Per celebrare questa ricorrenza «Le stanze del vetro», realtà nata dalla collaborazione tra la Fondazione Giorgio Cini onlus e dal Pentagram Stiftung, ha promosso, sull’isola di San Giorgio Maggiore, proprio di fronte a piazza San Marco, un progetto speciale a cura di Marino Barovier: «Tapio Wirkkala e Toni Zuccheri alla Venini».
L’esposizione, che rimarrà aperte fino al prossimo 13 marzo, ripercorre, attraverso duecento opere in vetro, le esperienze muranesi di due artisti presenti in fornace Venini, sia contemporaneamente che in tempi diversi, soprattutto nella seconda metà degli anni Sessanta: il rigoroso ed essenziale Tapio Wirkkala e il giocoso e sperimentale Toni Zuccheri.
Ognuno di loro, con la sua forte personalità, contribuì a caratterizzare la produzione della vetreria che, in quegli anni di grande trasformazione, non solo seppe proporre nuovi modelli senza rinunciare all’uso del colore, nonostante in quel momento a Murano l’uso del vetro cristallo fosse preponderante, ma riuscì anche a rispondere alle nuove esigenze di essenzialità provenienti dal mondo del design.
Il celebre designer finlandese Tapio Wirkkala (Hanko, 2 giugno 1915 – Helsinki, 19 maggio 1985) iniziò la sua collaborazione con Venini nel 1966, in occasione della Biennale di Venezia, dove mostrò gli eleganti esiti del suo lavoro a Murano.
Forte di un’esperienza nel mondo del vetro nordico nella manifattura Iittala, l’artista coniugò la sua cultura con le tipiche lavorazioni muranesi, dalle quali rimase affascinato, che gli offrirono nuove possibilità espressive. Prese progressivamente confidenza con la tecnica della filigrana e con la «scoperta» del colore. Ricorse spesso alla tecnica dell’incalmo per l’esecuzione di manufatti policromi in vetro trasparente affiancando cromie diverse, in prevalenza dai toni freddi, ma anche con note vivaci. Ne sono un esempio, tra l’altro, le «Meduse» realizzate in filigrana sommersa, i vasi «Pianissimo», i «Gondolieri», dalle forme essenziali come i «Coreani» e le famosissime «Bolle», serie queste ultime destinate a un grande consenso. Caratteristico della sua ricerca è anche l’impiego di murrine di grandi dimensioni, che l’artista utilizzò in particolare per l’esecuzione di una serie di piatti. In un continuo lavorio, le serie successive nacquero da ulteriori sperimentazioni con l’impiego di stampi, soprattutto nei nuovi piatti, e da variazioni sul tema della filigrana spesso accostata al vetro opaco.
La mostra presenta anche alcuni disegni, un documento interessante perché Tapio Wirkkala e i maestri vetrai non parlavano la medesima lingua. A tal proposito l’artista dichiarava: «ho constatato che la lingua non è un problema almeno non con i lavoratori, se riesco a entusiasmarli e farli credere al progetto. Mi aiuto con i disegni. Se i bordi della carta non bastano, disegno col gesso sul muro e se questo non basta ancora, disegno sul pavimento».
La sperimentazione sulla materia vitrea e sui processi di lavorazione sono, invece, le note distintive di Toni Zuccheri che, ancora studente di architettura, giunse alla Venini chiamato per dar forma a un bestiario in vetro, presentato alla Biennale del 1964. Nacquero così anatre in vetro policromo insieme a inediti animali in vetro e bronzo (tacchino e faraona) a cui si aggiunse un’originale upupa dalle innumerevoli penne eseguite a caldo e dalla valenza scultorea.
La mostra presenta anche alcuni disegni, un documento interessante perché Tapio Wirkkala e i maestri vetrai non parlavano la medesima lingua. A tal proposito l’artista dichiarava: «ho constatato che la lingua non è un problema almeno non con i lavoratori, se riesco a entusiasmarli e farli credere al progetto. Mi aiuto con i disegni. Se i bordi della carta non bastano, disegno col gesso sul muro e se questo non basta ancora, disegno sul pavimento».
La sperimentazione sulla materia vitrea e sui processi di lavorazione sono, invece, le note distintive di Toni Zuccheri che, ancora studente di architettura, giunse alla Venini chiamato per dar forma a un bestiario in vetro, presentato alla Biennale del 1964. Nacquero così anatre in vetro policromo insieme a inediti animali in vetro e bronzo (tacchino e faraona) a cui si aggiunse un’originale upupa dalle innumerevoli penne eseguite a caldo e dalla valenza scultorea.
Questo primo bestiario, viene affiancato da alcune serie di vasi che dimostrano l’indagine di Zuccheri sulle possibilità della trasparenza, seguite negli anni successivi (1967-68) da nuovi vetri opachi dalle intense colorazioni e dalla linea organica, ispirata al mondo vegetale («Tronchi», «Ninfee», «Scolpiti»). Dalla fine degli anni Settanta il bestiario in vetro si arricchisce di nuovi modelli, riconfermando l’interesse di Zuccheri per questo tema, declinato in maniera mai scontata. Di grande interesse è anche il lavoro che l’artista svolge nel corso degli anni Sessanta sul vetro di grosso spessore per la realizzazione delle celebri vetrate per e con l’architetto Gio Ponti.
Nella sala video dello spazio espositivo «Le stanze del vetro» saranno proiettati per tutto il periodo di apertura della mostra il film documentario «Pezzi sparsi» che Marta Pasqualini ha dedicato nel 2016 alla figura di Toni Zuccheri e il documentario «Tapio Wirkkala, The man who designed Finland».
Le rassegne, che possono essere visitate anche on-line grazie a un virtual tour in 3D, sono accompagnate, infine, da due monografie edite da Skira entrambe a cura di Marino Barovier e Carla Sonego. I cataloghi illustrano il lavoro di Wirkkala e Zuccheri alla Venini grazie a un’accurata ricerca documentaria basata su materiale d’archivio della vetreria e su documenti messi a disposizione dagli eredi dei due designer.
Le rassegne, che possono essere visitate anche on-line grazie a un virtual tour in 3D, sono accompagnate, infine, da due monografie edite da Skira entrambe a cura di Marino Barovier e Carla Sonego. I cataloghi illustrano il lavoro di Wirkkala e Zuccheri alla Venini grazie a un’accurata ricerca documentaria basata su materiale d’archivio della vetreria e su documenti messi a disposizione dagli eredi dei due designer.
Didascalie delle immagini
1. Vasi della serie Bolle, Tapio Wirkkala per Venini, 1966-67; 2. Vasi della serie Lapponi, Tapio Wirkkala per Venini, 1966; 3. Piatto e coppe della serie Coreani, Tapio Wirkkala per Venini, 1966-67; 4. Fenice in vetro policromo e bronzo, Toni Zuccheri per Venini, 1987; 5. Tacchino in vetro a murrine, Toni Zuccheri per Venini, 1964; 6. Vasi della serie Scolpiti, Toni Zuccheri per Venini, 1967Informazioni utili
Tapio Wirkkala e Toni Zuccheri alla Venini. Due mostre a Le Stanze del Vetro. Le stanze del vetro, Fondazione Giorgio Cini. Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia. Orari: ore 10 – 19, chiuso il mercoledì. Ingresso libero. Info: info@lestanzedelvetro.org, info@cini.it. Web: www.lestanzedelvetro.org, www.cini.it. Fino al 13 marzo 2022
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