L’atmosfera elegante e gaudente della Belle Epoque. Le
sontuose feste della Parigi di fine Ottocento. Le donne ammiccanti e maliziose, eteree e aristocratiche, che facevano capolino dai quadri impressionisti. La gioia di vivere, gli astuti intrecci amorosi e l’arguta ironia di un periodo storico destinato a scomparire con lo scoppio della prima guerra mondiale. E, poi, il ritmo sfrenato del can can, la leggiadria del valzer e la bellezza di brani d'assieme come
Donne Donne, eterni dei. Il tutto avvolto in un velo di fantasia che conduce all'inevitabile lieto fine. Questi i connotati de
La vedova allegra (titolo originale
Die Lustige Witwe), lavoro teatrale in tre atti che
Victor Léon e
Leo Stein, con il compositore
Franz Lehàr, trassero dalla commedia
L'attaché d'ambassade di
Henri Meilhac.
A portare sul palco del teatro Sociale di Busto Arisizio la storia d’amore e di seduzione della conturbante Hanna Glavari -una storia da molti considerata la «regina delle opererette» per la sua immutata capacità di affascinare il pubblico- saranno gli attori e i cantanti della compagnia
La Bella Epoque, con l’orchestra diretta dal maestro
Giorgio Tazzari e il corpo di ballo
Les Gigolettes: un cast di tutto rispetto che annovera tra i suoi elementi il grande talento e la bellissima voce dell’elegante soprano
Dianora Marangoni, la bravura del tenore
Franco Fornarelli, la vivacità del «caratterista»
Vittorio Regina e della soubrette
Annamaria Orsi.
L'appuntamento, organizzato nell’ambito di
BA Teatro–Stagione cittadina 2007/2008, è in programma per le 21.00 di
giovedì 28 febbraio, quando la sala di piazza Plebiscito si trasformerà, magicamente, nella Parigi di fine Ottocento, e più precisamente nell'ambasciata dell'immaginaria nazione di Pontevedro. E’ qui che Hanna Glavari, giovane e conturbante vedova di un ricchissimo banchiere di corte, deve incontrare il barone Zeta, cui è stata dato l'incarico di trovarle un nuovo marito pontevedrino.
Il motivo di questo appuntamento è semplice: se la signora Glavari passasse a seconde nozze con un francese, il suo capitale lascerebbe la banca nazionale pontevedrina e per il piccolo Paese sarebbe la rovina economica. La dote deve rimanere, a tutti i costi, in patria. Njegus, cancelliere dell’ambasciata, è un po’ troppo pasticcione per riuscire in una simile impresa. Ma il conte Danilo Danilowitsc sembra perfetto per lo scopo. Il barone Zeta tenta di convincerlo ad accettare il compito, ma il giovane non vuole ascoltare ragioni: in passato ha avuto una storia d'amore, finita male, con Hanna. Da parte sua la vedova, non ha mai smesso di amare Danilo, e fa di tutto per farlo ingelosire.
Nel frattempo, si snoda un’altra storia d’amore che vede protagonisti Valencienne, giovane moglie di Zeta, e il diplomatico francese Camillo de Rossillon. I due si danno convegno in un chiosco. Li sta per sorprendere il barone Zeta, quando Njegus riesce a fare uscire per tempo Valencienne e a sostituirla con Hanna. La donna dichiara agli invitati di voler sposare lo straniero che le è accanto: Camillo de Rossillon, appunto. E' il parapiglia. Danilo furioso abbandona la festa. Tutto ormai sembra compromesso ma Njegus, vero
deus ex-machina, riesce a sciogliere gli equivoci e a far confessare ad Hanna la sua passione per il conte. D’ora in poi la signora Glavari non sarà più «la vedova allegra», ma la felice consorte di Danilo Danilowitch e il Pontevedro è salvo.
Con questa operetta, che debuttò il 30 dicembre 1905 nell’austriaco Theater an der Wien (lo spazio che tenne a battesimo anche la
Sinfonia eroica e il
Flauto magico), Franz Lehár trovò definitivamente il suo stile. Novità assoluta della partitura è il carattere apertamente erotico della trama e la sensualità e passionalità della musica, che raggiunge il suo apice con il celebre valzer
Tace il labbro o nella
Canzone di Vilja, anche se -ad onor del vero- tutti i valzer e galop, czardas e polke che fanno da “colonna sonora” alla storia de
La vedova allegra hanno qualcosa di indimenticabile, capace ancora oggi di divertire e far sognare.
Didascalie delle immagini
(fig. 1 e fig. 2) Dianora Marangoni in una scena dello spettacolo La vedova allegra
[Le foto sono state fornite dalla compagnia d'operette La Belle Epoque]
Informazioni utili
La vedova allegra. Teatro Sociale, piazza Plebiscito, 1 - Busto Arsizio (Varese). Data: giovedì 28 febbraio, ore 21.00. Ingresso: poltronissima € 28.00, poltrona € 24.00, galleria € 22, ridotto € 20.00 (giovani fino a 26 anni, militari, over 65, Cral, scuole, biblioteche, associazioni). Informazioni e prenotazioni: tel. 0331 679000 (il botteghino è aperto dal lunedì al venerdì, dalle 15.00 alle 18.00, e il sabato, dalle 9.00 alle 12.00, a partire da giovedì 21 febbraio 2008). Sito web: www.teatrosociale.it.
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