
La
Gam - Galleria civica d’arte moderna e contemporanea di Torino festeggia i
centocinquanta anni di attività con un
nuovo percorso espositivo. A partire
da venerdì 29 marzo, quattro
nuovi temi faranno da filo conduttore alle opere raccolte nei quattro corridoi del primo e secondo piano del museo di via Magenta, presentando alcuni capolavori già esposti e nuove opere dalle collezioni, in parte frutto di recenti acquisizioni.
Infinito,
velocità,
natura ed
etica sono i quattro percorsi scelti da
Federico Vercellone,
Massimiliano Fuksas,
John Elkann e
Luciana Castellina per questo terzo appuntamento di un percorso iniziato nell’ottobre del 2009, quando la Gam ha rinnovato completamente l’allestimento delle proprie collezioni permanenti, abbandonando il criterio cronologico e ordinando le opere esposte in ordine tematico attraverso le riletture di docenti e intellettuali chiamati a proporre un argomento legato alla propria materia di ricerca, diversa dalla storia dell’arte. Genere, veduta, infanzia, specularità, anima, informazione, malinconia e linguaggio sono gli otto temi fino ad oggi proposti.
Ad aprire il nuovo percorso espositivo sarà la scelta di
Federico Vercellone, professore di Estetica presso l’Università degli Studi di Torino, che ha focalizzato la propria attenzione sul tema dell’
infinito, ma anche su categorie quali
caos, divenire, illimitato. Nell’immaginario romantico dei paesaggi la relazione finito-infinito richiama alla mente il genere del
sublime, con scenari maestosi, come lo sfondo del quadro «Lo specchio della vita» di
Pellizza da Volpedo, o carichi di drammaticità, come ad esempio «Il diradarsi di un temporale» di
Giuseppe Camino. Il concetto di infinito è anche sinonimo di
assoluto; ecco così un omaggio al blu di
Yves Klein e al bianco di
Piero Manzoni, ma anche ai tagli e i buchi di
Lucio Fontana, che portano l’immaginazione verso qualcosa di altro, intangibile e indefinibile, che sta oltre la tela. Non manca, infine, una riflessione sul concetto di
rispecchiamento, che moltiplica l’immagine e la fa tendere all’infinito, come documentano le celebri superfici specchianti di
Michelangelo Pistoletto.
John Elkann, presidente della Fiat, riflette, invece, sul concetto di
velocità. Il prologo è dedicato alla pittura ottocentesca con le pennellate scapigliate e veloci delle opere «Benedetto Junck» e «L’edera» di
Tranquillo Cremona, per proseguire con la pittura di segno di
Hans Hartung e
Karel Appel. Passando attraverso lavori di
Andy Warhol e
Marc Andrè Robinson, presente in mostra con una grande ruota di sedie, si raggiunge la sala dedicata al
ritmo, con la ripetizione dei segni astratti di
Giuseppe Capogrossi e di
Carla Accardi. Il
Futurismo, che fece della velocità la base del proprio manifesto, è rappresentato dalle «Compenetrazioni iridescenti» di
Giacomo Balla e dallo «Studio per La città che sale» di
Umberto Boccioni; conclude il percorso il simbolo principe della velocità: l’automobile, qui ben delineata dalla monumentale «Rajo Jack» di
Salvatore Scarpitta. Mentre il celebre architetto
Massimiliano Fuksas ha focalizzato la propria attenzione sul tema dell’
etica. Il suo percorso principia con una serie di opere ottocentesche sul male e sul bene, come «Dopo il duello» di
Antonio Mancini, «La cella delle pazze» di
Giacomo Grosso e la «Deposizione di Papa Silverio» di
Cesare Maccari. Si trova, quindi, una riflessione sull’etica legata all’architettura e all’ambiente, con opere di
Angelo Morbelli,
Mario Sironi,
Marco Tirelli, e con le sculture in cemento armato grezzo misto a ferro di
Giuseppe Uncini. Un respiro di ottimismo offre più avanti
Nicola de Maria che con il suo «Regno dei fiori musicale, Universo senza bombe» inonda il percorso di colore e musica, per poi smorzarsi più avanti con le inquietanti installazioni di
Christian Boltanski. Si prosegue, quindi, con i capolavori di
Amedeo Modigliani e
Antonio Canova, accanto a una recente acquisizione di
Marina Abramović. Si attraversano, poi, stanze nelle quali sono esposte opere che fanno riferimento all’etica della storia, firmate da
Marino Marini e
Luigi Mainolfi, fino a giungere alla sala dedicata alle opere di
Felice Casorati. La scelta di Fuksas si conclude con una riflessione sull’etica religiosa, rappresentata da «La religione» di
Innocenzo Spinazzi, l’«Apocalisse» di
Scipione e «Schüttbild» di
Hermann Nitsch.
Il percorso termina con il tema della
natura proposto dalla scrittrice e giornalista
Luciana Castellina. Il prologo ottocentesco è interamente dedicato ad
Antonio Fontanesi, tra atmosfere agresti in cui il tempo sembra sospeso e scandito dal solo ritmo della vegetazione e della luce. Vi è, quindi, una sezione che indaga la rappresentazione degli elementi naturali essenziali (aria, acqua, terra e fuoco) attraverso l’«Elogio del fuoco» di
Eduardo Chillida, la fiamma-fiore di
José Maria Sicilia, le nature morte di
Filippo de Pisis e
Mario Mafai, le ricerche con materiali organici e naturali di
Alberto Burri e
Medardo Rosso.
Non manca in mostra un omaggio all’Arte Povera e alla sua riflessione sui processi di trasformazione della natura, attraverso opere come «Albero di 5 metri» di
Giuseppe Penone e «Stella in bronzo con acidi e pergamena» di
Gilberto Zorio. La natura meccanica o artificiale si fa predominante nell’arte di
Fortunato Depero,
Alberto Savinio e
Fernand Leger, la cui poetica è accostata a opere più recenti, come le sculture in poliuretano di
Piero Gilardi e «Doppelpilzvitrine» (vetrina con funghi doppi) di
Carsten Höller. Dopo un passaggio in cui troviamo il ritorno alle origini primordiali della natura come divinità femminile rappresentata dall’imponente scultura di
Arturo Martini, insieme alle raffigurazioni in stile informale dei paesaggi di
Renato Birolli e
Ennio Morlotti, il percorso si conclude con la dimensione al contempo fisica e metafisica della «Natura morta con salame» di
Giorgio De Chirico a confronto con lo scenario barocco delle quattro tavole imbandite di
Sissi.
Didascalie delle immagini
[fig. 1] Amadeo Modigliani, «La ragazza rossa (Testa di donna dai capelli rossi)», 1915. Torino, Gam (Dono del Comitato Torino '61, Torino, 1962); [fig. 2] Giuseppe Pellizza da Volpedo, «Lo specchio della vita (E ciò che l'una fa e l'altre fanno)», 1898. Torino, Gam; [fig. 3] Tranquillo Cremona, «Benedetto Junck», 1874 circa. Torino, Gam (Legato di Benedetto Junck, Torino, 1920);[fig. 4] Tranquillo Cremona, «L'edera», 1878. Torino, Gam (Legato di Benedetto Junck, Torino, 1920); [fig. 5] Mario Merz, «Che fare?», 1968. Torino, Gam
Informazioni utili
Infinito, Velocità, Natura ed Etica: nuovi percorsi delle collezioni Gam. GAM - Galleria civica d’arte moderna e contemporanea di Torino, via Magenta, 31 – Torino. Orari: martedì – domenica, ore 10.00-18.00, chiuso lunedì (la biglietteria chiude un’ora prima). Ingressi: intero € 7,50, ridotto € 6,00, gratuito ragazzi fino ai 18 anni. Informazioni per il pubblico: tel. 011.4429518 . Sito Internet: www.gamtorino.it. Inaugurazione: giovedì 28 marzo, ore 18.30. Da venerdì 29 marzo 2013.