ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

giovedì 26 giugno 2025

«Attorno al museo», Bologna ricorda la strage di Ustica

Quella del 27 giugno 1980 era una sera d’estate come tante altre. All’aeroporto «Guglielmo Marconi» di Borgo Panigale, nel Bolognese, c'era chi partiva per le vacanze, chi era andato «nel Continente» per una visita medica, chi tornava da un viaggio di lavoro e chi, all’atterraggio, avrebbe festeggiato il matrimonio di un amico o un esame andato bene. In attesa della partenza di un aereo in ritardo a causa di un violento temporale - l’aeromobile Douglas DC-9 IH 870 della compagnia aerea Itavia, diretto a Palermo - c'erano ottantuno persone con le loro vicende straordinariamente normali, simili a quelle di tante altri, eppure uniche.

Le loro storie erano destinate a intrecciarsi per sempre nella nostra memoria alle 20:59 di quella sera, quando il velivolo su cui erano partiti un’ora prima, dopo più di due ore d’attesa, spariva dai radar nel tratto di mare compreso tra le isole di Ponza e Ustica, facendo perdere ogni traccia.

Su quell’aereo, i cui detriti furono trovati la mattina dopo, c’erano 64 passeggeri adulti, 11 ragazzi tra i due e i dodici anni, due bambini di età inferiore ai 24 mesi e 4 uomini dell’equipaggio. Morirono tutti, inghiottiti dalle onde del mare con le loro speranze e i loro sogni.

Quella stessa sera, allo scalo di Punta Raisi, a Palermo, chi guardava il tabellone degli arrivi, in attesa che il volo da Bologna atterrasse finalmente alle 21:13, non si sarebbe mai aspettato che l’iniziale nervosismo per la prolungata attesa si sarebbe trasformato prima in angoscia e, poi, in silenzio stupito e dolore. Un dolore che, con il passare delle settimane, si sarebbe frammisto alla rabbia e alla voglia di giustizia perché quella di Ustica è, ancora oggi, una strage carica di domande senza risposta, uno dei tanti misteri della storia italiana del Secondo Dopoguerra.

Dopo decenni di indagini e di processi, tra reticenze e depistaggi, la tesi più accreditata è che il volo di linea Itavia IH870 si sia inabissato nel mare per errore, durante una battaglia in cielo tra un Mig libico, su cui ci sarebbe stato Gheddafi, e alcuni velivoli delle forze Nato. Il problema è che mancano le prove per poter mettere un punto definitivo alle ricostruzioni di questa storia che, quarantacinque anni dopo, ha visto scrivere una nuova pagina dolorosa: la richiesta della Procura della Repubblica di Roma di archiviazione per le indagini, aperte nel 2008, dopo che il presidente emerito Francesco Cossiga aveva indicato i francesi come responsabili dell’abbattimento dell’aereo a Ustica, accadimento del quale ancora oggi non conosciamo i colpevoli.

«Diritto alla verità»
è così il titolo scelto dall’Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica, presieduta da Daria Bonfietti, per il cartellone di appuntamenti promosso in occasione del quarantacinquesimo anniversario, la cui immagine guida è stata realizzata da Mauro Biani. L’illustrazione, che fino al 10 agosto viaggerà per Bologna su un autobus allestito da Tper, raffigura un bambino su un relitto galleggiante che guarda il cielo attendendo forse risposte con l’incrollabile fiducia dell’infanzia.

Ad aprire il programma sarà il consueto momento commemorativo con il sindaco di Bologna, in agenda alle ore 11:30 di venerdì 27 giugno a Palazzo D’Accursio. Seguirà, in serata, al Parco della Zucca, davanti al Museo per la Memoria che ospita i resti recuperati dell’aereo e la commovente installazione permanente di Christian Boltanski, una grande tavolata con i «Piatti della solidarietà», preparati dalle Cucine popolari di Bologna. Si aprirà così il programma della sedicesima edizione di «Attorno al Museo», la rassegna nata con l’intento di promuovere la ricerca della verità e la cura della memoria attraverso la sperimentazione di differenti linguaggi artistici contemporanei, dal teatro alla danza, dalla musica all’arte.

Il programma proseguirà, nella serata di mercoledì 2 luglio, con «Ustica, una storia che non fa ridere», un monologo di e con Niccolò Fettarappa, giovanissimo attore e autore romano già noto al pubblico per la sua capacità di trattare temi sociali e politici con ironia e profondità.
Si rinnoverà, quindi, la collaborazione con il Bologna Jazz Festival, che giovedì 10 luglio presenterà il concerto del collettivo «Istantanea». Nove musicisti e compositori provenienti da diversi percorsi artistici, uniti dall’esplorazione delle intersezioni tra musica d’avanguardia, improvvisazione e tradizione jazzistica, proporranno un programma di composizioni originali ispirate alla memoria della tragedia di Ustica. A seguire, lunedì 14 luglio, in occasione dell’anniversario della scomparsa di Christian Boltanski, è in programma la performance «Duedinoi» con l’illustratore Stefano Ricci e il saxofonista Dan Kinzelman.

Sarà, quindi, la volta di un’altra storica collaborazione, quella con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, che mercoledì 23 luglio darà vita allo spettacolo «Vocodìa», nel quale i testi della tragedia classica diventano specchio della strage di Ustica, abisso che si manifesta senza apparente ragione e in cui ogni differenza si scioglie in un unico respiro eterno, il respiro del mare. Il live electronics di un giovane quartetto di musicisti si insinua dove la parola fallisce, diviene di volta in volta interferenza, mezzo e surrogato della parola, in uno spazio sonoro che si increspa, si frammenta e che infine diviene eco del ricordo.

Mercoledì 30 luglio sarà, invece, la volta dello spettacolo di danza «Gli Anni» del giovane ma già affermato coreografo Marco D’Agostin, interpretato dalla danzatrice Marta Ciappina, Premio Ubu 2023. L’artista porta in un contesto di bellezza, fuori dalle aule giudiziarie, il ricordo dell’omicidio del padre Vincenzo, avvocato civilista, ucciso a colpi di lupara nel cortile di casa nel 1991, il cui colpevole non è ancora stato trovato. Danza, parole, musica e immagini accompagneranno il pubblico in una riflessione sul senso della memoria e sul rapporto con il passato, tra grande Storia e piccole storie.

La rassegna si chiuderà domenica 10 agosto con la tradizionale serata poetica «La Notte di San Lorenzo», affidata quest’anno all’attore Edoardo Purgatori, figlio di Andrea. Le poesie scelte, che parlano di memoria, assenza, resistenza, silenzi non detti e vite spezzate, dialogheranno con l’accompagnamento musicale dal vivo di Stefan Larsen.
Il reading è costruito partendo da un’immagine iconica dell’Eneide - la fuga di Enea da Troia in fiamme con il padre Anchise sulle spalle - a voler ribadire la continuità del lavoro di Edoardo con l’impegno di suo padre che tanta parte del suo lavoro ha dedicato alla strage di Ustica, cercando di dare risposte alle tante domande che ancora affollano la nostra mente: Cos’è successo quella sera? Perché quell'aereo è caduto? Cosa lo ha distrutto in volo? Chi era il reale bersaglio di quella «guerra in tempo di pace»?

Didascalie delle immagini
1 Immagine di Mauro Bani; 2. Niccolò Fettarappa;3. Edoardo Purgatori; 4. Istantanea. Bologna Jazz Festival; 5. Marta Ciappinia. Foto di Michelle Davis

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