L’atto unico, prodotto dai teatri stabili di Bolzano e del Veneto, debutta in prima nazionale giovedì 24 febbraio, alle ore 19:30, al Piccolo Teatro Grassi di Milano, per restare, poi, in cartellone fino al 6 marzo.
Diretti da Mauro Avogadro, saliranno sul palco Ottavia Piccolo e Paolo Pierobon. Le scene sono di Marco Rossi; i costumi di Giovanna Buzzi. Le musiche portano la firma di Gioacchino Balistreri, mentre il disegno luci è a cura di Michelangelo Vitullo.
Stefano Massini ha realizzato la drammaturgia a partire dagli scritti della filosofa e politologa ebrea Hannah Arendt, dai verbali degli interrogatori a Gerusalemme – dove Adolf Eichmann fu processato dopo l’arresto avvenuto nel 1960 in Argentina – e dagli atti del processo. Il risultato è un dialogo teatrale di inaudita potenza, una sorta di intervista a colui che più di tutti incarna nell’immaginario collettivo la traduzione della violenza che ha dato corpo alla «soluzione finale».
Ottavia Piccolo e Paolo Pierobon, nei ruoli rispettivamente di Hannah Arendt e Adolf Eichmann, ricostruiscono passo dopo passo carriera e ascesa del gerarca nazista, delineando il ritratto di un uomo mediocre, arrivista e opportunista, e aprendo così il varco a una prospettiva spiazzante: Adolf Eichmann non è un mostro, bensì un uomo spaventosamente normale. È totalmente privo di talenti, ma sa trarsi di impaccio. È capace di stupire più per la bassezza che per il genio. È un uomo contraddittorio, superficiale, perfino goffo, che, proprio per la sua mediocrità, si muove in un crescendo di poltrone, prestigio e denaro, ebbro di potere e animato da una coscienza inesistente.
Adolf Eichmann è, dunque, l’emblema di ciò che Hannah Arendt definisce «la banalità del male», quella «mancanza di pensiero» e quell’«obbedienza inconsapevole» a una legge ingiusta che ha reso uomini «terribilmente normali», dalla «meschina insignificanza», incapaci di pensare al valore morale dei propri atti, inconsapevoli di comprendere che la loro routine lavorativa era, invece, per gli ebrei «letteralmente la fine del mondo». «Eichmann – scrisse Hannah Arendt - non era uno Iago né un Macbeth, e nulla sarebbe stato più lontano dalla sua mentalità che «fare il cattivo» – come Riccardo III – per fredda determinazione. Eccezion fatta per la sua eccezionale diligenza nel pensare alla propria carriera, egli non aveva motivi per essere crudele e anche la sua diligenza non era, in sé, criminosa; è certo che non avrebbe mai ucciso un suo superiore per ereditarne il posto. Per dirla in parole povere, egli non capì mai che cosa stava facendo. […] Non era uno stupido; era semplicemente senza idee (una cosa molto diversa dalla stupidità), e tale mancanza di idee ne faceva un individuo predisposto a divenire uno dei più grandi criminali di quel periodo».
Informazioni utili
Eichmann. Dove inizia la notte | di Stefano Massini | con Ottavia Piccolo e Paolo Pierobon | regia Mauro Avogadro | scene Marco Rossi, costumi Giovanna Buzzi, musiche Gioacchino Balistreri, luci Michelangelo Vitullo | produzione Teatro Stabile di Bolzano / Teatro Stabile del Veneto
Piccolo Teatro Grassi, Via Rovello, 2 – Milano( M1 Cordusio). Dal 24 febbraio al 6 marzo 2022 | Orari: martedì, giovedì e sabato, ore 19.30; mercoledì e venerdì, ore 20.30; domenica, ore 16. Lunedì, riposo. | Durata: 85 minuti senza intervallo | Prezzi: platea 33 euro, balconata 26 euro
Eichmann. Dove inizia la notte | di Stefano Massini | con Ottavia Piccolo e Paolo Pierobon | regia Mauro Avogadro | scene Marco Rossi, costumi Giovanna Buzzi, musiche Gioacchino Balistreri, luci Michelangelo Vitullo | produzione Teatro Stabile di Bolzano / Teatro Stabile del Veneto
Piccolo Teatro Grassi, Via Rovello, 2 – Milano( M1 Cordusio). Dal 24 febbraio al 6 marzo 2022 | Orari: martedì, giovedì e sabato, ore 19.30; mercoledì e venerdì, ore 20.30; domenica, ore 16. Lunedì, riposo. | Durata: 85 minuti senza intervallo | Prezzi: platea 33 euro, balconata 26 euro
Informazioni e prenotazioni: tel. 02.21126116; www.piccoloteatro.org
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