«Trésors de Venise» è il titolo del progetto espositivo, in cartellone dal 17 dicembre al 28 marzo, che vede la curatela di Luca Massimo Barbero, direttore dell’Istituto di storia dell’arte, in collaborazione con l’architetto Daniela Ferretti.
Dai dipinti ai disegni, dalle miniature alle stampe, senza dimenticare le sculture, gli avori e gli smalti, il percorso allineerà un’ottantina di opere, inclusi capolavori raramente visibili, consentendo ai visitatori di scoprire il gusto collezionistico, raffinato ed eclettico, di Vittorio Cini, il mecenate che Bernard Berenson definì come «l’italiano più faustiano che io abbia mia conosciuto».
Accanto a nomi della pittura toscana come Botticelli, Beato Angelico, Filippo Lippi e Piero di Cosimo, ci saranno maestri veneziani del calibro di Lorenzo e Giandomenico Tiepolo, Giambattista Piranesi e Giuseppe Porta detto il Salviati. La mostra presenterà anche opere del Rinascimento ferrarese, in un percorso che spazierà da Cosmè Tura a Ludovico Mazzolino. E permetterà, infine, di vedere lavori di artisti contemporanei quali Vik Muniz, Adrian Ghenie ed Ettore Spalletti, che in anni recenti hanno dialogato con le opere esposte nella casa-museo di Vittorio Cini.
«La mostra ad Aix-en-Provence - spiega il curatore Luca Massimo Barbero - è un primo felice e importante tentativo di proporre a un pubblico internazionale alcuni esempi emblematici delle opere conservate nella casa-museo di Palazzo Cini accanto a una selezione dei tesori di cui il mecenate ha voluto dotare l’Istituto di storia dell’arte con munifica generosità. Percorrere le sale dell’Hôtel de Caumont è, quindi, per il pubblico come godere idealmente di ciò che potranno vedere in una vera e propria visita a Venezia».
L’appuntamento si rivela importante per la fondazione, che il prossimo anno festeggerà i settant’anni di attività, e che così potrà far scoprire anche al pubblico straniero la sua ricca e articolata collezione.
Va ricordato che Vittorio Cini dotò l’istituzione di opere d’arte provenienti sia dalla sua raccolta personale sia dal frutto di acquisti e donazioni di rilievo.
Fu proprio grazie alle acquisizioni del mecenate che nel 1962 nacque il pregevole e apprezzato Gabinetto dei disegni e delle stampe, una vera e propria gemma per gli amanti dell’arte. Qui confluirono le collezioni appartenute a Giuseppe Fiocco, Antonio Certani, Elfo Pozzi e Daniele Donghi e il corpus di miniature e manoscritti già Hoepli.
Ad accrescere ulteriormente la consistenza e l’importanza delle raccolte si sono aggiunti nel tempo i lasciti di personalità della cultura, collezionisti e artisti legati da rapporti di amicizia con il fondatore o persuasi dal prestigio dell’istituzione.
Non meno pregevole è la raccolta di Palazzo Cini a San Vio, dal 1919 residenza dell’imprenditore e dal 1984 casa-museo in seguito alla donazione da parte della principessa Yana Cini Alliata di Montereale, figlia del mecenate, di un cospicuo gruppo di dipinti toscani, alcune sculture di pregio e diversi oggetti di arte decorativa.
Nel 1989 si è aggiunto a questo nucleo un gruppo di tavole ferraresi in deposito per gentile concessione dell’altra figlia di Vittorio Cini, Ylda Cini Guglielmi di Vulci; nel 2015 gli eredi Guglielmi hanno, infine, donato al museo altre opere d’arte di pregio, tra dipinti, maioliche e arredi.
La casa, aperta al pubblico stagionalmente dopo i restauri del 2014, è oggi una tappa obbligata per gli amanti dell’arte insieme agli altri musei del cosiddetto Dorsoduro Museum Mile: la Gallerie dell’Accademia, la Collezione Peggy Guggenheim e Palazzo Grassi – Punta della Dogana.
In tempi di spostamenti difficili a causa dell’emergenza sanitaria per il Covid-19, la Fondazione Cini porta così Oltralpe un angolo amato di Venezia, la Serenissima che conquistò tanti francesi illustri, da Marcel Proust a Claude Monet, e di cui Guy de Maupassant diceva: «esiste una città più ammirata, più celebrata, più cantata dai poeti, più desiderata dagli innamorati, più visitata e più illustre? […] Esiste un nome nelle lingue umane che abbia fatto sognare più di questo?»
[Fig. 1] Piero di Cosimo, Madonna con bambino e due angeli, circa 1505–1510, olio su tavola, 163 x 133 cm. Palazzo Cini a San Vio, Venezia, Fondazione Giorgio Cini© Fondazione Giorgio Cini; [fig. 2] Luca Signorelli (?), Madonna con Bambino, circa 1470-1475, tempera su tavola, 61,8 x 53,3 cm. Venezia, Fondazione Giorgio Cini © Fondazione Giorgio Cini; [fig. 3] Giuseppe Porta, detto il Salviati, Resurrezione di Lazzaro, 1540-1545, olio su tela, 162 x 264 cm. Venezia, Fondazione Giorgio Cini © Fondazione Giorgio Cini; [fig. 4] Manifattura veneziana del XV-XVI secolo, Piatto in rame smaltato, rame champlevé smaltato, inciso e dorato, 29,8 cm diametro x 4cm spessore. Palazzo Cini a San Vio, Venezia, Fondazione Giorgio Cini © Fondazione Giorgio Cini
Informazioni utili
Trésors de Venise. La collection Cini. Hôtel de Caumont - Centre d’art d’Aix-en-Provence, 3, rue Joseph Cabassol - 13100 Aix-en-Provence, Francia. Sito internet: www.caumont-centredart.com. Dal 17 dicembre al 28 marzo 2021