La seconda edizione dell’iniziativa espositiva, affidata alla curatela di Stefano Collicelli Cagol, presenta, da martedì 23 aprile (inaugurazione alle ore 18.00) a domenica 9 giugno, il lavoro di Ludovica Carbotta (Torino, 1982), vincitrice nel 2011 del Premio Ariane de Rothschild e borsa di studio presso Central Saint Martins Londra, con all’attivo il coordinamento del «Progetto Diogene» e mostre alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, all’Hangar Bicocca di Milano e al Centro di cultura contemporanea di Firenze.
Dopo Paola Anziché (Milano, 1975), Helena Hladilova (Kroměříž, Repubblica Ceca, 1983) e Sara Enrico (Biella, 1979), tutte e tre residenti a Torino, la Gam, nell’angolo retto tra le due pareti che sta ospitando il ciclo «270°», porta, dunque, a conoscenza del visitatore una ricerca artistica caratterizzata da un’attenzione verso la spazio urbano, sempre esperito e riflettuto partendo dal proprio corpo. Dandosi una serie di regole che limitano la propria libertà di operare nello spazio, Ludovica Carbotta realizza, infatti, sculture, video, disegni o installazioni, che hanno nella capacità del fare il loro punto in comune e che pongono l’attenzione su ambiti del quotidiano spesso sfuggenti alla nostra percezione. Ne è esempio una recente serie di fotografie, nelle quali l’artista si antepone tra la macchina fotografica e il profilo di un’architettura in costruzione, oscurandone con la sua presenza il profilo. Viene così testimoniato un attimo irripetibile nella vita del panorama cittadino: una volta terminata la costruzione non rimarrà, infatti, più traccia dello scheletro dell’edificio a lungo visibile e parte dell’esperienza del centro abitato.
Per il ciclo «270°», Ludovica Carbotta si è confrontata con la vasta collezione della Gam, pensando all’opportunità di vedere il proprio lavoro accostato a opere di maestri del passato come Medardo Rosso e Umberto Boccioni, ma anche a quelle di artisti contemporanei in una sorta di museo immaginario. L’artista, tramite una serie di disegni, si è, quindi, interrogata su come tutte le opere che ha visto, studiato o di cui ha sentito parlare sono entrate a fare parte della propria memoria e hanno influenzato il suo modo di pensare e la sua ricerca artistica.
In questi giorni, la giovane torinese è anche tra le protagoniste della rassegna «Alle radici della democrazia», realizzata in occasione delle celebrazioni per il 25 aprile dal Consiglio regionale del Piemonte, con la Gam di Torino. La sua opera, negli spazi della stessa Gam, dialoga con i lavori di altre quattro artiste, selezionate da Stefano Collicelli Cagol: Sara Enrico, Helena Hladilova, Paola Anziché e Dafne Boggeri, in mostra rispettivamente a Torino, negli spazi di Palazzo Lascaris e del Museo diffuso della Resistenza (da giovedì 25 aprile, alle ore 11), a Cuneo, presso il Centro di documentazione territoriale (da mercoledì 24 aprile, alle ore 17.30), e a Verbania, nella sede dell’associazione Casa della Resistenza (da giovedì 25 aprile, alle ore 16.00). Le loro opere, visibili fino a domenica 9 giugno, intendono proporre una riflessione sui temi della memoria, della Liberazione e della Costituzione.
Alla Gam di Torino, negli spazi della Videoteca, è, inoltre, in mostra, da martedì 23 aprile e fino a sabato 8 giugno, il video «Abraham Abraham» di Nira Pereg (Tel Aviv, 1969), acquisito dalla Fondazione Crt per l’arte moderna e contemporanea nell’ultima edizione di «Artissima». L’opera, girata in Israele, è la registrazione di un evento ciclico, un particolare dischiudersi delle frontiere tra ebrei e arabi che ha luogo in una caverna di Hebron, spartita in spazi dedicati a una moschea e a una sinagoga. Il luogo è sacro per entrambe le religioni. Per dieci volte l’anno, in occasione di alcune particolari festività, gli ebrei ripongono la Torah e i loro oggetti rituali all’interno di armadi. Una ronda di soldati armati passano in rassegna gli spazi deserti e lasciano il campo ai musulmani che, in pochi minuti, entrano a riempire il vuoto appena formatosi srotolando sul pavimento i loro tappeti e trasformando per ventiquattrore la sinagoga in moschea. Il silenzio che domina il luogo per i brevissimi istanti che seguono all’andarsene dei soldati, prima dell’arrivo dei nuovi diversi fedeli, è lo spazio vuoto della possibilità: il respiro di un Israele surreale come un sogno.
Didascalie delle immagini
[fig. 1] Ludovica Carbotta, disegno per il progetto «Vitrine.270°» alla Gam di Torino, 2013; [fig. 2] Sara Enrico, «Segnavia#1», 2013. Olio su pietra di granito, 162x100x3 cm. Torino, Palazzo Lascaris; [fig. 3] Paola Anziché, «Rainbow», 2013. Stoffa, 20 mtq. Immagine dell'allestimento. Cuneo, Centro di documentazione territoriale; [fig. 4] Nira Pereg, «Abraham Abraham», 2012. Video
Informazioni utili
«Vitrine». Gam, via Magenta, 31 - Torino. Orari: martedì - domenica, ore 10.00-18.00 (la biglietteria chiude un'ora prima); chiuso lunedì. Ingresso libero. Informazioni: centralino, tel. 011.4429518, segreteria, tel. 011.4429595, e-mail gam@fondazionetorinomusei.it. Fino a domenica 9 giugno 2013.
«Abraham Abraham» di Nira Pereg. Videoteca Gam, via Magenta, 31 - Torino. Orari: martedì-sabato, ore 10.00-18.00; aperto la prima domenica del mese.Informazioni: tel. 011.4429597, email videotecagam@fondazionetorinomusei.it. Fino a sabato 8 giugno 2013.
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