Volevano ristrutturare la residenza di famiglia secondo il gusto tipico che caratterizzava le abitazioni lombarde del Rinascimento, periodo storico al quale allora si guardava per la costruzione di una nuova arte nazionale, componente indispensabile per la formazione di una comune identità culturale.
Mentre l’edificio veniva sottoposto a un considerevole intervento di restauro, ritenuto avveniristico per quei tempi visto che furono creati anche gli impianti per la luce elettrica, il riscaldamento e l’acqua corrente, tre comfort assolutamente innovativi per le case dell’epoca, i due fratelli iniziarono a collezionare dipinti risalenti al Quattrocento e al Cinquecento, tra i quali la «Santa Giustina» di Giovanni Bellini e la «Madonna in trono con santi» del Giampietrino, ma anche manufatti di arte applicata come arredi lignei, oggetti in vetro e ceramica, avori, arazzi, tappeti, armi, gioielli, strumenti scientifici e musicali.
In circa vent’anni di lavoro appassionato venne allestita una casa unica nel suo genere, dove la raffinatezza, grazie a un armonioso progetto di ottocentesca «gesamtkunstwerk», ovvero di «opera d’arte totale» che vedeva una stretta coerenza tra «contenuto» e «contenitore», era l’indiscussa padrona di casa.
«Amicis pateo aeternumque patebo», ovvero «Sono aperta agli amici e sempre lo sarò», è l’iscrizione che campeggia ancora oggi all’ingresso, sulla serliana nell’anticamera della sala dell’affresco. Questa frase racchiude l’essenza della dimora ideata dai baroni Bagatti Valsecchi, che doveva essere un luogo schiuso all’ospitalità e alla convivialità. Come dimostra il «Libro degli ospiti», questo proposito venne rispettato. Dal 20 ottobre 1886 al 29 maggio 1975, ovvero fino all’ultimo giorno in cui la casa fu abitata dagli eredi dei due collezionisti, furono oltre 10mila le persone che attraversarono le porte dell’edificio nel quartiere Montenapoleone: intellettuali, scrittori, aristocrazia italiana ed europea, jet set internazionale, mondo del collezionismo e degli studiosi d’arte, senza dimenticare le infermiere volontarie della Prima guerra mondiale e le maestre con le loro scolaresche. Poi, Pasino Bagatti Valsecchi, figlio di Giuseppe ed erede delle collezioni d’arte di famiglia, decise - in pieno accordo con i propri figli Pier Fausto, Cristina, Anna Maria e Fausta - di donare le collezioni d’arte rinascimentale e i manufatti raccolti dal padre e dallo zio a una fondazione appositamente costituita. Parallelamente, il palazzo fu alienato alla Regione Lombardia, con la clausola che gli allestimenti storici del piano nobile fossero conservati nella loro integrità così da preservare l'indissolubile legame tra «contenuto» e «contenitore», che è tratto distintivo della vicenda collezionista dei Bagatti Valsecchi.
Il 22 novembre 1994 la casa-museo milanese, considerata una delle più importanti e meglio conservate di tutta Europa, apriva per la prima volta le porte al pubblico e oggi - anche grazie a un restauro delle facciate, dei pavimenti e degli apparati decorativi, terminato nel maggio 2008 - rappresenta non solo uno dei luoghi più affascinanti del cosiddetto «Quadrilatero della moda», ma anche una delle prime grandi espressioni del design in terra lombarda.
Da allora sono passati trent’anni e il Bagatti Valsecchi festeggia l’anniversario con una settimana di appuntamenti riuniti sotto il titolo «Museo oltre i confini», una rassegna nata con l’intento di coinvolgere nuovo pubblico, in linea con i contenuti valoriali e sociali che hanno animato il progetto dei fondatori, ma anche quello dei loro eredi, in particolare di Pier Fausto Bagatti Valsecchi, nipote di Giuseppe, recentemente scomparso, che è stato a capo della fondazione per ventisei anni. Oggi alla presidenza dell’istituzione milanese c’è la figlia Camilla Bagatti Valsecchi, attenta alla conservazione e alla valorizzazione di quella che per lei è una storia di famiglia; mentre la direzione è nelle mani di Antonio D’Amico, che negli ultimi tre anni ha ideato più di un’iniziativa per avvicinarsi a nuovi target di visitatori, da «Stasera al museo» alle degustazioni di «In Arte Veritas».
Nel corso del tempo, a sostegno delle attività sono anche nate l’associazione «Amici del Museo Bagatti Valsecchi» e il gruppo giovani under 35 «Speechati»; l’ente si avvale, poi, di un solido gruppo di volontarie e volontari, attivo dal 1996, grazie al quale i visitatori vengono accolti giornalmente nelle sale museali e aiutati a orientarsi nel percorso di visita.
In linea con la mission di coinvolgere nuovo pubblico, l’ultimo progetto nato in via Santo Spirito, «Museo oltre i confini», sta portando il Bagatti Valsecchi nelle scuole e nelle biblioteche di quartiere, inedite cornici di una serie di attività didattiche e di conferenze rivolte ai più giovani, ma anche al pubblico adulto come gli appuntamenti ad Affori, con il direttore Antonio D’Amico, e a Calvairate, con la communication manager Valeria Ricci, in programma rispettivamente nelle giornate di mercoledì 20 e venerdì 22 novembre. Sono, inoltre, in agenda visite guidate gratuite con ingresso ridotto (su prenotazione; dal 20 al 22 novembre, alle ore 14 e alle ore 16; il 23 e il 24 novembre, alle ore 11 e alle ore 14), una conferenza dedicata a Pier Fausto Bagatti Valsecchi (il 23 novembre, alle ore 16, su prenotazione), e una celebrazione ufficiale (il 21 novembre, alle ore 18:30, su invito), alla presenza delle autorità. Non manca, poi, in questo fitto programma, in agenda fino al 24 novembre, un appuntamento del cartellone culturale «Stasera al Museo. Vivere nel tempo»: quattordici incontri di musica, teatro e danza che, da marzo a dicembre, stanno vedendo la presenza di ospiti d’eccezione quali Paola Turci, Giovanni Caccamo, Ippolita Baldini e Tindaro Granata. Per l’occasione, Giuseppe Anastasi, storico autore di grandi interpreti della canzone italiana come Arisa, sarà protagonista di un concerto per voce e pianoforte dal titolo «Vivere nel tempo» (il 20 novembre, alle ore 18:30; ingresso € 12,00).
Il Museo Bagatti Valsecchi festeggia, quindi, la sua storia di casa aperta agli amici, pronta ad accogliere tutti coloro che vorranno fare un incontro con la bellezza, la musica e la cultura, con lo stesso spirito di armonia tra le arti che era nel DNA del Rinascimento, che ha animato il sogno realizzato dei fratelli Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi e che continua a vivere, giorno dopo giorno, grazie a chi si impegna a tramandare questo patrimonio alle generazioni future.
Didascalie delle immagini
1. Museo Bagatti Valsecchi di Milano, Sala Bevilacqua; 2. Inaugurazione del Museo nel 1994 con Federico Zeri; 3. Inaugurazione del Museo nel 1994 taglio del nastro alla presenza di Pier Fausto Bagatti Valsecchi; 4. Prima visitatrice del 1994; 5. Elton John in visita al museo
Informazioni utili
Tutte le informazioni delle celebrazioni saranno disponibili su https://www.museobagattivalsecchi.org. Dal 20 al 24 novembre 2024 l'ingresso al museo è fissato al prezzo ridotto di € 9.