Il calendario delle iniziative messo in cantiere per omaggiare il «sommo poeta» è veramente fitto e, pandemia permettendo, si potrà viaggiare sulle tracce dello scrittore facendo tappa in vari luoghi italiani: dalla natia Firenze a Ravenna, la città dove riposano le sue spoglie mortali, passando per Verona e Forlì, senza dimenticare Roma,Torino, Arezzo, Pisa e Bologna (con tutta la Via Emilia).
Mostre e spettacoli, restauri e convegni, manifestazioni di approfondimento scientifico e attività formative, restauri ed eventi on-line, ma anche itinerari turistici e pubblicazioni di libri compongono il ricco cartellone, che viene presentato attraverso vari siti, tra i quali www.vivadante.it, www.700dantefirenze.it, www.danteverona.it e www.dantesettecen-to.it.
Ora che i musei hanno riaperto in zona gialla, pur nell’incertezza della continuità che potrebbe avere l’offerta culturale legata al mantenimento dell’Rt sotto l’uno nelle varie regioni italiane, può ripartire la macchina organizzativa per celebrare degnamente l’anniversario, che cade il prossimo 13 settembre, ma che avrà un primo momento ufficiale con il DanteDì, previsto per il 25 marzo, la data nella quale, secondo gli studiosi, il poeta toscano avviò il suo viaggio nell’aldilà, iniziando la stesura della «Divina Commedia».
Da Firenze a Verona, passeggiate «sulle tracce» di Dante
Racconta il rapporto tra Dante e Firenze anche il volume «Emergenze dantesche» (pp. 144; 14,5X20 cm; brossura; 15,00 euro; ISBN: 978-88-314991-9-4) del giornalista Marco Ferri, appena pubblicato dalla casa editrice Linea di Padova, con una prefazione di Cristina Acidini, già Soprintendente per il Polo museale fiorentino.
Del «Sommo poeta» non è noto alcun documento autografo, ma la sua presenza a Firenze è un po’ ovunque, a cominciare dal Battistero di San Giovanni, in piazza Duomo, dove, davanti ai suggestivi mosaici di Coppo di Marcovaldo, lo scrittore trasse quasi certamente ispirazione per la sua «Commedia». Il viaggio dove «incontrare» le «tracce» del poeta toscano porta, poi, al Museo nazionale del Bargello, all’antica sede dell’Arte dei giudici e notai, all’ex-Chiesa di San Pier Scheraggio, oggi inglobata negli Uffizi, a piazza Santa Croce, alle storiche biblioteche di città e alla Società dantesca.
Dall’Inferno ai luoghi e ai personaggi danteschi, quando la mostra è virtuale
Mostre e spettacoli, restauri e convegni, manifestazioni di approfondimento scientifico e attività formative, restauri ed eventi on-line, ma anche itinerari turistici e pubblicazioni di libri compongono il ricco cartellone, che viene presentato attraverso vari siti, tra i quali www.vivadante.it, www.700dantefirenze.it, www.danteverona.it e www.dantesettecen-to.it.
Ora che i musei hanno riaperto in zona gialla, pur nell’incertezza della continuità che potrebbe avere l’offerta culturale legata al mantenimento dell’Rt sotto l’uno nelle varie regioni italiane, può ripartire la macchina organizzativa per celebrare degnamente l’anniversario, che cade il prossimo 13 settembre, ma che avrà un primo momento ufficiale con il DanteDì, previsto per il 25 marzo, la data nella quale, secondo gli studiosi, il poeta toscano avviò il suo viaggio nell’aldilà, iniziando la stesura della «Divina Commedia».
Da Zuccari a Dorè: disegni e incisioni sulla «Divina Commedia» per il primo omaggio fiorentino
Tra gli eventi che hanno già preso il via c’è «Dante. Il poeta eterno», un progetto «multimodale» di Felice Limosani per il Complesso monumentale di Santa Croce, a Firenze, che prende spunto dalla straordinaria opera dell'incisore francese Gustave Dorè (Strasburgo, 6 gennaio 1832 – Parigi, 23 gennaio 1883), pubblicata nel 1861, con centotrentacinque tavole sulla «Divina Commedia» - settantacinque sull’«Inferno», quarantadue sul «Purgatorio» e diciotto sul «Paradiso» -, che emanano un indubbio gusto romantico e un grande virtuosismo tecnico.
Tra gli eventi che hanno già preso il via c’è «Dante. Il poeta eterno», un progetto «multimodale» di Felice Limosani per il Complesso monumentale di Santa Croce, a Firenze, che prende spunto dalla straordinaria opera dell'incisore francese Gustave Dorè (Strasburgo, 6 gennaio 1832 – Parigi, 23 gennaio 1883), pubblicata nel 1861, con centotrentacinque tavole sulla «Divina Commedia» - settantacinque sull’«Inferno», quarantadue sul «Purgatorio» e diciotto sul «Paradiso» -, che emanano un indubbio gusto romantico e un grande virtuosismo tecnico.
La mostra, visitabile fino al 22 gennaio 2022, prende spunto dalla digitalizzazione in altissima risoluzione di queste immagini, rese disponibili dalla collezione privata della Fratelli Alinari e messe in esposizione in un percorso perfettamente in armonia con il Chiostro del Brunelleschi, la Cappella Pazzi, la Cripta e il Cenacolo di Santa Croce.
«L’allestimento – si legge nella nota stampa - prevede tre livelli di esposizione con immagini statiche retro illuminate, immagini animate con proiezioni e movimento nelle immagini attraverso la realtà virtuale, per una fruizione intimistica e contemplativa abbinata all’esperienza interattiva e digitale. Un unicum che offrirà un’esperienza museale aggiornata ai nuovi linguaggi, rispettosa del luogo ed evoluta nella sua narrazione».
Sempre made in Firenze è il progetto espositivo «A riveder le stelle», promosso dagli Uffizi, una rassegna virtuale, o meglio un’«ipervisione», dedicata all’intero corpus di disegni realizzato alla fine del Cinquecento dal pittore Federico Zuccari per illustrare la «Divina Commedia».
Sempre made in Firenze è il progetto espositivo «A riveder le stelle», promosso dagli Uffizi, una rassegna virtuale, o meglio un’«ipervisione», dedicata all’intero corpus di disegni realizzato alla fine del Cinquecento dal pittore Federico Zuccari per illustrare la «Divina Commedia».
Si tratta di ottantotto fogli appartenenti alla raccolta del museo fiorentino, digitalizzati in alta definizione e presentati per l’occasione nella loro totalità con un apparato didattico scritto da Donatella Fratini, curatrice dei disegni dal Cinquecento al Settecento degli Uffizi.
Ideata tra il 1586 e il 1588, durante il soggiorno di Federico Zuccari in Spagna, l’intera raccolta è entrata nella collezione degli Uffizi nel 1738, grazie alla donazione di Anna Maria Luisa de’ Medici.
Ideata tra il 1586 e il 1588, durante il soggiorno di Federico Zuccari in Spagna, l’intera raccolta è entrata nella collezione degli Uffizi nel 1738, grazie alla donazione di Anna Maria Luisa de’ Medici.
Da allora, custodita nel Gabinetto dei disegni e delle stampe, è stata esposta al pubblico, parzialmente, soltanto in due occasioni: nella grande mostra dantesca tenuta a Firenze, in Palazzo Medici-Riccardi, nel 1865 e alla Casa di Dante, in Abruzzo, nel 1993.
A parte questi episodi, i disegni di Federico Zuccari - uno dei maestri del Manierismo, famoso per aver affrescato la Cupola di Santa Maria del Fiore - sono rimasti perlopiù noti a un pubblico ristretto di studiosi e appassionati: infatti, come tutte le opere su carta, sono normalmente custoditi in ambienti protetti, termoregolati, senza luce e possono (salvo limitate esigenze di studio) essere esposti solo ogni cinque anni. Anche da qui deriva la scelta degli Uffizi di digitalizzare nella sua completezza, rendendolo disponibile a tutti, questo consistente nucleo di fogli fisicamente fragile e per sua natura non adatto ad esser consultato regolarmente.
Il percorso creativo di Federico Zuccari, la più imponente compagine illustrativa della «Commedia» realizzata prima dell’Ottocento, si dipana dalla «selva oscura» in cui Dante smarrisce la «diritta via» fino alle alte sfere del «Paradiso», in un complesso gioco di rimandi tra parole e immagini. I fogli erano, infatti, anticamente rilegati in un volume: aprendolo, all’illustrazione sulla pagina destra corrispondeva, a sinistra, la trascrizione dei versi del poema e un breve commento dello stesso artista.
A parte questi episodi, i disegni di Federico Zuccari - uno dei maestri del Manierismo, famoso per aver affrescato la Cupola di Santa Maria del Fiore - sono rimasti perlopiù noti a un pubblico ristretto di studiosi e appassionati: infatti, come tutte le opere su carta, sono normalmente custoditi in ambienti protetti, termoregolati, senza luce e possono (salvo limitate esigenze di studio) essere esposti solo ogni cinque anni. Anche da qui deriva la scelta degli Uffizi di digitalizzare nella sua completezza, rendendolo disponibile a tutti, questo consistente nucleo di fogli fisicamente fragile e per sua natura non adatto ad esser consultato regolarmente.
Il percorso creativo di Federico Zuccari, la più imponente compagine illustrativa della «Commedia» realizzata prima dell’Ottocento, si dipana dalla «selva oscura» in cui Dante smarrisce la «diritta via» fino alle alte sfere del «Paradiso», in un complesso gioco di rimandi tra parole e immagini. I fogli erano, infatti, anticamente rilegati in un volume: aprendolo, all’illustrazione sulla pagina destra corrispondeva, a sinistra, la trascrizione dei versi del poema e un breve commento dello stesso artista.
Sempre nella sezione «Ipervisioni» del museo fiorentino, è presente il percorso virtuale «Non per foco ma per divin’arte», una scelta di undici lavori dalle suggestioni dantesche, presentate da Paolo Procaccioli, tra cui il celeberrimo affresco di Andrea del Castagno raffigurante il poeta, ma anche scene dalla «Divina Commedia» come «La selva oscura» di Federico Zuccari e l’«Ingresso nell’Ade con Virgilio» di Livio Mehus, oltre a capolavori di Cimabue, Giotto, Botticelli e Pio Fedi.
Da Firenze a Verona, passeggiate «sulle tracce» di Dante
Racconta il rapporto tra Dante e Firenze anche il volume «Emergenze dantesche» (pp. 144; 14,5X20 cm; brossura; 15,00 euro; ISBN: 978-88-314991-9-4) del giornalista Marco Ferri, appena pubblicato dalla casa editrice Linea di Padova, con una prefazione di Cristina Acidini, già Soprintendente per il Polo museale fiorentino.
Del «Sommo poeta» non è noto alcun documento autografo, ma la sua presenza a Firenze è un po’ ovunque, a cominciare dal Battistero di San Giovanni, in piazza Duomo, dove, davanti ai suggestivi mosaici di Coppo di Marcovaldo, lo scrittore trasse quasi certamente ispirazione per la sua «Commedia». Il viaggio dove «incontrare» le «tracce» del poeta toscano porta, poi, al Museo nazionale del Bargello, all’antica sede dell’Arte dei giudici e notai, all’ex-Chiesa di San Pier Scheraggio, oggi inglobata negli Uffizi, a piazza Santa Croce, alle storiche biblioteche di città e alla Società dantesca.
Una passeggiata per la città viene proposta anche da Verona, primo approdo del poeta dopo l’esilio da Firenze e luogo nel quale videro la luce il «De vulgari eloquentia» e buona parte del «Paradiso».
Dalla chiesa di Sant’Elena ai palazzi scaligeri affacciati su piazza dei Signori, dalle Arche scaligere alle chiese di San Zeno, San Fermo e Sant’Anastasia, il visitatore potrà seguire le tracce dello scrittore, percorrendo le sue stesse strade, entrando nei palazzi e nelle chiese che egli ammirò.
Il percorso e le tappe della mostra diffusa sono contenuti in un'agile mappa, un prezioso vademecum cartaceo e virtuale per guidare il visitatore in un immaginario viaggio spazio-temporale.
Questa iniziativa è il primo tassello di un ricco programma ideato da Verona per ricordare Dante Alighieri. Tra la primavera e l’autunno sono, infatti, in calendario la rassegna «Dante e Shakespeare: il mito di Verona» alla Gam, la mostra «L’Inferno di Michael Mazur» a Castelvecchio, il restauro della Statua di Dante di Ugo Zannoni, in piazza dei Signori, ma anche il convegno «Con altra voce omai, con altro vello. Dante tra antico e moderno» e, quando i teatri riapriranno, gli spettacoli «Visioni di Dante» del Teatro Stabile del Veneto, «Dantexperience», con la Budapest National Philarmonic Orchestra e Sonia Bergamasco, e «Cantiere Dante» di Marco Martinelli e Ermanna Montanari.
Dall’Inferno ai luoghi e ai personaggi danteschi, quando la mostra è virtuale
Tra le mostre già inaugurate, visibile sia in presenza che on-line, c’è, poi, «Visioni dell’Inferno» a Rovigo, nelle sale di Palazzo Roncale. L'esposizione allinea le opere di grandi artisti come il francese Gustave Doré (Strasburgo, 6 gennaio 1832 – Parigi, 23 gennaio 1883), lo statunitense Robert Rauschenberg (Port Arthur, 22 ottobre 1925 – Captiva Island, 12 maggio 2008) e la tedesca (a noi contemporanea) Brigitte Brand, che si sono lasciati ispirare dalla Cantica più ricca di potenza evocativa dell'opera simbolo dantesca.
A completare la rassegna ci sono, poi, alcune preziose edizioni della «Commedia», la prima del 1512, importanti per le glosse o per le illustrazioni, proprietà dell’Accademia dei Concordi e della Biblioteca del seminario, realtà entrambe rodigine.
A completare la rassegna ci sono, poi, alcune preziose edizioni della «Commedia», la prima del 1512, importanti per le glosse o per le illustrazioni, proprietà dell’Accademia dei Concordi e della Biblioteca del seminario, realtà entrambe rodigine.
Lungo il percorso sono presenti anche le illustrazioni di Patrick Waterhouse e Walter Hutton, due giovani artisti in residenza a Fabrica, il laboratorio artistico Benetton, e «L’Inferno di Topolino», l’edizione speciale del celebre fumetto, disegnata da Angelo Bioletto e sceneggiata in terzine dantesche da Guido Martina.
In modalità virtuale è visibile anche «Dante 700», un racconto del mondo lirico, politico e biografico di Dante Alighieri attraverso venti fotografie, a cura del fotoreporter Massimo Sestini, che ritraggono il volto del poeta in luoghi che ne conservano memoria, da Firenze a Ravenna, passando per Venezia, Roma, Verona Poppi e la sorgente dell'Arno sul Monte Falterona.
In modalità virtuale è visibile anche «Dante 700», un racconto del mondo lirico, politico e biografico di Dante Alighieri attraverso venti fotografie, a cura del fotoreporter Massimo Sestini, che ritraggono il volto del poeta in luoghi che ne conservano memoria, da Firenze a Ravenna, passando per Venezia, Roma, Verona Poppi e la sorgente dell'Arno sul Monte Falterona.
Anche la Fondazione Creberg di Bergamo partecipa al cartellone di #Dante700 con un docu-film sui personaggi della «Divina Commedia». Il filmato, della durata di circa quarantacinque minuti, si avvale delle suggestive illustrazioni di Angelo Celsi. Le musiche originali sono state appositamente composte ed eseguite da Alessandro Fabiani; mentre l'elaborazione grafica è di Eleonora Valtolina. Nato da un progetto di Angelo Piazzoli ed Enzo Noris, il docu-film - disponibile su tutti i canali social della fondazione bergamasca - narra nel dettagli personaggi più o meno noti delle tre Cantiche, da Paolo e Francesca a Ciacco, da Farinata degli Uberti a Pier Delle Vigne, da Ulisse al Conte Ugolino, da Piccarda Donati a San Bernardo di Chiaravalle.
Si apre così il ricco calendario di appuntamenti che nei prossimi mesi celebrerà Dante Alighieri e l’attualità della sua scrittura. Una scrittura capace di descrivere, oggi come ieri, i vizi e i difetti dell’uomo e, dunque, sempre di interessante lettura. (sam)