ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

martedì 23 aprile 2013

«Vitrine», in Piemonte l’arte è giovane

E’ un doppio appuntamento con «Vitrine», il progetto dedicato alla giovane ricerca artistica sviluppata in Piemonte dalla generazione nata tra gli anni Settanta e Ottanta, quello che va in scena in questo ultimo scorcio d’aprile alla Gam di Torino.
La seconda edizione dell’iniziativa espositiva, affidata alla curatela di Stefano Collicelli Cagol, presenta, da martedì 23 aprile (inaugurazione alle ore 18.00) a domenica 9 giugno, il lavoro di Ludovica Carbotta (Torino, 1982), vincitrice nel 2011 del Premio Ariane de Rothschild e borsa di studio presso Central Saint Martins Londra, con all’attivo il coordinamento del «Progetto Diogene» e mostre alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, all’Hangar Bicocca di Milano e al Centro di cultura contemporanea di Firenze.
Dopo Paola Anziché (Milano, 1975), Helena Hladilova (Kroměříž, Repubblica Ceca, 1983) e Sara Enrico (Biella, 1979), tutte e tre residenti a Torino, la Gam, nell’angolo retto tra le due pareti che sta ospitando il ciclo «270°», porta, dunque, a conoscenza del visitatore una ricerca artistica caratterizzata da un’attenzione verso la spazio urbano, sempre esperito e riflettuto partendo dal proprio corpo. Dandosi una serie di regole che limitano la propria libertà di operare nello spazio, Ludovica Carbotta realizza, infatti, sculture, video, disegni o installazioni, che hanno nella capacità del fare il loro punto in comune e che pongono l’attenzione su ambiti del quotidiano spesso sfuggenti alla nostra percezione. Ne è esempio una recente serie di fotografie, nelle quali l’artista si antepone tra la macchina fotografica e il profilo di un’architettura in costruzione, oscurandone con la sua presenza il profilo. Viene così testimoniato un attimo irripetibile nella vita del panorama cittadino: una volta terminata la costruzione non rimarrà, infatti, più traccia dello scheletro dell’edificio a lungo visibile e parte dell’esperienza del centro abitato.
Per il ciclo «270°», Ludovica Carbotta si è confrontata con la vasta collezione della Gam, pensando all’opportunità di vedere il proprio lavoro accostato a opere di maestri del passato come Medardo Rosso e Umberto Boccioni, ma anche a quelle di artisti contemporanei in una sorta di museo immaginario. L’artista, tramite una serie di disegni, si è, quindi, interrogata su come tutte le opere che ha visto, studiato o di cui ha sentito parlare sono entrate a fare parte della propria memoria e hanno influenzato il suo modo di pensare e la sua ricerca artistica.
In questi giorni, la giovane torinese è anche tra le protagoniste della rassegna «Alle radici della democrazia», realizzata in occasione delle celebrazioni per il 25 aprile dal Consiglio regionale del Piemonte, con la Gam di Torino. La sua opera, negli spazi della stessa Gam, dialoga con i lavori di altre quattro artiste, selezionate da Stefano Collicelli Cagol: Sara Enrico, Helena Hladilova, Paola Anziché e Dafne Boggeri, in mostra rispettivamente a Torino, negli spazi di Palazzo Lascaris e del Museo diffuso della Resistenza (da giovedì 25 aprile, alle ore 11), a Cuneo, presso il Centro di documentazione territoriale (da mercoledì 24 aprile, alle ore 17.30), e a Verbania, nella sede dell’associazione Casa della Resistenza (da giovedì 25 aprile, alle ore 16.00). Le loro opere, visibili fino a domenica 9 giugno, intendono proporre una riflessione sui temi della memoria, della Liberazione e della Costituzione.
Alla Gam di Torino, negli spazi della Videoteca, è, inoltre, in mostra, da martedì 23 aprile e fino a sabato 8 giugno, il video «Abraham Abraham» di Nira Pereg (Tel Aviv, 1969), acquisito dalla Fondazione Crt per l’arte moderna e contemporanea nell’ultima edizione di «Artissima». L’opera, girata in Israele, è la registrazione di un evento ciclico, un particolare dischiudersi delle frontiere tra ebrei e arabi che ha luogo in una caverna di Hebron, spartita in spazi dedicati a una moschea e a una sinagoga. Il luogo è sacro per entrambe le religioni. Per dieci volte l’anno, in occasione di alcune particolari festività, gli ebrei ripongono la Torah e i loro oggetti rituali all’interno di armadi. Una ronda di soldati armati passano in rassegna gli spazi deserti e lasciano il campo ai musulmani che, in pochi minuti, entrano a riempire il vuoto appena formatosi srotolando sul pavimento i loro tappeti e trasformando per ventiquattrore la sinagoga in moschea. Il silenzio che domina il luogo per i brevissimi istanti che seguono all’andarsene dei soldati, prima dell’arrivo dei nuovi diversi fedeli, è lo spazio vuoto della possibilità: il respiro di un Israele surreale come un sogno.

Didascalie delle immagini
[fig. 1] Ludovica Carbotta, disegno per il progetto «Vitrine.270°» alla Gam di Torino, 2013; [fig. 2] Sara Enrico, «Segnavia#1», 2013. Olio su pietra di granito, 162x100x3 cm. Torino, Palazzo Lascaris; [fig. 3] Paola Anziché, «Rainbow», 2013. Stoffa, 20 mtq. Immagine dell'allestimento. Cuneo, Centro di documentazione territoriale; [fig. 4] Nira Pereg, «Abraham Abraham», 2012. Video

Informazioni utili
«Vitrine». Gam, via Magenta, 31 - Torino. Orari: martedì - domenica, ore 10.00-18.00 (la biglietteria chiude un'ora prima); chiuso lunedì. Ingresso libero. Informazioni: centralino, tel. 011.4429518, segreteria, tel. 011.4429595, e-mail gam@fondazionetorinomusei.it. Fino a domenica 9 giugno 2013. 

«Abraham Abraham» di Nira Pereg. Videoteca Gam, via Magenta, 31 - Torino. Orari: martedì-sabato, ore 10.00-18.00; aperto la prima domenica del mese.Informazioni: tel. 011.4429597, email videotecagam@fondazionetorinomusei.it. Fino a sabato 8 giugno 2013. 



lunedì 22 aprile 2013

«Ricreazioni», a Mirandola l’arte racconta il terremoto

L’immagine del Duomo di Mirandola, profondamente ferito dalle due scosse telluriche che lo scorso maggio hanno portato la devastazione e la morte in Emilia Romagna, ha fatto il giro del mondo. Ma l’elenco dei beni architettonici e storico-artistici della cittadina del Modenese, fiore all’occhiello del settore biomedicale italiano, che hanno subito gravi danni non si limita al solo complesso religioso quattrocentesco, al cui interno erano conservate opere di Paolo Bonelli e Sante Peranda, ma comprende anche il Palazzo comunale, il Teatro nuovo, il Castello dei Pico, varie chiese ed edifici scolastici, tra le quali l’Istituto di istruzione superiore «Giuseppe Luosi». E sono proprio gli alunni di questa scuola alcuni dei protagonisti del progetto artistico e didattico «Ricreazioni. Artisti per Mirandola» , realizzato dall’associazione culturale «Abaco», grazie al supporto della Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola e alla collaborazione dell’Amministrazione comunale.
Fino a domenica 16 giugno, il centro storico della cittadina rivivrà grazie alle installazioni di quattro artisti emiliani inviati da Elisabetta Modena e Valentina Rossi a interrogarsi sul tema della casa e del suo significato, dopo che il terremoto della scorsa primavera ha ferito, non solo edifici ed infrastrutture, ma anche le più profonde sicurezza di chi abita questo angolo d’Italia.
«La prima scossa, quella delle 4 del mattino di domenica 20 maggio 2012, ha colto tutti nel sonno e ha sconvolto per sempre l’idea di pace e inviolabilità dello spazio più intimo. La quotidianità e la comune riconoscibilità della differenza tra territorio privato e pubblico -raccontano le due curatrici- sono state messe in discussione nei mesi immediatamente successivi a favore di una condivisione o promiscuità che ha destabilizzato le comunità che abitano questi luoghi. Molti emiliani sono oggi abituati a ragionare ad un prima e un dopo: il terremoto ha cambiato tutto, anche la concreta dimensione di ricordi, valori, immagini, profumi, colori e riti connessi alla dimensione della casa, ormai spezzati da una ricostruzione che prevede inevitabilmente tempi lunghi».
Da queste considerazioni è nato il progetto «Ricreazioni», accompagnato da un articolato programma didattico dedicato ai bambini delle scuole primarie e secondarie di primo livello, curato da Giulia Marchetti e Chiara Baldassarri, il cui intento è di rimandare all’idea di creazione artistica e, contemporaneamente, a quella di ri-costruzione di un territorio, ma anche di una comunità e di una identità fortemente incrinate dal terremoto.
E’ stato così ideato un percorso di memoria e di speranza che vede in piazza della Costituente l’intervento di Davide Bertocchi, dal titolo «Volare» (2013): un insieme di cassette con quarantacinque giri posizionati davanti al foro di ingresso, omaggio alla celebre canzone «Nel blu dipinto di blu» di Domenico Modugno.
In via Roma (alle spalle del Duomo), il visitatore troverà, invece, la scritta «Campioni del mondo», disegnata da Flavio Fanelli in nero su sfondo giallo, prendendo spunto dal titolo della «Gazzetta dello Sport» del 12 luglio 1982, quella del giorno dopo la vittoria italiana ai Mondiali di Spagna. Mentre Chiara Pergolaha portato in piazza Garibaldi la sua «Girandola», lettere da calpestare alla ricerca di parole nuove per il futuro.
Altra reinterpretazione dello spazio pubblico, in vista della rinascita del centro storico, è quella di Claudia Losi che, con la sua installazione «Quando il suono delle campane scorreva tra le vie», medita sul fatto che il terremoto abbia distrutto anche tanti campanili. Su festoni colorati, agganciati a dei sonagli, sono state riportate le risposte dei mirandolesi alla domanda «Che cosa avete perso e che cosa avete trovato con il terremoto?» e quando soffia il vento sembra di risentire suonare la campane del vicino convento di San Francesco. Il progetto «Ricreazioni» coinvolge anche i container, dove oggi ha sede l’Istituto di istruzione superiore «Giuseppe Luosi». Qui, nei mesi scorsi, gli artisti Stefano Arienti, Cuoghi Corsello, Emilio Fantin, Eva Marisaldi e Il Prufesur, con gli allievi della scuola e sotto la supervisione di Anteo Radovan, hanno dato colore al grigio dei prefabbricati. I loro interventi, come quelli attuati nel centro storico, saranno pubblicati in un catalogo-libro d’artista, stampato da Fortino Editions in edizione limitata: una nuova guida della città di Mirandola su cui gli artisti interverranno con progetti, bozzetti e rielaborazioni creative, perché il futuro di una città può passare anche dall’arte.

Didascalie delle immagini

[Fig. 1] Claudia Losi, «Quando il suono delle campane scorreva tra le vie», 2013. Fettucce di cotone, sonagli, inchiostro indelebile; [fig. 2] Flavio Fanelli, «1982. Campioni del mondo», 2013 [fig. 3] Chiara Pergola, progetto per «Girandola», 2013 ; [fig. 4 e 5] Davide Bertocchi, «Volare», 2013. Modello dell’installazione 

 Informazioni utili
«Ricreazioni. Artisti per Mirandola». Centro storico e Istituto di istruzione superiore «Giuseppe Luosi» (container di via 29 maggio) – Mirandola (Modena). Catalogo: «Ricreazioni. Nuova guida per Mirandola», Fortino Editions 2013. Fino a domenica 16 giugno 2013

venerdì 19 aprile 2013

L’isola Bella ritrova i grandi arazzi del cardinale Mazzarino

L’isola Bella, gioiello paesaggistico del lago Maggiore, ritrova i grandi arazzi fiamminghi del cardinale Mazzarino. Dopo due anni di intervento conservativo, affidato ai tecnici della Royal Manufacturers De Wit di Mechelen in Belgio, i delicatissimi tessuti rinascimentali, considerati tra i più belli di quell’epoca in tutta Europa, ritornano ad ornare Palazzo Borromeo.
Eseguiti, con ogni probabilità, intorno al 1565 a Bruxelles nella bottega di Pieter Coecke, sulla base di cartoni elaborati da Michael Coxie (1499-1592) per le figure e da Wiliem Tons (o Tonis, Thonis, Thoens) per i paesaggi e gli animali, queste opere entrarono a far parte della collezione Borromeo nel 1787, quale dono del cardinale Vitaliano VII al nipote Gilberto V. La provenienza anteriore non è sicura, ma secondo un'ipotesi molto verosimile gli arazzi possono aver fatto parte della collezione del cardinale Mazzarino, nel cui inventario, datato 1661, compare una serie di «panni» identica a quella oggi esposta all’isola Bella per formato, soggetti e temi delle bordure. Il potente ministro di Luigi XIII avrebbe acquistato questi arazzi nel 1654 dalla famiglia de Guise ed è probabile che sia stato il il cardinale Charles de Guise (1525-1574) ad ordinarne l'esecuzione. Un personaggio di spicco quale fu il prelato francese, con un ruolo eminente tanto sul piano politico quanto su quello religioso (fu protagonista della lotta contro i protestanti francesi e della fase finale del Concilio di Trento), può spiegare in parte non solo l'eccezionale qualità artistica della serie, ma anche la scelta dei soggetti che, sotto il velo dell'allegoria, illustrano il tema del «peccato» e quello della «redenzione», resa possibile dalla grazia e dalla provvidenza divina. L'uomo e la sua opera sono assenti dalle immagini, ma i titoli rimandano continuamente alla morale cristiana e al tema della colpa e a quello del riscatto; il male assume in questa serie l'aspetto di animali selvaggi o mitici come il liocorno, secondo una chiave di interpretazione simbolica suggerita da fonti antiche e cristiane.
I panni, restaurati grazie al finanziamento dei principi Borromeo, hanno altezze simili (412 centimetri) ma larghezze diverse (da 502 a 650 centimetri) e appartengono tutti al medesimo insieme come dimostrano, oltre ai dati dello stile, il disegno delle bordure identico in ognuno dei pezzi (ad eccezione dei cartigli con i testi e dei medaglioni che variano in ogni esemplare) e la coerenza della tecnica di esecuzione: una trama di lana e seta con fili d'oro e d'argento con una densità dell'ordito di nove fili per centimetro, e una gamma cromatica di grande varietà, con toni sfumati ed effetti pittorici di grande raffinatezza.
Tutti gli elementi della serie hanno bordure identiche. Esse includono, tra il fogliame e la vegetazione, dieci gruppi di figure rivolte verso il centro, che rappresentano personaggi mitologici contraddistinti da un rapporto significativo con un animale, il cui nome evoca quello di una costellazione. Si vedono, tra gli altri, Ercole e il leone, Diana e il cane, Promoteo e l'aquila, Annuite e il delfino, Romolo e Remo con la lupa, Europa e il toro, Leda e il cigno, Igea incoronata con il serpente. All'interno di questo sistema decorativo comune che costituisce una sorta di cosmografia illustrata, ogni panno include tre medaglioni circolati e un grande cartiglio con testi e soggetti in rapporto alla figurazione principale.
Non c’è animale, vegetale o motto che non risponda a precisi dettami e significati religiosi. Le opere rappresentano, infatti, delle scene che hanno un aspetto apparente, cui sottende una lettura per codici e conoscenze, lettura finalizzata a trasmette precisi messaggi che potremmo definire come catechistici, nel senso che si rifanno a precisi insegnamenti biblici.
«Siate prudenti come i serpenti e semplici come le colombe» (Matteo, 10, 16), «Osserva la formica, pigro, prendi esempio dal suo comportamento» (Proverbi, 6, 6), « Salvami dalle fauci del leone e dal corno del liocorno, difendi la mia fragile esistenza» (Salmi, 22, 22) o «Lo struzzo abbandona in terra le sue uova e le lascia scaldare nella polvere; dimentica che un piede le può calpestare, un animale selvatico le può schiacciare »(Giobbe, 39, 14-15): sono alcune delle espressioni bibliche che si leggono nei cartigli dei sei arazzi esposti (ne manca uno all’appello), tradotte in seta, oro e argento da un laboratorio tra i migliori del Continente, a esplicitare i dettami di un Concilio, quello di Trento chiuso nel 1563, che diede all’arte la funzione di trasmettere i dettami di una religione che impregnava la società.

Informazioni utili 
Palazzo Borromeo – Galleria degli Arazzi, Isola Bella – Lago Maggiore (Verbania). Orari di ingresso: ore 9.00-17.30. Ingresso: Palazzo + giardino – intero € 13,00, ragazzi € 5,50, gruppi adulti € 9,50, gruppi ragazzi € 5,00; Isola Bella + Isola Madre – intero € 18,00, ragazzi € 8,00, gruppi adulti € 14,00, gruppi ragazzi € 7,50; Isola Bella + Isola Madre + Rocca d’Angera, intero € 21,50, ragazzi € 11,00, gruppi adulti € 16,50, gruppi ragazzi € 9,50. Informazioni: tel.0323.30556, info@borromeoturismo.it. Sito web: www.isoleborromee.it. Da sabato 16 marzo a domenica 20 ottobre 2013.