivo (fino al 1° settembre 2025): € 12,00 (prima consumazione inChiostro Bistrot + ingresso). Ingresso dal 2 settembre 2025 (comprensivo della visita alla collezione permanente): intero € 9,00, ridotto e gruppi € 7,00, scuole e oratori € 4,00. Sito internet: https://chiostrisanteustorgio.it. Fino al 19 ottobre 2025
«Mario Giacomelli. Il fotografo e il poeta». Palazzo Reale, piazza del Duomo, 12 – Milano. Orario: da martedì a domenica dalle 10 alle 19:30; giovedì chiusura alle 22:30; lunedì chiuso | Ultimo ingresso un'ora prima. Biglietti: Open € 17,00, intero € 15,00, ridotto da € 13,00 a € 10,00, scuole € 6,00, famiglie: 1 o 2 adulti € 10,00 / da 6 a 14 anni € 6,00. Informazioni e prenotazioni: https://www.palazzorealemilano.it. Fino al 7 settembre 2025
«Ghitta Carell. Ritratti del Novecento». Villa Necchi Campiglio, via Mozart 14 – Milano. Orari: dal mercoledì alla domenica, dalle 10.00 alle 18.00; ultimo ingresso alle ore 17.00. Ingresso: intero € 15, ridotto (bambini 6-18 anni) € 9, famiglia (2 adulti e figli 6/18 anni) € 39, studenti universitari (fino ai 25 anni) €9. Informazioni: 0276340121 | fainecchi@fondoambiente.it. Sito web: https://fondoambiente.it. Fino al 12 ottobre 2025
«Tutti pazzi per i Beatles. Il concerto del 1965 a Milano nelle fotografie di Publifoto». Gallerie d'Italia - Chiostro ottagono, Piazza della Scala 6 – Milano. Orari: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica, dalle 9:30 alle 19:30; giovedì, dalle 9:30 alle 22:30; lunedì chiuso | Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura. Biglietti: intero 10 euro, ridotto 8 euro, ridotto speciale 5 euro per clienti del Gruppo Intesa Sanpaolo e under 26; gratuità per convenzionati, scuole, minori di 18 anni, dipendenti del Gruppo Intesa Sanpaolo. Informazioni: https://gallerieditalia.com/. Fino al 7 settembre 2025
«Giovanni Paolo II. L’uomo, il Papa, il Santo negli scatti di Gianni Giansanti». Orari: da martedì a domenica dalle 9 alle 19:30 (ultimo ingresso ore 18.30); lunedì chiuso. Biglietti: intero € 16,00, ridotto € 2,00 (18-25 anni), gratuità di legge. Prenotazioni Call center: + 39.06.39967100 (lunedì-venerdì 9.00-18.00; sabato 9.00-14.00), info@coopculture.it. Sito internet: htttps://www.civita.art | https://www.castelsantangelo.beniculturali.it. Fino al 30 novembre 2025
«Franco Fontana. Retrospective». Museo dell’Ara Pacis, ingresso alla mostra da Via di Ripetta 180 - Roma. Orari: Museo dell’Ara Pacis. Orari: 9:30-19:30. Ingresso: € 13,00 biglietto solo mostra intero; € 11,00 biglietto solo mostra ridotto; € 18,00 biglietto cumulativo intero per i residenti a Roma non possessori della MIC Card; € 14,00 biglietto cumulativo ridotto per i residenti a Roma non possessori della MIC Card; € 19,00 biglietto cumulativo intero per i non residenti a Roma; € 15,00 biglietto cumulativo ridotto per i non residenti a Roma; € 4,00 biglietto solo mostra speciale scuola ad alunno (ingresso gratuito ad un docente accompagnatore ogni 10 alunni); € 22,00 biglietto solo mostra speciale Famiglie (2 adulti più figli al di sotto dei 18 anni); € 11,00 biglietto solo mostra speciale Famiglie (1 adulto più figli al di sotto dei 18 anni); gratuito e ridotto per le categorie previste dalla tariffazione vigente la Delibera delle tariffe della Giunta capitolina n. 421 del 15/12/2023 e successive modifiche e integrazioni. Catalogo: Contrasto. Informazioni: 060608 (tutti i giorni ore 9.00 - 19.00) | https://www.sovrintendenzaroma.it; https://www.museiincomuneroma.it; https://www.arapacis.it; https://www.zetema.it. Fino al 31 agosto 2025
«Elliott Erwitt. Icons». Palazzo Bonaparte, Piazza Venezia, 5 (angolo Via del Corso) - Roma. Orari: tutti i giorni dalle 10 alle 20 (la biglietteria chiude alle 19), apertura straordinaria venerdì 15 agosto dalle 10 alle 20 (la biglietteria chiude alle 19). Biglietti: intero € 15,00, ridotto € 14,00, ridotto bambini € 5,00, bambini da 4 a 11 anni non compiuti, ridotto gruppi € 14,00 (prenotazione obbligatoria, min 10 max 25 pax), ridotto scuole € 5,00; biglietto Open € 17,00 (consente lʼingresso alla mostra senza necessità di bloccare la data e la fascia oraria. Il biglietto Open consente l’ingresso in un giorno a propria scelta all’orario desiderato, dal giorno successivo a quello di acquisto fino al termine della mostra. Non occorrerà comunicare preventivamente il giorno e l'orario di visita. Biglietto combinato (Elliott Erwitt + Carole Feuerman): intero € 20,00, ridotto € 18,00, bambini € 8,00, Open € 24,00. Informazioni e prenotazioni: tel. + 39.06.8715111 o info@arthemisia.it. Sito web: www.mostrepalazzobonaparte.it | www.arthemisia.it. Hashtag ufficiale: #ErwittBonaparte. Fino al 21 settembre 2025
«Tina Modotti. Donna, Fotografa, Militante Una vita fra due mondi». Museo di Roma in Trastevere, piazza S. Egidio 1b – Roma. Orari: dal martedì alla domenica dalle 10 alle 20; ultimo ingresso un'ora prima della chiusura; chiuso il lunedì. Biglietti: intero € 12,00, ridotto € 7,50 | per i residenti in Roma Capitale e nell’area metropolitana (mediante esibizione di valido documento che attesti la residenza) intero € 7,50, ridotto € 6,50 | ingresso gratuito al museo per i possessori della MIC Card. Informazioni: tel. 060608 (tutti i giorni dalle 9 alle 19). Sito internet: https://www.museodiromaintrastevere.it | https://www.museiincomune.it. Fino al 21 settembre 2025
«George Hoyningen-Huene. Art.Fashion.Cinema». Palazzo Braschi, piazza San Pantaleo, 10 – Roma. Orari: martedì – domenica 10.00 – 19.00; chiuso il lunedì; ultimo ingresso un'ora prima della chiusura. Biglietti (solo mostra): € 13,00 biglietto intero; € 11,00 biglietto ridotto; € 4,00 biglietto speciale scuola; € 22,00 biglietto speciale famiglie (2 adulti più figli al di sotto dei 18 anni); € 11,00 biglietto speciale famiglie (1 adulto più figli al di sotto dei 18 anni); gruppi € 11,00 sono previsti anche biglietti cumulativi per la visita a Palazzo Braschi e alle eventuali altre mostre allestite nei suoi spazi. Informazioni: tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 - 19.00), https://www.museodiroma.it; htttps://www.museiincomune.it. Fino al 19 ottobre 2025
«Gianni Berengo Gardin fotografa lo studio di Giorgio Morandi». Galleria nazionale dell’Umbria, corso Pietro Vannucci, 19 - Perugia. Orari: dal lunedì alla domenica dalle 08:30 alle 19:30 (ultimo ingresso 18:30). Biglietti: intero € 12,00 | ridotto € 2,00. Informazioni: tel.075.58668436; gan-umb@cultura.gov.it. Sito internet: https://www.gallerianazionaledellumbria.it. Fino al 28 settembre 2025
«Lavori in dialogo. Antonello da Messina. Marco Delogu. Cinque opere investigate e trasfigurate attraverso la fotografia». Galleria Regionale di Palazzo Bellomo, via Capodieci 14 - Siracusa. Orari: da martedì a sabato dalle 9 alle 19, domenica e festivi dalle 9 alle 13 (La biglietteria chiude mezz'ora prima); lunedì chiuso. Ingresso: intero €10,00, ridotto (Under 25 e soci Fai) €5,00. Informazioni: galleria.bellomo@regione.sicilia.it. Sito internet: https://www.comune.siracusa.it/vivere-il-comune/luoghi/galleria-regionale-di-palazzo-bellomo. Fino al 30 settembre 2025
«Brassaï. L’occhio di Parigi». Centro Saint-Bénin, Via Festaz 27 – Aosta. Orari di apertura: martedì-domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18. Biglietti: intero 8 €, ridotto 6 €, ingresso gratuito per i minori di 18 anni. Per informazioni: Regione autonoma Valle d’Aosta - Struttura Attività espositive e promozione identità culturale, tel. 0165.275937. Sito web: https://www.regione.vda.it. Fino al 9 novembre 2025
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