ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

giovedì 2 luglio 2020

Firenze, a Manifattura Tabacchi un’estate di arte nel nuovo Cortile della Ciminiera

Concerti, proiezioni cinematografiche, installazioni artistiche, laboratori per bambini, letture drammatizzate, dj set, performance. Ma anche lezioni di yoga, biciclettate culturali nei quartieri, degustazioni di specialità eno-gastronomiche e un mercatino dell’usato interamente dedicato agli amanti del libro.
La Manifattura Tabacchi di Firenze non lascia soli i suoi concittadini o chi sceglierà la città toscana come meta vacanziera in questa lunga e complicata estate, con il Coronavirus ancora in circolazione.
A fare da filo rosso tra i vari appuntamenti, in programma fino al prossimo 13 settembre, sarà un tema quanto mai attuale come quello del rapporto tra l’uomo e l’ambiente.
È nata da qui l’idea di creare uno spazio ad hoc, all’aperto, per trascorrere i prossimi mesi in sicurezza, nel rispetto delle norme anti-Covid.
Da qualche giorno in città ha, infatti, aperto, in modalità temporanea, il Cortile della Ciminiera, un nuovo spazio verde ideato dall’architetto, paesaggista e botanico milanese Antonio Perazzi, che trasforma la corte in un giardino dove il pubblico può interagire con alberi, piante, fiori e specchi d’acqua.
La sistemazione di questo spazio trova ispirazione nella storia dell’ex fabbrica di sigari che negli anni in cui è rimasta vuota, ovvero dal 2001, è stata progressivamente conquistata da specie vegetali, autoctone e non, sbucate spontaneamente dal cemento.
Queste piante pioniere, che si sono adattate a sopravvivere negli spazi abbandonati dall’uomo e hanno ripopolato e abitato la Manifattura fino a oggi, diventano ora protagoniste in un nuovo spazio iconico che anticipa i principi alla base della rigenerazione del complesso edilizio fiorentino e della sua architettura razionalista.
Nel progetto, insieme con i trentotto alberi già allestiti all’ingresso di via delle Cascine, in occasione della passata edizione del festival «God is green» (tenutosi nel settembre 2019), e con il verde cresciuto spontaneamente nel cortile, si trovano settecento nuovi elementi tra fiori, piante acquatiche, cespugli, rampicanti e tappezzanti capaci di adeguarsi a ogni superficie drenante.
Euphorbia, salvia, echinacea, verbena, pennisetum sono alcune delle piante erbacee scelte per il giardino, perché «capaci -racconta Antonio Perazzi- di regalare di continuo nuove architetture inaspettate fatte di prolifica generosità», crescendo e prosperando con una minima manutenzione.
Firenze si ritrova così con una nuova, accogliente, piazza verde sempre aperta, dove incontrarsi, fermarsi e farsi ispirare dalla cultura.
All’interno del cortile è attualmente visibile «Arno - Imaginary Topography», un intervento site-specific di circa trecentocinquanta metri quadri, firmato da Andreco. L’opera, posta sotto la ciminiera del cortile centrale, rappresenta una topografia immaginaria che, a partire dalle forme del fiume Arno, porta idealmente all’interno del Cortile della Ciminiera quei luoghi suggestivi della Toscana in cui è inserito il complesso. Il floor-drawing, dalle tonalità rosse e blu, vuole, infatti, essere -racconta l’autore- «un omaggio alla geologia, ai fiumi, alle zone umide, agli ecosistemi, ai dislivelli dei territori toscani, ma anche alla storia di Manifattura Tabacchi».
«Il dipinto -racconta ancora l’artista- decostruisce gli elementi architettonici presenti, fluidifica le architetture industriali, restituendo a queste una nuova vita e un nuovo inizio».
Per quanto riguarda l’arte, lo spazio fiorentino presenterà anche «Nam - Not A Museum», piattaforma d’arte contemporanea basata sul principio dell’interdisciplinarietà, sul coinvolgimento della comunità, sulla collaborazione tra vari attori artistici e sull’indagine del rapporto tra arte, natura e scienza.
Qui -racconta la curatrice Caterina Taurelli Salimbeni- «l’arte è intesa nella sua accezione rinascimentale, una capacità di fare in senso trasversale, alla quale tuttavia si aggiunge la volontà di agire sul contesto attuale e sulle sue urgenze, prima tra tutte quella ambientale».
«Not A Museum» ambisce, dunque, a essere un luogo dove è possibile provare, fare esperienza, intraprendendo anche strade poco battute. Per il programma estivo sono stati chiamati Radio Papesse, l’artista multimediale Alessio De Girolamo, il collettivo Phase, gli Attivisti della danza e Fumofonico.
A Manifattura Tabacchi sono, inoltre, visibili anche lo spazio di approfondimento sulla filosofia dell’Aerocene (una nuova era utopica che promuove la consapevolezza ambientale), una grande scultura tra kitsch e minimalismo di Marcello Spada e la mostra «La meraviglia» con opere dei giovanissimi Davide D’Amelio, Anna Dormio, Bekhbaatar Enkhtur, Esma Ilter, Giulia Poppi e Negar Sh, che hanno preso parte a una residenza d’artista a Manifatture Tabacchi.
L’estate della nuova arena all’aperto di Firenze darà spazio anche al mondo delle sette note, con serate dedicate al jazz e al repertorio classico, tutte live, a cura della Scuola di musica di Fiesole, e con djset, che vedranno protagonisti i nomi più noti delle notti fiorentine.
Il giovedì sarà il giorno di «LoudLift Live», a cura di Matteo Gioli: sei appuntamenti con gli artisti più promettenti della scena indipendente nazionale, passando dalle voci femminili a one man band e sonorità neo-folk. Dal 21 luglio il Cortile della Ciminiera farà da scenario anche al cinema con una rassegna, a cura della Fondazione Stensen, che presenterà anteprime e film d’essai.
Tra i tanti appuntamenti in cartellone, tutti consultabili sul sito di Manifattura Tabacchi, ce n’è poi uno che piacerà tanto agli amanti della lettura. È «Per una libbra di libri», originale mercatino in programma ogni giovedì sera per iniziativa di Todo Modo: gli acquisti, fatti a peso, potranno essere impacchettati con vecchie copertine del «New Yorker».
Sarà un’estate ricca, dunque, quella che ha messo in cantiere Manifattura Tabacchi nella sua nuova area esterna che Antonio Perazzi ha progettato tenendo bene a mente questo suo pensiero: «I giardini sono fatti di idee, affondano le radici nella memoria e permettono a nuovi sogni di sbocciare».

Didascalie delle immagini
[Figg. 1,2,3] Giardino della ciminiera a Manifattura Tabacchi; Firenze. Foto: Niccolò Vonci; [figg.4,5] Fiori nel Giardino della ciminiera a Manifattura Tabacchi, Firenze; [fig. 6] Arno - Imaginary Topography». Intervento site specific  di Ardenco per il  Giardino della ciminiera a Manifattura Tabacchi; Firenze. Foto: Giovanni Andrea Rocchi 

Informazioni utili 
www.manifatturatabacchi.com

mercoledì 1 luglio 2020

Dagli Uffizi all’«Isadora Dance Project»: le arti su Tik Tok per conquistare la «generazione Z»

È il social network più amato dai teenager, ma è anche quello più scaricato al mondo sulle piattaforme (superando Youtube, Instagram, Whatsapp e Messenger). Ha più di ottocento milioni di utenti attivi al mese. E piace per la formula intuitiva e fresca, che permette di condividere clip di quindici o sessata secondi ai quali abbinare musica, effetti sonori e filtri. Stiamo parlando di Tik Tok, il social network nato in Cina nel 2016 da un’idea di Alex Zhu e Luyu Yang, che, nei mesi del lockdown, ha attirato l’attenzione anche degli Uffizi, primo ente culturale italiano di rilievo a fiutarne il potenziale.

Distanziamento sociale per la «Venere» del Botticelli, mascherina protettiva per la «Medusa» del Caravaggio: intrattenimento con il sorriso agli Uffizi
Sono diverse le clip, brevi e ironiche, che il museo toscano ha pubblicato, a partire dallo scorso 28 aprile, sulle notizie di attualità del momento: dalle autocertificazioni alle chiome ribelli per la mancanza del parrucchiere, dal distanziamento sociale alle lezioni on-line.
Il primo video di quindici secondi è stato una risposta alla challenge lanciata da Chiara Ferragni e dal marito Fedez, #festaincasa, e mostra il «Cavaliere Pietro Secco Suardo», dipinto nel Cinquecento da Giovanni Battista Moroni, aggirarsi per i corridoi degli Uffizi e la città di Firenze in cerca di un party esclusivo.
I post successivi hanno, invece, rivisitato in chiave ironica alcuni dei dipinti più celebri del museo. Ecco così che Federico da Montefeltro e Battista Sforza, i due duchi di Urbino ritratti da Piero della Francesca, appaiono intenti a dialogare su una passeggiata, una «lunga passeggiata», a «soli» duecento chilometri da casa.
La «Maddalena penitente» di Tiziano si lamenta, invece, dei suoi problemi tricologici con la Giuditta del pittore fiorentino Cristofano Allori, che ha appena dato ‘una spuntatina casalinga’ a Oloferne. Mentre la Venere del Botticelli rimprovera, con toni esageratamente isterici, Flora e le Tre Grazie, personaggi raffigurati nella «Primavera», per non aver mantenuto il distanziamento sociale di un metro.
C’è anche chi spiega attentamente tutte le regole della Fase 2 («punto primo: 1 metro di distanza, poi: mascherina, guanti, occhiali, disinfettante, non parlare, non respirare»): è la Madonna dipinta nell’«Annunciazione» di Lorenzo Credi. Mentre la terribile «Medusa» del Caravaggio, mascherina sul volto, riesce a pietrificare il Coronavirus che si aggira indisturbato per le sale del museo.
Non manca, poi, una bella lezione on-line con Lorenzo Magnifico, ritratto da Giorgio Vasari, negli inediti panni dell’insegnante, e con il Bacco del Caravaggio, la «Bia dei Medici» del Bronzino e la «Venere di Urbino» del Tiziano (in pigiama e patatine a portata di mano) in quelli degli allievi.
Qualcuno ha storto il naso, ma Eike Schmidt, il direttore degli Uffizi, ha spiegato bene il senso dell’iniziativa: «così come un giornale non è completo senza la vignetta e la caricatura della prima pagina anche un museo può fare umorismo: serve ad avvicinare le opere a un pubblico diverso da quello cui si rivolge la critica ufficiale, ma anche a guardare le opere in modo nuovo e scanzonato. In particolare, in un momento difficile come questo, è importante, ogni tanto, concedersi un sorriso e un po’ di autoironia».
Il «pubblico diverso» è quello della cosiddetta generazione Z, ovvero i veri nativi digitali venuti al mondo tra il 1995 e il 2010, sui quali stanno puntando l’attenzione anche moli altri importanti musei europei sbarcati sul popolare social network: dal Prado di Madrid al Rijksmuseum di Amsterdam, dal Naturkundemuseum di Berlino al Grand Palais di Parigi.

Danza contemporanea su Tik Tok con il progetto «Isadora»
Tik Tok diventa, in questi giorni, protagonista anche di un progetto di danza contemporanea: una residenza artistica digitale con una coppia inedita di professionisti dello spettacolo, quella composta da Giselda Ranieri, danzatrice e coreografa di formazione classica e contemporanea, e da Simone Pacini, docente allo Ied e all’università «La Sapienza» di Roma, specializzato in social media storytelling.
Il lavoro, che prenderà il via mercoledì 1° luglio, si intitola «Isadora – The TikTok Dance Project», in omaggio a Isadora Duncan, donna emancipata e danzatrice rivoluzionaria, ed è il primo a partire tra i sei progetti vincitori, in una rosa di circa quattrocento candidature nazionali e internazionali, del bando «Residenze digitali», promosso nei mesi del lockdown dalle associazioni toscane Armunia e CapoTrave/Kilowatt, in collaborazione con Amat – Associazione marchigiana attività teatrali e Anghiari Dance Hub.
La call aveva invitato la comunità artistica a esplorare le possibilità creative del digitale in un momento in cui l’attività del teatro si era repentinamente trasferita sul web, spesso senza porsi la domanda più importante: come intervenire efficacemente sui social e sulle varie piattaforme on-line?
Il bando ha posto l’accento su questo quesito e insieme a «Isadora» sono risultate convincenti le risposte di Agrupación Señor Serrano (Barcellona) con «Prometheus», Nicola Galli con «Genoma scenico | dispositivo digitale», Enchiridion con «Shakespeare Showdown/ Romeo & Juliet» e Umanesimo Artificiale/Joana Chicau e Jonathan Reus, Illoco Teatro con il progetto «K».
Per quanto riguarda «Isadora», Giselda Ranieri creerà dall’indirizzo www.tiktok.com/@isadora.danceme una web performance interattiva, basata sull’improvvisazione, in cui darà corpo alle coreografie degli adolescenti a partire da un processo partecipativo, ispirato alla didattica a distanza.
«I ragazzi coinvolti -spiegano gli organizzatori- realizzeranno una coreografia basata su parametri quali la ripetizione, il ritmo, lo stop motion, la segmentazione del movimento, dando vita a un processo di ricerca in linea con il learning by doing della generazione Z, iper-connessa, performativa, che si mette al centro, con forte spirito autodidatta».
Nel contempo Simone Pacini monitorerà le reazioni dei followers e del contesto, in un dialogo con la danzatrice utile al processo artistico, ma anche all’analisi delle potenzialità di Tik Tok in ambito culturale.
Il progetto si concluderà, in autunno, con un evento on-line al quale si potrà partecipare iscrivendosi al gruppo Facebook «Il Foyer di Isadora», platea virtuale che potrebbe essere utilizzata, in futuro, per nuovi progetti performativi.
Diventeranno virali le coreografie di Giselda Ranieri? «Isadora» riuscirà a conquistare i giovanissimi? C’è un mese di tempo, tutto luglio, per scoprirlo.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Tik Tok; [figg. 2-4] Tik Tok ali Uffizi; [fig. 5] Giselda Ranieri in scena. Foto di Ilaria Scarpa; [fig. 6] Le coreografie espressive o "face dances" di Giselda Ranieri. Foto di Marco Pezzati

Informazioni utili
www.tiktok.com/@uffizigalleries
www.tiktok.com/@isadora.danceme

martedì 30 giugno 2020

È on-line l’Atlante delle xilografie italiane del Rinascimento

È on-line, sul sito della Fondazione Giorgio Cini di Venezia, il database dell’Atlante delle xilografie italiane del Rinascimento. Il progetto, che può essere consultato nella sezione dedicata agli «Atlanti fotografici», curati dall’Istituto di storia dell’arte, è il frutto di quattro anni di ricerche durante i quali sono state rintracciate, studiate e schedate le xilografie su fogli sciolti e le matrici a partire dai primi esemplari noti dall'inizio del Quattrocento e fino al 1550 circa.
Il progetto, consultabile attraverso diverse chiavi di ricerca, corredato da immagini e schede in costante aggiornamento e in collegamento con le maggiori istituzioni museali , è a cura di Laura Aldovini, David Landau e Silvia Urbini.
Le xilografie – e le matrici lignee da cui derivano-, sono fra i materiali meno studiati della grafica italiana del Rinascimento. Altre tecniche a stampa, come i bulini e le acqueforti, erano spesso destinate a riprodurre disegni e opere di artisti noti, ovvero sono «stampe di riproduzione»: ad esempio, grande fu la fortuna di stampe derivate da opere di Raffaello Sanzio, di cui ricorre il quinto centenario.
Le xilografie, invece, sono quasi sempre «stampe di invenzione», ovvero sono opere disegnate da un artista noto – come Tiziano Vecellio-, o anonimo, specificamente per quella stampa, senza riferimento ad un’altra opera esistente. In questo risiede sia il motivo della loro marginalizzazione e dispersione -sul fronte collezionistico e su quello degli studi-, sia l’esigenza di far riemergere un patrimonio figurativo, stilistico e iconografico italiano ancora in gran parte disperso e sconosciuto.
L’archivio digitale si propone di colmare questa lacuna, come una sorta di meta-museo destinato alla xilografia italiana del Rinascimento, dove sono raccolte, catalogate e mostrate le opere conservate nelle istituzioni nazionali e internazionali e nelle collezioni pubbliche e private che le conservano.
In questi anni di ricerche, oltre a censire il materiale noto, sono state reperite opere ritenute perdute, altre sconosciute ai repertori, e aggiunti esemplari nuovi al catalogo di artisti, sia nel ruolo di inventori che di incisori.
Non è solo un contributo alla storia dell’arte italiana del Rinascimento ma anche, più in generale, alla storia della cultura di quell’epoca. Infatti le xilografie accompagnavano la vita quotidiana dell’uomo rinascimentale. Erano le immagini della devozione, protettrici delle case e delle botteghe. Erano le decorazioni che ingentilivano gli arredi; erano protagoniste dei momenti ludici, pensiamo ad esempio alle carte da gioco e ai tarocchi. Erano strumenti di divulgazione e aggiornamento della conoscenza tecnica, storica e geografica sotto forma di fogli volanti e di mappe. Erano spesso articolati montaggi di testi e immagini.
Infine, l’Atlante vuole creare un network attivo e in continuo aggiornamento destinato alle istituzioni che possiedono i materiali censiti e agli studiosi, e porsi come punto di riferimento per la conoscenza e la divulgazione dei materiali utili allo studio delle xilografie e della grafica italiana del Rinascimento.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Cristo in Pietà con i simboli della Passione, Londra, Victoria and Albert Museum; [fig. 2] Asso di Denari, carta del cosiddetto mazzo Leber, Rouen, Bibliothèque municipale; [fig. 3] Matteo Pagano, Istruzioni per suonare il liuto, Stoccolma, The National Library of Sweden, KoB Tr. B_2017_B.2

Informazioni utili 
italianrenaissancewoodcuts.com