ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

giovedì 12 novembre 2020

«Gentilivicini», a Torino una mostra per i soli abitanti di un condominio-museo

A Torino, nel quartiere di Porta Palazzo, sede del più grande mercato all’aperto d’Europa, c'è un condominio-museo, che in passato ha ospitato anche contributi di grandi maestri come Giorgio Griffa o Michelangelo Pistoletto. È viadellafucina16 (vecchio nome dell'attuale via San Giovanni Battista La Salle).
A creare questo originale spazio espositivo è stata, nel 2016, l’associazione Kaninchen-Haus, che ha dato così vita a un’idea dell’artista Brice Coniglio (parte del duo ConiglioViola).
Cuore del progetto è un innovativo programma di residenza, quest’anno realizzato con il sostegno del Mibact e della Siae nell’ambito dell’iniziativa «Per chi crea», che invita i vincitori di una open call internazionale a realizzare interventi site-specific per gli spazi comuni del palazzo al fine di attivare il dialogo tra le diverse comunità che lo abitano e favorire anche la riqualificazione della maestosa architettura ottocentesca, oggi in stato di trentennale degrado e abbandono.
I progetti vincitori dell’ultima edizione sono stati selezionati dagli stessi abitanti del condominio, circa duecento persone di differenti nazionalità, con la mediazione di un comitato scientifico composto da a.titolo, la collezionista Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, il gallerista Guido Costa, gli artisti Emilio Fantin e Beatrice Merz, il professor Pier Luigi Sacco, Anna Pironti del Castello di Rivoli, Catterina Seia della Fondazione FitzCarraldo e Alessandra Pioselli, direttore dell'Accademia di belle arti «G. Carrara» di Bergamo.
È nata così la mostra «Gentilivicini», a cura (o forse sarebbe meglio dire a cova) della pennuta Donna Piera Valentina Gallov, una gallina con un curriculum di tutto rispetto, che -racconta, con ironia, la nota stampa- ha studiato a L’aia, ha un master in chickens development, una lunga militanza per i diritti dei diversamente volatili e un profilo Instagram da vera star (@divapiera).
Nel rispetto delle regole imposte dal nuovo Dpcm per contrastare la pandemia da Coronavirus, la mostra, che avrebbe dovuto aprire le porte il 7 novembre, è chiusa ai torinesi, ma è aperta ai duecento abitanti del condominio che la ospita.
Brice Coniglio, artista e ideatore del progetto viadellafucina16, motiva la scelta di aprire comunque la mostra, anche se ai soli condomini, con queste parole: «pensare una mostra chiusa al pubblico esterno, ma fruibile soltanto da chi abita gli stessi spazi espositivi, è un gesto simbolico che vuole testimoniare quanto l’arte possa creare vicinanza, identità e offrire rifugio nei momenti di maggiore incertezza –. «gentilivicini» è un progetto espositivo innovativo, non a caso il primo a cura di una gallina, che si inserisce in un format artistico come quello del condominio – museo, a sua volta unico e innovativo a livello internazionale».
Protagonisti dell’esposizione sono gli artisti Raffaele Cirianni (Torino, 1994), Daniele Costa (Castefranco Veneto, 1992), Genuardi/Ruta (Antonella Genuardi, Sciacca, 1986 e Leonardo Ruta, Ragusa, 1990), Simona Anna Gentile (Taranto, 1993), Diego Miguel Mirabella (Enna, 1988) e Matteo Vettorello (Venezia, 1986). Le loro opere, realizzate durante i mesi di lockdown, o in quelli successivi, caratterizzati comunque dalle restrizioni portate dalla pandemia, mettono in discussione i tradizionali canoni della «produzione artistica» per essere al servizio di una committenza collettiva ed eterogenea, nel nome di sentimenti come gentilezza e vicinanza, capaci di mettere in dialogo percorsi e poetiche diverse.
Un arazzo ricamato con le storie degli abitanti del palazzo, un tappeto dove ci si può sedere per ascoltare storie, pregare o mangiare, una finestra immaginaria sul passato, un percorso visivo nella vita quotidiana del quartiere, un dispositivo per misurare l’energia positiva e un bassorilievo composto dai fregi dei palazzi torinesi sono le opere visibili lungo il percorso espositivo, che coniuga le istanze di rigenerazione sociale con una proposta artistica di alta qualità, dimostrando come l'arte possa essere anche uno strumento efficace per avvicinare le persone.
«Gentilivicini» è anche l’occasione per presentare i primi esiti del lavoro del collettivo SezioneAurora – «comunità di pratica» composta da giovani artisti torinesi, nata grazie al sostegno del Premio Creative Living Lab– che si interroga su come la pratica artistica possa attivare la comunità del quartiere. Agli artisti del collettivo è stato chiesto di progettare nuove forme di utopia locale, di immaginare come trasformare l’habitat di appartenenza a partire dal modello del condominio-museo, esempio felice di trasformazione di un luogo trascurato in contesto di socialità aperta. Perché l’arte unisce le diversità di opinioni e di culture.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Uno spaccato di viadellafucina16 a Torino; [fig. 2] Piera Valentina Gallov e Brice Coniglio, 2020, courtesy Viadellafucina; [fig. 3] Ogni aurora sulla terra di Raffaele Cirianni (Torino, 1994); [fig. 4] Ball Lightining di Antonella Genuardi (Sciacca, 1986) e Leonardo Ruta (Ragusa, 1990); [fig. 5] Dove crollano i condomini di Daniele Costa (Castefranco Veneto, 1992)

Informazioni utili
Viadellafucina16 Condominio - Museo, via S. Giovanni Battista La Salle, 16 – Torino. Sito internet: www.condominiomuseo.it 
 


mercoledì 11 novembre 2020

«Moncalieri Jazz Festival», la musica «vive» e va in diretta streaming

Il Moncalieri Jazz Festival non si arrende alla pandemia da Coronavirus che sta mettendo in ginocchio il mondo dello spettacolo dal vivo. Il Dpcm con le misure anti-Covid firmato lo scorso 24 ottobre dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte prevede «la sospensione degli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi, anche all'aperto». 
Ugo Viola, direttore della rassegna musicale piemontese, si è, quindi, visto costretto a rivedere il programma di questa edizione, la numero ventitré, e, con spirito di innovazione e caparbietà (anche grazie al sostegno del Comune di Moncalieri, della Regione Piemonte e della Fondazione Crt), ha spostato parte dei concerti sulla Rete, sul sito www.moncalierijazz.com, proponendoli in live streaming e in forma gratuita.
A Moncalieri, dunque, la musica non si ferma, ma cambia volto, si rinnova anche «per alleviare -spiegano gli organizzatori- le giornate di questo periodo difficile», che vede il Piemonte in zona rossa. 
Da questa considerazione è nato il motto dell’edizione 2020, che valorizzerà soprattutto gli artisti italiani e giovani: «Moncalieri Jazz Vive!»
La scritta campeggia sulla nuova grafica, progettata e realizzata dall’illustratrice Giorgia Molinari. «L’immagine -racconta Ugo Viola- non solo rende omaggio all’arte visiva degli anni Cinquanta e Sessanta, caratterizzata dal ritorno dei colori originali e da linee geometriche con una punta di surrealismo e inaspettato, ma rappresenta anche il nostro motto. Il messaggio che l’illustrazione vuole far arrivare è un inno alla forza e all’energia della musica, che nonostante i tempi difficili sopravvive, o meglio vive, e non si lascia ‘inscatolare’».
Ad aprire il cartellone sarà, nella serata dell’11 novembre, alle ore 20.30, lo spettacolo «Anime Jazz», un progetto che unisce la musica alla sfera religiosa con letture ispirate all’opera della santa mistica Ildegarda di Bingen
Scenario dell’evento, proposto in diretta streaming, sarà la Collegiata Santa Maria della Scala di Moncalieri
Il sax baritono di Dario Cecchini suonerà le prime note del concerto direttamente dal campanile, quasi a richiamare l’attenzione della città per creare una sorta di legame spirituale tra chi suona e chi ascolta; lo strumento proseguirà, quindi, il suo percorso sonoro all’interno della chiesa con il concerto «Sax baritono e reverbero». 
Sarà, poi, la volta di Luca Allievi, che si esibirà con la sua chitarra classica e jazz
Mentre a fondere e mescolare insieme le due sfere protagoniste di questa raffinata serata, ovvero musica e religione, sarà la performance dell’attrice Silvia Furlan, accompagnata dalla voce di Albert Hera. Ispirandosi ai testi, ai dipinti e alla vita di Ildegarda di Bigen, detta «La Sibilla del Reno», i due artisti intrecceranno musica, ritmo e sonorità della voce, con le stesse parole della santa, permettendo al pubblico di riscoprire questa figura modernissima di intellettuale e artista, oltre che religiosa. 
A conclusione della serata, Gavino Murgia e Fabio Giachino, ai sassofoni il primo e all’organo il secondo, interpreteranno «A Love Supreme», un tributo all’omonima opera musicale di John Coltrane, ideata nel 1964, nel momento più alto della sua intensa spiritualità musicale.
Le successive quattro serate si svolgeranno negli studi della Egaudiovisivi snc. 
Si inizierà giovedì 12 novembre, sempre alle ore 20.30, con un appuntamento dedicato ai «Giovani talenti». Il concerto sarà diviso in due parti: prima saliranno sul palco Jacopo Taddei al saxofono e Luigi Nicolardi al pianoforte in un’interazione fra tradizione classica e jazzistica; poi toccherà alla cantante Emilia Zamune presentare il progetto «Duet», accompagnata da Massimo Moriconi al contrabbasso.
Venerdì 13 dicembre
, sempre alle ore 20.30, si terrà, invece, «The Bird», un tributo, nel centenario della nascita, al gigante del Bepop Charlie Parker, da molti definito il «Picasso del jazz». Sul palco salirà un quartetto tutto piemontese di valore internazionale, composto dal sassofonista moncalierese Claudio Chiara, Luigi Tessarollo alla chitarra, Aldo Mella al contrabbasso ed Enzo Zirilli alla batteria.
Sabato 14 dicembre si festeggerà un altro centenario, quello di Renato Carosone, il maestro della canzone napoletana o meglio dello swing partenopeo, noto per brani come «Tu vuò fa l’Americano», «Caravan Petrol», «O sarracino» e «Pigliete ‘na pastiglia». Ad interpretare questo tributo sarà il jazzista napoletano Daniele Sepe, con Tommaso de Paola al pianoforte e tastiere, Paolo Forlini alla batteria, Davide Costagliola al basso, Antonello Iannotta alle percussioni, Mario Insenga alla voce e Salvatore Lampitelli «Sabba» alla voce.
Il festival  terminerà domenica 15 novembre con «Amarcord…ricordando cento anni di Federico Fellini», una suite musicale scritta dal maestro Andrea Ravizza, in veste di arrangiatore e direttore, che vedrà esibirsi un'ensemble creato ad hoc con Fulvio Chiara alla tromba, Albert Hera alla voce e al sax soprano, Fabio Giachino al pianoforte, Federico Marchesano al contrabbasso, Alessandro Minetto alla batteria e il Quartetto d’Archi di Torino, composto da Edoardo de Angelis al violino, Umberto Fantini al violino, Andrea Repetto alla viola e Manuel Zigante al violoncello. 
Il concerto permetterà di ascoltare colonne sonore di film come «La dolce vita», «8 ½», «La strada», «Amarcord», «Ginger e Fred» e molti altri.
Per l’occasione, saranno in scena al Moncalieri Jazz Festival anche il direttore Ugo Viola, con la sua fisarmonica, e l’illustratrice Giorgia Molinari, che durante il concerto darà vita a illustrazioni grafiche ispirate al programma di sala. 
Parteciperà all’appuntamento anche Francesca Fabbri Fellini, unica erede del maestro, che ci racconterà aneddoti legati al set e all’importanza che la musica, quella di Nino Rota, ha avuto all’interno del cinema felliniano. 
Questa inedita edizione del festival piemontese si chiuderà, dunque, con un appuntamento all’insegna del sogno, del fumetto, del circo e della fantasia: varie facce di un prisma caleidoscopico, quello dell'arte, che in questi giorni non possiamo godere dal vivo, ma possiamo comunque sperimentare grazie all'uso della tecnologia. 

Didascalie delle immagini
[fig. 1] Locandina del «Moncalieri Jazz Festival»; [fig. 2] Ritratto di Francesca Fabbri Fellini; [fig. 3] Ritratto di Daniele Sepe;  [fig. 4] Ritratto di Enzo Zirilli. Foto di Roberto Cifarelli 

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martedì 10 novembre 2020

«Opere al telefono», a Reggio Emilia un modo originale per scoprire la mostra «True fiction»

Chissà se il ragionier Bianchi di Varese, il rappresentante di commercio inventato negli anni Sessanta dallo scrittore e pedagogista piemontese Gianni Rodari, oggi farebbe una videochiamata con WhatsApp o userebbe Zoom per raccontare, tutte le sere, le sue storie della buonanotte alla figlioletta? Non lo sapremo mai. Ma è certo che il fascino vintage delle «Favole al telefono», libro edite nel 1962 da Einaudi, continua ad affascinare i bambini con i suoi personaggi anticonformisti e bizzarri: da Alice Cascherina che cade dappertutto a Giovannino Perdigiorno che capita nel paese con l’esse davanti, dalla donnina di Gavirate che conta gli starnuti della gente ai bambini di Bologna, presi per la gola da un fantastico palazzo di gelato costruito in piazza Maggiore.
A cent’anni dalla nascita (l’anniversario si è festeggiato lo scorso 23 ottobre), Gianni Rodari e le sue «Favole al telefono», ormai un classico della letteratura per l’infanzia, hanno solleticato, in questi tempi di Coronavirus, la fantasia di molti, dal Teatro polifunzionale di Ischia all’associazione Damatrà di Udine, senza dimenticare l’attore e regista Francesco Zecca che ha ideato «Pronto, chi favola?», iniziativa che ha coinvolto nel racconto delle settanta storie rodariane ai più piccoli anche Lucrezia Lante Della Rovere, Georgia Lepore, Lelli Cecere e molti altri attori.
Parte da una suggestione rodariana anche il progetto «Opere al telefono», ideato dalla Fondazione Palazzo Magnani di Reggio Emilia per poter fruire delle opere presenti nella mostra «True Fiction. Fotografia visionaria dagli anni Settanta a oggi», temporaneamente chiusa al pubblico in ottemperanza all’ultimo Dpcm per contrastare l’emergenza epidemiologica da Covid-19, quello diffuso sulla «Gazzetta Ufficiale» lo scorso 4 novembre. 
Da questo mercoledì fino al 23 dicembre, tutti i mercoledì, dalle ore 17 alle ore 19, si potrà chiamare il numero 0522.444446 e farsi raccontare una delle opere in mostra, scelta dal catalogo presente sul sito Internet.
Al telefono risponderà uno degli esperti della fondazione reggiana, a cui si potranno fare domande sulle tecniche, sulla vita e i progetti degli artisti, e su tutte le verità e le finzioni nascoste in ogni scatto.
«True Fiction. Fotografia visionaria dagli anni Settanta a oggi», per la curatela di Walter Guadagnini, è, infatti, la prima mostra in Italia dedicata al fenomeno della staged photography, tendenza che, a partire dagli anni Ottanta, ha rivoluzionato il linguaggio fotografico e la collocazione della fotografia nell’ambito delle arti contemporanee, trasformandola da strumento principe per documentare la realtà a mezzo privilegiato per inventare realtà parallele e mondi fantastici.
Partendo da grandi maestri come Jeff Wall, Cindy Sherman, James Casebere, Sandy Skoglund, Yasumasa Morimura, Laurie Simmons passando per artisti come Erwin Olaf, David Lachapelle, Nic Nicosia, Emily Allchurch, Joan Fontcuberta, Julia Fullerton Batten, Paolo Ventura, Lori Nix, Miwa Yanagi, Alison Jackson, Jung Yeondoo, Jiang Pengyi, fino ad arrivare ad autori raramente esposti in Italia come Bernard Faucon, Eileen Cowin, Bruce Charlesworth, David Levinthal, l'esposizione allinea un centinaio di «opere straordinariamente affascinanti, inquietanti e divertenti, che -racconta Walter Guadagnini- parlano di noi fingendo di parlare d'altro».
«Opere al telefono» è solo il primo tassello di una serie di progetti che la Fondazione Palazzo Magnani di Reggio Emilia sta ideando per riempire il vuoto creato da questa nuova chiusura dei luoghi della cultura. A breve -assicurano dal museo emiliano- «arriveranno talk, visite virtuali, interviste e incontri on-line» con Walter Guadagnini e con il direttore Davide Zanichelli, ma anche con gli artisti presenti nelle due mostre del progetto espositivo «Autunno fotografico», che aveva aperto le porte al pubblico lo scorso 17 ottobre. A Reggio Emilia, oltre a «True Fiction. Fotografia visionaria dagli anni Settanta a oggi», aveva, infatti, inaugurato da poco, a Palazzo del Mosto, anche la mostra «Atlanti, ritratti e altre storie. Sei giovani fotografi europei», che allinea le opere di Alessandra Baldoni (Perugia, 1976), Alexia Fiasco (Parigi, 1990), Francesco Merlini (Aosta, 1986), Manon Lanjouère (Parigi, 1993), Giaime Meloni (Cagliari, 1984) e Denisse Ariana Pérez (Repubblica Domenicana, 1988).
Da Reggio Emilia arriva, dunque, un modo alternativo e decisamente originale per vivere l’arte in questi tempi di lockdown della cultura dal vivo: «una chiacchierata -spiegano dal museo- per restare in contatto, nell’attesa che l’emergenza si concluda, per restare attivi, per restare in quella comfort zone che in questo momento solo la fantasia ci può dare». 

Vedi anche
Catalogo on-line 

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1] Locandina di «Opere al telefono»;  [fig. 2] Sandy Skoglund, «Revenge of the Goldfish», 1981 archival color photograph cm 88.9 x 69.2 ca. Courtesy: Paci contemporary gallery (Brescia – Porto Cervo, IT); [fig. 3] Sandy Skoglund, «Fox Games», 1989 archival color photograph cm 117 x 150 ca. Courtesy: Paci contemporary gallery (Brescia – Porto Cervo, IT) ; [fig. 4] Lori Nix, «Library», 2007 from “The City” series color photograph cm 76 x 127 ca. Courtesy: Pacin contemporary gallery (Brescia – Porto Cervo, IT); [fig. 4] Bernard Faucon, «Les papiers qui volent», 1980 fresson print cm 30 x 30 ca. Courtesy: Paci contemporary gallery (Brescia – Porto Cervo, IT)

Informazioni utili 
«Opere al telefono». Ogni mercoledì, dalle 17.00 alle 19.00, al numero 0522.44446. Dall'11 novembre al 23 dicembre 2020. Sito internet: www.palazzomagnani.it