Si apre nel segno dell'artista americana Marion Greenstone la nuova stagione espositiva di Palazzo Zenobio a Venezia. Fino al prossimo 18 maggio, le sale dell'imponente edificio barocco, disegnato da Antonio Gaspari (allievo e collaboratore di Baldassare Longhena), aprono, infatti, le porte alla prima mostra voluta dal nuovo direttore artistico dell'elegante spazio culturale, posto accanto alla chiesa di santa Maria dei Carmini e conosciuto ai più come sede del Collegio Armeno: l'eclettico Marco Agostinelli.
La retrospettiva, curata da Archie Rand, allinea oltre cinquanta quadri, completa «ricostituzione -affermano gli organizzatori- di un brano della storia dell’arte del secolo scorso che sembrava fosse andato irrimediabilmente perduto».
Tutti e tre i grandi periodi della produzione pittorica della newyorkese, scomparsa nel 2005, vengono, infatti, omaggiati nella rassegna veneziana: l’informale e astratto degli anni Quaranta e Cinquanta, la pop art degli anni Sessanta e la produzione di collage e dipinti di ampie dimensioni con fiori, piante, conchiglie, che, dai primi anni Settanta fino al Duemila, hanno caratterizzato i lavori dell’artista. Del primo periodo sono esposte opere realizzate sotto la guida di Vaclav Vytlacil, maestro anche di Twombly, Rauschenberg e di Louise Bourgeois. Mentre della fase decisamente pop vengono proposte venti tele di varie dimensioni, composizioni che spesso escono dal formato tipico del quadro per diventare quasi scultura. Dell’ultimo periodo sono, invece, allineate opere di intesa liricità e delicatezza, che possono ricordare in parte certi dipinti della O’Keefe.
Chiude il percorso espositivo un documentario di Marco Agostinelli, «Alla ricerca di Marion Greenstone», una specie di road movie sulle tracce delle opere dell’artista (fatto insieme alla sorella Cora), sparse tra musei, biblioteche e case private d’America.
La stagione espositiva di Palazzo Zenobio proseguirà, in giugno, con l'ospitalità dei padiglioni nazionali di Libano, Armenia e Islanda per la 54° Esposizione internazionale d'arte di Venezia, e con la rassegna «The New Forest Pavilion», l’usale padiglione che la galleria inglese Artsway, della New Forest, presenta in occasione della vernice “biennalesca”.
Per il prossimo 8 settembre, invece, si annuncia un vero e proprio open day con l’apertura in contemporanea di otto mostre, tre installazioni in giardino, la presentazione di un libro, l’assegnazione del primo «Premio Ca' Zenobio» e un concerto a fine serata.
Per i prossimi mesi i visitatori dello spazio di Fondamenta del Soccorso incontreranno, dunque, «un’offerta d’arte e cultura -affermano gli organizzatori- che spazierà dalla sperimentazione dei nuovi linguaggi contemporanei ai grandi maestri del Novecento, dalla performance alla fotografia, dalla letteratura alla musica». Un’occasione in più, questa, per visitare l’elegante edificio barocco, con la Sala da ballo affrescata magistralmente dal pittore francese Louis Dorigny (sembra con l'aiuto di un giovane Giambattista Tiepolo), i dipinti del celebre vedutista Luca Carlevarijs nella preziosa Sala degli specchi, dalla foggia tiepolesca, e l'ampio giardino all'italiana, solitamente chiuso al pubblico e di solito visibile solo nei giorni della Biennale.
Didascalie delle immagini
[fig. 1] Affresco di Louis Dorigny nella sala da ballo di in Palazzo Zenobio a Venezia; [fig. 2] Veduta della Sala degli specchi in Palazzo Zenobio a Venezia; [fig. 3] Marion Greenstone, «Omaggio a Magritte», collage, [s.d]; [fig. 4] Marion Greenstone, «Landscape», olio su tela, 1960.
Per saperne di più
www.collegioarmeno.com
www.mariongreenstone.com
Informazioni utili
Marion Greenstone. Retrospettiva. Palazzo Zenobio - Collegio Armeno, Fondamenta del Soccorso, Dorsoduro 2596 - Venezia. Orari: martedì-domenica 10.00-18.00; chiusura lunedì. Ingresso libero. Informazioni: tel. 041.5228770. Fino al 18 maggio 2011.
ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com
venerdì 6 maggio 2011
giovedì 5 maggio 2011
Dai «Viva Maria» ai Palii di fine ‘800: in mostra tutti i volti del Risorgimento senese
Sono quattro le mostre con le quali i Musei civici senesi, nell'ambito del progetto «150 Storie d'unita, il Risorgimento nelle terre di Siena», intendono approfondire il ruolo assunto dalla patria di Simone Martini e Duccio di Boninsegna nella creazione dell’Italia unita.
Il percorso, che si può compiere fino a domenica 3 luglio, parte da Asciano, dove è allestita la mostra «Amos Cassioli e il Risorgimento» cura di Francesca Petrucci e Milena Pagni. Attraverso documenti inediti, fotografie, disegni e gio
Sono varie le esposizioni che compongono l’interessante rassegna «Risorgimento nelle Terre di Siena», promossa dalla Fondazione rnali è possibile approfondire il ruolo che l’artista toscano ebbe nella realizzazione di una delle imprese decorative più importanti realizzate in Italia per celebrare i fatti del Risorgimento, la sala Vittorio Emanuele II nel Palazzo pubblico di Siena, sala nella quale lavorarono anche Luigi Mussini, Cesare Maccari e Pietro Aldi.
Amos Cassioli venne incaricato di realizzare gli unici due affreschi con scene di battaglia presenti nella stanza, quelli dedicati a Palestro (combattuta il 31 maggio 1859) e a San Martino (combattuta il 24 giugno 1859). Opere, queste, conosciute ed apprezzate insieme con altre due tele al centro della mostra di Asciano: «Il Giuramento di Pontida», del quale è esposto un bozzetto, e «La Battaglia di Legnano», della quale vengono presentati rari documenti.
A Buonconvento, negli spazi del Museo della Mezzadria, va, invece, in scena la mostra «L’anti-Risorgimento nelle campagne senesi. Dal «Viva Maria» al plebiscito», a cura di Gianfranco Molteni. Il percorso espositivo, frutto di un’attenta ricerca d’archivio, racconta le reazioni del «popolo delle campagne» di fronte al processo di unificazione nazionale, focalizzando l’attenzione sul fenomeno del «Viva Maria», così chiamato per lo stendardo che ne era il simbolo, sul quale campeggiava l’immagine della Madonna del Conforto. Un fenomeno, questo, in difesa delle tradizioni religiose e dello Stato pontificio, che per lungo tempo, fino al plebiscito del 1860, oppose contadini e mezzadri senesi alle truppe di Napoleone, ma anche alle armate “italiche”.
Infine, Siena propone, negli spazi del Complesso museale Santa Maria della Scala, la mostra «Insieme sotto il tricolore. Studenti e professori in battaglia. L’Università di Siena nel Risorgimento», con documenti inediti, volumi, dipinti, timbri, bandiere, uniformi, manifesti e giornali, selezionati da Alessandro Leoncini e presentati in un raffinato allestimento a cura di Andrea Milani.
Otto le sezioni espositive, che trovano il loro cuore pulsante nella parte dedicata alla partecipazione degli studenti senesi alla celebre battaglia di Curtatone e Montanara, nella Prima guerra d’indipendenza. Tra i cimeli esposti si segnalano la divisa indossata da Carlo Corradino Chigi, una litografia appartenuta a Cesare De Laugier de Bellecur, la medaglia col ritratto del granduca Leopoldo II di Lorena, assegnata ai reduci dell’impresa bellica e donata all’Ateneo da Augusto Barazzuoli, ma anche la bandiera della Guardia universitaria (unico tricolore conservato a Siena con lo stemma granducale inserito nel campo bianco) e il celebre stendardo dei «Croda Frates». Non poteva mancare, inoltre, un omaggio al Palio, del quale, grazie alla particolare disponibilità degli Onorandi Priori, saranno esposti alcuni dei drappelloni vinti in quegli anni, dai quali emerge chiaramente l’effetto di una nuova iconografia pre-unitaria, i bozzetti e le monture “alla piemontese”, realizzate tra il 1851 e il 1856 secondo la moda dell’epoca.
In contemporanea, il Complesso museale Santa Maria della Scala apre le porte, fino al 19 giugno, alla mostra «L’anima e la musica», a cura di Sergio Carrubba, Orietta Rossi Pinelli e Roberto Venuti: un percorso multisensoriale, tra arte e nuove tecnologie, che propone opere di Ingres, Blechen, Friedrich, Constable, Vernet e Caffi, ma che racconta anche la rivoluzione dei gusti e della cultura di un periodo, quello del Romanticismo, attraverso il prisma dei generi musicali propri dell’epoca (notturni, mazurche, ballate, polacche, valzer, preludi, concerti) e del loro intreccio con temi quali il contrasto tra ingenuo e sentimentale, la scoperta dei miti e delle leggende, il ruolo del sogno, il grottesco, il sublime, il senso della patria.
«Il viaggio nel mondo romantico e risorgimentale avverrà –si legge nella nota stampa- attraverso una grande esperienza virtuale il cui sfondo e contesto saranno le sale di una casa ottocentesca che permetterà di rivivere i personaggi, i quadri, le musiche, le parole legate insieme attorno ai temi del viaggio, del popolo, della nazione, dei notturni, dell’amore. Il visitatore si troverà immerso nella biblioteca, nel salotto, in un giardino d'inverno e nell’«alcova dell'amore» di questa suggestiva casa ottocentesca, mentre schizzi e appunti di viaggio, lo accompagneranno come in un viaggio, di cui la musica sarà il filo conduttore. E proprio la musica avrà un ruolo centrale nel percorso espositivo perché diffusa in ogni sala e in alcune sale, le campane sonore riprodurranno voci narranti di viaggi e brani tratti da opere di poeti e viaggiatori del tempo».
Didascalie delle immagini
[fig. 1] Bandiera della Guardia universitaria. Opera esposta nella mostra «Insieme sotto il tricolore. Studenti e professori in battaglia. L’Università di Siena nel Risorgimento»; [fig. 2] Pietro Senno, «I Toscani a Curtatone», 1861, olio su tela, Collezione Ente Cassa di Risparmio di Firenze. Opera esposta nella mostra «Insieme sotto il tricolore. Studenti e professori in battaglia. L’Università di Siena nel Risorgimento»; [fig. 3] Amos Cassioli, «La battaglia di Palestro», 1864. Affresco per la sala Vittorio Emanuele II nel Palazzo pubblico di Siena; [fig. 4] Luca Abete, «L'esercito del «Viva Maria» marcia verso Siena». Opera esposta nella mostra «L’anti-Risorgimento nelle campagne senesi. Dal «Viva Maria» al plebiscito»; [fig. 5] John Henry Füssli, «Amleto e il fantasma del padre», 1793, olio su tela, Fondazione Magnani Rocca, Mamiano di Traversetolo (Parma). Opera esposta nella mostra «L'anima e la musica. L'esperienza romantica e l'età del Risorgimento».
Informazioni utili
«Amos Cassioli e il Risorgimento». Museo Cassoli, via Goffredo Mameli -Asciano (Siena). Orari: giovedì-domenica ore 10.30-13.00 e 15.00-18.00. Ingresso: intero € 4,50, ridotto € 3,00. Informazioni: tel. 0577.718745 o museocassioli@gmail.com. Fino al 3 luglio 2011.
«L’anti-Risorgimento nelle campagne senesi. Dal «Viva Maria» al plebiscito». Museo della mezzadria senese, piazzale Garibaldi, 1 - Buonconvento (Siena). Orari: martedì-venerdì, ore 10.00-13.00; sabato e domenica, ore 10.00-13.00 e 15.00 -18.00. Informazioni: tel. 0577.809075 e tel. 0577.530164. Sito web: www.museisenesi.org. Fino al 3 luglio 2011.
«Insieme sotto il tricolore. Studenti e professori in battaglia. L’Università di Siena nel Risorgimento». Complesso museale Santa Maria della Scala - Siena. Orari: 10.00-18.30. Ingresso: intero € 6,00, ridotto € 4,50. Informazioni: tel. 0577.534571. Catalogo: Silvana editoriale, Cinisello Balsamo (Milano). Sito web: www.santamariadellascala.com. Fino al 3 luglio 2011.
«L'anima e la musica. L'esperienza romantica e l'età del Risorgimento». Complesso museale Santa Maria della Scala - Siena. Orari: 10.30-19.30. Ingresso: intero € 8,00, ridotto € 6,00 (gruppi minimo 15 massimo 25 persone, minori di 18 anni e maggiori di 65), convenzioni € 4,00 (detentori di appositi coupon e possessori di tessera Aci, Tci, Coop, Unpli), studenti € 2,00, Informazioni: tel. 0577.534571. Catalogo: Silvana editoriale, Cinisello Balsamo (Milano). Sito web: www.santamariadellascala.com. Fino al 19 giugno 2011.
Il percorso, che si può compiere fino a domenica 3 luglio, parte da Asciano, dove è allestita la mostra «Amos Cassioli e il Risorgimento» cura di Francesca Petrucci e Milena Pagni. Attraverso documenti inediti, fotografie, disegni e gio
Sono varie le esposizioni che compongono l’interessante rassegna «Risorgimento nelle Terre di Siena», promossa dalla Fondazione rnali è possibile approfondire il ruolo che l’artista toscano ebbe nella realizzazione di una delle imprese decorative più importanti realizzate in Italia per celebrare i fatti del Risorgimento, la sala Vittorio Emanuele II nel Palazzo pubblico di Siena, sala nella quale lavorarono anche Luigi Mussini, Cesare Maccari e Pietro Aldi.
Amos Cassioli venne incaricato di realizzare gli unici due affreschi con scene di battaglia presenti nella stanza, quelli dedicati a Palestro (combattuta il 31 maggio 1859) e a San Martino (combattuta il 24 giugno 1859). Opere, queste, conosciute ed apprezzate insieme con altre due tele al centro della mostra di Asciano: «Il Giuramento di Pontida», del quale è esposto un bozzetto, e «La Battaglia di Legnano», della quale vengono presentati rari documenti.
A Buonconvento, negli spazi del Museo della Mezzadria, va, invece, in scena la mostra «L’anti-Risorgimento nelle campagne senesi. Dal «Viva Maria» al plebiscito», a cura di Gianfranco Molteni. Il percorso espositivo, frutto di un’attenta ricerca d’archivio, racconta le reazioni del «popolo delle campagne» di fronte al processo di unificazione nazionale, focalizzando l’attenzione sul fenomeno del «Viva Maria», così chiamato per lo stendardo che ne era il simbolo, sul quale campeggiava l’immagine della Madonna del Conforto. Un fenomeno, questo, in difesa delle tradizioni religiose e dello Stato pontificio, che per lungo tempo, fino al plebiscito del 1860, oppose contadini e mezzadri senesi alle truppe di Napoleone, ma anche alle armate “italiche”.
Infine, Siena propone, negli spazi del Complesso museale Santa Maria della Scala, la mostra «Insieme sotto il tricolore. Studenti e professori in battaglia. L’Università di Siena nel Risorgimento», con documenti inediti, volumi, dipinti, timbri, bandiere, uniformi, manifesti e giornali, selezionati da Alessandro Leoncini e presentati in un raffinato allestimento a cura di Andrea Milani.
Otto le sezioni espositive, che trovano il loro cuore pulsante nella parte dedicata alla partecipazione degli studenti senesi alla celebre battaglia di Curtatone e Montanara, nella Prima guerra d’indipendenza. Tra i cimeli esposti si segnalano la divisa indossata da Carlo Corradino Chigi, una litografia appartenuta a Cesare De Laugier de Bellecur, la medaglia col ritratto del granduca Leopoldo II di Lorena, assegnata ai reduci dell’impresa bellica e donata all’Ateneo da Augusto Barazzuoli, ma anche la bandiera della Guardia universitaria (unico tricolore conservato a Siena con lo stemma granducale inserito nel campo bianco) e il celebre stendardo dei «Croda Frates». Non poteva mancare, inoltre, un omaggio al Palio, del quale, grazie alla particolare disponibilità degli Onorandi Priori, saranno esposti alcuni dei drappelloni vinti in quegli anni, dai quali emerge chiaramente l’effetto di una nuova iconografia pre-unitaria, i bozzetti e le monture “alla piemontese”, realizzate tra il 1851 e il 1856 secondo la moda dell’epoca.
In contemporanea, il Complesso museale Santa Maria della Scala apre le porte, fino al 19 giugno, alla mostra «L’anima e la musica», a cura di Sergio Carrubba, Orietta Rossi Pinelli e Roberto Venuti: un percorso multisensoriale, tra arte e nuove tecnologie, che propone opere di Ingres, Blechen, Friedrich, Constable, Vernet e Caffi, ma che racconta anche la rivoluzione dei gusti e della cultura di un periodo, quello del Romanticismo, attraverso il prisma dei generi musicali propri dell’epoca (notturni, mazurche, ballate, polacche, valzer, preludi, concerti) e del loro intreccio con temi quali il contrasto tra ingenuo e sentimentale, la scoperta dei miti e delle leggende, il ruolo del sogno, il grottesco, il sublime, il senso della patria.
«Il viaggio nel mondo romantico e risorgimentale avverrà –si legge nella nota stampa- attraverso una grande esperienza virtuale il cui sfondo e contesto saranno le sale di una casa ottocentesca che permetterà di rivivere i personaggi, i quadri, le musiche, le parole legate insieme attorno ai temi del viaggio, del popolo, della nazione, dei notturni, dell’amore. Il visitatore si troverà immerso nella biblioteca, nel salotto, in un giardino d'inverno e nell’«alcova dell'amore» di questa suggestiva casa ottocentesca, mentre schizzi e appunti di viaggio, lo accompagneranno come in un viaggio, di cui la musica sarà il filo conduttore. E proprio la musica avrà un ruolo centrale nel percorso espositivo perché diffusa in ogni sala e in alcune sale, le campane sonore riprodurranno voci narranti di viaggi e brani tratti da opere di poeti e viaggiatori del tempo».
Didascalie delle immagini
[fig. 1] Bandiera della Guardia universitaria. Opera esposta nella mostra «Insieme sotto il tricolore. Studenti e professori in battaglia. L’Università di Siena nel Risorgimento»; [fig. 2] Pietro Senno, «I Toscani a Curtatone», 1861, olio su tela, Collezione Ente Cassa di Risparmio di Firenze. Opera esposta nella mostra «Insieme sotto il tricolore. Studenti e professori in battaglia. L’Università di Siena nel Risorgimento»; [fig. 3] Amos Cassioli, «La battaglia di Palestro», 1864. Affresco per la sala Vittorio Emanuele II nel Palazzo pubblico di Siena; [fig. 4] Luca Abete, «L'esercito del «Viva Maria» marcia verso Siena». Opera esposta nella mostra «L’anti-Risorgimento nelle campagne senesi. Dal «Viva Maria» al plebiscito»; [fig. 5] John Henry Füssli, «Amleto e il fantasma del padre», 1793, olio su tela, Fondazione Magnani Rocca, Mamiano di Traversetolo (Parma). Opera esposta nella mostra «L'anima e la musica. L'esperienza romantica e l'età del Risorgimento».
Informazioni utili
«Amos Cassioli e il Risorgimento». Museo Cassoli, via Goffredo Mameli -Asciano (Siena). Orari: giovedì-domenica ore 10.30-13.00 e 15.00-18.00. Ingresso: intero € 4,50, ridotto € 3,00. Informazioni: tel. 0577.718745 o museocassioli@gmail.com. Fino al 3 luglio 2011.
«L’anti-Risorgimento nelle campagne senesi. Dal «Viva Maria» al plebiscito». Museo della mezzadria senese, piazzale Garibaldi, 1 - Buonconvento (Siena). Orari: martedì-venerdì, ore 10.00-13.00; sabato e domenica, ore 10.00-13.00 e 15.00 -18.00. Informazioni: tel. 0577.809075 e tel. 0577.530164. Sito web: www.museisenesi.org. Fino al 3 luglio 2011.
«Insieme sotto il tricolore. Studenti e professori in battaglia. L’Università di Siena nel Risorgimento». Complesso museale Santa Maria della Scala - Siena. Orari: 10.00-18.30. Ingresso: intero € 6,00, ridotto € 4,50. Informazioni: tel. 0577.534571. Catalogo: Silvana editoriale, Cinisello Balsamo (Milano). Sito web: www.santamariadellascala.com. Fino al 3 luglio 2011.
«L'anima e la musica. L'esperienza romantica e l'età del Risorgimento». Complesso museale Santa Maria della Scala - Siena. Orari: 10.30-19.30. Ingresso: intero € 8,00, ridotto € 6,00 (gruppi minimo 15 massimo 25 persone, minori di 18 anni e maggiori di 65), convenzioni € 4,00 (detentori di appositi coupon e possessori di tessera Aci, Tci, Coop, Unpli), studenti € 2,00, Informazioni: tel. 0577.534571. Catalogo: Silvana editoriale, Cinisello Balsamo (Milano). Sito web: www.santamariadellascala.com. Fino al 19 giugno 2011.
«Alexander Museum Palace Hotel», soggiorni d'arte a Pesaro
Dormire fra opere d’arte, avvolti dal bello, senza spendere una fortuna. Fare una vacanza low cost, senza rinunciare all’unicità dell’esperienza del viaggio e a un’«esperienza estetica» capace di appagare la mente. Ecco quanto offrono i dieci migliori design hotel d’Europa a prezzi accessibili, segnalati lo scorso novembre dal portale «Trivago».
Tra di loro c’è anche una struttura italiana: l’«Alexander Museum Palace Hotel», il museo-albergo di Pesaro nato per iniziativa dell’eclettico conte Alessandro Ferruccio Marcucci Pinoli di Valfesina, artista, scrittore e collezionista d’arte, già proprietario dei «Vip Hotels» nelle Marche, che si è avvalso per questo suo curioso progetto della consulenza di noti critici quali Vittorio Sgarbi, Philippe Daverio, Achille Bonito Oliva, Marisa Vescovo e Armando Ginesi.
L’albergo, la cui costruzione è iniziata nel 2004 ed è durata quattro anni, ha coinvolto nel progetto due architetti, tre ingegneri e un centinaio di artisti emergenti e famosi, tra i quali Arnaldo Pomodoro, Enzo Cucchi, Mimmo Paladino e Sandro Chia. E’ nato così un hotel-installazione, che propone un’originale contaminazione tra soggiorno turistico ed evento culturale, che si configura -per usare le parole del suo stesso proprietario- come una «performance di 365 giorni all’anno, per 24 ore al giorno», godibile anche grazie a un volume per immagini della milanese Electa Mondadori.
Nove i piani sui quali è articolato questo elegante albergo, affacciato sul lungomare di Pesaro, introdotto da una stele in bronzo, alta 16 metri, di Enzo Cucchi. L’opera, la più grande mai realizzata dal maestro della Transavanguardia, racconta la storia della città dalla sua origine a oggi: si scorgono, per esempio, riferimenti alla distruzione da parte dei goti di Vitige, ma anche la suggestiva immagine del «sol che rugla ’in tel mont», ossia del sole che – come dicono i pesaresi-, tramontando, sembra quasi rotolare lungo il crinale del monte san Bartolo per poi sparire dentro il mare.
All’interno dell’edificio, tutto bianco e dallo stile minimal, si trovano sessantatre camere d’autore, ognuna diversa dall’altra. Sono state create da un gruppo di settantacinque artisti contemporanei, che è intervenuto in piena libertà ovunque (dalle pareti, ai mobili, al bagno) e ne ha decorato, a mo’ di firma, la porta. In ogni stanza sono stati utilizzati materiali differenti, dal plexiglass alla resina, e tecniche svariate, dal dripping al découpage, ma soprattutto si vivono esperienze sensoriali diversissime tra loro. Il progetto «Vento» della torinese Luisa Valentini fa dormire l’ospite in un rassicurante letto bianco, la cui struttura sembra ispirarsi all’intreccio dei rami di un albero; mentre «Squiddiva» del trentino Bruno Pegoretti immerge il visitatore in una stanza totalmente blu, dominata dalla figura di uno “spaventoso” polipo gigante.
Al mondo marino guardano anche Jacqueline Crapanzano con le sue sculture pop di pesci e granchi per l’intervento decorativo «La sirena», e Terry May con le sue «Conchiglie»; Marisa Mola propone, invece, disegni di una danza tribale dalle calde tonalità ocra e marrone. Ci sono, poi, un omaggio al cinema con «Element» di Roberto Pagliani e uno alla musica con la stanza che Silvia Forlani ha dedicato a Rossini.
Naturalmente anche le parti comuni dell’albergo (diciotto corridoi, tre sale da pranzo e una piscina esterna) sono state concepite su modello di un museo (non a caso l’«Alexander Museum Palace Hotel» fa parte di Amaci) ed hanno visto all’opera altri venticinque artisti contemporanei, tra i quali Primo Fomenti e Gino Marotta che, con Mimmo Paladino ed Enzo Cucchi, hanno disegnato gli spazi del ristorante «ilManico-mio».
Didascalie delle immagini
[fig. 1] Enzo Cucchi, Stele Marcucci Pinoli all’«Alexander Museum Palace Hotel» di Pesaro, © Alessandro-Ferruccio Marcucci Pinoli di Valfesina [fig. 2] Bruno Pegoretti, Squiddiva. Stanza all’«Alexander Museum Palace Hotel» di Pesaro, © Alessandro-Ferruccio Marcucci Pinoli di Valfesina [fig. 3] Silvia Forlani, Omaggio a Rossini, Stanza all’«Alexander Museum Palace Hotel» di Pesaro, © Alessandro-Ferruccio Marcucci Pinoli di Valfesina; [fig. 4] Luisa Valentini, Vento, Stanza all’«Alexander Museum Palace Hotel» di Pesaro, © Alessandro-Ferruccio Marcucci Pinoli di Valfesina
Informazioni
Alexander Museum Palace Hotel, viale Trieste 20 – Pesaro. Informazioni: tel. 0721.34441 ed e-mail alexandermuseum@viphotels.it. Sito web: www.alexandermuseum.it.
Tra di loro c’è anche una struttura italiana: l’«Alexander Museum Palace Hotel», il museo-albergo di Pesaro nato per iniziativa dell’eclettico conte Alessandro Ferruccio Marcucci Pinoli di Valfesina, artista, scrittore e collezionista d’arte, già proprietario dei «Vip Hotels» nelle Marche, che si è avvalso per questo suo curioso progetto della consulenza di noti critici quali Vittorio Sgarbi, Philippe Daverio, Achille Bonito Oliva, Marisa Vescovo e Armando Ginesi.
L’albergo, la cui costruzione è iniziata nel 2004 ed è durata quattro anni, ha coinvolto nel progetto due architetti, tre ingegneri e un centinaio di artisti emergenti e famosi, tra i quali Arnaldo Pomodoro, Enzo Cucchi, Mimmo Paladino e Sandro Chia. E’ nato così un hotel-installazione, che propone un’originale contaminazione tra soggiorno turistico ed evento culturale, che si configura -per usare le parole del suo stesso proprietario- come una «performance di 365 giorni all’anno, per 24 ore al giorno», godibile anche grazie a un volume per immagini della milanese Electa Mondadori.
Nove i piani sui quali è articolato questo elegante albergo, affacciato sul lungomare di Pesaro, introdotto da una stele in bronzo, alta 16 metri, di Enzo Cucchi. L’opera, la più grande mai realizzata dal maestro della Transavanguardia, racconta la storia della città dalla sua origine a oggi: si scorgono, per esempio, riferimenti alla distruzione da parte dei goti di Vitige, ma anche la suggestiva immagine del «sol che rugla ’in tel mont», ossia del sole che – come dicono i pesaresi-, tramontando, sembra quasi rotolare lungo il crinale del monte san Bartolo per poi sparire dentro il mare.
All’interno dell’edificio, tutto bianco e dallo stile minimal, si trovano sessantatre camere d’autore, ognuna diversa dall’altra. Sono state create da un gruppo di settantacinque artisti contemporanei, che è intervenuto in piena libertà ovunque (dalle pareti, ai mobili, al bagno) e ne ha decorato, a mo’ di firma, la porta. In ogni stanza sono stati utilizzati materiali differenti, dal plexiglass alla resina, e tecniche svariate, dal dripping al découpage, ma soprattutto si vivono esperienze sensoriali diversissime tra loro. Il progetto «Vento» della torinese Luisa Valentini fa dormire l’ospite in un rassicurante letto bianco, la cui struttura sembra ispirarsi all’intreccio dei rami di un albero; mentre «Squiddiva» del trentino Bruno Pegoretti immerge il visitatore in una stanza totalmente blu, dominata dalla figura di uno “spaventoso” polipo gigante.
Al mondo marino guardano anche Jacqueline Crapanzano con le sue sculture pop di pesci e granchi per l’intervento decorativo «La sirena», e Terry May con le sue «Conchiglie»; Marisa Mola propone, invece, disegni di una danza tribale dalle calde tonalità ocra e marrone. Ci sono, poi, un omaggio al cinema con «Element» di Roberto Pagliani e uno alla musica con la stanza che Silvia Forlani ha dedicato a Rossini.
Naturalmente anche le parti comuni dell’albergo (diciotto corridoi, tre sale da pranzo e una piscina esterna) sono state concepite su modello di un museo (non a caso l’«Alexander Museum Palace Hotel» fa parte di Amaci) ed hanno visto all’opera altri venticinque artisti contemporanei, tra i quali Primo Fomenti e Gino Marotta che, con Mimmo Paladino ed Enzo Cucchi, hanno disegnato gli spazi del ristorante «ilManico-mio».
Didascalie delle immagini
[fig. 1] Enzo Cucchi, Stele Marcucci Pinoli all’«Alexander Museum Palace Hotel» di Pesaro, © Alessandro-Ferruccio Marcucci Pinoli di Valfesina [fig. 2] Bruno Pegoretti, Squiddiva. Stanza all’«Alexander Museum Palace Hotel» di Pesaro, © Alessandro-Ferruccio Marcucci Pinoli di Valfesina [fig. 3] Silvia Forlani, Omaggio a Rossini, Stanza all’«Alexander Museum Palace Hotel» di Pesaro, © Alessandro-Ferruccio Marcucci Pinoli di Valfesina; [fig. 4] Luisa Valentini, Vento, Stanza all’«Alexander Museum Palace Hotel» di Pesaro, © Alessandro-Ferruccio Marcucci Pinoli di Valfesina
Informazioni
Alexander Museum Palace Hotel, viale Trieste 20 – Pesaro. Informazioni: tel. 0721.34441 ed e-mail alexandermuseum@viphotels.it. Sito web: www.alexandermuseum.it.
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