È una riflessione sul tema dell’esilio, questione di scottante attualità eppure da sempre presente nella storia di tanti popoli, a tessere la trama di «Exil», progetto francese fra teatro e musica frutto della residenza artistica della Compagnie Sans Père al Funaro di Pistoia. Lo spettacolo, che verrà presentato in forma di studio il prossimo venerdì 28 ottobre sul palcoscenico toscano, nasce da un’idea della violoncellista francese Sonia Wieder-Atherton, enfant prodige cresciuta fra San Francisco e Parigi, allieva di Rostropovich e a cui la regista belga Chantal Akerman ha dedicato tre film. L’artista, nominata nel 2015 Cavaliere dell'Ordine delle arti e delle lettere, ha una biografia che è già da sè un’esplorazione della condizione di esule: nata a San Francisco da una madre di origine rumena e un padre americano, cresciuta fra New York, Mosca (per studiare con Natalia Chakhovskaïa al Conservatoire Tchaïkovski) e Parigi, si distingue per una ricerca musicale ad ampio spettro, che –per usare le parole del regista belga Chantal Akerman- «cerca, cerca ancora e sempre (...) che cerca la breccia, il suono, il respiro delle origini».
Lo spettacolo, in prova al Funaro dal 21 ottobre, vede anche la collaborazione di Sarah Koné della Compagnie Sans Père, il cui nome dichiara l’importanza di costruire un percorso individuale, «senza padri», senza patria intesa come vincolo culturale inamovibile. Con loro contribuisce alla nuova creazione il pianista pluripremiato Laurent Cabasso, allievo di Magaloff e di Sandor, di cui Le Monde dice: «Cabasso cammina sulle orme di Kempff, Haskil, Nat, Schnabel, con un istinto poetico, una libertà di andamento che lo fanno distinguere all’interno di una generazione già ricca di talenti di primo piano».
Completano la formazione sul palco del Funaro otto giovani attori: Anna Gianforcaro, Eliott Appel, Jeanne Pollacchi, Léontine Maurel, Ludmilla Bouakkaz, Manon Iside, Matthieu Louis-Marie, Violette Clapeyron. Loro lavoreranno su un brano per violoncello e pianoforte della compositrice russa, l’intensa allieva di Shostakovitch, Galina Ustvolskaya. Alternando strutture ritmiche violente a lunghi canti di speranza, il brano lascerà spazio ai testi recitati che si intrecceranno ad esso come in un oratorio. Attorno a questa struttura verranno presentate melodie per violoncello e voce. Purcell, Bach, canti ortodossi e siriani, un’elegia di Stravinsky sono alcune delle scelte fatte fino a questo momento della creazione che si completerà nel corso della residenza creativa.
«Scegliere un cast composto da giovani artisti insieme a talenti affermati –raccontano al Funaro- vuol dire da un lato tentare di mantenere un distacco emotivo che permetta di affrontare con rigore e spontaneità questioni delicate (il senso di isolamento, di alterità, del confronto con l’altro), dall’altro creare uno spettacolo che si arricchisca continuamente di diversi sguardi e di nuove spinte emotive».
«In tutti i tempi e in tutti i luoghi, popoli oppressi sono fuggiti. Spinti dalla guerra, la fame, l’estremismo, la follia omicida di altri uomini. Che fossero cacciati, deportati, strappati dalle loro vite. Che venissero dall’Asia, dall’Africa, o dall’Amercia. Che appartengano oggi al mito, alle leggende. Che sembrino sopravvissuti alla Storia o scorticati vivi dalla nostra attualità. In ogni caso sono tornati, ci hanno detto, hanno scritto la storia dell’uomo che da sempre fa male ad altri uomini. Queste parole compaiono, queste lingue sono sopravvissute al tempo e all’oblio. A noi il compito, oggi, di ascoltarle, di impararle», dice Sonia Wieder-Atherton. Dalla Bibbia al genocidio ruandese, che si tratti di un intero popolo in fuga o di una donna cinese perseguitata che scappa nella campagna: le voci di «resistenza» sono le stesse e saranno proprio queste a vivere sul palco del Funaro.
Informazioni utili
«Exil». Il Funaro Centro Culturale, via del Funaro, 16/18 – Pistoia. Quando: venerdì 28 ottobre 2016, ore 21.00. Ingresso: intero € 12,00, ridotto € 10,00 o € 8,00. Informazioni: tel/fax +39,0573.977225 | tel +39.0573.976853 | mail: info@ilfunaro.org. Sito web: www.ilfunaro.org.
ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com
giovedì 27 ottobre 2016
mercoledì 26 ottobre 2016
«Il Milione», viaggio tra le «meraviglie» di Marco Polo con laReverdie
Uno dei viaggi più avvincenti della storia, destinato a lasciare un segno incancellabile nei rapporti tra Europa e Oriente: viene descritta così da tutti l’avventura di Marco Polo raccontata nel libro «Il Milione».
Dalla lettura di questa straordinaria opera è nata l’idea di realizzare uno spettacolo teatrale, in programma sabato 29 e domenica 30 ottobre alla Fondazione Giorgio Cini, che alla voce narrante di David Riondino affianca la musica del gruppo laReverdie.
Magico è il luogo scelto per questo appuntamento: l’auditorium lo Squero sull’Isola di San Giorgio Maggiore, un nuovo spazio per la musica ricavato da un’antica officina per la riparazione delle imbarcazioni, la cui costruzione risale alla metà dell’Ottocento e la cui struttura si ispira alla grande architettura veneziana, riprendendo il modello dell’Arsenale.
Dall’acustica eccezionale, lo Squero si affaccia direttamente sulla laguna: di fronte alla platea e alle spalle dei musicisti, le pareti di vetro, come quinte naturali, aprono uno straordinario scorcio sulla laguna offrendo allo spettatore la possibilità di vivere l’esperienza unica di un concerto a bordo d’acqua.
«Meraviglioso e quotidiano, storia e leggenda, santi e briganti, re e sudditi si trovavano in un rapporto di prodigiosa contiguità con il viaggiatore che non si confrontava mai con barriere concrete e culturali inaccessibili»: sembrerà di sentir rivivere questo spirito medioevale ben descritto dallo storico d’arte Jurgis Baltrušaitis nell’incontro veneziano.
«Nella descrizione dell’altro, dell’altro mondo e delle altrui usanze e figure, non c’è in Polo nessun sentimento di supremazia, di riduzione alle proprie categorie, se non per quel che serve a rendere comprensibile il racconto -afferma, infatti, David Riondino-. Gli altri sono ancora altri, non domina-ti dalla propria visione. Polo non si sente né superiore né inferiore all’universo inedito che attraversa. Intrecciando la meraviglia all’indifferenza, il veneziano sembra instaurare con l’Oriente un rapporto alla pari. Questo rende il racconto leggero e misterioso, e assolutamente udibile oltre le filologiche curiosità.».
Il tutto viene rivisto attraverso la penna di Rustichello da Pisa, conosciuto nelle prigioni genovesi, al quale Marco Polo affida il resoconto del suo viaggio in un mondo meraviglioso ed esotico descritto con uno stile profondamente medievale. Come medievale è la musica proveniente da ambiente veneto e francese eseguita da laReverdie, uno dei gruppi italiani specializzati nel reperto-rio medievale più noti in campo internazionale, che quest’anno festeggia i suoi trenta anni di attività.
In questo nuovo viaggio -racconta Claudia Caffagni- «ci confrontiamo e dialoghiamo con la tradizione musicale che proviene dall’Oriente, grazie al contributo del Kamancheh di Rana Shieh e del Tabla di Elena Baldassarri». Ne nascerà una combinazione magica che proietta lo spettatore in quel mondo mirabile e remoto, dall’irresistibile fascino.
Informazioni utili
«Il Milione ovvero il libro delle meraviglie - Viaggio musicale sulle orme di Marco Polo». Auditorium Lo Squero, isola di San Giorgio Maggiore - Venezia. Quando: 29 ottobre 2016, ore 17.30 e 30 otto-bre 2016, ore 16.30. Ingresso: intero € 28,00, ridotto € 18,00, per comitive con più di venticinque persone riduzione del 25%. Link prevendita del 29/10: www.i-ticket.it/prevendita/index.php?cmd=event&event_id=2067. Link prevendita del 30/10: www.i-ticket.it/prevendita/index.php?cmd=event&event_id=2068. Informazioni: contacts@lareverdie.com.
Dalla lettura di questa straordinaria opera è nata l’idea di realizzare uno spettacolo teatrale, in programma sabato 29 e domenica 30 ottobre alla Fondazione Giorgio Cini, che alla voce narrante di David Riondino affianca la musica del gruppo laReverdie.
Magico è il luogo scelto per questo appuntamento: l’auditorium lo Squero sull’Isola di San Giorgio Maggiore, un nuovo spazio per la musica ricavato da un’antica officina per la riparazione delle imbarcazioni, la cui costruzione risale alla metà dell’Ottocento e la cui struttura si ispira alla grande architettura veneziana, riprendendo il modello dell’Arsenale.
Dall’acustica eccezionale, lo Squero si affaccia direttamente sulla laguna: di fronte alla platea e alle spalle dei musicisti, le pareti di vetro, come quinte naturali, aprono uno straordinario scorcio sulla laguna offrendo allo spettatore la possibilità di vivere l’esperienza unica di un concerto a bordo d’acqua.
«Meraviglioso e quotidiano, storia e leggenda, santi e briganti, re e sudditi si trovavano in un rapporto di prodigiosa contiguità con il viaggiatore che non si confrontava mai con barriere concrete e culturali inaccessibili»: sembrerà di sentir rivivere questo spirito medioevale ben descritto dallo storico d’arte Jurgis Baltrušaitis nell’incontro veneziano.
«Nella descrizione dell’altro, dell’altro mondo e delle altrui usanze e figure, non c’è in Polo nessun sentimento di supremazia, di riduzione alle proprie categorie, se non per quel che serve a rendere comprensibile il racconto -afferma, infatti, David Riondino-. Gli altri sono ancora altri, non domina-ti dalla propria visione. Polo non si sente né superiore né inferiore all’universo inedito che attraversa. Intrecciando la meraviglia all’indifferenza, il veneziano sembra instaurare con l’Oriente un rapporto alla pari. Questo rende il racconto leggero e misterioso, e assolutamente udibile oltre le filologiche curiosità.».
Il tutto viene rivisto attraverso la penna di Rustichello da Pisa, conosciuto nelle prigioni genovesi, al quale Marco Polo affida il resoconto del suo viaggio in un mondo meraviglioso ed esotico descritto con uno stile profondamente medievale. Come medievale è la musica proveniente da ambiente veneto e francese eseguita da laReverdie, uno dei gruppi italiani specializzati nel reperto-rio medievale più noti in campo internazionale, che quest’anno festeggia i suoi trenta anni di attività.
In questo nuovo viaggio -racconta Claudia Caffagni- «ci confrontiamo e dialoghiamo con la tradizione musicale che proviene dall’Oriente, grazie al contributo del Kamancheh di Rana Shieh e del Tabla di Elena Baldassarri». Ne nascerà una combinazione magica che proietta lo spettatore in quel mondo mirabile e remoto, dall’irresistibile fascino.
Informazioni utili
«Il Milione ovvero il libro delle meraviglie - Viaggio musicale sulle orme di Marco Polo». Auditorium Lo Squero, isola di San Giorgio Maggiore - Venezia. Quando: 29 ottobre 2016, ore 17.30 e 30 otto-bre 2016, ore 16.30. Ingresso: intero € 28,00, ridotto € 18,00, per comitive con più di venticinque persone riduzione del 25%. Link prevendita del 29/10: www.i-ticket.it/prevendita/index.php?cmd=event&event_id=2067. Link prevendita del 30/10: www.i-ticket.it/prevendita/index.php?cmd=event&event_id=2068. Informazioni: contacts@lareverdie.com.
martedì 25 ottobre 2016
Prato saluta il nuovo Centro Pecci
Una navicella spaziale. «Una virgola di luna». Un’architettura ad anello, color oro, con un’antenna sulla cima in grado di intercettare -e di trasmettere- fermenti, tendenze e umori della scena artistica contemporanea. Si presenta così «Sensing the Waves», il progetto ideato dall’architetto olandese Maurice Nio per rinnovare il Centro Pecci di Prato, la cui struttura fu ideata nel 1988 dal fiorentino Italo Gamberini per volontà di Enrico Pecci con l’intento di onorare la memoria del figlio Luigi, scomparso prematuramente.
Riaperto dopo nove anni di cantiere, il “nuovo” museo toscano si presenta ampliato nei suoi spazi, estendendosi ora su una superficie di oltre diecimila metri quadrati, articolata in diverse sale espositive, un archivio, una biblioteca specializzata con un patrimonio di oltre cinquantamila volumi, un teatro all’aperto per mille spettatori, un cinema-auditorium da centoquaranta posti, uno spazio performativo da quattrocento, un bookshop, un bistrot, un ristorante e varie sale d’incontro.
Ma il Centro Pecci non si presenta rinnovato solo negli spazi, che permetteranno finalmente di valorizzare al meglio la sua collezione che vanta oltre mille opere dei principali artisti internazionali: da Anish Kapoor a Jan Fabre, da Jannis Kounellis a Sol LeWitt, senza dimenticare gli italiani Mario Merz o Michelangelo Pistoletto.
Rinnovato è anche il programma culturale aperto all’interdisciplinarietà, alla commistione tra arti: il nuovo corso del museo pratese, avviato domenica 16 ottobre, promette, infatti, di indagare tutte le discipline della cultura contemporanea, toccando anche cinema, musica, perfoming arts, architettura, design, moda e letteratura e cercando, al contempo, di avvicinare il più possibile l’arte alla società.
L’opening del rinnovato e ampliato Centro Pecci di Prato spetta alla mostra «La fine del mondo», a cura di Fabio Cavallucci, che allinea, accanto a lavori storici di Marcel Duchamp e Pablo Picasso, le opere di una cinquantina di artisti contemporanei ormai affermati internazionalmente, dal nativo americano Jimmie Durham al cubano Carlos Garaicoa, dai cinesi Qiu Zhijie e Cai Guo-Qiang a giovani come il brasiliano Henrique Oliveira o lo svizzero Julian Charrière, del quale viene presentato un lavoro realizzato a quattro mani insieme al tedesco Julius Von Bismarck.
«In tempi di cambiamenti climatici globali, di guerre diffuse che hanno fatto dire al Papa che siamo di fronte alla terza guerra mondiale anche se combattuta a pezzetti, di esodi e di migrazioni irrefrenabili, di Brexit che se non di tutto il globo segna perlomeno la fine dell’Europa, -afferma Fabio Cavallucci- non sembra eccessivo parlare di fine del mondo: uno sguardo catastrofico sembrerebbe consentito ed è, diciamolo, avvallato dagli eventi. Ma non è questo il tema che la mostra vuole affrontare». A Prato si intende, infatti, far vivere al visitatore una specie di esercizio della distanza, che spinge a guardare il presente da lontano.
Lungo il percorso espositivo, secondo le nuove linee strategiche del Pecci, vengono documentati tutti linguaggi artistici: la musica, il teatro, il cinema, l’architettura e la danza contribuiscono a costruire una narrazione immersiva e coinvolgente grazie alla presenza di personalità eclettiche e visionarie che arricchiranno il racconto con il loro contributo, dalla celebre cantante Bjork all’architetto Didier Fiuza Faustino, dal drammaturgo e attore Pippo Delbono fino al musicista elettronico Joakim.
Intanto in tutta la città di Prato e anche in altri centri vicini come Firenze, Pisa, Vinci si festeggia la riapertura del Pecci con mostre e progetti che fanno ben sperare in uno slancio per l’intera scena creativa e culturale toscana.
Didascalie delle immagini
[Fig. 1] «Sensing the Waves», nuova ala progettata da Maurice Nio. Foto: Ivan D'Alì; [fig. 2] Map of Mythological Creatures, 2013, inchiostro su carta 7 pezzi, 120 x 240 cm, courtesy of Galleria Continua, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana; [fig. 3] Break-through (two) - yellow foam, tape, cardboard, wood, paint - variable dimensions, Luciano Romano, courtesy of Galleria Alfonso Artiaco
Informazioni utili
Centro d'arte contemporanea Pecci, viale della Repubblica, 277 - Prato. Orari: da martedì a domenica, ore 11.00-23.00; chiuso il lunedì. Ingresso: intero € 10,00, ridotto € 7,00. Informazioni: tel. 0574.5317 o info@centropecci.it. Sito internet: http://www.centropecci.it.
Riaperto dopo nove anni di cantiere, il “nuovo” museo toscano si presenta ampliato nei suoi spazi, estendendosi ora su una superficie di oltre diecimila metri quadrati, articolata in diverse sale espositive, un archivio, una biblioteca specializzata con un patrimonio di oltre cinquantamila volumi, un teatro all’aperto per mille spettatori, un cinema-auditorium da centoquaranta posti, uno spazio performativo da quattrocento, un bookshop, un bistrot, un ristorante e varie sale d’incontro.
Ma il Centro Pecci non si presenta rinnovato solo negli spazi, che permetteranno finalmente di valorizzare al meglio la sua collezione che vanta oltre mille opere dei principali artisti internazionali: da Anish Kapoor a Jan Fabre, da Jannis Kounellis a Sol LeWitt, senza dimenticare gli italiani Mario Merz o Michelangelo Pistoletto.
Rinnovato è anche il programma culturale aperto all’interdisciplinarietà, alla commistione tra arti: il nuovo corso del museo pratese, avviato domenica 16 ottobre, promette, infatti, di indagare tutte le discipline della cultura contemporanea, toccando anche cinema, musica, perfoming arts, architettura, design, moda e letteratura e cercando, al contempo, di avvicinare il più possibile l’arte alla società.
L’opening del rinnovato e ampliato Centro Pecci di Prato spetta alla mostra «La fine del mondo», a cura di Fabio Cavallucci, che allinea, accanto a lavori storici di Marcel Duchamp e Pablo Picasso, le opere di una cinquantina di artisti contemporanei ormai affermati internazionalmente, dal nativo americano Jimmie Durham al cubano Carlos Garaicoa, dai cinesi Qiu Zhijie e Cai Guo-Qiang a giovani come il brasiliano Henrique Oliveira o lo svizzero Julian Charrière, del quale viene presentato un lavoro realizzato a quattro mani insieme al tedesco Julius Von Bismarck.
«In tempi di cambiamenti climatici globali, di guerre diffuse che hanno fatto dire al Papa che siamo di fronte alla terza guerra mondiale anche se combattuta a pezzetti, di esodi e di migrazioni irrefrenabili, di Brexit che se non di tutto il globo segna perlomeno la fine dell’Europa, -afferma Fabio Cavallucci- non sembra eccessivo parlare di fine del mondo: uno sguardo catastrofico sembrerebbe consentito ed è, diciamolo, avvallato dagli eventi. Ma non è questo il tema che la mostra vuole affrontare». A Prato si intende, infatti, far vivere al visitatore una specie di esercizio della distanza, che spinge a guardare il presente da lontano.
Lungo il percorso espositivo, secondo le nuove linee strategiche del Pecci, vengono documentati tutti linguaggi artistici: la musica, il teatro, il cinema, l’architettura e la danza contribuiscono a costruire una narrazione immersiva e coinvolgente grazie alla presenza di personalità eclettiche e visionarie che arricchiranno il racconto con il loro contributo, dalla celebre cantante Bjork all’architetto Didier Fiuza Faustino, dal drammaturgo e attore Pippo Delbono fino al musicista elettronico Joakim.
Intanto in tutta la città di Prato e anche in altri centri vicini come Firenze, Pisa, Vinci si festeggia la riapertura del Pecci con mostre e progetti che fanno ben sperare in uno slancio per l’intera scena creativa e culturale toscana.
Didascalie delle immagini
[Fig. 1] «Sensing the Waves», nuova ala progettata da Maurice Nio. Foto: Ivan D'Alì; [fig. 2] Map of Mythological Creatures, 2013, inchiostro su carta 7 pezzi, 120 x 240 cm, courtesy of Galleria Continua, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana; [fig. 3] Break-through (two) - yellow foam, tape, cardboard, wood, paint - variable dimensions, Luciano Romano, courtesy of Galleria Alfonso Artiaco
Informazioni utili
Centro d'arte contemporanea Pecci, viale della Repubblica, 277 - Prato. Orari: da martedì a domenica, ore 11.00-23.00; chiuso il lunedì. Ingresso: intero € 10,00, ridotto € 7,00. Informazioni: tel. 0574.5317 o info@centropecci.it. Sito internet: http://www.centropecci.it.
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