ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

giovedì 4 febbraio 2021

«A History of Style», la nuova collezione di Boucheron guarda alla creatività dell’ Art Déco


Glamour, opulento, eclettico, ricercato, moderno: sono questi gli aggettivi più spesso abbinati all’Art Déco, lo «stile figlio della Prima guerra mondiale», con cui la ricca borghesia del tempo cercò di lasciarsi alle spalle gli orrori del recente passato. All’arte dei «ruggenti Anni Venti» guarda la nuova collezione di alta gioielleria «A History of Style, Art Déco» di Boucheron, proposta in occasione di Paris Haute Couture, a partire dalle creazioni del secolo scorso rivisitate oggi dall’occhio creativo di Claire Choisne
La creative director dell’azienda francese, che oggi vanta sessantasei boutiques in tutto il mondo, ha estrapolato lo spirito, la linea, la semplicità assoluta di un tempo in cui le donne parigine affermavano la propria femminilità indossando capi maschili, mettendo in bella mostra scollature, pantaloni a vita alta, collane lunghe e capelli corti.
Claire Choisne ha scelto di celebrare lo spirito dell’Art Déco, un tempo in cui lo stile era una questione di atteggiamento, focalizzandosi sul femminile e sul maschile, sull’opulenza delle linee pure, sul contrasto tra bianco e nero, accentuato da un tocco di colore.
Anelli, spille, collane, ma anche cravatte e cinture diventano così pezzi multiwear dal gusto genuinamente contemporaneo. Un gusto nuovo, ma che guarda al passato, al seme gettato dal sarto Paul Poiret, che per la prima volta, negli anni '20, propose una costruzione verticale e ripulita dalle ridondanze, quindi più pratica.
Geometrismo assoluto e stile asciutto caratterizzano, per esempio, la «Cravate Émeraude», una collana in oro bianco, soffice e delicata come la seta, su cui poggia una spilla removibile con uno smeraldo da 8,02 carati e un gioco in lacca e onice nero, che è eco della couture di quegli anni di emancipazione, in cui le donne affermavano il proprio stile indossando accessori rubati dai guardaroba dei propri compagni.
Si trasforma in un elegante cravatta anche «Lavallière Diamants», collana costellata di diamanti e decorata da tre trecce impreziosite da grandi anelli in lacca nera. Sembra, invece, una corazza il «Plastron Émeraudes», vistosa cravatta da cerimonia che si ispira alle collane Boucheron create sul finire dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento per il maharaja di Patiala. Nella tradizione del multiwear di Boucheron, questo prezioso mozzafiato - realizzato con duecento perle di smeraldo, per un totale di 1071,97 carati - è in grado di trasformarsi in choker e in un bracciale e può essere abbinato a anello grafico e a due diverse coppie di orecchini disponibili nel medesimo design.
Uno tocco di verde impreziosisce anche «Chevron Émeraude», una catena in morbido oro bianco su un pavé di diamanti, che termina con una goccia di smeraldo da 61,35 carati. L ’audacia di questo pezzo, che usa il motivo a gallone, risiede nel suo fermaglio, che permette di regolare la catena alla lunghezza perfetta e che è anche un gioiello di per sé.
Il motivo a gallone, vera e propria icona dell’Art Déco, viene usato anche in «Ruban Diamants», un gioiello versatile che può essere indossato tanto come cintura da uomo su smoking quanto come cerchietto o collarino da donna e perfino come una coppia di braccialetti genderless.
«Nœud Diamants» è un altro pezzo di alta gioielleria che gioca sui contrasti. L’occhio creativo di Claire Choisne ha fatto di un papillon una spilla in lacca nera e oro bianco, impreziosita da una base di diamanti, che può essere appuntata su un abito nero, ma anche su un’acconciatura da valorizzare. Il versatile papillon può anche essere trasformato in un anello: un solitario da 1,50 carati, con il bordo nero, oppure un anello da papillon couture.
Eleganza senza tempo emana anche la linea «Liseré Diamants», orecchini e anelli con un diamante taglio goccia da 5,27 carati, bordato di nero. 
Dal fascino intramontabile è, poi, «Col Émeraudes», una collana dal design puro, che segue la linea nitida di una scollatura a V e ci dice tanto sulle modernità dell’Art Déco e sulle inconfondibili peculiarità di Boucheron. Il suo design estremo vuole osare molto, posizionando ventotto smeraldi in orizzontale, per un totale di 24,59 carati.
Le pietre con taglio smeraldo, intagliate nel cristallo e costeggiate di onice, richiamano la forma di place Vendôme, ma anche l’eleganza cromatica che Claire Choisne desidera conferire alla sua collezione con il verde luminoso, il bianco intenso e il nero grafico. La stessa linea si trova in un anello e in una coppia di orecchini a leverback, che richiamano il motivo a ciottoli della piazza parigina.
Uno smeraldo e il richiamo stilistico a place Vendôme impreziosiscono, infine, anche «Chevalière Émeraude», anello con sigillo dal design ottagonale.
Con le sue asciutte geometrie e le sue sinuose linearità, con il suo gioco elegante di bianco e nero, accentuato da un tocco di verde, con il suo lusso sfarzoso e la sua capacità di farsi notare con eleganza, la collezione «A History of Style, Art Déco» dimostra di essere una dichiarazione di libertà e di stile, di modernità e di joe de vivre, gioia di vivere di una generazione che, appena uscito dalla guerra, guardava con fiducia al domani. Quella stessa fiducia di cui ha tanto bisogno il nostro tempo. 

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1] Lavallière Diamants. Versione spilla; [fig. 2] Col Emeraudes. Collana; [fig. 3] Chevalière Emeraude. Anello; [fig. 4] Noeud Diamants. Versione gioiello per capelli 

Informazioni utili
www.noucheron.com 

mercoledì 3 febbraio 2021

Dieci anni di «Inventario», il bookzine di Foscarini Spa dove «tutto è progetto»

«Inventario non è una rivista, Inventario non è un libro. Inventario è un nuovo progetto editoriale che getta uno sguardo illuminato e libero sulla scena del design». Così la veneziana Foscarini Spa, azienda che illumina la nostra vita con le sue lampade decorative, presentava nel 2010 il suo originale house organ, nato dall’incontro con la casa editrice Corraini di Mantova e l'architetto ferrarese Beppe Finessi, docente al Politecnico di Milano.
Dieci anni dopo, l'inedito bookzine, che nel 2014 si è aggiudicato anche il prestigioso Compasso d'oro ADI per l'editoria di settore, continua a rappresentare una singolare voce «fuori dal coro» per chi si occupa di indagare la cultura del progetto nelle sue varie sfaccettature. «Tutto -raccontano, infatti, da Foscarini Spa - è progetto perché ogni opera – sia essa di design, di architettura, di fotografia, di arte in generale – nasce come dialogo tra un concetto e una forma. Tutto è ‘inventariabile’, perché niente – in quest’ottica di scambio reciproco tra le diverse manifestazioni del creare – ha maggiore o minore dignità. Tutto ha valore. Da tutto si può apprendere».
In questi giorni, «Inventario» esce nei migliori bookshop del mondo con il suo quindicesimo numero, ulteriore tappa di un viaggio elegantemente raffinato nel mondo, sempre in fermento, della creatività internazionale, analizzata e raccontata con sguardo attento e curioso.
A metà tra libro e magazine, con un format originale e indipendente, la pubblicazione continua anche con la nuova uscita a offrire contributi critici inediti, mantenendo sempre alta la qualità dei contenuti offerti, ma soprattutto garantendo la totale libertà nella ricerca, nei temi e negli approfondimenti proposti con una linea progettuale estremamente coerente e ricca di spunti.
Ancora oggi nel bookzine di Foscarini Spa si respira, dunque, quell’aria frizzante che lo portò a vincere il Compasso d'oro ADI per la capacità di «sintetizzare argomenti culturalmente elevati con leggerezza, illustrandoli con una forte identità visiva e qualità del prodotto editoriale».
Il nuovo numero è anche quello della festa del decennale, un anniversario importante che porta con sé ricordi e considerazioni: «Era il 2009 e volevamo rinnovare il nostro house organ – ricorda a tal proposito Carlo Urbinati, presidente di Foscarini Spa -. Gli incontri con Beppe Finessi e, a seguire, con l’editore Corraini e il grafico Artemio Croatto di Designwork hanno da subito acquisito l’energia di una valanga, che ci ha portato dal debutto di Inventario ad agosto 2010 fino al Compasso d’oro del 2014 assegnatoci per l’editoria di design. Ai contributori tutti va il nostro grazie riconoscente: per aver creato un bookzine di pensiero che, proponendo ‘inventari analitici’ di progetti, aspira a suscitare associazioni. Questo quindicesimo numero segna quindi anche il decennale di Inventario: il nostro augurio è che sia solo il primo».
Da sempre la pubblicazione, disponibile in italiano e inglese, non parla di Foscarini Spa, presente solo in apertura e chiusura attraverso l'interpretazione di fotografi internazionali, uno diverso per ogni numero, ma si fa portavoce dei valori dell’azienda, con la volontà di praticare i territori dell’innovazione e della ricerca, come è nello spirito della realtà veneta, con sede a Marcon, che da sempre fa della promozione culturale una delle sue cifre stilistiche, come provano la collaborazione con il Museo Poldi Pezzoli e con la Biennale di Venezia.
Le immagini che aprono e chiudono il numero quindici di «Inventario» sono di Valentina Sommariva, fotografa milanese che riflette nei suoi progetti, in particolare, sull'identità e sulla relazione tra persone, oggetti e ambiente.
La storia di copertina, a cura di Luca Cotini e con un testo di Stefano Salis, parla della classica matita di legno, «piccolo oggetto quotidiano, portatore sano di storie, aneddoti e meraviglie, che a saperle scovare riservano stupore e gratitudine», «bacchetta magica, piena di sogni, di evoluzioni, di linee, di idee».
Con testi brevi ed efficaci e un ricco corredo di fotografie, nelle sue più di ottanta pagine il nuovo volume prosegue con una sorta di reportage dal titolo «Rimbalzi», che porta lo stile del social Pinterest sulla carta. Beppe Finessi esplora i significati della relazione tra «pieno» e «vuoto», «visibile» e «invisibile» mettendo a confronto immagini come «4514 cm. di Cenerentola» (1997) di Laura Matei, «Pliant de voyage» (1916 / 1964) di Marcel Duchamp e «Le orecchie di Jasper Johns» (1966) di Michelangelo Pistoletto
In «Accoppiamenti giudiziosi», Stefania Di Maria raccoglie, dunque, opere accomunate dal tema del no; mentre «Inventario per autori» propone un originale manuale di progettazione, con diciotto chiavi di lettura, che attraversa l’intera opera di Corrado Levi, architetto, artista, curatore, designer e collezionista, che ha sfidato e continua a sfidare le regole restrittive delle singole discipline, aprendo di volta in volta nuove possibilità espressive nella cultura contemporanea. A sua volta, Corrado Levi presenta attraverso i suoi «Perché» la «Seduta da bordo strada» di Lina Bo Bardi, realizzata nel 1967.
Dopo aver raccontato l’arancione e il verde negli scorsi numeri, la rubrica «Cromie» di Manolo De Giorgi si sofferma, ora, su opere, oggetti e spazi caratterizzati dal marrone, un colore – quello della terra, del legno e della pelle - che non passa da un’unica formula, ma che è frutto di varie alchimie. «Ci si arriva - si legge, infatti, su «Inventario» - da così tante strade! Posso mescolare l’arancio con il blu, combinare il verde con il rosso, aggiungere del giallo a del viola, o dosare un 40% di rosso con un 40% di blu e completarlo a volontà con del giallo per ottenere il tono più o meno profondo che desidero».
Proseguendo nella lettura, si trova la sezione «Normali meraviglie», firmata da Paolo Bocchie e con disegni di Marco Manini, dove  oggetti comuni – dal cavatappi al campanello, dall’àncora alla mirrorball – vengono trasformati in «Anonimi poetici», astraendoli attraverso immagini e versi. In «Miti d’oggi», poi, Francesca Picchi racconta James Irvine, ripercorrendo le tappe del suo lavoro di designer; mentre le «Brevi note» di Giulio Iacchetti sono dedicate alla pipa, con una selezione di dodici modelli iconici.
In «Lezioni», Alberto Meda descrive la sua idea di industrial design attraverso alcuni dei progetti sviluppati nel corso della sua carriera. Mentre protagonista di «Temporalia» di Elisa Testori è lo scotch: materiale caro agli artisti contemporanei, lo scotch può diventare progetto e oggetto di attenzioni anche da parte di grafici e designer che se ne servono per modificare, per saldare, per coprire, per comporre, per giocare e lo ripensano. Gli «Altri sguardi» di Roberta Valtorta, infine, sono dedicati alle giostre e alla loro forza evocativa, tra viaggio, gioco, sogno.
Alla raccolta di «Inventario» si aggiunge così un nuovo numero da sfogliare, leggere, collezionare, per scoprire che «tutto è progetto», perché ogni cosa nasce da un’idea e dallo successivo studio per renderla realtà.

Informazioni utili 
Inventario 15 | Tutto è progetto. ISBN:  9788875708801. Editore: Corraini, Mantova. Curatore: Beppe Finessi. Book Design: Designwork. Lingua: italiano e inglese. Rilegatura: brossura. Pagine: 160. Formato 21 x 27. Prima Edizione: 2020. Sito internet: https://www.foscarini.com/it/culture/inventario/

martedì 2 febbraio 2021

#AMAmbassador, il contest letterario per raccontare i musei dal punto di vista degli abbonati

 I musei e i luoghi d’arte custodiscono storie preziose. Non sono solo quelle delle collezioni e delle architetture, ma anche quelle di chi rende vivi, con la sua curiosità e la sua sete di conoscenza, questi posti: i visitatori. Proprio per raccogliere e raccontare le loro storie, Abbonamento musei indice il contest letterario #AMAmbassador.
Fino al 28 febbraio, gli abbonati potranno caricare un racconto della lunghezza di una cartella (ovvero 1.800 battute) narrando un’esperienza importante vissuta grazie alla tessera Abbonamento musei: un incontro speciale, una giornata fuori dall’ordinario, un’esperienza fortunata, una visita rimasta particolarmente impressa, un’avventura rocambolesca, tutto quello che rende un’esperienza unica la visita a un museo. Insieme al testo, gli abbonati potranno allegare una foto di quel momento. 
Il progetto di selezione e del successivo editing si svolge in collaborazione con la Scuola Holden. Due studentesse sono, infatti, state incluse nella giuria che sceglierà tre racconti a settimana, uno per ciascuna regione coinvolta (PiemonteLombardia e Valle d’Aosta), che saranno pubblicati sui canali social di AM nella rubrica #AMAmbassador. In palio per le quattro storie migliori il kit dell'ambassador composto da gadget targati Abbonamento musei.
L’iniziativa #AMAmbassador, che da ottobre 2020 invita gli abbonati a condividere nelle proprie stories la foto della tessera in una piazza o in un parco, di fronte a un monumento o al cospetto dell’opera d'arte preferita, si inserisce nell’ambito di AMplify, l’informazione di Abbonamento musei nato per conoscere da vicino le istituzioni culturali tra novità, consigli utili e cose belle. Un nuovo canale di informazione tramite il sito, la newsletter e i social, con novità, approfondimenti, collaborazioni, notizie inedite: un racconto vivace e periodico a favore degli abbonati e, insieme, di tutte le persone che hanno voglia di informarsi e scoprire il mondo delle istituzioni culturali e delle loro proposte.
Dall’inizio di dicembre, attraverso una serie di appuntamenti in diretta Instagram, la direttrice di Abbonamento musei Simona Ricci, conversa con alcuni dei direttori delle istituzioni del circuito. Si tratta di dialoghi dedicati alle progettualità in corso e future, nonostante e anche a causa della chiusura: una sorta di viaggio alla scoperta di quanto un museo possa e debba essere un «cantiere», in continuo aggiornamento.
A fine 2020 si è tenuto, invece, «Disegniamo l’arte», l’iniziativa rivolta ai più piccoli per scoprire i musei del territorio.
Le rubriche si alternano nei contenuti e nei format perché la cultura possa essere raccontata a tutti: dai grandi ai piccoli, dagli esperti ai curiosi.
La tessera di Abbonamento musei è in vendita con la possibilità per tutti di acquistare un abbonamento e attivarlo più avanti con la garanzia della proroga di validità automatica nel caso la chiusura dei musei si prolungasse.
Ma che cosa è nello specifico Abbonamento musei? È la carta all you can visit che dà libero accesso all’offerta culturale di un’intera regione, ogni volta che lo si desidera, trecentosessantacinque giorni l’anno. Si tratta di un’iniziativa unica in Italia, con oltre quattrocentocinquanta realtà, fra musei, residenze reali, castelli, giardini e fortezze diffuse sul territorio a beneficio degli abbonati, veri e propri ambasciatori del cultural lifestyle, che mette al centro la cultura e la socialità che la cultura porta con sé.
Nato a Torino e in Piemonte nel 1995 e curato dall’associazione omonima, in più di vent’anni Abbonamento musei ha raggiunto un grandissimo successo commerciale e di popolarità, coinvolgendo più di 300mila abbonati: il numero degli ingressi l’anno, che nel 2019 ha superato (complessivamente) quota 1.000.000, racconta più di ogni altro dato l’efficacia e la funzione sociale del progetto.
Grazie a oltre due decenni di iniziative, ampliamento dell’offerta e promozioni dedicate, si è riusciti a trasformare il rapporto tra pubblico e musei, con benefici evidenti in termini di risorse economiche rilevanti da reinvestire nella cultura e opportunità di visibilità e coinvolgimento anche dei musei più piccoli o particolari. Un modello di successo da replicare, che dal 2015 è stato riproposto a Milano e in Lombardia e dal 2019 in Valle d’Aosta, sempre a cura dall’associazione Abbonamento musei. 
La tessera è considerata dagli utenti e dagli addetti ai lavori lo strumento migliore per accedere ai circuiti museali e stimolare l’esplorazione del territorio con gite fuori porta e visite, per vivere a 360° un’intera regione. Un modo di sperimentare l'arte che ora può essere raccontato dagli utenti attraverso un contest letterario.

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