Ha scritto pagine significative per le arti decorative italiane e può a ragione essere definito il primo designer ante litteram della storia del mobile per aver progettato e realizzato, in oltre cinquant’anni di attività, pezzi d’arredo -ricercatissimi fin dai suoi tempi- che furono appannaggio della corte asburgica alla fine del Settecento, di quella napoleonica all’inizio dell’Ottocento, nonché della più colta e ambiziosa società milanese dell’età dei Lumi. Stiamo parlando di Giuseppe Maggiolini (Parabiago 1738-1814), ebanista e intarsiatore d’eccezione a cui Milano rende omaggio, nei giorni della Design week, con una mostra che allinea una quindicina di opere provenienti da collezioni pubbliche e private, molte delle quali esposte per la prima volta, oltre a un corpus di progetti e disegni che rappresentano al meglio il suo straordinario percorso creativo tra metà Settecento e gli inizi dell’Ottocento.
La novità e la genialità dell’artista consistono nell’essere riuscito a coniugare un mestiere antichissimo come l’intarsio ligneo -di cui fu un autentico virtuoso- con criteri e schemi produttivi straordinariamente innovativi e ancora oggi attuali. Di fatto l’ebanista lombardo fu un precursore del moderno design industriale, perché con estrema lucidità intuì che la sua abilità artigianale aveva bisogno di invenzioni formali, di progetti, e che doveva ottenere questo materiale dai migliori artisti del suo tempo.
Nacque così, più di duecento anni fa, il Mobile Maggiolini: un brand da mostrare come segno di status sociale, economico e culturale, che anticipò di due secoli il piacere del possesso di un must del design industriale moderno e contemporaneo.
L’attività dell’ebanista lombardo è documentata non solo dalle sue opere, ma anche dallo sterminato Fondo Maggiolini dei disegni di Bottega, conservato al Castello Sforzesco di Milano: un unicum in tutta la storia del mobile europeo, che raccoglie oltre duemila disegni tra cui fogli di artisti del calibro di Andrea Appiani, Giocondo Albertolli, Agostino Gerli, Giuseppe Levati e Agostino Comerio, come hanno raccontato Giuseppe Beretti e Alvar González-Palacios nel volume «Maggiolini. Catalogo ragionato dei disegni», pubblicato nel 2014.
La ricchezza delle opere di Giuseppe Maggiolini, troppo spesso relegata nella categoria del mobile antico, è ancora attualissima. Non a caso in asta alcuni dei suoi capolavori hanno ampiamente superato come valore il milione di euro.
In occasione del Fuorisalone 2015, la Galleria San Fedele a Milano omaggia l’ebanista con una mostra a cura di Giuseppe Beretti, prodotta da Di Mano in Mano e organizzata dalla galleria CorsiArte, nella quale sono esposte una quindicina di opere che coprono tutto l’arco cronologico della sua produzione, dagli esordi rococò sino alle opere di epoca napoleonico. I lavori scelti dal curatore, di cui rimarrà documentazione in un catalogo di Inlimine edizioni, sono di assoluta rilevanza e comprendono rari capolavori per lo più inediti: una commode rococò che Maggiolini eseguì a vent’anni, le due commodes del 1777 per il banchiere Antonio Greppi su cartoni di Andrea Appiani –per la prima volta riunite in un’esposizione–, le due monumentali e famose commodes disegnate da Giocondo Albertolli nel 1789, e ancora una coppia di commodes del 1804, che uniscono lo stile dell’artista al gusto napoleonico del tempo.
Per l’occasione verrà esposto anche il tavolo scrittoio conservato per più di vent'anni nell'appartamento privato del sindaco a Palazzo Marino, per la prima volta accessibile al pubblico, dopo un importante intervento di restauro.
La mostra di Milano ha, dunque, tutti gli ingredienti per restare un punto fermo negli studi su Maggiolini e il suo laboratorio.
Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Giuseppe Maggiolini, Commode, 1800 ca. Collezione privata; [fig. 2] Giuseppe Maggiolini, su disegni di Giocondo Albertolli e Andrea Appiani, Commode (di una coppia), 1789. Collezione privata; [fig. 3] Giuseppe Levati. Tripode per la corte di San Pietroburgo (1783 ca.). Raccolte artistiche del Comune di Milano, Gabinetto dei disegni, Fondo Maggiolini
Informazioni utili
Maggiolini al Fuorisalone. Galleria San Fedele, via Ulrico Hoepli 3a-b (fermata MM 1-3 Duomo) - Milano. Orari: 14 aprile, dalle ore 17.00 (inaugurazione), 15-18 aprile, ore 10.00-19.00; 19 aprile, ore 11.00-18.00. Ingresso libero. Catalogo: disponibile in mostra. Informazioni: Fedora Sinnone, tel. 02.36531594 o info@corsiarte.it. Sito internet: www.maggiolinifuorisalone.it. Dal 15 al 19 aprile 2015.
ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com
lunedì 13 aprile 2015
venerdì 3 aprile 2015
Carlo Belli tra archeologia e musica: se ne parla a Rovereto
Si intitola «I mondi di Carlo Belli. Da Rovereto alla Magna Grecia» il convegno promosso dal Mart di Rovereto, con l’Ufficio Beni archeologici della Provincia autonoma di Trento, per le giornate di venerdì 17 e sabato 18 aprile, con l’intento di ricordare l’intellettuale trentino a distanza di venticinque anni dalla mostra che gli venne dedicata dall’Archivio del ‘900.
Di Carlo Belli (Rovereto, 6 dicembre 1903 - Roma, 16 marzo 1991) si è indagata soprattutto la posizione di spicco nel dibattito artistico degli anni Trenta del XX secolo, il legame con gli artisti astratti e la militanza in favore dell’architettura razionale. In realtà Belli –teorico e critico d’arte, giornalista, scrittore, musicologo e artista, autore di quel volume «Kn» definito «vangelo dell’arte astratta» da Vasilij Kandinskij– non è figura facilmente esauribile: i suoi interessi hanno spaziato dall’arte alla musica, dall’archeologia all’attualità politica. Vastissima la rete delle sue relazioni, che gli permisero un costante e continuo aggiornamento culturale. Sodale di artisti come Fausto Melotti, di intellettuali come Alberto Sartoris, Edoardo Persico e Pietro Maria Bardi, di musicisti d’avanguardia come Alfredo Casella e Gian Francesco Malipiero, di collezionisti come Pietro Feroldi, Carlo Belli viaggiò molto, in Europa e nei Paesi del bacino mediterraneo, vivendo poi prevalentemente a Roma: rimase però sempre vivo il suo rapporto con la terra d’origine. E fu proprio alla Provincia di Trento e al nascente Mart che, alla fine della sua vita, decise di consegnare il proprio archivio, avendo una estrema consapevolezza del valore storico e documentario delle carte.
Il convegno è la conclusione di un progetto di inventariazione del Fondo Carlo Belli avviato nel 2012, in collaborazione con il Museo civico di Rovereto, e co-finanziato dalla Fondazione cassa di risparmio di Trento e Rovereto. Il nucleo originale del fondo, conservato al Mart fin dall’inizio degli anni ‘90, venne integrato e arricchito dalla moglie di Belli, Paola Zingone, nel 2003. Un’altra parte dell’archivio, di proprietà della Fondazione Sergio Poggianella, è depositata al Museo civico di Rovereto: la descrizione del complesso –accompagnata in questi anni dalla catalogazione del fondo librario presso il Mart– si pone come fondamentale strumento per la ricerca storica e per la conoscenza di uno tra i maggiori intellettuali italiani del ‘900.
I progressivi versamenti hanno incrementato la documentazione relativa alla seconda metà del secolo, mettendo in rilievo prima di tutto la grande passione di Carlo Belli per le questioni del Sud Italia, unita alla conoscenza delle terre di Puglia, Sicilia, Calabria e Lucania e alla predilezione per la storia antica e l’archeologia. Da questa esperienza sono nate opere come «Passeggiate in Magna Grecia. Rive del Sud e Costa Viola» e «Il tesoro di Taras», nonché i convegni di studi per la Magna Grecia, la cui prima edizione si tenne a Taranto nel 1961.
L’appuntamento di Rovereto nasce sotto questa stella, in collaborazione con l’Ufficio beni archeologici, Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento. A Belli appassionato di archeologia si ispira la prima parte del convegno, venerdì 17 aprile, intitolata «Carlo Belli, l’archeologia, la tutela del passato», che si avvale del contributo specifico di importanti archeologi, da Licia Borrelli Vlad, già ispettrice centrale per l’archeologia presso il Mibac, a Aldo Siciliano, presidente dell’Istituto per la storia e l’archeologia della Magna Grecia, e Maurizio Paoletti, professore associato di Archeologia classica dell’Università della Calabria. Alla seconda sessione, sabato 18 aprile, è affidato il compito di indagare l’ampia sfera di interessi di Carlo Belli tra passato e modernità, con la presenza di storici dell’arte, dell’architettura e della musica, da Giuseppe Appella a Giovanni Marzari.
La due giorni di convegno –la cui direzione scientifica è firmata da Franco Nicolis, Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento e Paola Pettenella dell’Archivio del ‘900- sarà arricchita dal concerto «Musica astratta musa. Omaggio a Carlo Belli», a cura del maestro Cosimo Colazzo, in programma venerdì 17 aprile, alle ore 18.30, alla Casa Mozart. L’appuntamento si aprirà con l’ascolto della provocatoria «Parade» (1917) di Erik Satie (1866-1925). Saranno, quindi, proposte due partiture di Alfredo Casella (1883-1947) -«Pupazzetti» (1915) e «Sonatina» (1916)- ed altrettante di Carlo Belli -«Preludi melensi» e «Sonatina liberty»-, mentre di Gianfrancesco Malipiero (1882-1973) verranno proposti i «Preludi asolani» (1916). Chiude il programma un lavoro di Cosimo Colazzo: «Tre liriche» su versi di Melotti (dal volume «Il triste minotauro»), artista che fu amico dello studioso trentino e che perseguì l’idea di un’arte nuova che prediligeva strutture sospese e capaci di dialogare nel vuoto. La musica, in quest’opera, si lega all’atmosfera evocativa e sospesa che traspare dai versi, con un lirismo che prende movenze dolci, nondimeno sorvegliate nelle curve realizzate, affinché esso si dia in rapporti sempre piuttosto essenziali, raccolti, misurati. Il pianoforte effonde sonorità rarefatte, sospese; oppure accompagna con figure ricche di valori timbrici, preziose nel dettaglio sonoro trovato.
Informazioni utili
«I mondi di Carlo Belli. Da Rovereto alla Magna Grecia». Mart, Corso Bettini, 43 – Rovereto. Iscrizione gratuita. Informazioni: tel. 800.397760 o info@mart.trento.it . Sito internet: www.mart.trento.it . Dal 17 al 18 aprile 2015.
Di Carlo Belli (Rovereto, 6 dicembre 1903 - Roma, 16 marzo 1991) si è indagata soprattutto la posizione di spicco nel dibattito artistico degli anni Trenta del XX secolo, il legame con gli artisti astratti e la militanza in favore dell’architettura razionale. In realtà Belli –teorico e critico d’arte, giornalista, scrittore, musicologo e artista, autore di quel volume «Kn» definito «vangelo dell’arte astratta» da Vasilij Kandinskij– non è figura facilmente esauribile: i suoi interessi hanno spaziato dall’arte alla musica, dall’archeologia all’attualità politica. Vastissima la rete delle sue relazioni, che gli permisero un costante e continuo aggiornamento culturale. Sodale di artisti come Fausto Melotti, di intellettuali come Alberto Sartoris, Edoardo Persico e Pietro Maria Bardi, di musicisti d’avanguardia come Alfredo Casella e Gian Francesco Malipiero, di collezionisti come Pietro Feroldi, Carlo Belli viaggiò molto, in Europa e nei Paesi del bacino mediterraneo, vivendo poi prevalentemente a Roma: rimase però sempre vivo il suo rapporto con la terra d’origine. E fu proprio alla Provincia di Trento e al nascente Mart che, alla fine della sua vita, decise di consegnare il proprio archivio, avendo una estrema consapevolezza del valore storico e documentario delle carte.
Il convegno è la conclusione di un progetto di inventariazione del Fondo Carlo Belli avviato nel 2012, in collaborazione con il Museo civico di Rovereto, e co-finanziato dalla Fondazione cassa di risparmio di Trento e Rovereto. Il nucleo originale del fondo, conservato al Mart fin dall’inizio degli anni ‘90, venne integrato e arricchito dalla moglie di Belli, Paola Zingone, nel 2003. Un’altra parte dell’archivio, di proprietà della Fondazione Sergio Poggianella, è depositata al Museo civico di Rovereto: la descrizione del complesso –accompagnata in questi anni dalla catalogazione del fondo librario presso il Mart– si pone come fondamentale strumento per la ricerca storica e per la conoscenza di uno tra i maggiori intellettuali italiani del ‘900.
I progressivi versamenti hanno incrementato la documentazione relativa alla seconda metà del secolo, mettendo in rilievo prima di tutto la grande passione di Carlo Belli per le questioni del Sud Italia, unita alla conoscenza delle terre di Puglia, Sicilia, Calabria e Lucania e alla predilezione per la storia antica e l’archeologia. Da questa esperienza sono nate opere come «Passeggiate in Magna Grecia. Rive del Sud e Costa Viola» e «Il tesoro di Taras», nonché i convegni di studi per la Magna Grecia, la cui prima edizione si tenne a Taranto nel 1961.
L’appuntamento di Rovereto nasce sotto questa stella, in collaborazione con l’Ufficio beni archeologici, Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento. A Belli appassionato di archeologia si ispira la prima parte del convegno, venerdì 17 aprile, intitolata «Carlo Belli, l’archeologia, la tutela del passato», che si avvale del contributo specifico di importanti archeologi, da Licia Borrelli Vlad, già ispettrice centrale per l’archeologia presso il Mibac, a Aldo Siciliano, presidente dell’Istituto per la storia e l’archeologia della Magna Grecia, e Maurizio Paoletti, professore associato di Archeologia classica dell’Università della Calabria. Alla seconda sessione, sabato 18 aprile, è affidato il compito di indagare l’ampia sfera di interessi di Carlo Belli tra passato e modernità, con la presenza di storici dell’arte, dell’architettura e della musica, da Giuseppe Appella a Giovanni Marzari.
La due giorni di convegno –la cui direzione scientifica è firmata da Franco Nicolis, Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento e Paola Pettenella dell’Archivio del ‘900- sarà arricchita dal concerto «Musica astratta musa. Omaggio a Carlo Belli», a cura del maestro Cosimo Colazzo, in programma venerdì 17 aprile, alle ore 18.30, alla Casa Mozart. L’appuntamento si aprirà con l’ascolto della provocatoria «Parade» (1917) di Erik Satie (1866-1925). Saranno, quindi, proposte due partiture di Alfredo Casella (1883-1947) -«Pupazzetti» (1915) e «Sonatina» (1916)- ed altrettante di Carlo Belli -«Preludi melensi» e «Sonatina liberty»-, mentre di Gianfrancesco Malipiero (1882-1973) verranno proposti i «Preludi asolani» (1916). Chiude il programma un lavoro di Cosimo Colazzo: «Tre liriche» su versi di Melotti (dal volume «Il triste minotauro»), artista che fu amico dello studioso trentino e che perseguì l’idea di un’arte nuova che prediligeva strutture sospese e capaci di dialogare nel vuoto. La musica, in quest’opera, si lega all’atmosfera evocativa e sospesa che traspare dai versi, con un lirismo che prende movenze dolci, nondimeno sorvegliate nelle curve realizzate, affinché esso si dia in rapporti sempre piuttosto essenziali, raccolti, misurati. Il pianoforte effonde sonorità rarefatte, sospese; oppure accompagna con figure ricche di valori timbrici, preziose nel dettaglio sonoro trovato.
Informazioni utili
«I mondi di Carlo Belli. Da Rovereto alla Magna Grecia». Mart, Corso Bettini, 43 – Rovereto. Iscrizione gratuita. Informazioni: tel. 800.397760 o info@mart.trento.it . Sito internet: www.mart.trento.it . Dal 17 al 18 aprile 2015.
mercoledì 1 aprile 2015
«Musikè», sette mesi di musica, teatro e danza tra Padova e Rovigo
Saranno la bravura e la simpatia di Lucia Vasini e Antonio Cornacchione a inaugurare la quarta edizione di «Musikè», rassegna promossa e organizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo che, da mercoledì 1° aprile a domenica 22 novembre, proporrà quindici appuntamenti: tredici a ingresso gratuito e due a pagamento, con il ricavato devoluto in beneficenza. Dalla musica classica al jazz, dal teatro alla danza è vario il cartellone ideato e coordinato da Alessandro Zattarin, con un gruppo di lavoro composto da Mario Giovanni Ingrassia, Claudio Ronda e Gabriele Vianelli, per questa stagione, che vedrà la presenza di artisti affermati e giovani talenti, sia italiani che internazionali.
Ad aprire il sipario sarà, al teatro Sociale di Rovigo, lo spettacolo «L'ho fatto per il mio paese» (ingresso: 10,00 euro per la platea e il primo ordine di palchi; 5,00 euro per tutti gli altri posti), testo scritto da Antonio Cornacchione con Francesco Freyrie e Andrea Zalone, la coppia di autori del fortunatissimo programma «Crozza nel paese delle meraviglie», che vede in scena lo stesso Cornacchione con una grande interprete del teatro italiano quale Lucia Vasini.
L’opera, in cartellone alle 21 di mercoledì 1° aprile, affronta, con ironia pungente e irresistibile, il dramma tutto italiano del mondo del lavoro: Benedetto, un uomo candido e senza soldi, con la disdetta dell’affitto in una tasca e la lettera di fine rapporto di lavoro nell’altra, decide, con piglio da Don Chisciotte, di sequestrare il ministro responsabile della legge che sposta di molti anni la sua pensione, dichiarando di farlo non solo per se stesso, ma anche per il suo Paese.
A questo spettacolo, il cui ingresso sarà devoluto in beneficenza all’Aism di Rovigo, seguirà, nella serata di venerdì 10 aprile, un concerto alla Sala dei Giganti del Liviano di Padova con Cristina Zavalloni, artista incredibilmente versatile, capace di spaziare dal canto lirico al canto jazz, dal repertorio classico a quello più sperimentale, che torna a «Musikè» dopo aver presentato il suo album «La donna di cristallo» nella prima edizione della rassegna (2012).
Al suo fianco, quest’anno, ci sarà Andrea Rebaudengo, pianista che vanta collaborazioni con le principali istituzioni concertistiche italiane.
Insieme, i due artisti si sono esibiti alla Carnegie Hall di New York, al teatro della Maestranza di Siviglia, al teatro Rossini di Pesaro, al Festival di West Cork, al Festival del Castello di Varsavia e ai concerti del Quirinale; nel 2008 hanno inciso il disco «Tilim-Bom», dedicato a Stravinskij e Milhaud.
Per «Musikè» Cristina Zavalloni e Andrea Rebaudengo saranno impegnati in un repertorio che metterà in risalto le loro straordinarie doti tecniche e interpretative con composizioni di Satie, Stravinskij, Eisler, Schoenberg, Weill, Gershwin e Bernstein: un programma, questo, che si ricollega ai temi della mostra «Il demone della modernità - Pittori visionari all’alba del secolo breve», promossa dalla fondazione, con il Comune di Rovigo e l’Accademia dei Concordi, a Palazzo Roverella a Rovigo.
Legato ai temi della rassegna veneta sarà anche il concerto con la violinista Emy Bernecoli e il pianista-compositore Francesco Grillo, in agenda domenica 19 aprile, alle ore 17, all’Accademia dei Concordi di Rovigo, il cui programma prevede musiche di Debussy, Respighi, Rachmaninov, Grieg e dello stesso Grillo.
La rassegna proseguirà, quindi, giovedì 23 aprile con i «Virtuosi dei Berliner Philharmoniker», l’ensemble d’archi formato dalle prime parti della celebri orchestra berlinese, che al Tempio della Beata Vergine del Soccorso, con il violino solista di Laurentius Dinca, proporrà un concerto di musiche di Respighi, Mendelssohn e Dvorak.
L’esplorazione musicale di «Musikè», prevede, poi, nella serata di lunedì 27 aprile, alle ore 21, il riallestimento del concerto «Bella ciao» ad oltre cinquant’anni dalla sua prima rappresentazione nel 1964, al Festival dei due mondi di Spoleto. La nuova edizione, ideata e curata da Franco Fabbri, vede impegnato un ensemble diretto e concertato dall’organettista Riccardo Testi, con il chitarrista Andrea Salvadori e il percussionista Gigi Biolcati, e vanta la presenza di alcune tra le voci più importanti della musica popolare e del canto sociale italiani degli ultimi trent’anni: Ginevra Di Marco, Lucilla Galeazzi, Elena Ledda, Alessio Lega. Lo spettacolo, che verrà proposto alla Sala Petrarca del Multisala Pio X di Padova, si ricollega, fin dal titolo, alla mostra fotografica «Questa è guerra!», uno sguardo inedito sui grandi conflitti del XX secolo attraverso oltre trecento immagini selezionate da Walter Guadagnini.
Spazio, quindi, ai colori e alle suggestioni della cultura musicale argentina con il bandoneonista, compositore e improvvisatore Dino Saluzzi, che martedì 5 maggio, al teatro Sociale di Cittadella, presenterà al pubblico «El valle de la infancia», opera con la quale l’artista torna alle proprie radici radunando intorno a sé la propria «banda di famiglia»: il fratello Felix al sax tenore e clarinetto, il figlio José María alle chitarre e il nipote Matías ai bassi. Insieme a loro il batterista Quintino Cinalli, portato da Dino Saluzzi per espandere delicatamente il senso di libertà che caratterizza la sua musica, in cui convivono diversi generi e danze come la zamba, il carnavalito e la chacarera.
La musica lascerà, poi, spazio alla danza con la prima nazionale di «Almas», spettacolo di grande coreografa e danzatrice spagnola Aída Gòmez, in programma domenica 10 maggio, alle ore 21, al Piccolo Teatro Don Bosco di Padova. Le musiche di Albéniz, de Falla, Rodriguez, Parrilla e Batio faranno da cornice alle esibizioni della grande coreografa e danzatrice spagnola e dei ballerini della sua compagnia -Christian Lozano, María Martín, Mariano Bernal, Víctor Martín e Yolanda Murillo- in una serata di grande danza, nella quale il bolero e il flamenco si incontreranno con potenza e passione.
La rassegna proseguirà nella serata di giovedì 14 maggio al teatro Verdi di Padova con il duo «Igudesman & Joo», formato dall’eclettico compositore e attore Aleksey Igudesman al violino e dal pianista e compositore Hyung-ki Joo, che porterà in scena il suo nuovo spettacolo «And Now Mozart» (biglietti di ingresso da 10,00 a 5,00 euro).
L’ultimo appuntamento di «Musikè» prima della pausa estiva vedrà protagonista, sabato 6 giugno alla chiesa di Sant’Antonio abate di Padova, l’organista di fama internazionale Wayne Marshall, uno dei musicisti più estrosi e versatili di oggi, in grado di spaziare dalla musica classica al jazz sia come strumentista che come direttore d’orchestra, cimentarsi in un concerto di musiche di Bach e di improvvisazioni.
Dopo la pausa di luglio e agosto, gli spettacoli riprenderanno a settembre con «Musikè Giovani», la sezione dedicata ai talenti emergenti, che prevede quattro spettacoli tra Padova e Rovigo. Venerdì 18 settembre salirà sul palco il «Giovanni Perin European 6tet», fondato dal vibrafonista padovano Giovanni Perin e che vede al suo interno alcuni astri nascenti della scena jazz berlinese: Giulio Scaramella al pianoforte, Tommaso Troncon al sax tenore, Dima Bondarev alla tromba, Diego Pinera alla batteria e Marcel Krömker al contrabbasso. Sabato 3 ottobre al teatro comunale «Ferruccio Martini» di Trecenta andrà, invece, in scena il lavoro che ha vinto il «premio Scenario 2013»: lo spettacolo «Mio figlio era come un padre per me», scritto e interpretato dai fratelli Marta e Diego alla Via, alla loro seconda prova drammaturgica.
Mentre il 24 ottobre l’auditorium comunale «Andrea Ferrari» di Camposampiero è prevista l’esibizione del Ballet Junior de Genève, compagnia composta da oltre trenta giovani ballerini provenienti da tutto il mondo, che lavorano con alcuni tra i più interessanti e rinomati coreografi contemporanei. A chiudere il cartellone di «Musikè Giovani» sarà la Theresia Youth Baroque Orchestra, orchestra sinfonica professionale composta da musicisti sotto i 30 anni di età, provenienti dalle principali scuole di musica antica di tutta Europa.
Il concerto, in programma domenica 22 novembre all’Auditorium Pollini di Padova, prevede musiche di Boccherini e Haydn e vedrà alla direzione Chiara Bianchini, figura di riferimento per l’esecuzione della musica del XVII e XVIII secolo su strumenti originali nonché vincitrice del «Diapason d’or» per l’incisione delle «Sonate per violino solo» di Tartini e dell’integrale delle «Sonate» di Bach con cembalo concertato.
Il cartellone prevede altri due appuntamenti. Sabato 26 settembre, al teatro Goldoni di Bagnoli di Sopra, ci sarà lo spettacolo «La fabbrica dei preti», lavoro di indagine scritto e interpretato dall’attrice Giuliana Musso, che intreccia tre diverse forme di narrazione: reportage, proiezione e testimonianza. Lo sfondo di ogni racconto, che parla delle paure e della fragile bellezza di ogni essere umano, è quella stessa cultura cattolica che ha formato il nostro senso morale e insieme tutte le contraddizioni e le rigidità che avvertiamo nei nostri atteggiamenti, nei modelli di ruolo e di genere, nei comportamenti affettivi e sessuali.
Infine, l’intensità e il carattere ardente della musica argentina e la raffinata tradizione musicale giapponese si incontreranno, venerdì 13 novembre, al teatro Filarmonico di Piove di Sacco grazie al Gaia Cuatro, quartetto d’eccezione nato dal sodalizio tra due dei musicisti più emblematici della scena jazz giapponese, la violinista Aska Kaneko e il percussionista Tomohiro Yahiro, e due musicisti argentini particolarmente attivi sulla scena europea, il pianista Gerardo Di Giusto e il bassista Carlos «El Tero» Buschini. Quattro musicisti, questi, che portano l’arte dell’improvvisazione all’eccellenza, con una libertà tonale agli antipodi delle convenzioni stabilite, lavorando alla definizione di una musica totalmente inedita e allo stesso tempo familiare grazie alla sua naturale eleganza.
Didascalie delle immagini
[Figg. 1 e 2] Una scena dello spettacolo «L'ho fatto per il mio paese», con Lucia Vasini e Antonio Cornacchione; [fig. 3] Una scena dello spettacolo «La fabbrica dei preti», con Giuliana Musso; [Fig. 4] Uno spettacolo con la compagnia di flamenco della coreografa Aida Gomez; [fig. 5] Una coreografia del Ballet Junior de Genève; [fig. 6] Il duo Igudesman & Jo; [fig. 7] I Virtuosi del Berliner Philharmoniker
Informazioni utili
«Musikè» - Edizione 2015. Informazioni: tel. 345. 7154654 o info@rassegnamusike.it. Sito internet: www.rassegnamusike.it o www.facebook.com/rassegnamusike. Da mercoledì 1° aprile a domenica 22 novembre 2015
Ad aprire il sipario sarà, al teatro Sociale di Rovigo, lo spettacolo «L'ho fatto per il mio paese» (ingresso: 10,00 euro per la platea e il primo ordine di palchi; 5,00 euro per tutti gli altri posti), testo scritto da Antonio Cornacchione con Francesco Freyrie e Andrea Zalone, la coppia di autori del fortunatissimo programma «Crozza nel paese delle meraviglie», che vede in scena lo stesso Cornacchione con una grande interprete del teatro italiano quale Lucia Vasini.
L’opera, in cartellone alle 21 di mercoledì 1° aprile, affronta, con ironia pungente e irresistibile, il dramma tutto italiano del mondo del lavoro: Benedetto, un uomo candido e senza soldi, con la disdetta dell’affitto in una tasca e la lettera di fine rapporto di lavoro nell’altra, decide, con piglio da Don Chisciotte, di sequestrare il ministro responsabile della legge che sposta di molti anni la sua pensione, dichiarando di farlo non solo per se stesso, ma anche per il suo Paese.
A questo spettacolo, il cui ingresso sarà devoluto in beneficenza all’Aism di Rovigo, seguirà, nella serata di venerdì 10 aprile, un concerto alla Sala dei Giganti del Liviano di Padova con Cristina Zavalloni, artista incredibilmente versatile, capace di spaziare dal canto lirico al canto jazz, dal repertorio classico a quello più sperimentale, che torna a «Musikè» dopo aver presentato il suo album «La donna di cristallo» nella prima edizione della rassegna (2012).
Al suo fianco, quest’anno, ci sarà Andrea Rebaudengo, pianista che vanta collaborazioni con le principali istituzioni concertistiche italiane.
Insieme, i due artisti si sono esibiti alla Carnegie Hall di New York, al teatro della Maestranza di Siviglia, al teatro Rossini di Pesaro, al Festival di West Cork, al Festival del Castello di Varsavia e ai concerti del Quirinale; nel 2008 hanno inciso il disco «Tilim-Bom», dedicato a Stravinskij e Milhaud.
Per «Musikè» Cristina Zavalloni e Andrea Rebaudengo saranno impegnati in un repertorio che metterà in risalto le loro straordinarie doti tecniche e interpretative con composizioni di Satie, Stravinskij, Eisler, Schoenberg, Weill, Gershwin e Bernstein: un programma, questo, che si ricollega ai temi della mostra «Il demone della modernità - Pittori visionari all’alba del secolo breve», promossa dalla fondazione, con il Comune di Rovigo e l’Accademia dei Concordi, a Palazzo Roverella a Rovigo.
La rassegna proseguirà, quindi, giovedì 23 aprile con i «Virtuosi dei Berliner Philharmoniker», l’ensemble d’archi formato dalle prime parti della celebri orchestra berlinese, che al Tempio della Beata Vergine del Soccorso, con il violino solista di Laurentius Dinca, proporrà un concerto di musiche di Respighi, Mendelssohn e Dvorak.
L’esplorazione musicale di «Musikè», prevede, poi, nella serata di lunedì 27 aprile, alle ore 21, il riallestimento del concerto «Bella ciao» ad oltre cinquant’anni dalla sua prima rappresentazione nel 1964, al Festival dei due mondi di Spoleto. La nuova edizione, ideata e curata da Franco Fabbri, vede impegnato un ensemble diretto e concertato dall’organettista Riccardo Testi, con il chitarrista Andrea Salvadori e il percussionista Gigi Biolcati, e vanta la presenza di alcune tra le voci più importanti della musica popolare e del canto sociale italiani degli ultimi trent’anni: Ginevra Di Marco, Lucilla Galeazzi, Elena Ledda, Alessio Lega. Lo spettacolo, che verrà proposto alla Sala Petrarca del Multisala Pio X di Padova, si ricollega, fin dal titolo, alla mostra fotografica «Questa è guerra!», uno sguardo inedito sui grandi conflitti del XX secolo attraverso oltre trecento immagini selezionate da Walter Guadagnini.
Spazio, quindi, ai colori e alle suggestioni della cultura musicale argentina con il bandoneonista, compositore e improvvisatore Dino Saluzzi, che martedì 5 maggio, al teatro Sociale di Cittadella, presenterà al pubblico «El valle de la infancia», opera con la quale l’artista torna alle proprie radici radunando intorno a sé la propria «banda di famiglia»: il fratello Felix al sax tenore e clarinetto, il figlio José María alle chitarre e il nipote Matías ai bassi. Insieme a loro il batterista Quintino Cinalli, portato da Dino Saluzzi per espandere delicatamente il senso di libertà che caratterizza la sua musica, in cui convivono diversi generi e danze come la zamba, il carnavalito e la chacarera.
La musica lascerà, poi, spazio alla danza con la prima nazionale di «Almas», spettacolo di grande coreografa e danzatrice spagnola Aída Gòmez, in programma domenica 10 maggio, alle ore 21, al Piccolo Teatro Don Bosco di Padova. Le musiche di Albéniz, de Falla, Rodriguez, Parrilla e Batio faranno da cornice alle esibizioni della grande coreografa e danzatrice spagnola e dei ballerini della sua compagnia -Christian Lozano, María Martín, Mariano Bernal, Víctor Martín e Yolanda Murillo- in una serata di grande danza, nella quale il bolero e il flamenco si incontreranno con potenza e passione.
La rassegna proseguirà nella serata di giovedì 14 maggio al teatro Verdi di Padova con il duo «Igudesman & Joo», formato dall’eclettico compositore e attore Aleksey Igudesman al violino e dal pianista e compositore Hyung-ki Joo, che porterà in scena il suo nuovo spettacolo «And Now Mozart» (biglietti di ingresso da 10,00 a 5,00 euro).
L’ultimo appuntamento di «Musikè» prima della pausa estiva vedrà protagonista, sabato 6 giugno alla chiesa di Sant’Antonio abate di Padova, l’organista di fama internazionale Wayne Marshall, uno dei musicisti più estrosi e versatili di oggi, in grado di spaziare dalla musica classica al jazz sia come strumentista che come direttore d’orchestra, cimentarsi in un concerto di musiche di Bach e di improvvisazioni.
Dopo la pausa di luglio e agosto, gli spettacoli riprenderanno a settembre con «Musikè Giovani», la sezione dedicata ai talenti emergenti, che prevede quattro spettacoli tra Padova e Rovigo. Venerdì 18 settembre salirà sul palco il «Giovanni Perin European 6tet», fondato dal vibrafonista padovano Giovanni Perin e che vede al suo interno alcuni astri nascenti della scena jazz berlinese: Giulio Scaramella al pianoforte, Tommaso Troncon al sax tenore, Dima Bondarev alla tromba, Diego Pinera alla batteria e Marcel Krömker al contrabbasso. Sabato 3 ottobre al teatro comunale «Ferruccio Martini» di Trecenta andrà, invece, in scena il lavoro che ha vinto il «premio Scenario 2013»: lo spettacolo «Mio figlio era come un padre per me», scritto e interpretato dai fratelli Marta e Diego alla Via, alla loro seconda prova drammaturgica.
Mentre il 24 ottobre l’auditorium comunale «Andrea Ferrari» di Camposampiero è prevista l’esibizione del Ballet Junior de Genève, compagnia composta da oltre trenta giovani ballerini provenienti da tutto il mondo, che lavorano con alcuni tra i più interessanti e rinomati coreografi contemporanei. A chiudere il cartellone di «Musikè Giovani» sarà la Theresia Youth Baroque Orchestra, orchestra sinfonica professionale composta da musicisti sotto i 30 anni di età, provenienti dalle principali scuole di musica antica di tutta Europa.
Il concerto, in programma domenica 22 novembre all’Auditorium Pollini di Padova, prevede musiche di Boccherini e Haydn e vedrà alla direzione Chiara Bianchini, figura di riferimento per l’esecuzione della musica del XVII e XVIII secolo su strumenti originali nonché vincitrice del «Diapason d’or» per l’incisione delle «Sonate per violino solo» di Tartini e dell’integrale delle «Sonate» di Bach con cembalo concertato.
Il cartellone prevede altri due appuntamenti. Sabato 26 settembre, al teatro Goldoni di Bagnoli di Sopra, ci sarà lo spettacolo «La fabbrica dei preti», lavoro di indagine scritto e interpretato dall’attrice Giuliana Musso, che intreccia tre diverse forme di narrazione: reportage, proiezione e testimonianza. Lo sfondo di ogni racconto, che parla delle paure e della fragile bellezza di ogni essere umano, è quella stessa cultura cattolica che ha formato il nostro senso morale e insieme tutte le contraddizioni e le rigidità che avvertiamo nei nostri atteggiamenti, nei modelli di ruolo e di genere, nei comportamenti affettivi e sessuali.
Infine, l’intensità e il carattere ardente della musica argentina e la raffinata tradizione musicale giapponese si incontreranno, venerdì 13 novembre, al teatro Filarmonico di Piove di Sacco grazie al Gaia Cuatro, quartetto d’eccezione nato dal sodalizio tra due dei musicisti più emblematici della scena jazz giapponese, la violinista Aska Kaneko e il percussionista Tomohiro Yahiro, e due musicisti argentini particolarmente attivi sulla scena europea, il pianista Gerardo Di Giusto e il bassista Carlos «El Tero» Buschini. Quattro musicisti, questi, che portano l’arte dell’improvvisazione all’eccellenza, con una libertà tonale agli antipodi delle convenzioni stabilite, lavorando alla definizione di una musica totalmente inedita e allo stesso tempo familiare grazie alla sua naturale eleganza.
Didascalie delle immagini
[Figg. 1 e 2] Una scena dello spettacolo «L'ho fatto per il mio paese», con Lucia Vasini e Antonio Cornacchione; [fig. 3] Una scena dello spettacolo «La fabbrica dei preti», con Giuliana Musso; [Fig. 4] Uno spettacolo con la compagnia di flamenco della coreografa Aida Gomez; [fig. 5] Una coreografia del Ballet Junior de Genève; [fig. 6] Il duo Igudesman & Jo; [fig. 7] I Virtuosi del Berliner Philharmoniker
Informazioni utili
«Musikè» - Edizione 2015. Informazioni: tel. 345. 7154654 o info@rassegnamusike.it. Sito internet: www.rassegnamusike.it o www.facebook.com/rassegnamusike. Da mercoledì 1° aprile a domenica 22 novembre 2015
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