Dieci anni dopo, l'inedito bookzine, che nel 2014 si è aggiudicato anche il prestigioso Compasso d'oro ADI per l'editoria di settore, continua a rappresentare una singolare voce «fuori dal coro» per chi si occupa di indagare la cultura del progetto nelle sue varie sfaccettature. «Tutto -raccontano, infatti, da Foscarini Spa - è progetto perché ogni opera – sia essa di design, di architettura, di fotografia, di arte in generale – nasce come dialogo tra un concetto e una forma. Tutto è ‘inventariabile’, perché niente – in quest’ottica di scambio reciproco tra le diverse manifestazioni del creare – ha maggiore o minore dignità. Tutto ha valore. Da tutto si può apprendere».
In questi giorni, «Inventario» esce nei migliori bookshop del mondo con il suo quindicesimo numero, ulteriore tappa di un viaggio elegantemente raffinato nel mondo, sempre in fermento, della creatività internazionale, analizzata e raccontata con sguardo attento e curioso.
A metà tra libro e magazine, con un format originale e indipendente, la pubblicazione continua anche con la nuova uscita a offrire contributi critici inediti, mantenendo sempre alta la qualità dei contenuti offerti, ma soprattutto garantendo la totale libertà nella ricerca, nei temi e negli approfondimenti proposti con una linea progettuale estremamente coerente e ricca di spunti.
Ancora oggi nel bookzine di Foscarini Spa si respira, dunque, quell’aria frizzante che lo portò a vincere il Compasso d'oro ADI per la capacità di «sintetizzare argomenti culturalmente elevati con leggerezza, illustrandoli con una forte identità visiva e qualità del prodotto editoriale».
Il nuovo numero è anche quello della festa del decennale, un anniversario importante che porta con sé ricordi e considerazioni: «Era il 2009 e volevamo rinnovare il nostro house organ – ricorda a tal proposito Carlo Urbinati, presidente di Foscarini Spa -. Gli incontri con Beppe Finessi e, a seguire, con l’editore Corraini e il grafico Artemio Croatto di Designwork hanno da subito acquisito l’energia di una valanga, che ci ha portato dal debutto di Inventario ad agosto 2010 fino al Compasso d’oro del 2014 assegnatoci per l’editoria di design. Ai contributori tutti va il nostro grazie riconoscente: per aver creato un bookzine di pensiero che, proponendo ‘inventari analitici’ di progetti, aspira a suscitare associazioni. Questo quindicesimo numero segna quindi anche il decennale di Inventario: il nostro augurio è che sia solo il primo».
Da sempre la pubblicazione, disponibile in italiano e inglese, non parla di Foscarini Spa, presente solo in apertura e chiusura attraverso l'interpretazione di fotografi internazionali, uno diverso per ogni numero, ma si fa portavoce dei valori dell’azienda, con la volontà di praticare i territori dell’innovazione e della ricerca, come è nello spirito della realtà veneta, con sede a Marcon, che da sempre fa della promozione culturale una delle sue cifre stilistiche, come provano la collaborazione con il Museo Poldi Pezzoli e con la Biennale di Venezia.
Le immagini che aprono e chiudono il numero quindici di «Inventario» sono di Valentina Sommariva, fotografa milanese che riflette nei suoi progetti, in particolare, sull'identità e sulla relazione tra persone, oggetti e ambiente.
La storia di copertina, a cura di Luca Cotini e con un testo di Stefano Salis, parla della classica matita di legno, «piccolo oggetto quotidiano, portatore sano di storie, aneddoti e meraviglie, che a saperle scovare riservano stupore e gratitudine», «bacchetta magica, piena di sogni, di evoluzioni, di linee, di idee».
Con testi brevi ed efficaci e un ricco corredo di fotografie, nelle sue più di ottanta pagine il nuovo volume prosegue con una sorta di reportage dal titolo «Rimbalzi», che porta lo stile del social Pinterest sulla carta. Beppe Finessi esplora i significati della relazione tra «pieno» e «vuoto», «visibile» e «invisibile» mettendo a confronto immagini come «4514 cm. di Cenerentola» (1997) di Laura Matei, «Pliant de voyage» (1916 / 1964) di Marcel Duchamp e «Le orecchie di Jasper Johns» (1966) di Michelangelo Pistoletto.
Le immagini che aprono e chiudono il numero quindici di «Inventario» sono di Valentina Sommariva, fotografa milanese che riflette nei suoi progetti, in particolare, sull'identità e sulla relazione tra persone, oggetti e ambiente.
La storia di copertina, a cura di Luca Cotini e con un testo di Stefano Salis, parla della classica matita di legno, «piccolo oggetto quotidiano, portatore sano di storie, aneddoti e meraviglie, che a saperle scovare riservano stupore e gratitudine», «bacchetta magica, piena di sogni, di evoluzioni, di linee, di idee».
Con testi brevi ed efficaci e un ricco corredo di fotografie, nelle sue più di ottanta pagine il nuovo volume prosegue con una sorta di reportage dal titolo «Rimbalzi», che porta lo stile del social Pinterest sulla carta. Beppe Finessi esplora i significati della relazione tra «pieno» e «vuoto», «visibile» e «invisibile» mettendo a confronto immagini come «4514 cm. di Cenerentola» (1997) di Laura Matei, «Pliant de voyage» (1916 / 1964) di Marcel Duchamp e «Le orecchie di Jasper Johns» (1966) di Michelangelo Pistoletto.
In «Accoppiamenti giudiziosi», Stefania Di Maria raccoglie, dunque, opere accomunate dal tema del no; mentre «Inventario per autori» propone un originale manuale di progettazione, con diciotto chiavi di lettura, che attraversa l’intera opera di Corrado Levi, architetto, artista, curatore, designer e collezionista, che ha sfidato e continua a sfidare le regole restrittive delle singole discipline, aprendo di volta in volta nuove possibilità espressive nella cultura contemporanea. A sua volta, Corrado Levi presenta attraverso i suoi «Perché» la «Seduta da bordo strada» di Lina Bo Bardi, realizzata nel 1967.
Dopo aver raccontato l’arancione e il verde negli scorsi numeri, la rubrica «Cromie» di Manolo De Giorgi si sofferma, ora, su opere, oggetti e spazi caratterizzati dal marrone, un colore – quello della terra, del legno e della pelle - che non passa da un’unica formula, ma che è frutto di varie alchimie. «Ci si arriva - si legge, infatti, su «Inventario» - da così tante strade! Posso mescolare l’arancio con il blu, combinare il verde con il rosso, aggiungere del giallo a del viola, o dosare un 40% di rosso con un 40% di blu e completarlo a volontà con del giallo per ottenere il tono più o meno profondo che desidero».
Proseguendo nella lettura, si trova la sezione «Normali meraviglie», firmata da Paolo Bocchie e con disegni di Marco Manini, dove oggetti comuni – dal cavatappi al campanello, dall’àncora alla mirrorball – vengono trasformati in «Anonimi poetici», astraendoli attraverso immagini e versi. In «Miti d’oggi», poi, Francesca Picchi racconta James Irvine, ripercorrendo le tappe del suo lavoro di designer; mentre le «Brevi note» di Giulio Iacchetti sono dedicate alla pipa, con una selezione di dodici modelli iconici.
In «Lezioni», Alberto Meda descrive la sua idea di industrial design attraverso alcuni dei progetti sviluppati nel corso della sua carriera. Mentre protagonista di «Temporalia» di Elisa Testori è lo scotch: materiale caro agli artisti contemporanei, lo scotch può diventare progetto e oggetto di attenzioni anche da parte di grafici e designer che se ne servono per modificare, per saldare, per coprire, per comporre, per giocare e lo ripensano. Gli «Altri sguardi» di Roberta Valtorta, infine, sono dedicati alle giostre e alla loro forza evocativa, tra viaggio, gioco, sogno.
Alla raccolta di «Inventario» si aggiunge così un nuovo numero da sfogliare, leggere, collezionare, per scoprire che «tutto è progetto», perché ogni cosa nasce da un’idea e dallo successivo studio per renderla realtà.
Dopo aver raccontato l’arancione e il verde negli scorsi numeri, la rubrica «Cromie» di Manolo De Giorgi si sofferma, ora, su opere, oggetti e spazi caratterizzati dal marrone, un colore – quello della terra, del legno e della pelle - che non passa da un’unica formula, ma che è frutto di varie alchimie. «Ci si arriva - si legge, infatti, su «Inventario» - da così tante strade! Posso mescolare l’arancio con il blu, combinare il verde con il rosso, aggiungere del giallo a del viola, o dosare un 40% di rosso con un 40% di blu e completarlo a volontà con del giallo per ottenere il tono più o meno profondo che desidero».
Proseguendo nella lettura, si trova la sezione «Normali meraviglie», firmata da Paolo Bocchie e con disegni di Marco Manini, dove oggetti comuni – dal cavatappi al campanello, dall’àncora alla mirrorball – vengono trasformati in «Anonimi poetici», astraendoli attraverso immagini e versi. In «Miti d’oggi», poi, Francesca Picchi racconta James Irvine, ripercorrendo le tappe del suo lavoro di designer; mentre le «Brevi note» di Giulio Iacchetti sono dedicate alla pipa, con una selezione di dodici modelli iconici.
In «Lezioni», Alberto Meda descrive la sua idea di industrial design attraverso alcuni dei progetti sviluppati nel corso della sua carriera. Mentre protagonista di «Temporalia» di Elisa Testori è lo scotch: materiale caro agli artisti contemporanei, lo scotch può diventare progetto e oggetto di attenzioni anche da parte di grafici e designer che se ne servono per modificare, per saldare, per coprire, per comporre, per giocare e lo ripensano. Gli «Altri sguardi» di Roberta Valtorta, infine, sono dedicati alle giostre e alla loro forza evocativa, tra viaggio, gioco, sogno.
Alla raccolta di «Inventario» si aggiunge così un nuovo numero da sfogliare, leggere, collezionare, per scoprire che «tutto è progetto», perché ogni cosa nasce da un’idea e dallo successivo studio per renderla realtà.
Informazioni utili
Inventario 15 | Tutto è progetto. ISBN: 9788875708801. Editore: Corraini, Mantova. Curatore: Beppe Finessi. Book Design: Designwork. Lingua: italiano e inglese. Rilegatura: brossura. Pagine: 160. Formato 21 x 27. Prima Edizione: 2020. Sito internet: https://www.foscarini.com/it/culture/inventario/