ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

giovedì 11 marzo 2021

«Dante. La visione dell’arte», una mostra a Forlì per i settecento anni dalla morte del «sommo poeta»


Presentazione video della mostra «Dante. La visione dell'arte», a cura di Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi

Nel suo pellegrinare da esule, costretto a lasciare Firenze per due sentenze del 1302 che lo condannavano al rogo e alla distruzione delle sue proprietà, Dante Alighieri fece tappa anche a Forlì. Ci arrivò nell’autunno del 1302, lasciata Arezzo, trovando rifugio presso gli Ordelaffi, signori ghibellini della città, e ci fece, occasionalmente, ritorno anche in seguito. La città romagnola e il territorio circostante finirono così per essere più volte citati nella «Divina Commedia». Nel Canto XXVII dell’«Inferno» viene, per esempio, ricordata la resistenza dei forlivesi all’assedio delle milizie francesi inviate nel 1282 da papa Martino IV per sottomettere la città ghibellina; mentre nel Canto XVI, sempre dell’«Inferno» la cascata dell’Acquacheta viene paragonata a quella del fiume infernale Flagetonte. Forlì non poteva, dunque, esimersi dal ricordare il poeta nel settecentesimo anniversario della morte.
Dal 30 aprile, dopo un rinvio di qualche settimana a causa delle restrizioni per la pandemia, la città ospiterà così, ai Musei di San Domenico, la mostra «Dante. La visione dell’arte», un viaggio nella storia dell’arte tra Medioevo ed età contemporanea, con circa trecento opere di artisti del calibro di Giotto, Beato Angelico, Filippino Lippi, Lorenzo Lotto, Michelangelo, Tintoretto, fino ad arrivare a Giulio Aristide Sartorio, Umberto Boccioni, Felice Casorati e altri maestri del contemporaneo.
Il progetto, parte di una strategia di valorizzazione di un luogo e di un territorio che è ponte naturale tra Toscana ed Emilia-Romagna, nasce da un’idea di Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi, e di Gianfranco Brunelli, direttore delle grandi mostre della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì.
Curatori della mostra sono il professor Antonio Paolucci e il professor Fernando Mazzocca, coadiuvati da un prestigioso comitato scientifico.
L'esposizione, uno degli eventi più importanti del settecentesimo anniversario dantesco, affronta, per la prima volta, l’intimo rapporto tra Dante e l’arte, presentando una selezione di artisti che si sono cimentati nella grande sfida di rendere in immagini la potenza visionaria del «Sommo poeta», delle sue opere e in particolare della «Divina Commedia». Lungo il percorso espositivo ci sono anche lavori che hanno trattato tematiche simili a quelle dantesche o, ancora, che hanno tratto da lui episodi o personaggi singoli, sganciandoli dall’intera vicenda e facendoli vivere in sé.
Sono circa cinquanta, tra dipinti, sculture e disegni, le opere che le Gallerie degli Uffizi, ente co-organizzatore del grande evento espositivo, ha messo a disposizione della mostra. Tra queste, ci sono un corpus di opere grafiche a tema realizzate Michelangelo e da Federico Zuccari (attualmente al centro di una «Ipervisione» del museo fiorentino), i celebri ritratti del poeta firmati da Andrea del Castagno e di Cristofano dell’Altissimo, e, infine, una selezione di opere ottocentesche di Nicola Monti, Pio Fedi, Giuseppe Sabatelli, Raffaello Sorbi, oltre al capolavoro di Vogel von Volgestein, «Episodi della Divina Commedia».
In questo periodo, - racconta a proposito della mostra Eike Schmidt, direttore degli Uffizi - è importante ritrovare in Dante non solo un simbolo di unità nazionale, ma anche un conforto spirituale e un riferimento culturale comune. La mostra sarà un’occasione per ripensare al padre della lingua italiana e offrirà materia per riflettere sull’importanza che l’opera dantesca – i suoi versi, i personaggi e gli eventi da lui narrati – riveste ancora nei nostri tempi».
Non solo gli Uffizi, però, hanno aperto i loro «scrigni danteschi» per la mostra. Arriveranno, infatti, prestiti da altre importanti istituzioni internazionali come l’Ermitage di San Pietroburgo, la Walker Art Gallery di Liverpool, dalla National Gallery di Sofia, la Staatliche Kunstsammlungen di Dresda, il Museum of Art di Toledo, i Musei Vaticani. Non mancheranno, lungo il percorso espositivo, opere provenienti dal territorio italiano e più precisamente dalla Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma, dalla Galleria Borghese, dal Museo di Capodimonte, ma non solo.
Con uno stile magniloquente e antologico, l’esposizione, aperta fino all’11 luglio, condurrà il visitatore alla scoperta della crescente leggenda di Dante attraverso i secoli. 
L’iniziale fortuna critica del poeta verrà mostrata attraverso le prime edizioni della «Commedia» e alcuni dei più importanti codici miniati del XIV e XV secolo. Apposite sezioni saranno, quindi, dedicate alla fama del poeta nella stagione rinascimentale, alla sua riscoperta in epoca neoclassica e preromantica, alle interpretazioni romantiche e novecentesche della sua opera ed eredità. Capitoli a parte verranno dedicati all’ampia e fortunata ritrattistica dedicata di Dante nella storia dell’arte, ma anche al tema del rapporto tra il poeta e la cultura classica. Non mancherà, poi, un focus sulla figura di Beatrice, che lo scrittore eleva ad emblema del rinnovamento dell’arte e delle sue stesse positive passioni.
Protagonisti della mostra saranno anche le molteplici raffigurazioni che alcuni tra i più grandi artisti hanno offerto nel corso della storia della narrazione dantesca del Giudizio universale, dell’«Inferno», del «Purgatorio» e del «Paradiso». Il percorso si concluderà con capolavori ispirati, nella loro composizione, al XXXIII canto del «Paradiso». 
Un evento da non perdere, dunque, quello di Forlì, la cui importanza appare palpabile nelle parole di Gianfranco Brunelli, direttore delle Grandi mostre della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì: «Penso di poter dire che se c’è un’esposizione davvero completa e davvero nazionale, nell’anno centenario di Dante, quella forlivese si iscrive ad esserlo. Non solo la «Commedia» viene ricondotta lungo i rispecchiamenti che l’arte ne ha tratto, ma tutto Dante. Un viaggio dell’arte e un viaggio nell’arte che ci consente di rivedere Dante, il suo tempo e il nostro».

Vedi anche


Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Cristofano dell'Altissimo (Firenze, 1525 – 1605), «Ritratto di Dante Alighieri», 1552-1568; [fig. 2] Andrea del Castagno (Castagno, 1421 – Firenze, 1457), «Dante Alighieri», 1448-1449. Affresco strappato e applicato su tela, 250 x 150 cm. Firenze, Gallerie degli Uffizi; [fig. 3] Henry James Holiday (Londra, 1839 – 1927), «Dante Alighieri», 1875 circa. Matita, acquerello e gomma arabica su carta, 63,5 x 49,5 cm. Collezione privata c/o Christie’s; [fig. 4] Jean-Auguste-Dominique Ingres (Montauban, 1780 – Paris, 1867), «Paolo e Francesca sorpresi da Gianciotto», 1819. Olio su tela, 50,3 x 40,7 cm. Angers, Musée des Beaux-Arts; [fig. 5] Dante Gabriel Rossetti (Londra, 1828 – Kent, 1882), «Il saluto di Beatrice», 1880-1882. Olio su tela, 154,3 x 91,4 cm. Toledo (Ohio), Museum of Art

Informazioni utili
Dante. La visione dell'arte. Musei di san Domenico, piazza Giudo da Montefeltro, 12 - Forlì. Orari: da lunedì a venerdì, dalle ore 9.30 alle ore 19.00; sabato, domenica, giorni festivi, dalle ore 9.30 alle ore 20.00 (compatibilmente con le indicazioni contenute nel Dpcm in corso); la biglietteria chiude un’ora prima. Ingresso: intero € 13,00, ridotto € 11,00, ridotto speciale (scolaresche) € 5,00, biglietto speciale famiglia € 26,00, altre tipologie di tagliandi (compreso quello integrato con gli eventi in programma a Ravenna) sono reperibili sul sito della mostra. Informazioni: tel. 199.151134; tel. 0543.36217; mostraforli@civita.it (orario call center: dal lunedì al venerdì, ore 9.00-13.00 e ore 14.30-17.30; sabato e domenica chiuso). Normativa anti-Covid: La visita è regolamentata da un sistema di fasce orarie. La prenotazione o l’acquisto on-line del biglietto sono fortemente consigliati nei giorni feriali e obbligatori nei week end e nei festivi. La visita è consentita solo adottando le seguenti misure di sicurezza: - accertamento della temperatura corporea di tutti i visitatori attraverso sistemi certificati di misurazione istantanea. Non potranno entrare i visitatori con una temperatura corporea superiore ai 37,5°C. , - obbligo di indossare la mascherina e procedere alla sanificazione delle mani con apposito disinfettante, - accesso alla biglietteria di un solo visitatore alla volta, anche per i nuclei famigliari. Gli altri visitatori attenderanno in coda mantenendo la distanza di sicurezza di 2 metri e seguendo le indicazioni fornite dagli operatori, - obbligo di mantenere sempre la distanza di sicurezza di almeno 2 mt. tra un visitatore e l’altro all’interno delle sale espositive e in tutti gli ambienti condivisi, - la durata massima di visita è fissata in 2 ore, - l’utilizzo dell’ascensore è consentito esclusivamente a persone con disabilità e relativo accompagnatore, - l’accesso al bookshop è consentito ad un massimo di due visitatori alla volta, - in tutti gli ambienti si consiglia di limitare all’indispensabile il contatto con le superfici comuni (tavoli, ringhiere, maniglie) ed evitare il contatto con gli oggetti in esposizione, - informare prontamente il personale museale in caso di malessere. Sito internet: www.mostradante.it. Da 30 aprile all'11 luglio 2021

mercoledì 10 marzo 2021

Superblast, la chiamata alle arti di Manifattura Tabacchi

In un periodo che ha messo a dura prova il settore artistico e culturale, Nam - Not a Museum, il programma dell’arte contemporanea di Manifattura Tabacchi a Firenze, basato sul principio dell'interdisciplinarità tra le arti, sul coinvolgimento della comunità e sull’indagine del rapporto tra arte, scienza e natura, presenta Superblast: un’iniziativa che pone al centro la valorizzazione della pratica artistica al di fuori dei luoghi tradizionalmente a essa associati.
L’obiettivo di questa chiamata alle arti è quello di favorire la creazione di percorsi di crescita dei giovani artisti italiani e internazionali e rendere la città di Firenze il centro di un nuovo attivismo culturale per l’ambiente, promuovendo il confronto tra spazi pubblici, contemporanei e storici e la costruzione di una memoria collettiva.
Manifattura Tabacchi ha, dunque, lanciato un bando di concorso per l’assegnazione di sei premi per altrettante residenze a sei artisti multidisciplinari per lo sviluppo di progetti artistici in dialogo con gli spazi dell’istituzione fiorentina.
Il bando è gratuito e aperto a partecipanti, di ogni provenienza geografica e sotto i 40 anni, singoli o collettivi, con pratiche artistiche di diversa natura: scultura, pittura, sound and new media artperformance, pratiche coreografiche e relazionali, progetti workshop-based e progetti che mettano in discussione il rapporto esistente tra uomo e ambiente.
Ogni artista selezionato sarà accompagnato da un curatore per la stesura di un testo critico volto alla realizzazione di un progetto editoriale dedicato. Le sei opere confluiranno in una mostra collettiva e contribuiranno alla pubblicazione del progetto editoriale previsto per settembre, il mese che Manifattura Tabacchi vuole dedicare alla sostenibilità, nell’ambito di un programma pubblico composto da talk, tavole rotonde e attività laboratoriali.
Gli artisti selezionati avranno l’occasione di prendere parte attiva al cambiamento e alla visione interdisciplinare che l’istituzione fiorentino da sempre promuove per sperimentare linguaggi ibridi in dialogo con un luogo di matrice industriale. Il bando è, dunque, un’occasione per guardare al rapporto tra uomo e natura, chiamando in causa l’arte e la sua capacità trasversale di porsi domande prima di immaginare soluzioni, di coinvolgere professionisti dai campi scientifici e umanistici e di veicolare la sensibilità comune rispetto al cambiamento climatico verso forme inedite di espressione e azione.
Superblast si rivolge ad artisti, pensatori, creativi, attivisti che abbiano il desiderio di guidare il cambiamento, immaginare e ridisegnare i luoghi della cultura, per un futuro più sostenibile nell’era dei mutamenti climatici attraverso la costruzione di relazioni e progetti comuni.
Cosa significa fare arte oggi? Come ricostituire un equilibrio tra l’uomo, la città e il mondo naturale? Una nuova ecologia del pensiero è possibile? Sono queste le domande, sempre più rilevanti nel contesto attuale che ci ospita e che costituisce una svolta critica nella storia del pianeta, al centro del bando. Manifattura Tabacchi sceglie, dunque, di dare spazio alla sperimentazione artistica e al confronto sui temi urgenti del nostro tempo, quali la relazione tra natura e cultura, l’uomo e le altre specie viventi, l’individuo e la collettività.
Sarà possibile partecipare fino al 21 marzo seguendo le istruzioni riportate sul sito www.superblast.it o su www.manifatturatabacchi.com
I progetti saranno valutati da un comitato scientifico internazionale composto da autorità nei campi dell’intersezione tra arte e ecologia quali Mario Cristiani, cofondatore di Associazione Arte Continua e di Galleria Continua (San Gimignano, Beijing, Les Moulins, Habana), Stefano Mancuso, neurobiologo vegetale e accademico, direttore di LINV International Laboratory of Plant Neurobiology e fondatore di Pnat, Erica Petrillo, scrittrice e curatrice che collabora con lo studio interdisciplinare 2050+ (Milano), Lucia Pietroiusti, curatrice di General Ecology alla Serpentine Galleries (Londra), Caterina Taurelli Salimbeni, curatrice di Nam - Not a Museum.
I finalisti saranno annunciati il 21 aprile sul sito di Manifattura Tabacchi e sui canali social di Nam – Not a Museum. 
Gli artisti selezionati saranno invitati a partecipare a un workshop dedicato all’esplorazione del luogo e del contesto di riferimento, e avranno a disposizione € 5.000 per la produzione del proprio lavoro, uno spazio dove realizzarlo e € 500 per il rimborso delle spese di viaggio e trasporto. 
Una bella occasione, questa, per far conoscere il proprio lavoro e per contribuire al racconto di un argomento attuale come quello delle relazioni tra arte e natura. 

martedì 9 marzo 2021

Padova, all’Oratorio di San Giorgio riprendono vita gli affreschi trecenteschi di Altichiero da Zevio

È stato definito la «cappella degli Scrovegni all'altra estremità del Trecento». Stiamo parlando dell’Oratorio di San Giorgio, edificio che si affaccia sul sagrato della basilica di Sant’Antonio a Padova, commissionato come cappella sepolcrale di famiglia da Raimondino Lupi di Soragna, guerriero e diplomatico al servizio della Signoria dei Carraresi. I lavori di costruzione dell’Oratorio, candidato a diventare Patrimonio mondiale dell’Umanità di Unesco, iniziarono nel 1377 per essere conclusi nel 1384 con la realizzazione del ciclo di affreschi realizzati da Altichiero da Zevio. Riportati alla luce nel 1837, questi dipinti sono stati oggetti di un importante intervento conservativo tra 1995 e 1997 e ora sono oggetto di un nuovo importante intervento di «restauro percettivo».
La decorazione pittorica, che culmina in un cielo stellato su cui campeggiano clipei raffiguranti personaggi sacri, è così strutturata: in controfacciata sono dipinte le storie della nascita di Gesù (nascita, adorazione dei magi, fuga in Egitto, presentazione al tempio), sulla parete dell'altare la grande crocifissione e, sopra, l'incoronazione della Vergine. Sulle pareti lunghe si svolgono episodi della storia di san Giorgio, santa Caterina d’Alessandria e santa Lucia. Nella parete sinistra, inoltre, ampio spazio è dato alla scena votiva in cui Rinaldino Lupi e la consorte Matilde, genitori del committente, seguiti da altri esponenti della famiglia in vesti militari, si inginocchiano alla Vergine, introdotti da san Giorgio e al cospetto di numerosi santi. Al centro dell’oratorio si ergeva la complessa struttura architettonico-scultorea dell’arca funebre del fondatore, di cui si conserva ancora il sepolcro lapideo.
Preziosa testimonianza dell’impatto della pittura di Giotto a Padova e nel secolo dei Carraresi, le storie affrescate riprendono oggi vita grazie all’installazione di un sistema di illuminazione innovativo, promosso dalla Veneranda Arca di S. Antonio con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e di iGuzzini illuminazione spa, azienda leader nel settore dell'illuminazione architetturale, che ne ha curato anche la realizzazione sotto la direzione dell’architetto Antonio Susani.
La precedente illuminazione, con ingombro visivo tale da disturbare un’adeguata percezione della grandiosità degli affreschi, è stata sostituita da un impianto che si integra perfettamente nell’architettura, come già è avvenuto in passato per la Cappella degli Scrovegni, garantendo un effetto di assoluta omogeneità della luce. Incassi Laser Blade illuminano i soffitti a botte dell’Oratorio, mentre proiettori Palco e Robin ne esaltano rispettivamente le pareti più corte e l’altare. Un prodotto speciale, infine, illumina in maniera radente le pareti laterali. Tutti gli apparecchi, installati su un binario che corre lungo la struttura lignea perimetrale, sono dotati di temperatura colore di 3000K e indice di resa cromatica pari a 97 per garantire elevato comfort visivo ed esaltare la ricchezza cromatica degli affreschi. L'intero sistema illuminotecnico è, inoltre, gestibile tramite il sistema di controllo Quick BLE e una pulsantiera Bluetooth.
«Il risultato straordinario di questo lavoro -dichiara l’avvocato Emanuele Tessari, presidente capo della Veneranda Arca di S. Antonio –ci ha convinti, inoltre, a realizzare, direttamente e attraverso la ricerca di nuovi sponsor, il ‘restauro percettivo’ anche degli altri due cicli di affreschi presenti in Basilica che partecipano alla candidatura Unesco: la cappella di San Giacomo, con le opere di Altichieri da Zevio, e gli affreschi di Giusto de' Menabuoi nella Cappella del Beato Luca Belludi. Tra gli obiettivi della Veneranda Arca di S. Antonio vi è la promozione di iniziative di carattere culturale volte a incrementare le occasioni di scambio tra la Basilica e la città e tra la Basilica e il resto del mondo. Ogni atto concreto che mostri l'interesse della città verso i luoghi candidati, dunque, diventa un indicatore importante del coinvolgimento della comunità tutta».

Didascalie delle immagini  
[Figg.1 ,2 , 3 e 4] Oratorio di San Giorgio, Padova. Affreschi di Altichiero da Zevio. Foto di Giovanni Pinton 

Informazioni utili 
Veneranda Arca di S. Antonio| arcadisantantonio@gmail.com | www. arcadelsanto.org