ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

domenica 9 giugno 2019

«Milano incontra la Grecia»: musica, danza e teatro al Piccolo e al Castello Sforzesco

Sarà il musicista e cantautore cretese Loudovikos Ton Anogion ad aprire la decima edizione di «Milano incontra la Grecia», festival di arte performativa ellenica, in cantiere dal 10 al 12 giugno, che offrirà al pubblico sei appuntamenti di teatro, danza e musica.
La manifestazione, che si avvale della collaborazione del Piccolo Teatro e dell'Estate Sforzesca, si propone di dimostrare come la Grecia, pur continuando a vivere in uno stato di forte depressione economica e tensione sociale, abbia una grande ricchezza dal punto di vista creativo e culturale.
Lunedì 10 giugno, alle ore 19, al Chiostro Nina Vinchi Loudovikos Ton Anogion porterà magicamente il pubblico sotto un albero, al tramonto, nella sua Creta dei miti per raccontargli, come un cantastorie, l'amore e i suoi colori attraverso le note di un mandolino.
A seguire (sempre lunedì 10 giugno, alle ore 20.30), al Piccolo Teatro Studio andrà in scena la prima nazionale di «Clean City», uno spettacolo-documentario creato da Anestis Azas e Prodromos Tsinikoris negli anni della crisi più profonda, quando la Grecia ha visto crescere le narrative di estrema destra che promettevano di allontanare gli stranieri dal Paese. Protagoniste del racconto scenico, realizzato in collaborazione con il festival Mittelfest di Friuli, sono cinque donne delle pulizie migranti, che offriranno il loro punto di vista sulle derive xenofobe nel territorio ellenico.
L'11 giugno, alle ore 20.30, ci si sposterà al Castello Sforzesco per ascoltare le «Composizioni per due pianoforti e voci» di Manos Hadjidakis, evento realizzato in collaborazione con la Greek National Opera Alternative Stage. Nei suoi lavori per pianoforte, il compositore greco esprime un linguaggio personale, dialogando con la forma classica attraverso i suoi riferimenti ai compositori classici, così come alla musica popolare greca, a cui si è avvicinato anche studiando il rebetiko.
Il giorno successivo, alle ore 19.30, si ritornerà al Piccolo Teatro Studio per «BSTRD», un assolo di danza basato sui concetti dell’impurità e dell’ ibridazione. «Ispirata principalmente dalla pratica di amalgamazione della cultura musicale House, la coreografa Katerina Andreou -raccontano gli organizzatori- ha sviluppato una fisicità che serve accuratamente il concetto di pura impurità. La scenografia è composta da un unico giradischi che diventa strumento per il discorso politico e poetico di una figura bastarda, libera da ogni recinzione e codificazione, ma rispettosa della sua realtà».
A seguire -sempre il 12 giugno, alle 22- sarà, invece, la volta di «In Case Of Loss», una ricerca sulla perdita e sulla volontà di ritornare. L’accattivante e illimitato movimento di Konstandina Efthimiadou e il suono unico di Panú creeranno una performance ricca e intensa dove la danza si nutre dalla musica e viceversa. «Fallendo e ricominciando, tornando indietro, ricostruendo, -raccontano gli organizzatori- i due artisti costruiscono un paesaggio visivo e musicale di oggetti mancanti, situazioni, persone che cercano la via del ritorno, che ritornano dall'Oscurità alla Luce».
Nella stessa serata, tra uno spettacolo e l’altro, dalle 20.30 alle 22.00, e a seguire alle 23.00, i dj di Radio Raheem, communication partner del festival e punto di riferimento per la scena indipendente, aspettano il pubblico in via Strehler per uno street party pieno di sapori greci, una grande festa per celebrare l'inizio dell'estate.
Artisti emergenti come le giovani coreografe Katerina Andreou e Konstantina Efthimiadou, ma anche artisti noti come i registi innovativi Anestis Azas e Prodromos Tsinikoris sfileranno, dunque, in due location simbolo della città, il Piccolo Teatro e il Castello Sforzesco, dando al pubblico la possibilità di conoscere una realtà culturale che raramente riesce ad emergere all’estero. Ancora una volta «Milano incontra la Grecia» tra teatro, danza e musica.

Per saperne di più
milanoincontralagrecia.com

venerdì 7 giugno 2019

«Il disegnatore è libero»: Ivan Graziani e le arti visive

Sono gli anni Sessanta. In Italia si va via via affermando la figura del cantautore impegnato, mentre arriva da Oltreoceano la musica che rivoluzionerà tutto: il rock’n’roll. Sono anche gli anni in cui Ivan Graziani (Teramo, 6 ottobre 1945 - Novafeltria, 1º gennaio 1997), ancora minorenne, muove i suoi primi passi come musicista autodidatta nel complesso «Nino Dale and His Modernists».
La chitarra è la sua grande passione insieme alle matite colorate, che lo porteranno ad iscriversi, nel 1966, all’istituto d’arte di Urbino.
La città natale di Raffaello, adagiata lungo le verdi colline marchigiane tra la valle del Metauro e la valle del Foglia, non è certo il centro del mondo. Ma è pur sempre un polo universitario in cui è facile trovare qualcuno con cui condividere le proprie passioni. Ivan Graziani incontra Velio Gualazzi e Walter Monacchi, con cui fonda gli «Anonima Sound». «Parla tu», la b-side del loro primo 45 giri intitolato «Fuori Piove», piace a Renzo Arbore e Gianni Boncompagni; il disco passa spesso in radio e arriva così la partecipazione al «Cantagiro», allora la manifestazione canora più importante della penisola assieme al Festival di Sanremo.
Per Ivan Cattaneo è l’inizio di una bella carriera nel mondo della musica ed è con lui, personaggio fuori dagli schemi e decisamente “avanti” rispetto ai suoi contemporanei, che il rock incontra per la prima volta la canzone d’autore. Nascono, anno dopo anni, singoli di successo come «Lugano addio», «Firenze (canzone triste)», «Pigro», «Agnese», «E sei così bella», «Monna Lisa», «Maledette malelingue». Ma Ivan Cattaneo non abbandona mai in tutto l’arco della sua breve vita le amate matite colorate, la carta e la china. Il suo percorso nelle arti visive, da molti definito il suo lato B, è in questi giorni al centro della mostra «Il disegnatore è libero», curata da Olivia Spatola e Manuela Valentini, in collaborazione con Francesco Colafella.
Il Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna continua così il ciclo delle personali dedicate agli artisti che hanno messo al centro il dialogo tra arte e musica, avviato con «ALIAS capitolo secondo» di Giorgio Faletti e con la personale «Quando la musica si mostra. Una nota al museo» di Francesco Tricarico.
Il cantautore abruzzese amava dire che «il disegnatore è libero di fare quello che vuole», a differenza del cantante che «è sempre nelle mani di troppa gente». Da questa affermazione -che ben documenta il carattere ribelle dell’artista, poco incline a scendere a patti con le ingerenze dei discografici- prende spunto il titolo della mostra, nella quale sono raccolte oltre trenta opere, molte delle quali inedite. Si tratta di disegni, incisioni e grafiche provenienti dall’archivio della famiglia Graziani, tratte da quaderni di schizzi e appunti che l’artista aggiornava con regolarità.
L'ironia sfrontata dell'artista nello scagliarsi contro le ingiustizie e i luoghi comuni, la sua vivacità creativa ben sottolineata dall’approccio istrionico per cui le sue liriche divennero così note, si armonizzano perfettamente negli schizzi, nei bozzetti, nelle strisce estratte dai blocchi e dai fogli volanti riempiti continuamente nel corso della vita, anche in occasione di viaggi e tournée musicali.
I disegni di Ivan Graziani - ricorda Vincenzo Mollica- «vivevano con le sue canzoni come vasi comunicanti, si alimentavano della stessa fonte di emozioni». A conferma di questo, la rassegna bolognese presenta una serie di schizzi che si riferiscono ad alcuni dei più grandi successi del cantautore come «Firenze» o «Maledette malelingue», presentata a Sanremo nel 1994. In un’opera, poi, si può riconoscere la «Signora Bionda dei Ciliegi» o nell’uomo che piange si può riscontrare quella che avrebbe dovuto essere la copertina di uno dei suoi primi album «Desperation», pubblicato nel 1973 dall'etichetta Freedom Records.
La mostra, allestita nella Sala mostre temporanee al piano terra di Palazzo Sanguinetti, si completa con l’esposizione di alcuni oggetti personali appartenuti allo scomparso artista abruzzese, che entrano in dialogo con la collezione permanente del museo nelle sale al primo piano: un autoritratto, alcuni quaderni con schizzi e una chitarra elettrica Kramer Neptune NJ, decorata dallo stesso Graziani agli inizi degli anni ‘80 con un’immagine della moglie Anna e dei figli piccoli sul corpo dello strumento, che è stata una delle più usate nei suoi live.
Il tutto permette di approcciarsi ad un aspetto per molti inedito di un artista anticonformista e bizzarro, i cui disegni atipici e geniali ne hanno fatto «un pioniere -per usare le parole di Andrea Scanzi- e un rivoluzionario dell’arte».

Informazioni utili
«Il disegnatore è libero».Museo internazionale e biblioteca della musica, Strada Maggiore, 34 - Bologna. Orari: da martedì a domenica (festivi compresi), ore 10.00 – 18.30; lunedì chiuso. Ingresso (comprende l'accesso al museo): 
intero € 5,00 | ridotto € 3,00 | giovani tra 18 e 25 anni € 2,00  | gratuito per possessori Card Musei Metropolitani Bologna e il giovedì nelle ultime due ore di apertura del museo. Informazioni: tel. +39.051. 2757711 o museomusica@comune.bologna.it. Sito internet: www.museibologna.it/musica. Fino al 23 giugno 2019

giovedì 6 giugno 2019

«E…sperimentiamo», a Gallarate sei adolescenti raccontano il mondo del bullismo

Insulti, offese, prese in giro, fastidiosi nomignoli, intimidazioni, esclusione sociale, e, in alcuni casi, addirittura schiaffi e botte. In una parola bullismo, traduzione italiana del termine inglese «buylling», teorizzato negli anni Settanta dallo psicologo svedese Dan Olweus, con il quale si indica un comportamento aggressivo di natura fisica, verbale e psicologica, reiterato nel tempo, nei confronti di una persona incapace di difendersi. Stando agli ultimi dati Istat, presentati lo scorso 27 marzo dal presidente Gian Carlo Blangiardo nel corso di un'audizione alla Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza, in Italia un ragazzo su due si dichiara vittima di episodi di bullismo o di cyberbullismo, fenomeno vessatorio, quest’ultimo, che si diffonde tramite Internet e i social network. L’età più a rischio è quella compresa fra gli 11 e i 17 anni.
I dati fotografano, dunque, una situazione emergenziale, che diventa ancora più preoccupante entrando nel dettaglio: una percentuale significativa del campione intervistato, quasi uno su cinque (19,8%), ha, infatti, dichiarato di aver subìto azioni tipiche di bullismo una o più volte al mese nell'ultimo anno; in circa la metà di questi casi (9,1%), ciò è avvenuto una o più volte a settimana. Un confronto fra i sessi mostra, inoltre, una prima differenza sostanziale: il 55% delle giovani contro il 49,9% dei loro coetanei maschi si è dichiarato oggetto di prepotenze. Le differenze sono considerevoli anche a livello territoriale, con una netta prevalenza del fenomeno nel nord del Paese, dove le vittime di azioni vessatorie rappresentano il 23% dei ragazzi tra gli 11 e 17 anni.
Il linguaggio teatrale con la sua capacità di parlare al cuore dei giovani e di farli entrare in empatia con i personaggi narrati rappresenta uno strumento utile non solo per formare il loro carattere, ma anche per promuovere la cittadinanza attiva e per contrastare atteggiamenti vessatori come quelli di cui tanto si parla in televisione e sui giornali. Lo dimostra chiaramente «E…sperimentiamo (sei ragazzi nel mondo del bullismo)», il saggio-spettacolo che gli «Attori in erba» porteranno in scena sabato 8 giugno, alle ore 21, negli spazi della Palestra Gallaratese di Gallarate (in via Pegoraro, 1).
Sul palco saliranno sei ragazzi dai 12 ai 16 anni: Giada Banca, Alice Capasso, Anita Croci, Camilla Dall’Aglio, Tiziano Locarno e Alerik Moisiu. La regia e la scrittura scenica sono a cura dell’attore professionista e insegnante Davide De Mercato.
Dopo la partecipazione al saggio «Coco e il dia dello spettacolo», andato in scena lo scorso 18 maggio al teatro Auditorium di Jerago con Orago, dove hanno interpretato una scena dedicata ai colori e alle atmosfere della festa messicana del giorno dei morti, gli adolescenti della scuola di teatro che «Culturando» cura artisticamente, da questa stagione, per la Palestra Gallaratese si confronteranno, dunque, con un tema di grande attualità, al quale guarda sempre più il mondo del teatro come dimostra il recente musical «Bulli Zoo» all’Olimpico di Roma.
Al centro della rappresentazione, ideata come una sorta di esperimento sociale dove i ragazzi vestiranno alternativamente i panni del bullo e del bullizzato, ci saranno sei improvvisazioni, frutto della fantasia degli «Attori in erba». A tessere la trama e l’ordito del racconto scenico saranno, poi, due storie vere che, attraverso parole, movimento e musica parleranno di giovani e di relazioni, di prepotenze e di paure, sia dal punto di vista della vittima (con la vicenda di Giancarlo Catino, resa famosa sul web dal monologo di Paola Cortellesi) che dalla prospettiva del carnefice, raccontata attraverso un episodio di cyberbullismo.
«Lo spettacolo -spiega Davide De Mercato- racconta tutte le classiche fasi del bullismo: dall’autocommiserazione della vittima alla sua volontà non soddisfatta di chiedere aiuto, sino all’evento scatenante che porta a un cambio di prospettiva e a una presa di coscienza della situazione. La rappresentazione non vuole, però, fornire soluzioni al problema o facili moralismi. Vuole proporre al pubblico un itinerario emozionale, che gli faccia sorgere domande, dubbi. Abbiamo, poi, voluto finire con un invito alla speranza, tutto da scoprire».
Che ad avere la meglio sia il «bullizzato»? Forse sì, ce lo ha insegnato Giancarlo Catino: un abbraccio può sconfiggere un bullo.

Informazioni utili 
«E…sperimentiamo (sei ragazzi nel mondo del bullismo)» è a ingresso gratuito. È gradita la prenotazione al numero 0331.792164 o all'indirizzo e-mail info@palestragallaratese.it. Per maggiori informazioni su «Culturando» è possibile consultare la pagina www.facebook.com/associazioneculturando/.