ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

venerdì 27 giugno 2025

Un nuovo museo a cielo aperto sul Lago Maggiore: aprono i Castelli di Cannero

«Per anni siamo stati solo rovine tra le onde. Una fortezza difensiva. Ma ascoltateci bene: le nostre pietre parlano. E la nostra storia è più viva che mai. (…) Siamo stati presidio, passaggio, confine. Abbiamo attraversato guerre, silenzi, oblio. Oggi, dopo oltre cinquecento anni, torniamo a parlarvi. Non con effetti, ma con la voce della memoria. (…) Potrete camminare tra le nostre mura e ascoltare il nostro racconto (…). Vi aspettiamo». A prendere idealmente la parola, in un video promozionale diffuso sui suoi canali social dal circuito Terre Borromeo (il brand che riunisce le principali attrazioni turistiche del Lago Maggiore, dalla Rocca di Angera alle isole Madre e Bella), sono i Castelli di Cannero, o meglio le rovine del complesso fortificato di origine quattrocentesca, conosciuto anche con il nome di «Malpaga», edificato a pelo d’acqua su due isolotti rocciosi dell’Alto Verbano, nel Comune di Cannobio, a pochi chilometri dal confine svizzero.

Abbandonate per secoli, queste antiche mura in pietra, testimoni silenziose di una storia dal sapore romantico e romanzesco che intreccia leggendarie avventure piratesche con spericolate vicende di contrabbando, si svelano per la prima volta al pubblico, dopo un lungo e ambizioso intervento di restauro conservativo e di valorizzazione, curato dallo Studio Simonetti Architettura di Torino per conto del principe Vitaliano Borromeo Arese e di sua moglie Marina, discendenti di quel Ludovico Borromeo che, a partire dal 6 ottobre 1519 ridisegnò il volto della fortezza, utilizzata in precedenza per scopi bellici dalla potente famiglia Mazzardi (i temibili pirati «Mazzarditi» sconfitti, nel 1414, dal duca di Milano Filippo Maria Visconti), facendo costruire la Torre Vitaliana.

L’appuntamento è per sabato 28 giugno, quando i visitatori, dopo un breve viaggio in barca da Cannero Riviera o da Luino (per chi proviene dalla Lombardia o si trova in vacanza sulla sponda varesina del Lago Maggiore), potranno finalmente accedere alle rovine dei bastioni di proprietà della famiglia Borromeo, un luogo sospeso nel tempo e nello spazio che affascinò anche il genio creativo di William Turner per quel suo emergere dalle acque come un miraggio. Ad attenderli ci sarà un museo a cielo aperto, dove il passato si fa contemporaneo attraverso un'esperienza immersiva che fonde ricerca storica e innovazione tecnologica, grazie all’intelligente progetto di visita ideato dallo studio milanese Dotdotdot.

L’intervento di restauro, che ha inteso conservare «l’identità materiale e immateriale» del luogo senza ricorrere ad alterazioni e ricostruzioni posticce che ne avrebbero negato il valore storico e simbolico, è stato realizzato attraverso un investimento di circa 15 milioni di euro, con il contributo del Ministero per i beni e le attività culturali per il turismo (Soprintendenza archeologica Belle arti e Paesaggio per le provincie di Biella, Novara, Verbano Cusio Ossola e Vercelli) e di Intesa Sanpaolo.

Per l’accoglienza con bookshop, la toilette e i locali tecnici, sono stati ideati nuovi elementi architettonici smontabili ispirati alle strutture lignee temporanee degli assedi, con finiture in larice, che si inseriscono con delicatezza nei resti medioevali degli antichi complessi fortificati, formati dalla rocca principale e dall'adiacente edificio delle prigioni. Mentre passerelle in acciaio e tek recuperano gli antichi cammini di ronda, grazie ai quali ci si può aggirare tra le corti, il mastio e le mura.

Alcuni numeri testimoniano la portata dell’intervento conservativo, iniziato nel 2011 con un’approfondita campagna di studi documentaristici e archivistici, nonché di scavi archeologici, grazie alla quale si sono scoperte alcune curiosità sulla fortezza, dimora di Giuseppe Garibaldi dopo la battaglia di Luino del 1848 e attrazione romantica tra le onde per la regina Vittoria, che la richiese in affitto nel 1879.
Per la precisione, nella relazione dello Studio Simonetti Architettura di Torino si legge che sono stati usati «54.000 kg di malta di calce per il consolidamento delle strutture murarie del castello, 100.000 kg di carpenterie metalliche a profilo complesso per realizzare le strutture interne dedicate al percorso di visita», «70 mc di legname di larice per le pavimentazioni e i rivestimenti delle nuove strutture, circa 37 km di cavi di varia tipologia per gli impianti elettrici e antincendi», «500 metri di cavo subacqueo di media tensione e fibra ottica integrata e per la realizzazione dei pontili di sbarco».

Il progetto espositivo è, invece, firmato dallo studio milanese Dotdotdot che ha ideato per l’occasione il «Cannero Walking Tales», un «percorso esperienziale immersivo, dal carattere narrativo ma non didascalico» che si snoda tra installazioni multimediali, realtà aumentata e un gioco interattivo per i più piccoli.

Una app di visita location-based accompagna i visitatori alla scoperta dei luoghi più significativi della fortezza: dalla Corte d’ingresso alla Sala della Guardia, dalla Stanza della Contessa alla Torre del Belvedere. La narrazione è affidata direttamente ai Castelli, che diventano voce di una storia, filologicamente attenta, resa «inclusiva e coinvolgente per un pubblico il più ampio possibile», attraverso il racconto di aneddoti, battaglie e personaggi storici rielaborati in chiave poetica. Grazie a un sistema di beacon, i contenuti audio della guida si attivano automaticamente durante la passeggiata, senza richiedere interazioni.

Con questo utile strumento, una sorta di «audio-libro che si svela passo dopo passo», il viaggio tra le rovine di Cannero, cullati dallo sciabordio delle onde e dal fischio leggero del vento, con negli occhi il riverbero della luce sull’acqua del lago, non può che partire dalla lapide che ricorda la missione difensiva di queste mura, apparse anche nel film giallo «La stanza del vescovo» di Dino Risi (1977), e la vitalità di un’eredità più culturale che materiale: «Il mio nome è Torre Vitaliana, eretta tra le onde del Verbano e battezzata dal nome della stirpe primitiva. Ludovico Borromeo mi volle così alta, affinché diffondessi la gloria dei Vitaliani, aperta agli amici, ma inaccessibile ai nemici».

Didascalie delle immagini
1., 2.,  ,3. e . 4. Terre Borromeo, Castelli di Cannero, Cannero Walking Tales by Dotdotdot, photo by Andrea Martiradonna; 5. e 6. T
erre Borromeo, Castelli di Cannero, Cannero Walking Tales by Dotdotdot, photo by Susy Mezzanotte

Informazioni utili
Per visitare i Castelli di Cannero, i titoli d'ingresso sono disponibili sul sito
https://terreborromeo.it/ticket oppure nelle biglietterie dei siti museali di Terre Borromeo e all'infopoint di Stresa. Il costo dell'ingresso adulti è di 25 euro, incluso il tour in barca da Cannero e l'audioguida del percorso museale.

Nessun commento:

Posta un commento