ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

lunedì 11 gennaio 2021

«Venezia e lo Studio Glass americano»: artisti ed esperti internazionali raccontano il movimento che ha rivoluzionato l’arte del vetro

Verso la metà del XX secolo, all’interno dei laboratori del Toledo Museum of Art, nacque un impulso crescente nei confronti della tecnica della soffiatura del vetro, spinta che predispose le basi per la nascita dell’importante movimento conosciuto con il nome di Studio Glass. A quel tempo in America la produzione vetraria era interamente industrializzata e molte abilità manuali erano andate perdute; un gruppo di artisti decise di riportare questa lavorazione all’interno degli atelier e guardò all’Europa, in particolare a Venezia, come guida. Le tecniche tradizionali muranesi finirono così per esercitare un ruolo importante sull’arte vetraria americana, anche grazie al lavoro di maestri come Dale Chihuly, Benjamin Moore, Paul Marioni, William Morris e Lino Tagliapietra, che indirizzarono la ricerca verso percorsi non tradizionali, incentivando una progressiva vivacità di linguaggi.
A questa storia guarda l’ultima mostra allestita a «Le stanze del vetro», centro di ricerca fondato nel 2012 all’interno dell’Istituto di storia dell’arte della Fondazione Giorgio Cini di Venezia. In occasione dell’esposizione, visitabile fino al prossimo marzo grazie a un virtual tour 3D (a disposizione su prenotazione anche visite guidate online gratuite), l’ente lagunare propone per la serata di lunedì 11 gennaio, alle ore 18, un convegno in diretta streaming sul suo canale You Tube.
Dopo i saluti di Luca Massimo Barbero, direttore dell’Istituto di storia dell’arte della Fondazione Giorgio Cini, i curatori della rassegna, Tina Oldknow e William Warmus, daranno il via al simposio introducendo la mostra «Venezia e lo Studio Glass americano» e intervistando il maestro Lino Tagliapietra, uno dei primi vetrai muranesi ad andare negli Stati Uniti, e la gallerista Katya Heller.
Seguiranno poi le conversazioni con alcuni artisti americani che hanno esposto a Le stanze del vetro: Kim Harty modererà il dialogo tra Norwood Viviano e Deborah Czeresko; William Warmus quello tra Preston Singletary e Raven Skyriver; Tina Oldknow sarà, infine, la moderatrice dell’incontro con Flora Mace, Joey Kirkpatrick, Tina Aufiero e Kait Rhoads. Concluderà il simposio l’intervento del collezionista e storico dell’arte David Landau.
L’esposizione veneziana allinea più di centocinquanta eccezionali pezzi tra cui vasi, sculture e installazioni in vetro create da sessanta artisti, americani e veneziani. Tra i pezzi più significativi proposti un posto d’onore spetta a «Laguna Murano Chandelier», la spettacolare opera in vetro realizzata a Murano nel 1996 da Dale Chihuly insieme ai maestri Pino Signoretto e Lino Tagliapietra ed esposta - per la prima volta al di fuori degli Stati Uniti - nella Sala Carnelutti della Fondazione Giorgio Cini.
Testimonianza tangibile della lunga collaborazione e contaminazione avvenuta tra artisti americani e veneziani nel vetro americano contemporaneo, il «Laguna Murano Chandelier» fu realizzato per il progetto «Chihuly Over Venice», che consisteva nell’installare una serie di sculture sia all’esterno che all’interno della città lagunare: nonostante il lampadario fosse stato creato per l’occasione, non è mai stato esposto al di fuori degli Stati Uniti.
Formato da cinque enormi componenti, di cui due appese al soffitto e tre montate su armature fisse, lo Chandelier incorpora elementi scultorei che rimandano alla laguna veneziana con simboli quali un granchio, una medusa, una stella marina, un’anguilla, un polpo, un pesce palla, degli squali, una sirena e il Dio del mare, Nettuno, oltre all’esplosione di viticci ambrati che ne compongono l’intera massa.
La mostra, di cui rimarrà documentazione in un catalogo di Skira, Mette sotto i riflettori i lavori di artisti pionieristici come Dale Chihuly e Benjamin Moore, che a Venezia hanno imparato le tecniche e poi hanno invitato i maestri veneziani negli Stati Uniti per insegnare. Mentre Chihuly ha realizzato alcune serie di ispirazione veneziana nel corso della sua lunga e prolifica carriera, il corpus di Moore invece si concentra in particolare sulle idee veneziane. Richard Marquis, che pure è stato a Venezia, ha, invece, sviluppato usi completamente nuovi per la tecnica del mosaico veneziano, conosciuta come murrina, per i suoi oggetti ispirati alla bandiera americana, le teiere e i vasi «Marquiscarpa».
Altri artisti, come Dante Marioni, Nancy Callan e James Mongrain hanno imparato dai pionieri del vetro dello Studio Glass, ma soprattutto sono entrati in contatto con le tecniche dei maestri veneziani all'inizio delle loro carriere. Ciascuno di loro attinge in modi molto diversi alla storia del vetro veneziano per creare nuovi interessanti vasi, oggetti e installazioni. Mentre alcuni artisti si sono concentrati solo su vasi, altri si sono dedicati alla scultura, come William Morris e Martin Blank, che hanno studiato le tecniche di scultura veneziana. Partiti dalla realizzazione di vasi, Flora Mace e Joey Kirkpatrick hanno poi ampliato la loro visione cimentandosi nella realizzazione di grandi sculture, portando le tradizionali decorazioni veneziane in ambiti nuovi.
Josiah McElheny, Katherine Gray e Norwood Viviano rappresentano una nuova generazione di artisti che lavorano in stile veneziano affrontando il vetro in modo più narrativo, usando gli oggetti per raccontare paesaggi e storie.
Questo dimostra che gli artisti di oggi – sia che lavorino esclusivamente con il vetro, sia che approccino questo materiale pur provenendo da altri settori – grazie all’accesso libero agli studi, continuano a spingere in avanti i tradizionali confini dell'arte del vetro. 

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Laguna Murano Chandelier, di Dale Chihuly, ph. Enrico Fiorese; [fig. 2 e 3]  Installation view, ph. Enrico Fiorese; [fig. 4] John Kiley, Halo, 2018. H. 48,3 cm. Photo: Ben VanHouten; [fig. 5]  Stephen Rolfe Powell, Lascivious Torrid Cleavage (detail), 2003. H. 104,8 cm. Photo: Stephen Rolfe Powell; [fig. 6]  Harvey K. Littleton, Blue Projectile Impact, 1984. H. 61.6 cm. Courtesy Maurine Littleton Gallery

Per saperne di più 

Informazioni utili 
Centro studi del vetro - Istituto di storia dell’arte - Fondazione Giorgio Cini, tel. +39.041.2710306, centrostudivetro@cini.it. www.cini.it - www.lestanzedelvetro.org

Nessun commento:

Posta un commento