ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

giovedì 27 aprile 2017

Rita Kernn-Larsen, i suoi dipinti surrealisti in mostra a Venezia

«Il periodo surrealista fu straordinario […] il periodo migliore della mia vita d'artista»: è questa la frase scelta dalla Collezione Peggy Guggenheim per fare da filo rosso alla mostra di Rita Kernn-Larsen che Gražina Subelytė ha curato per il museo veneziano.
L’esposizione, visibile fino al 26 giugno, inaugura due nuove sale espositive dell’istituzione lagunare, le «Project Rooms»: spazi destinati ad accogliere progetti espositivi raccolti e mirati, finalizzati ad approfondire il lavoro di un artista o specifiche tematiche legate alla produzione di un determinato interprete del XX secolo, legato alla collezione della mecenate americana.
Nel 1937 Rita Kernn-Larsen (Hillerød 1904 – Copenhagen 1998) incontra a Parigi la collezionista e l'anno seguente viene invitata a esporre nella galleria londinese Guggenheim Jeune, in una personale che segna l'inizio della carriera surrealista di Peggy.
La mostra veneziana riunisce una preziosa selezione di dipinti dell’artista, pittrice tuttora poco nota al di fuori dell'ambiente danese, provenienti da collezioni pubbliche e private del suo Paese, tra cui la National Gallery of Denmark di Copenhagen, il Kunstmuseet dii Tønder e il Kunsten Museum of Modern Art di Aalborg.
L’esposizione -la prima di rilievo dedicata alla sua opera fuori dai confini nazionali, dopo quella londinese del 1938- presenta anche fotografie e documenti inerenti la personale nella galleria londinese di Peggy, oltre a una video-intervista realizzata in occasione della sua partecipazione alla Biennale di Venezia del 1986. br> La rassegna rivela come la Kernn-Larsen abbia ricoperto un ruolo determinante nell'ambito del movimento surrealista danese e internazionale. Nei primi anni ‘30 l’artista studia con Fernand Léger a Parigi, diventando una delle sue migliori studentesse. Nel 1934 si unisce al gruppo surrealista del suo Paese e viene soprannominata dalla critica «la Picasso danese». Continua a esporre con i surrealisti, affermandosi come figura cardine all’interno del gruppo stesso, e partecipa nel corso degli anni ’30 ad alcune importanti mostre internazionali in città come Copenhagen, Oslo, Lund, Londra, tra cui spicca l’Exposition Internationale du Surréalisme, alla Galerie Beaux-Arts di Parigi nel 1938, poco prima della sua personale alla Guggenheim Jeune.
In questa occasione lo storico dell'arte Herbert Read scrive delle opera dell’artista: «L'immaginazione è un punto focale inserito entro quel campo vago che è l'inconscio […]. Queste immagini sono personaggi fiabeschi, fantasmi delle oscure roccaforti nordiche che popolano la nostra mente […] e rivelano un po' del terrore e tutta la fascinazione dei loro antenati mitici».
In mostra si potrà osservare come la Kernn-Larsen riunisca, secondo la sua vena surrealista, sogni e memorie attraverso la tecnica dell'automatismo per far emergere, direttamente dall'inconscio, un flusso di immagini.
Tra le opere esposte si potrà vedere anche il dipinto che la Kernn-Larsen considerò «uno dei miei migliori quadri», il capolavoro «Danza e controdanza» (1936), nel quale vari ritmi legati all'automatismo pulsano gli uni contro gli altri.
L’esposizione veneziana mette, inoltre, in luce come la pittrice sia stata influenzata dal lavoro del belga Paul Delvaux, il cui dipinto «L'aurora» (1937), alla Collezione Peggy Guggenheim, ritrae delle donne-albero. L'identificazione dell'artista-donna surrealista con la natura fertile ritorna in diverse opere dell’artista danese, tra cui il suo singolare «Autoritratto (Conosci te stesso) » (1937), acquisito dalla Fondazione Solomon R. Guggenheim nel 2013. La mostra espone anche tre opere, incluso l'autoritratto, che furono esposte alla Biennale di Venezia del 1986, e che oggi, dopo oltre trent'anni, ritornano così a Venezia.

Informazioni utili 
Rita Kernn-Larsen. Collezione Peggy Guggenheim - Palazzo Venier dei Leoni, Dorsoduro 701 - 30123 Venezia. Orari: tutti i giorni, ore 10.00-18.00, chiuso il martedì. Ingresso: Intero € 15,00, ridotto over 65 €13,00, ridotto studenti fino a 26 anni € 9,00. Informazioni: info@guggenheim-venice.it o tel. 041.2405411. Sito internet: www.guggenheim-venice.it. Fino al 26 giugno 2017.

mercoledì 26 aprile 2017

A Bologna è Dalì-mania

Coinvolge l’intera città di Bologna la mostra «Dalì Experience», prima tappa di un progetto espositivo interdisciplinare e interattivo che inaugura la centralissima location di Palazzo Belloni, prestigioso edificio storico di via Berberia, strategicamente posizionato tra piazza Malpighi e piazza Maggiore.
In queste sale -costruite nel Settecento su progetto di Giuseppe Antonio Torri e decorate al suo interno da artisti come Giovanni Gioseffo dal Sole, Giovanni Girolamo Bonesi, Giovanni Antonio Burrini e Giacinto Garofalini- sono esposte, per iniziativa di con-fine Art, circa duecento opere provenienti dalla collezione «The Dalì Universe» di Beniamino Levi, una delle più ricche documentazioni sull’artista catalano. Si tratta, nello specifico, di ventidue sculture museali, dieci opere in vetro realizzate alla fine degli anni '60 con la famosa cristalleria Daum di Nancy, dodici gold objects, più di cento grafiche tratte da dieci libri illustrati e quattro sculture monumentali posizionate in punti strategici del centro storico: «Dance of time II» (1979-1984) nell’area check-in dell’aeroporto Marconi, «Homage to terpsichore» (1977-1984) in piazza Liber Paradiusus, «Horse saddled with time» (1980) negli storici Giardini Margherita e «Profile of time» (1977-1984) alla Stazione di fronte allo Shoah Memorial.
Il gruppo creativo Loop, eccellenza italiana nella progettazione di tecnologie interattive applicate all’arte e al design, ha creato un percorso in cui la multimedialità e l’interazione diventano parte integrante della narrazione trasmettendo così al pubblico un messaggio emozionale, non didascalico, del fantasmagorico artista catalano.
Dalla bidimensionalità delle grafiche alla tridimensionalità delle sculture, fino alla quarta dimensione virtuale al di là dello spazio e del tempo, la mostra bolognese è, nello specifico, un viaggio alla scoperta della mente poliedrica di Salvador Dalì che invita il visitatore a mettere in campo tutti i sensi per interagire con le diverse anime del maestro. Il contributo creativo dell’artista catalano non è, infatti, solo associato alla pittura surrealista ma tocca i più diversi e fertili ambiti della cultura del XX secolo: dal cinema alla moda, dal design alla pubblicità, dalla letteratura alla cucina, fino alla psicanalisi, alla fisica delle particelle e alle nuove tecnologie.
Le opere dialogano con installazioni interattive (animazioni 3d, realtà aumentata e proiezioni immersive) in un tour di continua scoperta e sorpresa, che invita a sperimentare. Ne sono un esempio l'installazione attraverso la quale si può assistete ad un dialogo surreale fra Dalí e il noto critico cinematografico Tati Sanguinetti e la sala totalmente immersiva dedicata a «Spellbound», film di Hitchcock del 1945, che mette in scena la sequenza del sogno in modo analogo a Salvador Dalí nelle sue opere.
La mostra bolognese mette a disposizione del pubblico anche una App di Realtà Aumentata per osservare il paesaggio urbano con lo sguardo dell’artista scoprendo gli strani oggetti del suo mondo distribuiti su tutto il territorio, e fare foto da condividerle sui principali social network, dove la mostra ha una presenza costante con l’hashtag #daliexperience.
Nelle zone più significative della città, da piazza Maggiore ai vari punti con le sculture monumentali, si trovano posizionati a terra dei tondi, con il volto di Dalí e la dicitura «AR Point», che permettono di scaricare l’apposita App semplicemente inquadrando il QR code. Ed ecco che magicamente compaiono elementi 3D animati, strani e sorprendenti oggetti del mondo dell’artista corredati da spiegazioni relative all’elemento visualizzato e da informazioni sulla mostra.
La mostra ha, inoltre, un prolungamento al Museo ebraico dove si tiene «Dalí. A Jewish Experience», che mette a confronto l’universo dell’artista catalano con la religione ebraica e la psicanalisi di Freud attraverso due serie grafiche facenti parte della collezione di Beniamino Levi, curatore e mercante d’arte di origine ebraica.
Il racconto comincia con le «Dodici tribù d’Israele» pensate dall’artista in occasione del 25° anniversario dello Stato d’Israele. Si tratta di 13 grafiche - incisioni più colore applicato con stencil - risalenti al 1972, che ritraggono i capostipiti delle tribù ebraiche. Abba Eban, allora ministro degli affari esteri per Israele, affermava in proposito: «O per la loro ambiguità o per la loro ambivalenza questi ritratti hanno un grande significato per noi. Attraverso la sua immaginazione, abbondante e diversa, Dalí in questo album aiuta a raccontare la civiltà israeliana agli inizi, il suo carattere mistico e la sua evoluzione».
Si prosegue con le illustrazioni per «Moïse et monothéisme», l’ultima opera di Sigmund Freud, in cui lo psicanalista esamina la natura delle religioni monoteiste, la figura di Mosè in relazione alla teoria sul complesso di Edipo e le similitudini che intercorrono tra figura paterna e divinità. Dalí, da sempre affascinato dalla psicanalisi freudiana, nel 1975 crea dieci litografie incise su lastre d’oro e stampate su pelle di pecora, dove intreccia figure erotiche con simboli primitivi, illustrando molti credo di religioni diverse e immagini che rappresentano l’ipotetico Mosè non ebreo di Freud, liberatore degli ebrei dalla schiavitù.

Didascalie delle immagini
[Figg. 1, 2, 3, 4] «Dalì Experience» a Bologna. Fotografie di Gianni Coppola

Informazioni utili
«Dalì Experience». Palazzo Belloni, via Barberia, 19 – Bologna. Orari: da martedì a giovedì e domenica, ore 10.00– 20.00, venerdì e sabato, ore 10.00 – 23.00; lunedì chiuso, la biglietteria chiude 45 minuti prima della mostra. Ingresso con audiopenna interattiva inclusa: intero € 14,00, ridotto € 12,00 o € 7,00. Informazioni: tel. 051.6555000 o info@con-fineart.com. Sito internet: www.daliexperience.it. Fino al 7 maggio 2017.

«Dalì – A Jewish Experience». Museo ebraico, via Valdonica, 1/5 – Bologna. Orari: da domenica a giovedì, ore 10.00-18.00, venerdì, ore 10.00-16.00, chiuso sabato e festività ebraiche. Ingresso: intero € 4,00; ridotto€ 2,00. Informazioni: tel. 051.2911280, info@museoebraicobo.it. Sito internet: www.museoebraicobo.it.  Fino al 7 maggio 2017

lunedì 24 aprile 2017

Craigie Horsfield, riflessioni in forma di fotografia

È frutto di una virtuosa collaborazione del Masi – Museo d’arte della Svizzera italiana con il Centraal Museum di Utrecht e la galleria Large Glass di Londra la mostra «Craigie Horsfield. Of the Deep Present», allestita fino al prossimo 2 luglio negli spazi del Lac – Lugano arte cultura, per la curatela di Marco Franciolli, Edwin Jacobs (attuale direttore del Dortmunder U–Zentrum für Kunst und Kreativität di Dortmund) e Charlotte Schepke.
Nel lavoro di Craigie Horsfield, artista britannico che dagli anni Ottanta conduce una straordinaria indagine sulla natura stessa dell’immagine fotografica, ricorrono ritratti, nature morte, nonché momenti di vita quotidiana, riti e tradizioni popolari, temi e generi diversi rappresentati con tecniche innovative che tendono a stemperare i limiti fra le varie discipline artistiche. La fotografia costituisce, infatti, solo uno dei molteplici tasselli che si sovrappongono nella sua produzione artistica: a partire da un negativo, o da un fotogramma, l’artista produce opere di grande formato realizzate con tecniche sorprendenti e disparate come arazzi e affreschi.
La struttura narrativa della mostra si sviluppa in sezioni tematiche incentrate su opere emblematiche, sovente lavori monumentali come i maestosi arazzi dedicati alla scena apocalittica di Ground Zero o al Golfo di Napoli in un’ambigua visione notturna.
Lo straordinario percorso che ne scaturisce porta alla luce le relazioni che intercorrono fra eventi accaduti in luoghi e momenti apparentemente lontani, fra le persone che ne sono state partecipi e gli spettatori che ne fanno scoperta in mostra.
Per l’esposizione del Masi, l’artista ha realizzato, inoltre, una serie di ritratti inediti. Ciò che prevale in queste immagini è l’esplorazione dei processi attraverso i quali cerchiamo di comprenderci l’un l’altro e di esistere insieme. Al tempo stesso queste opere mostrano l’unicità delle persone che collaborano con l’artista e la loro singolare e unica esistenza nel presente, riconosciuta nell’attenzione dello spettatore, attraverso il raccoglimento, la sensibilità e l’empatia.
La rassegna presenta anche un’installazione sonora composta e mixata da Craigie Horsfield in collaborazione con Reinier Rietveld appositamente per lo spazio espositivo del Masi. Questo elemento sonoro, in dialogo con le altre opere e insieme a esse, contribuisce all’elaborazione di nuovi e specifici significati, documentando anche un profondo e mai abbandonato interesse dell’artista per la musica.
Il concetto di relazione –inteso sia come il legame tra individui sia come il narrare, il raccontare– è centrale nell’opera di Reinier Horsfield. Secondo l’artista un’opera d’arte si realizza pienamente solo grazie al ruolo attivo del pubblico: «Ciò che avviene qui è il riconoscimento di un passaggio di comprensione, di raccoglimento e di identificazione, l’impressione di dare tempo e profonda attenzione al mondo e agli altri, e a un presente profondo. […] A volte questi passaggi sono fluidi nelle loro interrelazioni, altre volte sono spigolosi e discordanti, e all’interno della struttura ci sono strati su strati di associazioni, citazioni e allusioni, dentro le opere, dentro la narrazione e nel corso della storia, la storia immaginata come un presente profondo».

Informazioni utili 
Lac - Lugano Arte e Cultura, piazza Bernardino Luini, 6 – Lugano (Svizzera). Orari: martedì – domenica, ore 10.00 – 18.00; giovedì aperto fino alle ore 20.00, lunedì chiuso. Ingresso: intero chf 15.-, ridotto chf 10.- (AVS/AI, over 65 anni, gruppi, studenti 17-25 anni), gratuito per per minori di 16 anni e ogni prima domenica del mese. Informazioni: tel. +41.(0)58.8664230 o info@masilugano.ch. Sito internet: www.masilugano.ch. Fino al 2 luglio 2017.