È appena partito il conto alla rovescia per la quarantasettesima edizione del Premio Andersen - Baia delle favole, lo storico concorso letterario internazionale per fiabe inedite la cui premiazione si terrà sabato 7 giugno in Liguria, a Sestri Levante, nell’ambito dell’Andersen Festival, la grande e popolare kermesse internazionale di teatro e narrazione all’aperto, da sempre curata da Artificio 23, con la direzione artistica di Leonardo Pischedda, e che quest’anno avrà come filo conduttore il tema «Arte come energia – Energia per la vita» e guarderà alla storia del Rwanda, ricordando il genocidio dell’etnia Tutsi avvenuto nel 1994.
Il concorso letterario, le cui iscrizioni sono aperte fino al 14 aprile, è suddiviso in quattro categorie: «Scuola materna» (da 3 a 5 anni), «Bambini» (da 6 a 10 anni), «Ragazzi» (da 11 a 16 anni) e «Adulti» (oltre i 17 anni). Il premio, che avrà per madrina la scrittrice Esther Muyawayo, è aperto anche ad autori stranieri, che potranno partecipare con fiabe in lingua inglese, francese, tedesca, spagnola, araba, cinese e, da questa edizione, anche in idioma russo e danese.
Grazie a questa apertura internazionale e multilinguistica, ma anche al fatto che è possibile iscriversi al concorso on-line, nel 2013 sono state più di mille le fiabe in gara, circa la metà scritte da adulti, il resto da ragazzi di differenti età. «In questi racconti -affermano gli organizzatori del premio- emergono alcune differenze rispetto alla tradizione: fa, ad esempio, capolino la quotidianità, rielaborata con creatività e condita di sana ironia anche per esorcizzare i tempi di crisi, compaiono bambine intraprendenti e coraggiose al posto di eteree e accondiscendenti principesse e, al contrario, ometti timidi e sognatori predominano su principi e re sempre pronti a brandire una spada».
Tutti i vincitori riceveranno l’opera «Sirefiaba Andersen» dell’artista Alfredo Gioventù, raffigurante la celebre Sirenetta. Sono, inoltre, in palio per i vincitori delle quattro categorie premi in denaro da 1000 a 3000 euro. Il trofeo «Baia delle favole» andrà, invece, a un’opera particolarmente significativa nell’ambito della produzione per l’infanzia e un fine settimana per due persone a Sestri Levante sarà assegnato alla migliore favola in lingua straniera. La giuria - presieduta da David Bixio e che vede la presenza, tra gli altri, di Rosellina Archinto, Maarten Veeger, Carlo Alberto Bonadies e Antonio Bozzo- consegnerà, poi, un diploma ad alcuni scritti non premiati nelle categorie ufficiali, ma particolarmente meritevoli per contenuti e originalità.
Grande novità di questa edizione sarà il concorso «Scatti da favola», dedicato alle immagini fotografiche che i partecipanti realizzeranno ispirandosi a fiabe famose di Hans Christian Andersen come «La principessa sul pisello», «Il brutto anatroccolo», «La piccola fiammiferaia» o «I vestiti nuovi dell’imperatore» e che «leggeranno la realtà» catturata dallo scatto fotografico alla luce delle trame scelte.
Le più belle immagini saranno visibili sul sito del festival e quelle selezionate per essere premiate saranno pubblicate sul quotidiano genovese «Il Secolo XIX», media partner dell’iniziativa. «L’idea –spiegano gli organizzatori- è quella di dare spazio all’aspetto visivo delle favole che nei libri si esprime con le illustrazioni. Qui saranno le fotografie – oggi, grazie all’avvento del digitale, strumento alla portata di tutti - a rivisitare testi famosi della letteratura di genere e saranno i social network a favorire la diffusione di questo racconto per immagini, che permette di oltrepassare, con un linguaggio universale, le barriere nazionali».
Il concorso, le cui iscrizioni saranno aperte dal 1° marzo al 15 aprile, si avvarrà della collaborazione dell’associazione «Carpe Diem» di Sestri Levante. La partecipazione è aperta a tutti i fans della pagina Facebook Premio H. C. Andersen e ai follone su Twitter di @premioandersen, di qualsiasi nazionalità ed età. Fiabe in forma di parola e di immagine, dunque, in concorso per omaggiare il genio di Hans Christian Andersen.
Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Sestri Levante, La baia del silenzio, sede dell'annuale Adersen Festival; [fig. 2] Un momento di una precedente edizione del Premio Andersen. Foto: Ilaria Bini; [fig. 3] Un'illustrazione sul libro «La principessa sul pisello» di Hans Christian Andersen; [fig. 4] Un'illustrazione sul libro «La piccola fiammiferia» di Hans Christian Andersen;
Informazioni utili
Premio Andersen - Baia delle favole. Quota di iscrizione: € 20,00 per la sola sezione «Adulti» da versarsi su c/c postale n. 12489167, intestato a Comune di Sestri Levante – Servizio Tesoreria. Data di consegna materiali: settore letterario, fino al 14 aprile 2014; settore fotografico, dal 1° marzo al 30 aprile 2014. Indirizzo per la consegna dei materiali (valido solo per la sezione letteraria: Giuria del Premio Hans Christian Andersen – Baia delle Favole – Sezione (indicare qui la categoria per la quale si concorre), Piazza Matteotti, 3 – 16039 Sestri Levante. Sito web: www.andersenpremio.it. Informazioni: Segreteria del concorso: informagiovani@comune.sestri-levante.ge.it e andersen@comune.sestri-levante.ge.it; tel. 0185.458490 (lunedì, ore 10.00-13.00 e ore 14.00-17.00; mercoledì, ore 10.00-13.00 e ore 14.00-17.00; venerdì, ore 9.00/13.00.
ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com
mercoledì 12 febbraio 2014
martedì 11 febbraio 2014
Un focus sui manoscritti miniati del Correr nel nuovo Bollettino dei Musei civici veneziani
Presenta un interessante focus sulla collezione dei manoscritti miniati appartenenti alla Biblioteca del museo Correr il nuovo bollettino della Fondazione civici musei di Venezia, a cura di Camillo Tonini e Cristina Crisafulli.
La pubblicazione, giunta all’ottavo numero della terza sezione, propone come di consueto una serie di interventi scientifici su argomenti storico-artistici legati alle collezioni veneziane, continuo oggetto di studio e indagine scientifica, oltre che tema centrale nelle strategie e nella programmazione della fondazione museale veneziana, presieduta da Walter Hartsarich e diretta da Gabriella Belli.
«Collezioni», «Studi e contributi» e «Attività» sono le tre sezioni in cui si suddivide il volume, edito da Skira/Musei civici veneziani (192 pagine, 137 illustrazioni, 81 a colori, € 29,00), e che si apre con un focus sulla recente mostra «Miniature dei Dogi. Venezia e veneziani, santi e virtù nelle Commissioni ducali del museo Correr» (dal 12 ottobre 2012 al 3 marzo 2013), nel quale Piero Lucchi, Helena K. Szépe, Gabriele Paglia, Ekaterina Zolotova e Sabine Engel presentano una serie di interventi sulla splendida collezione di più di seicento manoscritti miniati appartenenti alla Biblioteca del museo Correr e riuniti sotto il nome di «Commissioni dogali».
Questi rari documenti, sapientemente impreziositi da splendide miniature, dipinte a pennello con colori brillanti e oro, datati dal Trecento fino alla fine del Settecento, sono stati oggetto di un importante momento di esame e riflessione a seguito del completamento del catalogo scientifico dell’intera raccolta pubblicato on-line all’interno del progetto «Nuova biblioteca manoscritta», promosso e finanziato dalla Regione Veneto.
Nella sezione «Studi e contributi» si segnalano i primi tre interventi sulla prestigiosa collezione di opere appartenute un tempo alla famiglia Morosini, precedentemente collocata nel Palazzo seicentesco a Santo Stefano e ora in parte conservata presso il Museo correr. Qui le complicate vicende relative all’eredità della sua ultima discendente, Loredana Morosini Gatterburg (morta nel 1894), vengono ricomposte da Camillo Tonini ponendo un particolare accento al gruppo di strumenti musicali ottomani facenti parte del bottino di guerra del Peloponnesiaco.
Seguono due studi che ricostruiscono attraverso le opere e i documenti rintracciati presso le collezioni civiche la storia di due monumenti funebri: la cappella gentilizia degli Zane, già nella demolita Chiesa di San Stin a Venezia, a cura di Massimo Favilla e Ruggero Rugolo, e il monumento per Francesco Algarotti, eretto nel Camposanto di Pisa, analizzato da Diana Cristante.
Chiude la sezione un saggio di approfondimento di Silvio Fuso e Laura Poletto sulla XXIV Biennale di Venezia (1848), della quale la Galleria d’arte moderna di Ca’ Pesaro conserva un gruppo importante di opere che sottolineano il ruolo propulsivo svolto da questo evento nell’ambito dell’arte italiana del dopoguerra.
La sezione dedicata alle «Attività» si concentra sull’importante opera di catalogazione degli archivi con due interventi: il primo testo, a cura di Luisa Servadei e Michela Tombel, analizza le carte della famiglia Correr di San Giovanni Decollato, comprendenti anche quelle importantissime riferite al fondatore del primo museo civico veneziano, mentre il secondo articolo, di Matteo Piccolo, conclude la pubblicazione del carteggio De Lisi Usigli a Ca’ Pesaro, avviata con il precedente numero del bollettino. Chiude l’opera, come di consueto, il resoconto annuale dell'intensa attività scientifica, d'esposizioni, di restauri e di offerta didattica dei Musei civici veneziani, redatto da Monica da Cortà Fumei e Claudia Calabresi.
Didascalie delle immagini
[Fig. 1] cover del Bollettino 2013; [fig. 2] Bottega di Alessandro Merli, foglio sciolto da una Commissione per un Contarini, ca. 1580 – 1610. Pergamena su tavola. Venezia, Biblioteca del Museo Correr; [fig. 3] Commissione del doge Francesco Morosini a Giampaolo Widmann eletto capitano di Vicenza, 1692-1694. Venezia, Biblioteca del Museo Correr
Informazioni utili
AA.VV., Bollettino dei Musei civici veneziani, III serie – 8.2013 (Le Commissioni ducali nelle collezioni dei Musei Civici Veneziani). Skira /Musei civici veneziani, Milano-Venezia 2013, 192 pagine, 137 illustrazioni, 81 a colori, € 29,00.
La pubblicazione, giunta all’ottavo numero della terza sezione, propone come di consueto una serie di interventi scientifici su argomenti storico-artistici legati alle collezioni veneziane, continuo oggetto di studio e indagine scientifica, oltre che tema centrale nelle strategie e nella programmazione della fondazione museale veneziana, presieduta da Walter Hartsarich e diretta da Gabriella Belli.
«Collezioni», «Studi e contributi» e «Attività» sono le tre sezioni in cui si suddivide il volume, edito da Skira/Musei civici veneziani (192 pagine, 137 illustrazioni, 81 a colori, € 29,00), e che si apre con un focus sulla recente mostra «Miniature dei Dogi. Venezia e veneziani, santi e virtù nelle Commissioni ducali del museo Correr» (dal 12 ottobre 2012 al 3 marzo 2013), nel quale Piero Lucchi, Helena K. Szépe, Gabriele Paglia, Ekaterina Zolotova e Sabine Engel presentano una serie di interventi sulla splendida collezione di più di seicento manoscritti miniati appartenenti alla Biblioteca del museo Correr e riuniti sotto il nome di «Commissioni dogali».
Questi rari documenti, sapientemente impreziositi da splendide miniature, dipinte a pennello con colori brillanti e oro, datati dal Trecento fino alla fine del Settecento, sono stati oggetto di un importante momento di esame e riflessione a seguito del completamento del catalogo scientifico dell’intera raccolta pubblicato on-line all’interno del progetto «Nuova biblioteca manoscritta», promosso e finanziato dalla Regione Veneto.
Nella sezione «Studi e contributi» si segnalano i primi tre interventi sulla prestigiosa collezione di opere appartenute un tempo alla famiglia Morosini, precedentemente collocata nel Palazzo seicentesco a Santo Stefano e ora in parte conservata presso il Museo correr. Qui le complicate vicende relative all’eredità della sua ultima discendente, Loredana Morosini Gatterburg (morta nel 1894), vengono ricomposte da Camillo Tonini ponendo un particolare accento al gruppo di strumenti musicali ottomani facenti parte del bottino di guerra del Peloponnesiaco.
Seguono due studi che ricostruiscono attraverso le opere e i documenti rintracciati presso le collezioni civiche la storia di due monumenti funebri: la cappella gentilizia degli Zane, già nella demolita Chiesa di San Stin a Venezia, a cura di Massimo Favilla e Ruggero Rugolo, e il monumento per Francesco Algarotti, eretto nel Camposanto di Pisa, analizzato da Diana Cristante.
Chiude la sezione un saggio di approfondimento di Silvio Fuso e Laura Poletto sulla XXIV Biennale di Venezia (1848), della quale la Galleria d’arte moderna di Ca’ Pesaro conserva un gruppo importante di opere che sottolineano il ruolo propulsivo svolto da questo evento nell’ambito dell’arte italiana del dopoguerra.
La sezione dedicata alle «Attività» si concentra sull’importante opera di catalogazione degli archivi con due interventi: il primo testo, a cura di Luisa Servadei e Michela Tombel, analizza le carte della famiglia Correr di San Giovanni Decollato, comprendenti anche quelle importantissime riferite al fondatore del primo museo civico veneziano, mentre il secondo articolo, di Matteo Piccolo, conclude la pubblicazione del carteggio De Lisi Usigli a Ca’ Pesaro, avviata con il precedente numero del bollettino. Chiude l’opera, come di consueto, il resoconto annuale dell'intensa attività scientifica, d'esposizioni, di restauri e di offerta didattica dei Musei civici veneziani, redatto da Monica da Cortà Fumei e Claudia Calabresi.
Didascalie delle immagini
[Fig. 1] cover del Bollettino 2013; [fig. 2] Bottega di Alessandro Merli, foglio sciolto da una Commissione per un Contarini, ca. 1580 – 1610. Pergamena su tavola. Venezia, Biblioteca del Museo Correr; [fig. 3] Commissione del doge Francesco Morosini a Giampaolo Widmann eletto capitano di Vicenza, 1692-1694. Venezia, Biblioteca del Museo Correr
Informazioni utili
AA.VV., Bollettino dei Musei civici veneziani, III serie – 8.2013 (Le Commissioni ducali nelle collezioni dei Musei Civici Veneziani). Skira /Musei civici veneziani, Milano-Venezia 2013, 192 pagine, 137 illustrazioni, 81 a colori, € 29,00.
lunedì 10 febbraio 2014
Giorno del ricordo, sul porto di Rimini una «Biblioteca di pietra»
Ci sono il «Canzoniere» di Umberto Saba, il romanzo «Una vita» di Italo Svevo e «Il mio Carso» di Scipio Slataper tra le trenta opere letterarie scelte dall’Amministrazione comunale di Rimini per il progetto «Biblioteca di pietra», promosso in occasione del decimo anniversario del Giorno del ricordo, momento di riflessione istituito per legge il 30 marzo 2004 in memoria delle foibe, dell’esodo giuliano–dalmata, delle vicende del confine orientale.
Il nuovo lavoro scultoreo, collocato all’ingresso del porto (all'altezza del Rockisland), è opera di Vittorio D’Augusta (Fiume, 1937), artista riminese di origini istriane che ha fatto parte del gruppo «Nuovi Nuovi», teorizzato da Renato Barilli, e che, in passato, è stato anche direttore dell’Accademia di belle arti di Ravenna.
L’opera –racconta il sindaco Andrea Gnassi- è «frutto di un confronto tra persone con sensibilità e storie diverse: l'Unione degli istriani, l'Associazione amici e discendenti degli esuli giuliani-istriani-fiumani e dalmati, l'Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, nonché l'Istituto storico della Resistenza, l'Anpi e il coordinamento delle associazioni combattentistiche e d'arma».
Non si tratta di un monumento, ma di un «segno commemorativo» proteso nel mare verso la costa istriana e dalmata, «nel cuore dell’Adriatico –afferma ancora il sindaco Gnassi- che lambisce quelle terre dove il Novecento ha picchiato con violenza ideologica e guerre».
Su targhe in ottone posizionate sopra i grandi massi del nuovo molo in pietra d’Istria della città di Rimini sono riprodotte le copertine o meglio i titoli e i nomi degli autori di trenta opere nelle quali è narrata quell'area geografica che ha visto la tragedia delle foibe o nelle quali viene interpretato l’umanità e il dolore dei tanti che si sentirono improvvisamente «stranieri indesiderati» nella propria terra, che vissero il dolore profondo per lo sradicamento dalle proprie case. Ci sono in mostra anche volumi che, fin dal primo Novecento, hanno anticipato, con la parola, ansie e complessità di quei luoghi di frontiera che, tra il 1943 e il 1947, videro abbattersi la furia dei partigiani jugoslavi di Tito.
I nomi e le opere di Giovanni Arpino, Enzo Bettiza e Carlo Sgorlon, ma anche, per citarne altri, di Claudio Magris, Pietro Luxardo e Fulvio Tomizza «compaiono - racconta l'ufficio stampa del Comune di Rimini- sui grandi blocchi di pietra che fiancheggiano il camminamento centrale della nuova diga che si innesta sul molo di levante dedicato a capitan Giulietti, in un luogo, come il porto, che è nel cuore e nell’immaginario dei riminesi, centro di affezione e di identità collettiva».
«Il ricorso alla letteratura per una simile ‘commemorazione’ -racconta Vittorio D’Augusta- toglie retorica e aggiunge sensibilità, ‘ampiezza di respiro’, un salutare vento di mare contro i residui di opposte ideologie che porta a guardare quei luoghi come patrimonio culturale comune, per un futuro europeo di concordia, pur non dimenticando, anzi ricercando, le scabrose verità del passato».
Su un semplice leggio musicale che si protende verso il mare, unico oggetto tridimensionale del percorso, la dedica a quegli uomini, a quelle donne e a quei bambini la cui unica colpa fu di «essere italiani due volte», come scrisse Indro Montanelli, «la prima per nascita, la seconda per scelta»: «questa scogliera come biblioteca di pietra, questi massi di pietra come libri, il Comune di Rimini dedica agli esuli istriani, fiumani, dalmati e alle vittime dei conflitti di confine e delle foibe ultima tragedia dell’alto adriatico, area plurale di lingue, tradizioni, genti diverse, sconvolta in passato da nazionalismi e scontri ideologici tornata oggi cuore d’Europa e mosaico di culture».
Informazioni utili
Elenco dei narratori e delle relative opere: Giovanni Arpino - «Il fratello italiano»; Silvio Benco - «La corsa del tempo»; Enzo Bettiza - «Esilio»; Viktor Car Emin - «Cavaliere del mare»; Diego De Castro - «Memorie di un novantenne. Trieste e l’Istria»; Elsa Fonda - «La cresta sulla zampa»; Virgilio Giotti - «Colori»; Pier Antonio Quarantotti Gambini - «L’onda dell’incrociatore»; Ivan Goran Kovačić - «Jama»; Marko Kravos - «Quando la terra cresceva ancora»; Drago Jančar - «Aurora boreale»; Pietro Luxardo - «Dietro gli scogli di Zara»; Marisa Madieri - «Verde acqua»; Claudio Magris -«Un altro mare»; Laura Marchig – «Dall’oro allo zolfo»; Biagio Marin - «Elegie istriane»; Predag Matvejević - «Breviario Mediterraneo»; Carlo Michelstaedter - «Poesie»; Anna Maria Mori e Nerida Milani - «Bora»; Milan Rakovac - «Riva i druzi»; Alojz Rebula - «Notturno sull’Isonzo»; Paolo Rumiz - «Viaggio istriano»; Umberto Saba – «Canzoniere»; Giacomo Scotti - «Goli Otok»; Carlo Sgorlon - «La foiba grande»; Scipio Slataper - «Il mio Carso»; Giani Stuparich - «L’isola»; Italo Svevo - «Una vita»; Fulvio Tomizza - «Materada»; Diego Zandel - «Una storia istriana».
Infoline: Assessorato al turismo – Comune di Rimini, Piazzale Fellini, 3 – Rimini, tel 0541.704587 o Ufficio informazioni turistiche (IAT) tel 0541.53399.
Il nuovo lavoro scultoreo, collocato all’ingresso del porto (all'altezza del Rockisland), è opera di Vittorio D’Augusta (Fiume, 1937), artista riminese di origini istriane che ha fatto parte del gruppo «Nuovi Nuovi», teorizzato da Renato Barilli, e che, in passato, è stato anche direttore dell’Accademia di belle arti di Ravenna.
L’opera –racconta il sindaco Andrea Gnassi- è «frutto di un confronto tra persone con sensibilità e storie diverse: l'Unione degli istriani, l'Associazione amici e discendenti degli esuli giuliani-istriani-fiumani e dalmati, l'Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, nonché l'Istituto storico della Resistenza, l'Anpi e il coordinamento delle associazioni combattentistiche e d'arma».
Non si tratta di un monumento, ma di un «segno commemorativo» proteso nel mare verso la costa istriana e dalmata, «nel cuore dell’Adriatico –afferma ancora il sindaco Gnassi- che lambisce quelle terre dove il Novecento ha picchiato con violenza ideologica e guerre».
Su targhe in ottone posizionate sopra i grandi massi del nuovo molo in pietra d’Istria della città di Rimini sono riprodotte le copertine o meglio i titoli e i nomi degli autori di trenta opere nelle quali è narrata quell'area geografica che ha visto la tragedia delle foibe o nelle quali viene interpretato l’umanità e il dolore dei tanti che si sentirono improvvisamente «stranieri indesiderati» nella propria terra, che vissero il dolore profondo per lo sradicamento dalle proprie case. Ci sono in mostra anche volumi che, fin dal primo Novecento, hanno anticipato, con la parola, ansie e complessità di quei luoghi di frontiera che, tra il 1943 e il 1947, videro abbattersi la furia dei partigiani jugoslavi di Tito.
I nomi e le opere di Giovanni Arpino, Enzo Bettiza e Carlo Sgorlon, ma anche, per citarne altri, di Claudio Magris, Pietro Luxardo e Fulvio Tomizza «compaiono - racconta l'ufficio stampa del Comune di Rimini- sui grandi blocchi di pietra che fiancheggiano il camminamento centrale della nuova diga che si innesta sul molo di levante dedicato a capitan Giulietti, in un luogo, come il porto, che è nel cuore e nell’immaginario dei riminesi, centro di affezione e di identità collettiva».
«Il ricorso alla letteratura per una simile ‘commemorazione’ -racconta Vittorio D’Augusta- toglie retorica e aggiunge sensibilità, ‘ampiezza di respiro’, un salutare vento di mare contro i residui di opposte ideologie che porta a guardare quei luoghi come patrimonio culturale comune, per un futuro europeo di concordia, pur non dimenticando, anzi ricercando, le scabrose verità del passato».
Su un semplice leggio musicale che si protende verso il mare, unico oggetto tridimensionale del percorso, la dedica a quegli uomini, a quelle donne e a quei bambini la cui unica colpa fu di «essere italiani due volte», come scrisse Indro Montanelli, «la prima per nascita, la seconda per scelta»: «questa scogliera come biblioteca di pietra, questi massi di pietra come libri, il Comune di Rimini dedica agli esuli istriani, fiumani, dalmati e alle vittime dei conflitti di confine e delle foibe ultima tragedia dell’alto adriatico, area plurale di lingue, tradizioni, genti diverse, sconvolta in passato da nazionalismi e scontri ideologici tornata oggi cuore d’Europa e mosaico di culture».
Informazioni utili
Elenco dei narratori e delle relative opere: Giovanni Arpino - «Il fratello italiano»; Silvio Benco - «La corsa del tempo»; Enzo Bettiza - «Esilio»; Viktor Car Emin - «Cavaliere del mare»; Diego De Castro - «Memorie di un novantenne. Trieste e l’Istria»; Elsa Fonda - «La cresta sulla zampa»; Virgilio Giotti - «Colori»; Pier Antonio Quarantotti Gambini - «L’onda dell’incrociatore»; Ivan Goran Kovačić - «Jama»; Marko Kravos - «Quando la terra cresceva ancora»; Drago Jančar - «Aurora boreale»; Pietro Luxardo - «Dietro gli scogli di Zara»; Marisa Madieri - «Verde acqua»; Claudio Magris -«Un altro mare»; Laura Marchig – «Dall’oro allo zolfo»; Biagio Marin - «Elegie istriane»; Predag Matvejević - «Breviario Mediterraneo»; Carlo Michelstaedter - «Poesie»; Anna Maria Mori e Nerida Milani - «Bora»; Milan Rakovac - «Riva i druzi»; Alojz Rebula - «Notturno sull’Isonzo»; Paolo Rumiz - «Viaggio istriano»; Umberto Saba – «Canzoniere»; Giacomo Scotti - «Goli Otok»; Carlo Sgorlon - «La foiba grande»; Scipio Slataper - «Il mio Carso»; Giani Stuparich - «L’isola»; Italo Svevo - «Una vita»; Fulvio Tomizza - «Materada»; Diego Zandel - «Una storia istriana».
Infoline: Assessorato al turismo – Comune di Rimini, Piazzale Fellini, 3 – Rimini, tel 0541.704587 o Ufficio informazioni turistiche (IAT) tel 0541.53399.
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