Ritenuto perso all’epoca dell’occupazione francese, il crocifisso michelangiolesco, citato da Giorgio Vasari nelle sue «Vite», era stato rinvenuto nel 1962 dalla storica dell’arte tedesca Margrit Lisner, ricercatrice nota per il suo censimento sui crocifissi toscani del XV secolo effettuato su base stilistica, storica e tipologica.
Utili per la sua ricerca, resa possibile anche grazie all’ospitalità di padre Guido Balestri, erano state le fonti conosciute all’epoca: non solo il racconto di Giorgio Vasari, ma anche le descrizioni del pittore cinquecentesco Ascanio Condivi, che parlò per l’opera di una dimensione «poco meno che ’l naturale», e del Bottari, che, nel Settecento, definì il crocifisso «alto circa due braccia e mezzo».
La studiosa aveva ritrovato il manufatto proprio all’interno di Santo Spirito, nel Refettorio, sotto una ridipintura che ne alterava la forma e il carattere. L’opera, che oggi orna la Cappella Barbadori della Sacrestia di Giuliano da Sangallo, fu realizzata da Michelangelo nel 1493, ad appena diciotto anni, «a compiacenza del priore» Niccolò di Lapo Bichiellini che gli diede «comodità di stanze». L’artista volle cioè ringraziare l’ordine religioso dell’ospitalità e dell’opportunità di studiare anatomia, ovvero di analizzare i cadaveri provenienti dall’ospedale del convento, cosa resa possibile anche grazie all’intercessione di Piero de’ Medici.
Michelangelo raffigurò il Cristo nella sua totale nudità, in posizione sofferente, con il capo reclinato verso sinistra e le gambe piegate, leggermente direzionate verso destra, così da dare una forte sinuosità all’intera composizione. Il modellato, nonostante la precisa resa anatomica, è morbido e attento ai dettagli più delicati, come la resa dei soffici capelli e dei peli del pube. Gesù appare quasi indifeso e fragile di fronte al dramma del martirio e alla morte.
Per festeggiare i vent’anni dal ritorno del crocifisso nella Basilica di Santo Spirito è stata organizzata da Francesca Sacchi Tommasi di Etra studio, in collaborazione con ArtCom Project, la mostra «Lorenzo Puglisi | Davanti a Michelangelo. Crocifissione, umanità, mistero».
L’artista, che vive e lavora a Bologna, ha realizzato per l’occasione un dipinto a olio su tavola di pioppo sagomata a forma di croce con fondo nero, su cui compaiono solo i risultati della sua ricerca di essenzialità, cioè le rappresentazioni della testa inclinata, delle mani e dei piedi del Cristo morto in croce. La tecnica usata riprende una tradizione storico-artistica che origina dalla pittura dei primitivi e che nell’arte contemporanea si era completamente perduta.
Come scrive padre Giuseppe Pagano, «Lorenzo Puglisi sarà davanti a Michelangelo per esprimere tutta la forza della crocifissione, tutta l’umanità e il mistero. Rimane così l’interesse dell’artista per la natura umana e il mistero dell’esistenza, cercando di raffigurarla con una pittura nel buio, quasi a voler esprimere quella luce che c’è, che spinge, ma che è ancora trattenuta dall’oscurità, così come Michelangelo abbatte la realtà della morte in croce con la bellezza e il sorriso che sono già espressione di una realtà diversa da quella che si vede».
Come scrive padre Giuseppe Pagano, «Lorenzo Puglisi sarà davanti a Michelangelo per esprimere tutta la forza della crocifissione, tutta l’umanità e il mistero. Rimane così l’interesse dell’artista per la natura umana e il mistero dell’esistenza, cercando di raffigurarla con una pittura nel buio, quasi a voler esprimere quella luce che c’è, che spinge, ma che è ancora trattenuta dall’oscurità, così come Michelangelo abbatte la realtà della morte in croce con la bellezza e il sorriso che sono già espressione di una realtà diversa da quella che si vede».
Dal canto suo Puglisi sottolinea che «la crocifissione è un’immagine simbolica e reale al tempo stesso, sia nella tradizione cristiana, sia nella riflessione più intima sulla condizione, la possibilità e la ragion d’essere dell’uomo, così come si può comprendere dal sapere trasmessoci nel tempo dagli antichi, in numerose forme. La visione della scultura di Michelangelo tocca il cuore e ha una leggerezza e una delicatezza rare. Per me pittore, da subito, è emersa l’esigenza di cercare una pittura vitale e scultorea, e Michelangelo ne è stato grande maestro. Per cui il mio tentativo di pittura si rivolge alla visione di qualcosa che è altro dal visibile empirico, ma col quale è inseparabilmente intrecciato, è mescolato ad esso; la ricerca dell’essenziale della rappresentazione, come ambizione e fine, è legato alla ricerca di essenzialità nella vita e ne è conseguenza e speranza di conoscere. Crocifissione, umanità, mistero. È tutto in queste tre parole».
Informazioni utili
Lorenzo Puglisi | Davanti a Michelangelo. Crocifissione, umanità, mistero. Basilica di Santo Spirito, piazza santo spirito, 30 – Firenze. Orari: lunedì-sabato ore 10-12.45 e 15-17.45; domenica ore 11.30-13.15 e 15-17.45; mercoledì chiuso. Biglietto: 2,00 euro. Informazioni: tel. 055.210030. Sito web: www.basilicasantospirito.it. Fino al 1° novembre 2020.
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