Questo documento, scritto in latino, è, infatti, la prima carta di natura giuridica che elenca i diritti fondamentali del popolo, o meglio di una parte di esso (alto clero, nobili, baroni e funzionari di Stato), sancendo che nessuno, sovrano compreso, è al di sopra della legge e che chiunque, secondo il principio dell’habeas corpus integrum, ha diritto a un processo equo.
Per queste ragioni la Magna Charta viene ancora oggi ritenuta da molti studiosi il primo documento fondamentale per il riconoscimento universale dei diritti del popolo, nonostante fosse inscritta nel quadro di una giurisprudenza di tipo feudale, nonché il documento che ha decretato la nascita del moderno stato di diritto o per certi versi della forma moderna della democrazia.
Pochi, invece, sanno o si ricordano che dietro a questo testo c’è anche una mano italiana, quella del cardinale Guala Bicchieri (Vercelli, 1150 circa – Roma, 1227), in quegli anni legato pontificio alla corte inglese, che fece da «supervisore» al documento ponendo il proprio sigillo nelle versioni revisionate del 1216 e del 1217.
Questa terza variante del documento, solitamente conservata nel Capitolo della Cattedrale di Hereford, è esposta per la prima volta in Italia all’Arca di San Marco a Vercelli, in occasione delle manifestazioni per gli ottocento anni dalla fondazione dell’Abbazia di Sant’Andrea, la cui prima pietra venne posata il 19 febbraio 1219 proprio dal cardinale Guala Bicchieri.
L’importanza delle missioni affidategli dal pontefice e il ruolo che giocò sullo scacchiere internazionale, non fecero, infatti, mai dimenticare al prelato piemontese, tra l’altro tutore del giovane re Enrico III durante la reggenza di Guglielmo il maresciallo, il legame con la sua terra natale.
Al mecenatismo di Guala Bicchieri, la cui famiglia faceva parte dell’operoso ceto dei cives legato alla Chiesa vercellese, si deve, infatti, anche il sostegno economico per la realizzazione di Sant’Andrea, uno dei primi esempi di costruzione gotica in Italia, che vide la sua inaugurazione nel 1227.
A questa storia guarda la mostra «La Magna Charta - Guala Bicchieri e il suo lascito», prima tappa di un progetto espositivo corale e diffuso che coinvolge più realtà vercellesi, dall’archivio fotografico del Museo Borgogna per arrivare all’Archivio di Stato, senza dimenticare il Museo Francesco Leone e il Museo del Tesoro del Duomo.
L’allestimento scenografico nello spazio dell’ex chiesa di San Marco mette in luce le caratteristiche e l’importanza della Magna Charta e del cardinale Guala Bicchieri, permettendo ai visitatori di conoscere la storia del prelato, e il legame con la città di Vercelli, in un viaggio temporale attraverso il Medioevo e i secoli successivi.
Accanto alla pergamena della Magna Charta, che rappresenta uno dei momenti più importanti della nostra storia, la mostra accoglie opere di eccezionale valore storico-artistico, che raccontano la sensibilità e il gusto di Guala Bicchieri, come il prezioso cofano e gli smalti di Limoges, provenienti dal Palazzo Madama - Museo civico d’arte antica di Torino, o il raffinato coltello eucaristico, usualmente custodito dalle Civiche raccolte di arte applicata – Castello Sforzesco di Milano.
A completare il percorso espositivo, ideato da Daniele De Luca, sono due ritratti del XVII e del XIX secolo raffiguranti il cardinale, concessi in prestito dall’Asl-Ospedale di Sant’Andrea di Vercelli, e un nucleo di documenti inediti: codici, fogli e pergamene della Biblioteca diocesana agnesiana, oltre a documenti della Biblioteca civica di Vercelli, tra cui uno dei due codici detti «dei Biscioni».
Un’occasione, dunque, quella promossa dalla Città di Vercelli, con il polo universitario cittadino e con la collaborazione della Fondazione Torino Musei, per riannodare i fili della propria storia e per conoscere le vicende di un suo illustre concittadino, quel Guala Bicchieri, intelligente giurista e appassionato cultore dell’arte, «la cui missione inglese – scrive Gianna Baucero nel libro «In viaggio con il cardinale»- ha i contorni di un affascinante romanzo medievale nel quale intrigo, ardore militare e lotte religiose si stagliano contro lo sfondo della corte d'Inghilterra».
Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Magna Charta, redazione del 2017. Prestito concesso dal Capitolo della Cattedrale di Hereford, Regno Unito. Fronte del documento; [fig. 2] Magna Charta, redazione del 2017. Prestito concesso dal Capitolo della Cattedrale di Hereford, Regno Unito. Retro del documento; [fig. 3] Cofano di Guala Bicchieri. Limoges, 1220-1225 circa. Rame traforato, sbalzato, cesellato, stampato, inciso e dorato, smalto champlevé, paste vitree, legno di noce verniciato, tela di canapa grigia. Torino, Palazzo Madama – Museo civico d’arte antica; [fig. 4] Cofano di Guala Bicchieri. Limoges, 1220-1225 circa. Rame traforato, sbalzato, cesellato, stampato, inciso e dorato, smalto champlevé, paste vitree, legno di noce verniciato, tela di canapa grigia. Torino, Palazzo Madama – Museo civico d’arte antica
Informazioni utili
«La Magna Charta: Guala Bicchieri e il suo lascito. L’Europa a Vercelli nel Duecento». Arca - ex chiesa di San Marco, piazza San Marco 1 – Vercelli. Orari: martedì-domenica, ore 10.00-19.00. Ingresso: intero € 5,00; gratuito per giovani fino ai 24 anni, over 65, studenti universitari, Abbonamento Musei Piemonte, Abbonamento Musei Lombardia, Tesserati FAI, Soci Touring Club. Informazioni, prenotazioni e visite guidate gruppi: ATL Valsesia Vercelli, cell. 335.709.6337 o info@santandreavercelli.com. Sito internet: http://santandreavercelli.com. Fino al 9 giugno 2019