ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

martedì 21 novembre 2017

Riapre a Venezia la fornace Orsoni

Dagli smalti e dalle piastre d’oro antico per i mosaici che decorano la Basilica di San Marco a Venezia alle preziose tessere per il grande Buddha del Wat Phikhun Thong Temple in Thailandia, senza dimenticare le decorazioni per la Sagrada Familia fatta costruire dall’architetto Antoni Gaudì a Barcellona o le colorate realizzazioni per i meravigliosi palazzi da mille e una notte dei reali dell'Arabia Saudita: sono tante le referenze prestigiose legate al nome Orsoni.
La prestigiosa fornace, nata nel lontano 1888 a Cannaregio e unica di questo tipo in centro storico, è tornata da poco a brillare dopo un importante lavoro di restauro architettonico a firma dello studio Duebarradue, già noto in città per aver contribuito al recupero conservativo del Fondaco dei Tedeschi e delle Procuratie Vecchie.
Veneziani e turisti potranno così tornare ad ammirare la Biblioteca del Colore, una sala espositiva che conserva più di tremila e cinquecento colori, debitamente codificati in un numero sconfinato di tonalità e sfumature: un luogo di rara bellezza che, in un’epoca velocizzata e spesso semplificata dal digitale, è uno strumento di comunicazione fortissimo per i progettisti, per gli artisti ma anche per gli appassionati di arte storia e cultura.
Per il restauro, lo studio Duebarradue si è avvalso di fornitori d’eccezione quali i tendaggi di Rodolfo Bevilacqua o i serramenti di Lunardelli o brand di punta del made in Italy nel settore arredo quali Roda e Cappellini.
Nella nuova visione della fornace ci sarà grande attenzione per la tradizione artigiana, cifra stilistica che ha resa questa azienda un’eccellenza nel mondo a partire dal lavoro del suo fondatore, Angelo Orsoni, un uomo realmente innamorato delle misteriose alchimie di un materiale nobile e prezioso come il mosaico, parte fondamentale nella storia artistica veneziana. Quella di Orsoni fu una scommessa caratterizzata fin dall'inizio dal successo. Le tessere della sua fornace, realizzate con tecniche ardite che coniugavano metodologia artigianale e innovazione, conquistarono, infatti, la mitica Esposizione Universale di Parigi, dove il pubblico poté scoprire il suo pannello multicolore della fornace, campionario di smalti e ori musivi. La nuova stagione, capitanata da Riccardo Bisazza, porterà anche a un rinsaldato dialogo con la città, rendendo questo luogo dal fascino senza tempo un punto di interesse per i giovani artisti dell’arte vetraria. Da qui è nata la collaborazione con la Biennale, che ha portato all’esposizione nel Padiglione Venezia del vetro con micro-diamanti, nella inedita tonalità black che segue la versione "chiara" che ha spopolato a Milano al FuoriSalone - Milano Design Week.
Turisti e veneziani potranno visitare la fornace in due appuntamenti fissi al mese,  il primo e l’ultimo mercoledì, esclusi i giorni festivi. Le visite, tutte a titolo gratuito, si terranno su prenotazione a visit@orsoni.com e saranno riservate a gruppi di massimo venti persone, comprese le scolaresche a partire dalla prima media. La Orsoni offre così un'occasione al suo pubblico per accostarsi a progetto innovativo e rivoluzionario che interpreta al meglio la filosofia di una azienda che dalla sua prestigiosa storia trova slancio per un futuro di ricerca e sviluppo sempre nel segno dell'esclusività.

Informazioni utili
http://trend-group.com/orsoni/index.php

domenica 19 novembre 2017

Anton Domenico Gabbani e la pittura tardo-barocca toscana in mostra a Pistoia

Prosegue il cartellone di iniziative ideate per Pistoia Capitale Italiana della Cultura 2017. Il Museo civico ospita fino al prossimo 7 gennaio una mostra a cura di Riccardo Spinelli intorno all’opera «Presentazione di Gesù al Tempio» di Anton Domenico Gabbiani.
La tela, proveniente dalla chiesa benedettina di Santa Maria degli Angeli di Sala, venne commissionata all’artista nel 1709 ma consegnata solo dieci anni più tardi, nell’agosto del 1719. L’opera venne studiata e preparata dal pittore fiorentino in due tempi: una «prima idea» della composizione generale, veloce e abbreviata nel tratto, e un vero e proprio bozzetto su carta, finito e quadrettato per il riporto su tela. Entrambi vennero incisi per cura dall’allievo Ignazio Enrico Hugford nella «Raccolta di cento pensieri», edita nel 1762 a corredo di un’importante biografia del pittore nella quale si descrive e commenta anche il dipinto pistoiese.
Facendo perno sulla pala del Gabbiani, la mostra dà conto dell’importanza della cultura tardo-barocca fiorentina e romana a Pistoia: tale innesto è rappresentato dalla chiesa dell’antico monastero benedettino, che costituisce ancora oggi uno dei più interessanti esempi di interno settecentesco organicamente concepito, decorato fra il 1709 e il 1719 con affreschi, stucchi, sculture, dipinti dei più insigni artefici fiorentini, raccomandati per questa impresa dal Gran principe Ferdinando de’ Medici.
Oltre al capolavoro del celebre pittore, in mostra anche un’altra tela del Museo civico sempre proveniente dalla chiesa di Sala, opera del napoletano Jacopo Del Po, e altri materiali collegati al complesso pistoiese e alla sua storia come ricevute autografe degli artisti, memorie, cronache, studi preparatori e incisioni, in prestito dall’Archivio di Stato di Firenze, dalla Biblioteca Forteguerriana di Pistoia, dalla Biblioteca nazionale centrale di Firenze e dal Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi.
Per la prima volta, inoltre, il pubblico potrà ammirare altre due pale della chiesa delle benedettine, rimaste di proprietà delle religiose, conservate nella clausura del monastero per oltre un secolo e pertanto pressoché inedite, restaurate per l’occasione: la «Nascita della Vergine» (1712) di Alessandro Gherardini e l’«Annunciazione» (1710-1716) di Benedetto Luti.
Sede dell’esposizione, nel trecentesco Palazzo comunale, è il grande salone del Museo civico, dove la pittura fiorentina del Seicento e del Settecento è ampiamente rappresentata dalle opere dei principali interpreti del periodo.
Attraverso la ricostruzione puntuale del contesto originario delle opere (la chiesa di Santa Maria degli Angeli è attualmente sede della banda comunale e sarà visitabile nel periodo della mostra), il progetto espositivo costituisce anche l'occasione per riallacciare, quel legame col territorio su cui si fonda il carattere della raccolta d'arte antica della prima e maggiore istituzione museale cittadina, suggerendo connessioni in grado di abbattere idealmente le mura che tengono separato il museo dal territorio e di promuovere la conoscenza di un patrimonio diffuso.

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1] Anton Domenico Gabbiani (Firenze 1652 - 1726), Presentazione di Gesù al Tempio, 1709-1719. Olio su tela, 220x165 cm . Pistoia, Museo Civico, inv. 1975, n. 58; [fig. 2] Benedetto Luti (Firenze 1666 – Roma 1724), Annunciazione, 1710-1716. Olio su tela, 283x192 cm. Pistoia, monastero delle benedettine di Santa Maria degli Angeli di Sala; [fig. 3] Jacopo Del Po (Roma 1652 – Napoli 1726), Riposo durante la fuga in Egitto, 1675-1676 circa. Olio su tela, 220x165 cm. Pistoia, Museo Civico, inv. 1975, n. 663 

Informazioni utili 
Attorno all’opera: «La presentazione di Gesù al Tempio» di Anton Domenico Gabbiani. Museo civico - Palazzo comunale, piazza Duomo, 1 – Pistoia. Orari: dal lunedì al giovedì, ore 10.00-14.00; dal venerdì alla domenica e festivi, ore 10.00-18.00; Natale e Capodanno, ore 16.00-19.00. Ingresso: intero € 3,50, ridotto € 2,00, ingresso gratuito domenica 5 novembre, 3 dicembre e 7 gennaio. Catalogo: Gli Ori edizioni (€ 18,00). Sito internet: www.pistoia17.it | www.mostragabbianipistoia.it. Informazioni: tel. 0573.371214. Fino al 7 gennaio 2018.

venerdì 17 novembre 2017

«Giudizio Universale», Sting mette in musica un Michelangelo da spettacolo

È il 1535 quando Michelangelo Buonarotti riceve da papa Clemente VII il compito di affrescare la parete dietro l’altare della Cappella Sistina, nei Palazzi Vaticani di Roma. Sei anni dopo, nel 1541, durante il papato di Paolo III Farnese, la grandiosa composizione è completa. Nasce così Il «Giudizio Universale», una delle opere più famose della storia dell’arte, vanto della cultura italiana nel mondo. A questo capolavoro guarda l’ambizioso progetto ideato da Artainment Worldwide Shows, società appartenente alla Worldwide Shows Corporation, che si propone di raccontare in modo nuovo il nostro straordinario patrimonio artistico, rivolgendosi al grande pubblico e in particolare alle giovani generazioni.
Utilizzando un linguaggio inedito, e nel pieno rispetto storiografico ed artistico, Artainment Worldwide Shows inizia la sua attività con lo spettacolo «Giudizio Universale. Michelangelo and the Secrets of the Sistine Chapel», che il 15 marzo 2018 debutterà all'Auditorium Conciliazione di Roma.
Ideato da Marco Balich, che ha diretto numerose cerimonie olimpiche, e realizzato con la consulenza scientifica dei Musei Vaticani, lo show è il primo esempio di un format innovativo che unisce il racconto filologico della genesi di un capolavoro con gli strumenti tecnologici più sofisticati dell’intrattenimento dal vivo. Concepito per la lunga tenitura, «Giudizio Universale» mira a essere un appuntamento importante per gli amanti dell’arte e un must-see per i milioni di visitatori italiani e internazionali che ogni anno scelgono Roma come meta del loro viaggio nel Paese della bellezza.
Per questo progetto Marco Balich si è avvalso della collaborazione di artisti di alto livello come Sting, musicista di fama mondiale, che ha composto il tema musicale originale. Altro importante contributo è la supervisione teatrale di Gabriele Vacis, figura di riferimento nelle diverse forme artistiche del panorama culturale italiano, come il teatro, l’opera e l’intreccio dei linguaggi con i nuovi media.
Protagonista assoluta è la Cappella Sistina, uno dei luoghi più incredibili della storia dell’arte mondiale è al centro di uno spettacolo che nasce dalla contaminazione di tante e diverse forme artistiche: da un lato l’azione fisica della performance teatrale incontra la magia immateriale degli effetti speciali, dall’altro la tecnologia più avanzata si mette al servizio di un racconto per parole e immagini mai visto prima. L’immersività di proiezioni a 270° porta lo spettatore al centro stesso dell’evento.
Lo spettacolo durerà sessanta minuti. Gli spettatori assisteranno al racconto della nascita del capolavoro michelangiolesco, dalla commissione da parte di Giulio II degli affreschi della volta fino alla realizzazione del «Giudizio Universale», attraverso una rievocazione della Cappella Sistina anche come luogo dell’elezione pontificia. Attraverso il racconto del Buonarroti animeremo gli affreschi che compongono la Cappella Sistina fino al meraviglioso «Giudizio Universale» che prenderà vita in tutto lo spazio attorno al pubblico. Lo spettacolo andrà in scena due volte al giorno, con la possibilità di seguirlo anche in inglese (e più avanti anche in altre lingue), per almeno un anno.

Informazioni utili
I biglietti sono già acquistabili dal sito giudiziouniversale.com e attraverso il circuito Vivaticket. Per ulteriori informazioni: tel. 06 6875393 o info@giudiziouniversale.com.