ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

giovedì 6 aprile 2017

Venezia, Loris Cecchini in mostra a T Fondaco dei Tedeschi

Non solo centro dello shopping deluxe, ma anche luogo dove apprezzare le più recenti ricerche dell’arte contemporanea: si presenta così T Fondaco dei Tedeschi, il nuovo lifestyle department store di Dfs – Duty Free Shopper nel cuore di Venezia.
L'edificio, fondato nel XIII secolo per accogliere i commerci e le attività dei tedeschi che arrivavano in città, è stato distrutto da un incendio nel 1505 per essere, quindi, ricostruito e riaperto a tempo di record nel 1508.
A inizio dell’Ottocento lo stabile è stato trasformato in dogana voluta da Napoleone e, a partire dal 1870, è stato adibito a ufficio postale (la scritta Telecomunicazioni rimane sulla calle, come segno di rispetto del passato).
Oggi, dopo otto anni di chiusura e tre di cantiere che hanno visto all’opera l’architetto e urbanista Rem Koolhaas, il «Fontego» si presenta come un polo del lusso articolato su oltre settemila metri quadrati; il quarto piano, l’ultimo, è dedicato ai progetti culturali grazie alla crezione dell’Event Pavilion.
Dopo il successo di pubblico ottenuto dall’opera «Under Water» di Fabrizio Plessi, questo spazio si rinnova con un allestimento, curato da Hervé Mikaeloff, altrettanto suggestivo, che offrirà ai visitatori l’opportunità di un’immersione totale nell’opera e nella particolare atmosfera creata da Loris Cecchini. Presente di recente alle Biennali di Venezia e di Shanghai, l’artista si è fatto apprezzare sulla scena internazionale dell’arte contemporanea all’inizio degli anni 2000, grazie alle sue grandi installazioni che si collocano al crocevia tra scultura, architettura e dimensione organica e che confondono le percezioni dello spettatore per stimolarne l’immaginario.
L’installazione site-specific «Waterbones», presentata al T Fondaco dei Tedeschi e composta da migliaia di sottili moduli di acciaio assemblati l’uno all’altro, si inserisce nella sua serie di opere delicate e naturali, sospese tra costruzione e decostruzione.
Appoggiata alle pareti o appesa al soffitto vetrato del padiglione collocato all’ultimo piano del T Fondaco, la forma organica realizzata da Cecchini contamina l’intero spazio e gioca con la gravità, interagendo con l’architettura e creando un effetto tridimensionale, al contempo naturale e artificiale, statico e dinamico. I moduli di «Waterbones» possono essere assemblati all’infinito e combinarsi in innumerevoli modi, richiamando alla mente gli algoritmi matematici alla base della natura. Così l’installazione costituisce una metafora biologica straniante, ai confini tra scienza ed estetica: un punto di contatto tra narrazione poetica e produzione industriale.
In questa osmosi espressiva creata tra le forme biologiche e la struttura architettonica, Cecchini mette in scena un mondo in equilibrio tra realtà e finzione, che interroga la natura stessa della materia. «Vorrei che lo spazio dell’opera rimanesse quello del miraggio e si collocasse da qualche parte tra delirio e realtà, astrazione e utilità, sospensione e materialità», dichiara l’artista, invitando l’osservatore a perdersi nella moltitudine di realtà su cui si aprono le infinite possibili interpretazioni di questi frammenti di natura fluttuanti e sospesi in una dimensione concreta ed evanescente al tempo stesso.

Informazioni utili
«Waterbones» - Personale di Loris Cecchini. T Fondaco dei Tedeschi, Calle del Fontego dei Tedeschi, Ponte di Rialto - Venezia. Orari: tutti i giorni, 10.00-20.00. Ingresso libero. Informazioni: tel. 041.3142000. sito internet: https://www.dfs.com/en/venice/stores/t-fondaco-dei-tedeschi-by-dfs?cid=seo-yextfb-yext. Dal 7 aprile al 27 novembre 2017.

mercoledì 5 aprile 2017

Al Mudec una settimana all’insegna del design

È ormai riconosciuta come la più importante manifestazione al mondo per il settore del disegno industriale e dell’arredamento. Stiamo parlando della Milano Design Week che fino a domenica 9 aprile animerà ben undici distretti della città di Milano. L’iniziativa è composta da due ‘anime’ principali: il Salone del Mobile a Rho, fiera rivolta principalmente agli addetti ai lavori, e il Fuori Salone, una serie di eventi autonomi dedicati al design, che vanno dal carillon del britannico Lee Broom in Stazione centrale agli orsi di Paola Pivi per le vetrine della Rinascente.
Tra gli eventi da non perdere ci sono quelli promossi dal Mudec – Museo delle culture in zona Tortona. All’esterno dell’edificio sarà visibile fino al 9 luglio l’«Albero stilematico» dell’architetto Alessandro Mendini, ispirato al linguaggio figurativo di Kandinskij.
La struttura site-specific è costituita da un palo d’acciaio alto sei metri, attorno al quale si collocano sette stilemi con sette colori per un totale di trenta decori. Il totem, che mostra i tratti distintivi e il linguaggio ispirato dai segni e dai colori che tanto ha caratterizzato l’artista russo, è un omaggio alla complessità simbolica che spesso si cela nell’oggetto più semplice e comune.
La collaborazione quarantennale che Alessandro Mendini ha con la società Abet Laminati, che lo supporta da sempre nelle sue architetture coloratissime con i propri materiali laminati, ha permesso anche questa volta di creare un connubio virtuoso tra impresa privata e artista a favore dell’arte e del design.
La piazza del museo è animata anche da una spettacolare installazione site-specific ideata dal brand Qeeboo. Da una lastra di specchio emergono squali, portaombrelli-contenitori di invenzione del duo Studio Job; a presidiarli ci sono due imponenti guardiani-gorilla creati da Stefano Giovannoni: una lampada da terra in polietilene con braccio-proiettore orientabile.
In occasione del Fuorisalone 2017 il Design Store del Mudec si colora, inoltre, di materiali e forme dall’estetica giocosa e libera, uniti sotto il comune denominatore del tema del circo. Da sempre mondo affascinante perché alla rovescia, in cui le regole della società non esistono e dove la verità e la magia si confondono. Un mondo senza regole che ha però le sue linee estetiche. Le geometrie che rivestono i tendoni e gli ambienti alternano triangoli e righe. Il bianco, giallo, rosso e blu sono i suoi colori. Oro e argento e giochi di luci animano lo show.
«Circus Show» è il titolo di questo allestimento primaverile, annunciato dalle grandi lettere di metallo con lampadine e dalle scimmie di Marcantonio Raimondi Malerba arrampicate negli angoli dello store, entrambe prodotte da Seletti. La linea «Circus» di Alessi, ideata dal designer Marcel Wanders, richiama la geometria e i colori circensi. I coperchi dei barattoli diventano tendoni e i vassoi in metallo smaltato sono palchi su cui si esibiscono i rituali quotidiani. Le porcellane raffinate di Lladrò trasformano una classica lampada con paralume in un pagliaccio dall’ampio cappello. Statuette di acrobati e ballerine dipinte a mano danzano sui tavoli dello store. Ad impreziosire l’esposizione, le splendide ceramiche del laboratorio milanese Paravicini: la serie di piatti serigrafati illustra trapezisti sospesi nel vuoto, scimmie e orsi da circo, creando una parade di personaggi.
Le sedute «Rabbit» di Stefano Giovannoni e gli sgabelli «Tab.u» di Bruno Rainaldi rigorosamente gold diventano sculture specchianti.
Il design del circo si esprime attraverso soggetti e personaggi, dove oltre alla funzionalità entrano in gioco aspetti emozionali e comunicativi. È un design di superficie, in cui dominano la decorazione e il colore.
infine, il Mudec Bistrot ospita, durante la settimana del Fuorisalone, «Carta in luce», una serie di lampade di design in carta e cartone riciclati selezionate dall’osservatorio «L’altra faccia del macero». Sono le mille vite della carta, su cui Comieco fa riflettere il visitatore grazie a questo allestimento in cui carta e cartone sono protagonisti assoluti.

Informazioni utili 
Fuori Salone al Mudec. Mudec - Museo delle culture, via Tortona, 56 – Milano. Orari: martedì, mercoledì, venerdì e domenica, ore 9.30-19.30; giovedì e sabato, ore 9.30-22.30. Sito internet: http://www.mudec.it/ita/. Fino al 9 aprile 2017.

martedì 4 aprile 2017

Lugano, David Bowie visto da Masayoshi Sukita

Trentotto immagini che parlano di un’amicizia, quella tra David Bowie e Masayoshi Sukita: si potrebbe riassumere così la mostra «Heros» che l’azienda ThinkDesign propone, in prima nazionale svizzera, negli spazi della galleria d’arte Dip contemporary art di Lugano, inaugurata nel 2016 per volontà di Michela Negrini.
L’artista londinese e il maestro giapponese della fotografia, uno dei più importanti della scena cinematografica e musicale di New York, si conobbero nel 1972 dopo un concerto; all’epoca la superstar britannica, camaleonte del pop che ha influenzato lo stile per diverse generazioni, era nel suo periodo «Ziggy Stardust» e già stregava il pubblico col suo carisma ineguagliato. Ad assediarlo c’erano centinaio di fotografi e giornalisti. «Quando toccò a me – ricorda Masayoshi Sukita- ho pensato semplicemente: stappiamo una bottiglia di vino e rilassiamoci». Nacque così un’amicizia durata oltre quarant’anni, che nel corso dei decenni si è palesata in immagini uniche ed estremamente personali.
Masayoshi Sukita non solo immortalò in maniera molto personale le innumerevoli metamorfosi di David Bowie, creando tra l’altro la leggendaria copertina dell’album «Heros», ma fino alla prematura morte dell’artista lo seguì anche in momenti molto privati nei quali, privo di trucco e abiti di scena, appare estremamente avvicinabile e vulnerabile. L’artista poté, infatti, godere di una vicinanza con Bowie che la superstar non concesse mai a nessun altro fotografo.

La mostra fotografica di Lugano presenta, inoltre, David Bowie in tutta la sua capacità di metamorfosi come una delle più grandi icone pop del secolo e come persona colta nella sua quotidianità, lontano da qualsiasi eccentricità.
«Bowie era una persona profonda, e io lo mostro in tutte le sue sfaccettature», afferma Sukita aggiungendo: «in ogni sua fase è stato sempre completamente se stesso».
Lo stilista John Richmond, che oltre a Bowie ha vestito e veste Mick Jagger, Rod Stewart e altre icone della musica, impreziosisce l’evento con la sua nuova collezione realizzata in collaborazione con il marchio Mantero. L’esposizione si concluderà con uno spettacolare omaggio a Bowie al Casinò di Campione d’Italia, che rivisiterà varie pietre miliari della vita dell’artista. 

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1] © Photo by Sukita, Watch That Man III, 1973; [Fig. 2] © Photo by Sukita, Starman, 1973

Informazioni utili 
«Heros». Galleria d’arte Dip contemporary art, via Dufour, 21 (ang. Via Vanoni) - 6900 Lugano (Svizzera). Orari: dal martedì al venerdì, dalle ore 10.30 alle ore 18.30. Ingresso libero. Imformazioni: info@dipcontemporaryart.com, tel. +41 (0)919211717. Siti internet: http://think-design.ch/david-bowie-lugano/ o http://dipcontemporaryart.com. Fino al 26 aprile 2017.