Questo primo ordinamento, a cura di Elena Volpato, si concentra su due decenni, tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta, in rapporto di continuità cronologica con quanto è esposto nelle collezioni del ‘900 e sceglie di raccontare aspetti rilevanti delle ricerche artistiche di quegli anni, scarsamente riconosciuti dalla più diffusa interpretazione storica.
Tra le opere esposte ci sono anche «Animale terribile» (1981) di Mario Merz e «Gli Attaccapanni (di Napoli)» di Luciano Fabro, facenti parte di un ristretto gruppo di lavori provenienti dalla Collezione Margherita Stein, acquistato per essere affidato alla comune cura della Gam e del Castello di Rivoli.
Quella che racconta la rassegna curata da Elena Volpato è la storia di un insieme di ricerche artistiche, perlopiù a lungo scarsamente riconosciute dalla più diffusa interpretazione storiografica.
Lo fecero senza recidere i legami con la storia, ponendo mente alle origini stesse del gesto pittorico e scultoreo, aprendo le loro opere, come mai prima di allora, ad accogliere e nutrire al loro interno il respiro dello spazio e, con esso, quello del tempo.
Gli artisti rappresentati non fanno parte di un unico gruppo. Alcuni dei loro nomi sono legati alle vicende dell’Arte Povera. È il caso di Pier Paolo Calzolari, Luciano Fabro e Giovanni Anselmo. Il percorso di altri si è intrecciato con quello della Pittura analitica. Altri ancora, dopo una stagione concettuale, hanno trovato nuove ragioni per tornare a riflettere su linguaggi tradizionali e su antichi codici espressivi. Tuttavia, se le loro opere sembrano dialogare qui con naturalezza, non è per mera cronologia, ma perché nel lavoro di ciascuno di loro c’è molto più di quanto le parole della critica militante avesse motivo di raccontare. In tutti loro, come spesso accade, c’è più personalità e indipendenza di quanto le ragioni di un raggruppamento o le linee di tendenza del mondo dell’arte possano dire.
Ecco così che il visitatore può accostarsi ad opere come «Cultura Mummificata» (1972) di Eliseo Mattiacci, con i suoi calchi di libri antichi che ci parlano di un sapere custodito e da custodire o il «Rotolo di cartone ondulato» di Alighiero Boetti, in cui il disegno arcaico della spirale si coniuga con impressioni di architetture del Medio Oriente e con l'interesse per le simbologie dell’infinito, senza dimenticare lo scenografico «DadAndroginErmete» (1987) di Luigi Ontani, carico di simboli occidentali e orientali.
A distanza di decenni, ora che quelle storie d’insieme sono note e codificate, ora che sempre più mostre internazionali vengono tributate ad alcune di esse, possiamo concederci di guardare agli aspetti più personali del loro lavoro. Ed è proprio in quella cifra individuale che sembra risuonare con più chiarezza un insoluto legame con la storia dell’arte, con i suoi antichi linguaggi, per ciascuno in modo diverso, ma con simile forza.
Se si dovesse provare a spiegare in una frase cosa avvicina tra loro queste opere e i loro autori, là dove sembrano esprimere la loro voce più personale, si direbbe che hanno in comune un autentico desiderio dell’arte, un senso di appartenenza, la consapevolezza di tutto ciò che quella parola aveva significato sin lì e tutto ciò che ancora poteva rappresentare in virtù di quel passato.
Didascalie delle immagini
[Figg. 1 e 2] Allestimento della mostra «Pittura spazio e scultura» alla Gam di Torino. Foto di Giorgio Perottino; [fig. 3] Luciano Fabro, Attaccapanni (di Napoli), 1976-1977. Bronzo, tela di lino, pittura acrilica, filo in cotone. Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT/già Collezione Margherita Stein; [fig. 4] Eliseo Mattiacci, Cultura mummificata, (1972). 134 calchi di libri in alluminio fuso. Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT [fig. 5] Alighiero Boetti, Rotolo di cartone ondulato (1966). Cartone ondulato. Dono dell’artista, 1967, per il Museo Sperimentale
Informazioni utili
GAM, via Magenta, 31 - 10128 Torino. Orari di apertura: da martedì a domenica, ore 10.00 - 18.00, lunedì chiuso | la biglietteria chiude un’ora prima. Ingresso: intero € 10,00, ridotto € 8,00, ingresso libero Abbonamento Musei e Torino Card. Informazioni: tel. 011.4429518 o 011.4436907, e-mail: gam@fondazionetorinomusei.it. Sito internet: www.gamtorino.it.