Sarà Yona Friedman (Budapest, 1923), architetto, designer, urbanista e teorico franco-ungherese, il visiting professor della prossima edizione del Corso superiore di arti visive della Fondazione Antonio Ratti di Como, il più prestigioso programma italiano di specializzazione per giovani artisti, cui hanno preso parte, negli anni passati, come docenti alcuni tra i più interessanti protagonisti della scena artistica contemporanea, da Joseph Kosuth (1995) a Ilya Kabakov (2000), da Marina Abramovic (2001) a Giulio Paolini (2002), da Jimmie Durham (2003) ad Alfredo Jarr (2005), da Marjetica Potrc (2006) a Joan Jonas (2007).
Yona Friedman –che ha attraversato la seconda guerra mondiale, sfuggendo ai rastrellamenti nazisti, e che è vissuto per circa un decennio in Israele, ad Haifa, prima di stabilirsi, negli anni ’50, a Parigi - «sostiene – si legge nella nota stampa- i principi di un'architettura capace di comprendere le continue trasformazioni che caratterizzano la mobilità sociale, basata su infrastrutture che prevedono abitazioni e norme urbanistiche passibili di essere create e ricreate, a secondo dell'esigenza degli abitanti e dei residenti».
L’attenzione per l’autoregolazione degli abitanti che da sempre interessa Yona Friedman, artista che vanta partecipazioni alla Biennale di Venezia e a Documenta di Kassel, nasce direttamente dalla sua stessa esperienza di profugo e senzatetto. Un’esperienza che il progettista franco-ungherese -noto per il manifesto L'architecture mobile del 1956 e la sua più significativa esplicazione, la Ville Spatiale- ha messo a frutto anche nel suo lavoro per le Nazioni Unite e l'Unesco, attraverso la diffusione di alcuni manuali di auto-costruzione nei Paesi africani, sudamericani e in India.
In occasione della progettazione del Lyce'e Bergson ad Angers, in Francia, completato nel 1981, l’artista ha dato voce al suo pensiero, pubblicando un procedimento secondo il quale la distribuzione e la disposizione di tutti gli elementi architettonici erano pensate e decise dai futuri utenti. Il suo libro più celebre rimane, però, Utopie realizzabili -pubblicato in Francia nel 1975, tradotto anche in italiano (Quodlibet, 2003)- nel quale è sviluppata un'idea di ristrutturazione della società in senso compiutamente democratico, volta a fuggire ogni elitarismo.
A Como, dal 1° al 23 luglio, Yona Friedman sarà docente di un workshop pratico dal titolo Public Improvisations, durante il quale –spiega lo stesso visiting professor- «esploreremo l'improvvisazione, le tecniche semplici, che non necessitano istruzioni, disegni o piani complicati. Per essere accessibile al pubblico generale, l'arte deve utilizzare tecniche semplici, facili da adottare. L'arte pubblica improvvisata può essere esplorata ovunque negli spazi pubblici: nelle strade, nei boschi, in un atrio, sul lago. Il luogo stesso è parte dell'opera d'arte».
L'attività quotidiana di questa quattordicesima edizione del Csav -curata da Anna Daneri, Luca Cerizza e Cesare Pietroiusti- prevede anche, come consuetudine, un ciclo di lezioni teoriche e una serie di seminari con personaggi di spicco della scena culturale internazionale.
I venti partecipanti al programma di studio, selezionati da una commissione scientifica sulla base delle domande pervenute entro il prossimo 3 aprile alla fondazione comasca, verranno invitati a concepire un'opera che sarà presentata nella consueta mostra di fine corso. Le lezioni, che si terranno allo spazio San Francesco, sono gratuite; i costi di permanenza a Como sono a carico dei partecipanti.
Didascalie delle immagini
(fig. 1) Yona Friedman al Mart di Rovereto, durante la presentazione del progetto Monument (2006); (fig. 2) Yona Friedman, Monument, 2006. Rovereto, Mart.
Informazioni utili
XII Corso superiore di arte visiva. Ente banditore: Fondazione Antonio Ratti, Como. Quota di partecipazione: nessuna; sono a carico dei partecipanti i soli costi di permanenza a Como. Data di scadenza: 3 aprile 2008 (fa fede la data del timbro postale). Informazioni e bando di concorso: Anna Daneri, tel. 031.233213, fax. 031.233249, e-mail: annadaneri@fondazioneratti.org. Web Site: www.fondazioneratti.org.
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