Sarà Andreas Broeckmann, già direttore artistico della Transmediale (festival internazionale dell'arte dei media di Berlino) e co-curatore alla Biennale Media_cityseoul nella Republica di Corea, ad aprire il ciclo di conferenze Tomorrow Now. Pratiche artistiche contemporanee nella cultura digitale, in programma da martedì 12 febbraio alla Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia (Dorsoduro, 2826).
La rassegna, che vedrà sfilare nella sede di Palazzetto Tito alcuni tra i più noti studiosi ed esperti a livello internazionale della sperimentazione artistica legata ai nuovi media, proseguirà martedì 26 febbraio con un appuntamento che vedrà protagonista la curatrice Inke Arns, direttrice del Hartware MedienKunstVerein di Dortmund, in Germania.
Sarà, dunque, la volta di Benjamin Weil, direttore dell’Artists Space in New York One, uno dei primi spazi alternativi della Grande Mela, che incontrerà il pubblico veneziano nella giornata di martedì 4 marzo; mentre il 25 dello stesso mese si terrà una conferenza di Oliver Grau, storico dei new media, docente di Storia dell’arte alla Humboldt University di Berlino e visiting professor all’Accademia di Linz.
A seguire, martedì 29 aprile, la Fondazione Bevilacqua La Masa ospiterà contemporaneamente tre studiosi di new media: Pier Luigi Capucci, direttore di Noemalab; l'organizzatore culturale Franco Torriani, membro di ArsLab e presidente delle Pépinières Européennes pour Jeunes Artistes di Marly-le-Roi, in Francia; e l'artista e curatore indipendente Jens Hauser, che ha ideato L'Art Biotech, il primo festival di arte biotecnologia al National Arts and Culture Centre Le Lieu Unique a Nantes, in Francia.
A chiudere gli incontri sarà, nel mese di ottobre, l'artista e teorico Roy Ascott, precursore dell'arte cibernetica e telematica, che è anche redattore di Leonardo, Convergence e Digital Creativity e consulente di centri per i nuovi media in Giappone, Corea, Brasile, Nord America ed Europa.
L’opera senza centro è il filo conduttore della nuova serie di Tomorrow now, rassegna iniziata nel 1995, che per questa edizione si avvale della collaborazione di Naba - Scuola di media design di Milano e che gode del patrocinio dell’Accademia di Belle arti di Venezia e dell’Università Iuav.
Il titolo –spiegano gli organizzatori- «introduce la questione delle opere d’arte che, nell’era digitale, trasformano il concetto di spazio che le dovrebbe ospitare, il concetto di fruizione estetica da parte dell’osservatore, il ruolo dell’autore e delle discipline coinvolte nella loro produzione. Le nuove opere d'arte contemporanea» –raccontano ancora dalla Fondazione Bevilacqua La Masa- «nascono da processi collaborativi e interattivi, sono costruite attraverso l'immaterialità del codice, si collocano in spazi non usuali come la rete e i flussi di comunicazione, intersecano e si alimentano della ricerca scientifica e tecnologica i mutazione sempre più rapida, hanno bisogno di nuove sistemi di presentazione e archiviazione».
Le trasformazioni che i new media hanno portato nel mondo dell'arte sono testimoniate dal proliferare di centri specializzati per produrre e ospitare opere legate allo loro sviluppo, sezioni specifiche all'interno dei musei di arte contemporanea, festival capaci di attrarre in pochi giorni le esperienze internazionali in questo campo e grandi mostre periodiche come la Biennale Media_cityseoul nella Republica di Corea.
Didascalie delle immagini
(fig. 1, fig. 2 e 3) Immagini di Palazzetto Tito – Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia
Informazioni utili
Tomorrow now. L'opera senza centro. Conferenze sulla natura dell'opera d'arte nell'epoca digitale. Fondazione Bevilacqua La Masa, Dorsoduro 2826, Venezia. Orari: ore 18.30. Informazioni: tel. 041.5207797/5208879, info@bevilacqualamasa.it. Sito web: www.bevilacqualamasa.it. Dal 12 febbraio e fino a ottobre 2008.
ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com
giovedì 7 febbraio 2008
mercoledì 6 febbraio 2008
«Ho visto cose», dieci narratori per dieci oggetti di culto
Alzi la mano chi non ricorda la scena del film Vacanze romane, diretto da William Wyler nel 1953, in cui gli indimenticabili Audry Hepburn e Gregory Peck attraversavano il centro di Roma in sella a una vespa Piaggio. O chi non ha riso davanti allo sketch televisivo della coppia Paolo Villaggio e Gianni Agus, in cui un imbranatissimo ragionier Giandomenico Fracchia, convocato nell’avanguardistico ufficio del suo datore di lavoro, si ritrovava a lottare, tra incredibili contorsioni e acrobazie, con una poltrona Sacco Zanotta, la cui informe massa morbida si era trasformata in un vero e proprio strumento di tortura.
Da sempre il design si muove su un doppio binario: quello del lusso, della creatività e del talento, e quello del quotidiano, in cui oggetti, che hanno fatto la storia del disegno industriale, sono riusciti a superare le mode del momento, entrando prepotentemente nella nostra vita o si sono fatti portatori di un’epoca, racchiudendo nelle loro linee l’atmosfera di interi decenni.
E' il caso della Olivetti Lettera 22 che riporta alla memoria un’epoca d’oro del giornalismo, quella alla Enzo Biagi o alla Indro Montanelli, o del magnetofono Gelosino che, a molti, ricorda nostalgicamente vecchie canzoni degli anni Cinquanta come quelle di Claudio Villa e Gino Latilla.
A questi e ad altri oggetti che hanno segnato la storia del costume e del design nell’ultimo secolo è dedicato il volume Ho visto cose..., appena uscito in libreria, che è stato realizzato dal Circolo dei lettori di Torino e dalla casa editrice Bur, in occasione di Torino 2008 World Design Capital.
A dieci scrittori italiani, tra i più consapevoli e attenti del panorama attuale, è stato chiesto di dare vita letteraria ad altrettante creazioni di design entrati prepotentemente nel nostro vivere quotidiano. Ne sono nati dieci racconti che, introdotti da uno scritto del designer Enzo Mari e illustrati dalla matita di Gipi, compongono un’originale storia d’Italia dal punto di vista delle “cose”.
I dieci scrittori e gli oggetti scelti sono: Andrea Bajani e la vespa Piaggio, Violetta Bellocchio e il telefono Grillo della Sit-Siemens Italia, Gian Luca Favetto e la Lettera 22 della Olivetti, Tommaso Labranca e la calcolatrice Divisumma, Nicola Lagioia e la lampada Titania della Luceplan, Raul Montanari e il Gelosino della Geloso, Aldo Nove e il Merdolino della Alessi, Francesco Piccolo e la libreria Bookwarm della Kartell, Elena Varvello e la poltrona Sacco Zanotta e Dario Voltolini e la televisione Algol della Brionvega.
Il Circolo dei lettori di Torino, coerentemente con la propria vocazione di luogo di lettura e di ascolto della lettura, ha voluto riunire in cinque reading musicati dal vivo dagli Yo Yo Mundi, i dieci racconti contenuti nel volume, affidati alla voce dei loro autori.
Gli appuntamenti, che hanno preso il via lo scorso 30 gennaio con Andrea Bajani ed Elena Varvello, proseguiranno alle 21 di questa sera, mercoledì 6 febbraio, con Aldo Nove e Tommaso Labranca, che parleranno rispettivamente di Merdolino, scopino da bagno in resina termoplastica progettato da Stefano Giovannoni per la Alessi nel 1993, e della calcolatrice elettronica da tavolo Divisumma 18, disegnata da Mario Bellini nel 1973 per la Olivetti.
Gli appuntamenti proseguiranno il 20 febbraio con Gian Luca Favetto e Dario Voltolini e il 5 marzo con Violetta Bellocchio e Raul Montanari, per chiudersi il 19 marzo con Nicola Lagioia e Francesco Piccolo.
Didascalie delle immagini
(fig. 1) Audry Hepburn e Gregory Peck sulla vespa Piaggio. Frammento del film Vacanze romane di William Wyler (1953); (fig. 2) Paolo Villaggio, nei panni del ragioner Fracchia, e la poltrona Sacco Zanotta; (fig. 3) Copertina del libro Ho visto cose... Racconti dalla patria del design: dieci scrittori per dieci oggetti di culto; (fig 4) Merdolino, scopino da bagno di Alessi. Progetto di Stefano Giovannoni (1993).
Informazioni utili
Aa.Vv, Ho visto cose... Racconti dalla patria del design: dieci scrittori per dieci oggetti di culto. Bur, Milano 2008. Dati tecnici: pp. 208. Prezzo: e 9.00. Sito web: http://bur.rcslibri.corriere.it/index.php.
Per gli appuntamenti: Il Circolo dei lettori, via Bogino 9 - 10123 Torino. Informazioni: tel. 011.4326827/21/20 o info@circololettori.it. Sito web: www.circololettori.it.
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Il sito di Torino World Design Capital
Da sempre il design si muove su un doppio binario: quello del lusso, della creatività e del talento, e quello del quotidiano, in cui oggetti, che hanno fatto la storia del disegno industriale, sono riusciti a superare le mode del momento, entrando prepotentemente nella nostra vita o si sono fatti portatori di un’epoca, racchiudendo nelle loro linee l’atmosfera di interi decenni.
E' il caso della Olivetti Lettera 22 che riporta alla memoria un’epoca d’oro del giornalismo, quella alla Enzo Biagi o alla Indro Montanelli, o del magnetofono Gelosino che, a molti, ricorda nostalgicamente vecchie canzoni degli anni Cinquanta come quelle di Claudio Villa e Gino Latilla.
A questi e ad altri oggetti che hanno segnato la storia del costume e del design nell’ultimo secolo è dedicato il volume Ho visto cose..., appena uscito in libreria, che è stato realizzato dal Circolo dei lettori di Torino e dalla casa editrice Bur, in occasione di Torino 2008 World Design Capital.
A dieci scrittori italiani, tra i più consapevoli e attenti del panorama attuale, è stato chiesto di dare vita letteraria ad altrettante creazioni di design entrati prepotentemente nel nostro vivere quotidiano. Ne sono nati dieci racconti che, introdotti da uno scritto del designer Enzo Mari e illustrati dalla matita di Gipi, compongono un’originale storia d’Italia dal punto di vista delle “cose”.
I dieci scrittori e gli oggetti scelti sono: Andrea Bajani e la vespa Piaggio, Violetta Bellocchio e il telefono Grillo della Sit-Siemens Italia, Gian Luca Favetto e la Lettera 22 della Olivetti, Tommaso Labranca e la calcolatrice Divisumma, Nicola Lagioia e la lampada Titania della Luceplan, Raul Montanari e il Gelosino della Geloso, Aldo Nove e il Merdolino della Alessi, Francesco Piccolo e la libreria Bookwarm della Kartell, Elena Varvello e la poltrona Sacco Zanotta e Dario Voltolini e la televisione Algol della Brionvega.
Il Circolo dei lettori di Torino, coerentemente con la propria vocazione di luogo di lettura e di ascolto della lettura, ha voluto riunire in cinque reading musicati dal vivo dagli Yo Yo Mundi, i dieci racconti contenuti nel volume, affidati alla voce dei loro autori.
Gli appuntamenti, che hanno preso il via lo scorso 30 gennaio con Andrea Bajani ed Elena Varvello, proseguiranno alle 21 di questa sera, mercoledì 6 febbraio, con Aldo Nove e Tommaso Labranca, che parleranno rispettivamente di Merdolino, scopino da bagno in resina termoplastica progettato da Stefano Giovannoni per la Alessi nel 1993, e della calcolatrice elettronica da tavolo Divisumma 18, disegnata da Mario Bellini nel 1973 per la Olivetti.
Gli appuntamenti proseguiranno il 20 febbraio con Gian Luca Favetto e Dario Voltolini e il 5 marzo con Violetta Bellocchio e Raul Montanari, per chiudersi il 19 marzo con Nicola Lagioia e Francesco Piccolo.
Didascalie delle immagini
(fig. 1) Audry Hepburn e Gregory Peck sulla vespa Piaggio. Frammento del film Vacanze romane di William Wyler (1953); (fig. 2) Paolo Villaggio, nei panni del ragioner Fracchia, e la poltrona Sacco Zanotta; (fig. 3) Copertina del libro Ho visto cose... Racconti dalla patria del design: dieci scrittori per dieci oggetti di culto; (fig 4) Merdolino, scopino da bagno di Alessi. Progetto di Stefano Giovannoni (1993).
Informazioni utili
Aa.Vv, Ho visto cose... Racconti dalla patria del design: dieci scrittori per dieci oggetti di culto. Bur, Milano 2008. Dati tecnici: pp. 208. Prezzo: e 9.00. Sito web: http://bur.rcslibri.corriere.it/index.php.
Per gli appuntamenti: Il Circolo dei lettori, via Bogino 9 - 10123 Torino. Informazioni: tel. 011.4326827/21/20 o info@circololettori.it. Sito web: www.circololettori.it.
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martedì 5 febbraio 2008
Londra, ad Hannah Rickards il Max Mara Art Prize for Women
Va ad Hannah Rickards (Londra, 1979) la seconda edizione del Max Mara Art Prize for Women, riconoscimento nato, in collaborazione con la Whitechapel Gallery, che viene assegnato ogni due anni e che si propone di promuovere e sostenere qualsiasi iniziativa artistica «al femminile» del Regno Unito.
L’ artista londinese, laureata in Fine Arts alla Saint Martins School di Londra e da sempre interessata al suono come media, si è aggiudicata il prestigioso premio, sbaragliando la concorrenza di altre quattro candidate: la regista e fotografa Yasmeen Al Awadi, la pittrice e scultrice Georgie Hopton, la regista Melanie Jackson e la disegnatrice e artista multimediale Lisa Peachey.
La vittoria di Hannah Rickards segue quella della video-artista Margaret Salmon che, nel febbraio del 2006, si era aggiudicata il riconoscimento con l'opera Ninna Nanna, trilogia in video, girato in sedici millimetri a colori e in bianco e nero, oggi di proprietà della collezione Maramotti di Reggio Emilia, che dipinge le esperienze di tre diverse madri italiane.
A comporre la giuria - presieduta da Iwona Blazwick, direttrice della Whitechapel Gallery - che ha dato la palma della vincitrice all’artista concettuale londinese sono state la gallerista Cornelia Grassi, la collezionista Judith Greer, l'artista Cornelia Parker e la scrittrice e critica Rachel Withers.
A motivare l’assegnazione del premio, che consiste in una residency di sei mesi in Italia, è stata la stessa Iwona Blazwick: «il lavoro incredibile di Hannah Rickards – ha spiegato la gallerista - distilla le forze maestose e sublimi della natura nel suono, nella scultura, nell’arte. Sia che diriga un’orchestra di musicisti classici per eseguire il rumore di un tuono o traduca le esperienze dell’aurora boreale vissute dalla gente in una serie di colori primari, i risultati sono sbalorditivi».
Hannah Rickards realizza essenzialmente audio-installazioni, che consistono nella traduzione di un suono presente in natura e nella sua re-interpretazione in linguaggio o musica. In Birdsong (2002), l'artista ha registrato i canti di sei diversi uccelli per, poi, abbassarne la tonalità e riprodurli con la propria voce. In Thunder (2005), commissionato da Media Art Bath per la Chiesa riformata Unita Centrale di Bath, Hannah ha esteso una registrazione di otto secondi del suono di un tuono a otto minuti. Lo spartito è stato, poi, trascritto dal compositore David Murphy in una partitura musicale per sei strumenti, quindi registrato e di nuovo ridotto alla lunghezza del tuono originale.
Parte integrante dell’opera della Rickards, che vanta esposizioni presso il Bloomberg New Contemporaries (2003) e il Witte De With Centre for Contemporary Art di Rotterdam (2006) è, inoltre, la presenza del testo, a testimonianza dell’influenza dei primi artisti concettuali come Douglas Huebler, Robert Barry e Lawrence Weiner. La sua recente esposizione personale, presso The Showroom a Londra, tenutasi tra il maggio e il giugno del 2007, si basava, per esempio, sui racconti orali di persone che sostenevano di aver sentito l’aurora boreale.
Durante la residency italiana, l’artista risiederà, da aprile a giugno, presso l’Accademia americana di Roma e, da luglio a settembre, presso la Fondazione Pistoletto di Biella. In questi sei mesi, Hanna Rickards avrà l’opportunità per creare un nuovo corpo di opere, che verrà poi acquisito della collezione Maramotti di Reggio Emilia. La Whitechapel si occuperà dell’organizzazione e dell’allestimento, a cura di Bina von Stauffenberg.
Didascalie delle immagini
(fig. 1) Ritratto di Hannah Rickards; (fig. 2) Hannah Rickards, Thunder, 2005; (fig. 3) Ritratto di Margaret Salmon
L’ artista londinese, laureata in Fine Arts alla Saint Martins School di Londra e da sempre interessata al suono come media, si è aggiudicata il prestigioso premio, sbaragliando la concorrenza di altre quattro candidate: la regista e fotografa Yasmeen Al Awadi, la pittrice e scultrice Georgie Hopton, la regista Melanie Jackson e la disegnatrice e artista multimediale Lisa Peachey.
La vittoria di Hannah Rickards segue quella della video-artista Margaret Salmon che, nel febbraio del 2006, si era aggiudicata il riconoscimento con l'opera Ninna Nanna, trilogia in video, girato in sedici millimetri a colori e in bianco e nero, oggi di proprietà della collezione Maramotti di Reggio Emilia, che dipinge le esperienze di tre diverse madri italiane.
A comporre la giuria - presieduta da Iwona Blazwick, direttrice della Whitechapel Gallery - che ha dato la palma della vincitrice all’artista concettuale londinese sono state la gallerista Cornelia Grassi, la collezionista Judith Greer, l'artista Cornelia Parker e la scrittrice e critica Rachel Withers.
A motivare l’assegnazione del premio, che consiste in una residency di sei mesi in Italia, è stata la stessa Iwona Blazwick: «il lavoro incredibile di Hannah Rickards – ha spiegato la gallerista - distilla le forze maestose e sublimi della natura nel suono, nella scultura, nell’arte. Sia che diriga un’orchestra di musicisti classici per eseguire il rumore di un tuono o traduca le esperienze dell’aurora boreale vissute dalla gente in una serie di colori primari, i risultati sono sbalorditivi».
Hannah Rickards realizza essenzialmente audio-installazioni, che consistono nella traduzione di un suono presente in natura e nella sua re-interpretazione in linguaggio o musica. In Birdsong (2002), l'artista ha registrato i canti di sei diversi uccelli per, poi, abbassarne la tonalità e riprodurli con la propria voce. In Thunder (2005), commissionato da Media Art Bath per la Chiesa riformata Unita Centrale di Bath, Hannah ha esteso una registrazione di otto secondi del suono di un tuono a otto minuti. Lo spartito è stato, poi, trascritto dal compositore David Murphy in una partitura musicale per sei strumenti, quindi registrato e di nuovo ridotto alla lunghezza del tuono originale.
Parte integrante dell’opera della Rickards, che vanta esposizioni presso il Bloomberg New Contemporaries (2003) e il Witte De With Centre for Contemporary Art di Rotterdam (2006) è, inoltre, la presenza del testo, a testimonianza dell’influenza dei primi artisti concettuali come Douglas Huebler, Robert Barry e Lawrence Weiner. La sua recente esposizione personale, presso The Showroom a Londra, tenutasi tra il maggio e il giugno del 2007, si basava, per esempio, sui racconti orali di persone che sostenevano di aver sentito l’aurora boreale.
Durante la residency italiana, l’artista risiederà, da aprile a giugno, presso l’Accademia americana di Roma e, da luglio a settembre, presso la Fondazione Pistoletto di Biella. In questi sei mesi, Hanna Rickards avrà l’opportunità per creare un nuovo corpo di opere, che verrà poi acquisito della collezione Maramotti di Reggio Emilia. La Whitechapel si occuperà dell’organizzazione e dell’allestimento, a cura di Bina von Stauffenberg.
Didascalie delle immagini
(fig. 1) Ritratto di Hannah Rickards; (fig. 2) Hannah Rickards, Thunder, 2005; (fig. 3) Ritratto di Margaret Salmon
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