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lunedì 8 gennaio 2018

Dalla mostra «Il mondo che non c’era» ai «Dialoghi» sulla cultura: il 2018 della Fondazione Giancarlo Ligabue

Sono due i grandi eventi espositivi che costituiranno i cardini dell’attività studiata dalla Fondazione Giancarlo Ligabue per il 2018. Entrambi avranno come scenario Venezia, la città dove quasi cent’anni fa iniziò l’avventura imprenditoriale della famiglia Ligabue e dove prese corpo la passione di esploratore e collezionista di Giancarlo, il padre di Inti, attuale presidente della fondazione, che quest’anno festeggia il suo terzo anno di attività.
Agli inizi di gennaio aprirà le porte al pubblico negli spazi di Palazzo Loredan, sede dell’Istituto veneto di scienze, lettere e arti, la mostra «Il mondo che non c’era. L’arte precolombiana nella collezione Ligabue» (dal 12 gennaio al 30 giugno 2018), già presentata con successo lo scorso anno a Firenze, Rovereto e Napoli.
Oltre centocinquanta opere selezionate da Jacques Blazy, specialista delle arti pre-ispaniche della Mesoamerica e dell’America del Sud, conducono il visitatore tra le meraviglie dei Maya, degli Aztechi degli Inca e di tanti altri popoli che abitarono il territorio latino-americano prima dell’arrivo di Cristoforo Colombo e dei Conquistadores.
Le opere, tutte provenienti dalla collezione di Giancarlo Ligabue, raccontano di un continente palpitante di umanità, rimasto per l’Europa dietro il velo degli oceani fino al 1492. Attraverso opere pregevoli, che spaziano dalle figurine antropomorfe di ceramica delle cultura Tlalica e Olmeca ai bellissimi gioielli delle civiltà Maya, è possibile approfondire diversi aspetti della vita e della cultura sviluppatisi al di là degli Oceani, ma anche conoscere i «debiti», in termini di nuove tradizioni e colture, che l’Europa ha nei confronti del Nuovo Mondo: si pensi ad alcuni alimenti come il cacao, i pomodori e le patate) che sono arrivati per mediazione delle cucine della Corte spagnola nella tradizione alimentare italiana e anche veneta, ma anche al gioco con il pallone «di gomma» che scopriamo, grazie ad alcune raffigurazioni sul tema presenti in mostra, essere profondamente e anticamente radicato nella civiltà e nella ritualità mesoamericana.
Palazzo Loredan farà anche da scenario al successivo e inedito progetto espositivo della Fondazione Giancarlo Ligabue, che permetterà ancora una volta di vedere parte della sua ricca collezione: «Idoli, gli sguardi del potere», in programma dal 1° settembre al 6 gennaio 2019. L’esposizione, curata da Annie Caubet, sarà un viaggio attraverso il tempo e lo spazio - in un’ampia area geografica dal Mediterraneo all’Indo, all’Egitto - dal tardo Neolitico all’Antica Età del bronzo (ca. 4000-2000 a.C.), per indagare attraverso un centinaio di opere l’affascinante rappresentazione antropomorfa e il suo approccio artistico nelle società complesse che allora si stavano affermando.
Grande attesa c’è anche per il symposium internazionale «How Humans Conquered the World», presieduto da Donald Johanson, che nel maggio del prossimo anno porterà a Venezia paleontologi e antropologi da ogni parte del mondo per fare il punto su come gli uomini abbiano conquistato la terra alla luce delle recenti scoperte paleontologiche.
Nel 2018 continueranno anche gli appuntamenti con i «Dialoghi della fondazione», incontri a ingresso gratuito promossi con intellettuali di diversi campi del sapere e della cultura (tra i precedenti il teologo Vito Mancuso, il critico d’arte Philippe Daverio e il matematico e logico italiano Piergiorgio Odifreddi) per avvicinare gli studiosi a un vasto pubblico di appassionati riflettendo sulle più ampie tematiche, in piena aderenza al motto della Fondazione Ligabue «Conoscere e far conoscere».
La fondazione proseguirà, inoltre, durante quest’anno le sue collaborazioni con scienziati e università internazionali (Usa, Perù e Kazhakstan, per esempio).
Questi appuntamenti costituiscono il coronamento di un percorso che finora ha coinvolto in diverse città italiane quasi centomila persone, promuovendo cataloghi e ricerche, nuove collaborazioni con Istituzioni culturali nazionali e internazionali. Oltre ai quarantacinquemila contatti social, circa tremila studenti veneti hanno partecipato, negli ultimi mesi, ad attività di laboratori promossi dalla fondazione. Grande successo registra anche il «Ligabue Magazine», la rivista scientifica edita in italiano e inglese dalla fondazione, il cui direttore editoriale è Alberto Angela, che è divenuto ormai oggetto da collezione ambitissimo, grazie ai contribuiti di noti studiosi e al ricchissimo corredo iconografico.

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1] Inti Ligabue; [fig. 2] Vaso antropomorfo, culture Moche, Perù, 100 a. C.-200 d.C.. Venezia, Collezione Ligabue; [fig. 2] Urna funeraria con effige del dio Cocijo, Cultura Zapoteca, Messico. Venezia, Collezione Ligabue

Informazioni utili 
Fondazione Giancarlo Ligabue, San Marco 3319 – Venezia. Informazioni: tel. 041.27 05 616, info@fondazioneligabue.it. Sito internet: www.fondazioneligabue.it.

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