I rituali degli sciamani coreani si incontrano con le suggestioni della danza contemporanea. Succede a Venezia, sull’Isola di San Giorgio Maggiore, dove l’Istituto di studi musicali comparati presenta la prima assoluta dello spettacolo «The Bridging Colours. White», dal noto coreografo Cho Yong Min, direttore della piattaforma di danza A+M (Asia Movement), che vede in scena anche la compagnia Pyung-In e l’ensemble di musica tradizionale coreana Nol Eum Pane. L’appuntamento, fissato per le ore 19 di mercoledì 18 giugno, si inserisce nel programma del seminario «La performance musicale: un approccio comparato» (18-19 giugno), coordinato da Gianmario Borio e Giovanni Giuriati, con la collaborazione dell’Ahrc Research Center for Musical Performance as Creative Practice, diretto da John Rink all’Università di Cambridge.
In una combinazione di musica e danza tradizionale coreane, derivate dai rituali degli sciamani locali, e coreografie contemporanee di Yong Min Cho, lo spettacolo esplora la simbologia del colore bianco, primo dei cinque colori tradizionali coreani (bianco, nero, rosso, blu e giallo). Ciascun colore è legato a una particolare simbolica, a sua volta connessa alle cinque direzioni, agli elementi e molteplici altri valori. In particolare, il bianco è associato all’Occidente, al metallo, alla castità, alla verità, all’innocenza e alla morte.
Nella prima parte dello spettacolo, dedicata alla tradizione, tre danzatori accompagnati dal suono di strumenti tipici come lo aiaeng (cetra a sette corde), il daegeum (flauto traverso), lo janggu (tamburo a clessidra), lo jing (gong) e il taepyongso (oboe), svolgeranno un’azione coreografica rivolta alla convocazione di uno spirito (un’anima), alla ricerca di una possibile riconciliazione che preceda il congedo, e così il ripristino della pace.
Le coreografie Salpuri Chum, Gijun Chum e Gopuri condurranno alla seconda parte dello spettacolo, concepita come una compenetrazione di musica tradizionale e danza contemporanea, nella quale non ci si dedicherà soltanto allo spirito (l’anima), ma ad una più profonda comprensione dei sensi umani e dello spazio, attraverso i ritmi delicati e la profondità del movimento, ai quali faranno da accompagnamento le note dell’ensemble Nol Eum Pan.
Tutti gli abiti di scena sono stati prodotti da Re;Code, fashion design brand nato in Corea del Sud, con base a Seoul ed interamente prodotto in Corea. Il marchio, già noto, promuove lo sviluppo di network tra designer indipendenti, uniti dal desiderio di creare attraverso l’utilizzo di materiali di riciclo e a basso impatto ambientale, facendo dell’eco-sostenibilità la sua la filosofia. Realizzando capi dal design unico (prodotti da uno ad un massimo di venti pezzi per ogni modello) tramite materiali di scarto, la moda ed il semplice re cycling, Re;Code abbraccia un nuovo scopo: creare un ciclo di consumo che riduca gli sprechi, promuovendo così una cultura per la valorizzazione dell’ambiente.
L’evento, a ingresso gratuito fino ad esaurimento dei posti disponibili, si inserisce nel seminario «La performance musicale: un approccio comparato», che vedrà al tavolo dei relatori Marco Lutzu della Ca' Foscari di Venezia, John Rink dell'università di Cambride, Francesco Giannattasio della Sapienza di Roma e Ingrid Pustijanic dell'ateneo di Pavia.
Didascalie delle foto
[Fig.1] Johmm Yong Min, direttore della piattaforma di danza A+M (Asia Movement). Foto: Mauro Valle; [fig. 2] Abiti per lo spettacolo «The Bridging Colours. White»; [fig. 3] Ensemble di musica tradizionale coreana Nol Eum Pane.
Informazioni utili
«The Bridging Colours. White». Isola di San Giorgio Maggiore – Venezia. Mercoledì 18 giugno, ore 19.00. Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili. Informazioni: Istituto interculturale di studi musicali comparati, tel. 041.2710357, fax 041.5238540, musica.comparata@cini.it. Sito internet: www.cini.it.
ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com
martedì 17 giugno 2014
lunedì 16 giugno 2014
Venezia, a Palazzo Mocenigo i ventagli dell’hotel Metropole
Aprirlo con un movimento secco è arte; dischiuderlo con lentezza e sguardi maliziosi un esercizio di stile: il ventaglio è da sempre molto più di un semplice accessorio d’abbigliamento, è un modo per comunicare in maniera pudica e riservata i propri sentimenti. Con un semplice e vanitoso battito di stecche e di tessuto, si possono, infatti, raccontare bronci e sorrisi. Lo sapevano bene le donne della corte di Maria Antonietta di Francia o quelle dell’Inghilterra vittoriana che avevano un loro invisibile codice per parlare con l’amato: un ventaglio chiuso e appoggiato al cuore significava fedeltà, uno aperto e agitato con veemenza l’impossibilità di dare seguito a una passione.
A questo piccolo e frivolo accessorio femminile, inventato dagli antichi egizi e diffusosi in Europa tra il XVII e il XVIII secolo, è dedicata la nuova mostra che la Fondazione Musei civici di Venezia promuove per tutta estate negli spazi di Palazzo Mocenigo – Centro studi di storia del tessuto e del costume, edificio recentemente oggetto di un radicale intervento di restyling realizzato con il fondamentale apporto dell’architetto e scenografo di fama internazionale Pier Luigi Pizzi, in cui vengono fedelmente riproposte le suggestioni di un’abitazione nobiliare veneziana e l’evolversi delle tendenze della moda tessile.
Nel portico del museo è visibile, fino al prossimo 14 settembre, una straordinaria selezione di ventagli antichi provenienti dalla collezione privata dell’hotel Metropole, esercizio commerciale di proprietà dal 1968 della famiglia Beggiato, ubicato all’interno di uno dei più antichi palazzi della città, affacciato sulla Riva degli Schiavoni, a pochi passi da piazza San Marco. Lo stabile, che ebbe tra i suoi ospiti più illustri Sigmund Freud, Marcel Proust e Thomas Mann, appare, infatti, per la prima volta nel 1500 in una celebre pianta di Jacopo De Barbari. La sua notorietà è, poi, dovuta soprattutto alla permanenza tra le sue mura di Antonio Vivaldi, che qui impartì lezioni di musica e compose i suoi più celebri capolavori, tra cui i «Concerti», l’«Estro armonico» e le «Quattro stagioni».
Gli oggetti esposti a Palazzo Mocenigo sono complessivamente ventiquattro e sono esempi di un antiquariato di classe che attraversa i secoli e le mode; sono stati selezionati tra i pezzi solitamente in mostra nell’albergo veneziano, all’interno delle camere e su un intero piano dove la proprietà ha ricreato una stravagante Wunderkammer, nella quale sono visibili porta-biglietti da visita dell’800, trousse da sera della Belle Epoque, insoliti cavatappi, schiaccianoci e crocifissi.
La maestosa originalità dei ventagli vanta nondimeno un Étage a sé, con più di duecento pezzi: dipinti a mano, in pizzo, seta, tartaruga, madreperla, ma anche eclettici in piuma di struzzo, che ne rappresentano la collezione forse più stravagante.
Considerato soprattutto per uso aristocratico ed artistico, con immagini dipinte sia sulla pagina che sulle montature, questo accessorio ha rappresentato per lungo tempo un oggetto indispensabile per le dame della classe superiore che lo usavano come mezzo per proclamare il proprio status e la propria femminilità. Ma il ventaglio non è solo un manufatto vezzoso e bello da vedere, è anche una testimonianza di mode passate, un accessorio che parla un linguaggio d’altri tempi fatto di eleganza, ricercatezza e seduzione.
Per saperne di più
Apre a Venezia il museo più profumato d’Italia
Informazioni utili
Ventagli. Collezione Hotel Metropole. Palazzo Mocenigo - Centro studi di storia del tessuto e del costume, Santa Croce, 1992 - Venezia. Orari: martedì-domenica, ore 10.00–17.00 (la biglietteria chiude mezz'ora prima, alle ore 16.30); chiuso lunedì. Ingresso: intero € 8,00; ridotto € 5,50. Informazioni: call center 848082000 (dall’Italia), + 3904142730892 (dall’estero). Sito internet: mocenigo.visitmuve.it. Fino al 14 settembre 2014.
A questo piccolo e frivolo accessorio femminile, inventato dagli antichi egizi e diffusosi in Europa tra il XVII e il XVIII secolo, è dedicata la nuova mostra che la Fondazione Musei civici di Venezia promuove per tutta estate negli spazi di Palazzo Mocenigo – Centro studi di storia del tessuto e del costume, edificio recentemente oggetto di un radicale intervento di restyling realizzato con il fondamentale apporto dell’architetto e scenografo di fama internazionale Pier Luigi Pizzi, in cui vengono fedelmente riproposte le suggestioni di un’abitazione nobiliare veneziana e l’evolversi delle tendenze della moda tessile.
Nel portico del museo è visibile, fino al prossimo 14 settembre, una straordinaria selezione di ventagli antichi provenienti dalla collezione privata dell’hotel Metropole, esercizio commerciale di proprietà dal 1968 della famiglia Beggiato, ubicato all’interno di uno dei più antichi palazzi della città, affacciato sulla Riva degli Schiavoni, a pochi passi da piazza San Marco. Lo stabile, che ebbe tra i suoi ospiti più illustri Sigmund Freud, Marcel Proust e Thomas Mann, appare, infatti, per la prima volta nel 1500 in una celebre pianta di Jacopo De Barbari. La sua notorietà è, poi, dovuta soprattutto alla permanenza tra le sue mura di Antonio Vivaldi, che qui impartì lezioni di musica e compose i suoi più celebri capolavori, tra cui i «Concerti», l’«Estro armonico» e le «Quattro stagioni».
Gli oggetti esposti a Palazzo Mocenigo sono complessivamente ventiquattro e sono esempi di un antiquariato di classe che attraversa i secoli e le mode; sono stati selezionati tra i pezzi solitamente in mostra nell’albergo veneziano, all’interno delle camere e su un intero piano dove la proprietà ha ricreato una stravagante Wunderkammer, nella quale sono visibili porta-biglietti da visita dell’800, trousse da sera della Belle Epoque, insoliti cavatappi, schiaccianoci e crocifissi.
La maestosa originalità dei ventagli vanta nondimeno un Étage a sé, con più di duecento pezzi: dipinti a mano, in pizzo, seta, tartaruga, madreperla, ma anche eclettici in piuma di struzzo, che ne rappresentano la collezione forse più stravagante.
Considerato soprattutto per uso aristocratico ed artistico, con immagini dipinte sia sulla pagina che sulle montature, questo accessorio ha rappresentato per lungo tempo un oggetto indispensabile per le dame della classe superiore che lo usavano come mezzo per proclamare il proprio status e la propria femminilità. Ma il ventaglio non è solo un manufatto vezzoso e bello da vedere, è anche una testimonianza di mode passate, un accessorio che parla un linguaggio d’altri tempi fatto di eleganza, ricercatezza e seduzione.
Per saperne di più
Apre a Venezia il museo più profumato d’Italia
Informazioni utili
Ventagli. Collezione Hotel Metropole. Palazzo Mocenigo - Centro studi di storia del tessuto e del costume, Santa Croce, 1992 - Venezia. Orari: martedì-domenica, ore 10.00–17.00 (la biglietteria chiude mezz'ora prima, alle ore 16.30); chiuso lunedì. Ingresso: intero € 8,00; ridotto € 5,50. Informazioni: call center 848082000 (dall’Italia), + 3904142730892 (dall’estero). Sito internet: mocenigo.visitmuve.it. Fino al 14 settembre 2014.
venerdì 13 giugno 2014
«Di fiore in foglio», a villa Carlotta va in scena la pittura botanica di Angela Petrini
Non c‘è cornice migliore di villa Carlotta, dimora del tardo Seicento affacciata sul lago di Como e nota per il suo vasto parco con una stupefacente fioritura primaverile di rododendri e di azalee in oltre centocinquanta varietà, per la mostra di pittura botanica contemporanea «Di fiore in foglio».
L’esposizione, in programma da venerdì 13 a domenica 29 giugno, allinea quaranta tavole di Angela Petrini, realizzate con la tecnica dell’acquerello. Si tratta di opere frutto di un’attenta osservazione scientifica ed esito eccellente di una pratica artistica lunga e faticosa, ma necessaria a rendere i colori, le trasparenze e le innumerevoli consistenze dei tessuti vegetali.
Accanto a ritratti di fiori e piante noti, ricorrenti nei nostri giardini e boschi, è presente lungo il percorso espositivo una serie di tavole sugli alberi esotici fioriferi d’Italia, recentemente premiata con la Silver Gilt Medal dalla Royal Horticultural Society, all’ultima edizione dell’RHS Orchid & Botanical Art Show di Londra. In questi disegni, che hanno nel visitatore un impatto simile a quello di un’immagine fotografica tanto è dettagliato il soggetto raffigurato, sono impressi sulla carta elementi vegetali presenti in prestigiosi e storici orti e giardini botanici del nostro Paese come quelli di Padova, Palermo e Torino.
Perfezione stilistica e attenzione per i dettagli, ovvero rigore scientifico, si uniscono, dunque, al gusto del bello e alla dedizione nei confronti della natura in questa mostra che permette al pubblico di venire a conoscenza di un’arte nuova e poco diffusa, seppur di antiche origini, come quella della pittura botanica, da sempre a servizio della scienza e degli appassionati del mondo vegetale.
L’artista novarese Angela Petrini, presidente dell’associazione pittori botanici «Floraviva» e Associated Member della britannica «Society of Botanical Artists» (dove ha ottenuto il diploma con lode), si dedica da molto tempo a raccontare le bellezza della natura, ritraendo le piante dal vero, in grandezza naturale e in modo scientifico. Un lungo lavoro, il suo, che non è mai semplice riproduzione perché la realizzazione di un disegno dura mesi, il fiore ritratto un giorno. Quelle in mostra sono, infatti, copie eseguite ad vivum, dove il risultato finale è una sintesi delle peculiarità di una specie che l’artista ha visto mutare giorno dopo giorno, ora dopo ora, cogliendone l’essenza.
Protagonisti dell’esposizione, quindi, l’arte e la scienza, il senso estetico e l’interesse botanico, con un messaggio profondamente attuale: i disegni vogliono ricordare allo spettatore la ricchezza e la varietà del nostro ambiente, stimolando il desiderio di salvaguardarlo. «In questo scenario, la divulgazione di una corretta cultura naturalistica, di cui l’immagine botanica è espressione eloquente e mezzo efficace per risvegliare uno stupore nuovo per la terra, diventa -si legge nella nota stampa- fondamentale per attuare una profonda riflessione sulla bellezza e infinita sapienza della natura».
In occasione della mostra si consiglia, inoltre, di visitare la villa, meta privilegiata di turisti provenienti da tutto il mondo che ne ammirano il patrimonio floreale e quello artistico nel quale sono annoverate, tra l'altro, opere di Antonio Canova eFrancesco Hayez . In un itinerario tra antichi esemplari di camelie, cedri e sequoie secolari, platani immensi e essenze esotiche, è nel parco della dimora che si susseguono gli incontri più sorprendenti: il giardino roccioso, la valle delle felci, il bosco dei rododendri, il giardino dei bambù, il museo degli attrezzi agricoli e straordinari scorci che ben giustificano la fama di questo luogo, fin dall'Ottocento considerato «un angolo di paradiso».
Informazioni utili
«Di fiore in foglio», mostra personale di Angela Petrini. Villa Carlotta, via Regina, 2 - Tremezzo (Como). Orari: 9.00-19.30 (la biglietteria chiude alle ore 18.00, il museo alle ore 18.30). Ingresso (museo, mostra e parco botanico): intero € 9,00, over 65 € 7,00, studenti € 5,00, bambini (dagli 0 aio 5 anni) gratuito. Servizi: Bar-caffetteria; Spazio pic-nic; Book-shop, ascensore interno e esterno. Informazioni: tel. (+39)0344.40405 o segreteria@villacarlotta.it. Sito internet: www.villacarlotta.it. Dal 13 al 29 giugno 2014.
L’esposizione, in programma da venerdì 13 a domenica 29 giugno, allinea quaranta tavole di Angela Petrini, realizzate con la tecnica dell’acquerello. Si tratta di opere frutto di un’attenta osservazione scientifica ed esito eccellente di una pratica artistica lunga e faticosa, ma necessaria a rendere i colori, le trasparenze e le innumerevoli consistenze dei tessuti vegetali.
Accanto a ritratti di fiori e piante noti, ricorrenti nei nostri giardini e boschi, è presente lungo il percorso espositivo una serie di tavole sugli alberi esotici fioriferi d’Italia, recentemente premiata con la Silver Gilt Medal dalla Royal Horticultural Society, all’ultima edizione dell’RHS Orchid & Botanical Art Show di Londra. In questi disegni, che hanno nel visitatore un impatto simile a quello di un’immagine fotografica tanto è dettagliato il soggetto raffigurato, sono impressi sulla carta elementi vegetali presenti in prestigiosi e storici orti e giardini botanici del nostro Paese come quelli di Padova, Palermo e Torino.
Perfezione stilistica e attenzione per i dettagli, ovvero rigore scientifico, si uniscono, dunque, al gusto del bello e alla dedizione nei confronti della natura in questa mostra che permette al pubblico di venire a conoscenza di un’arte nuova e poco diffusa, seppur di antiche origini, come quella della pittura botanica, da sempre a servizio della scienza e degli appassionati del mondo vegetale.
L’artista novarese Angela Petrini, presidente dell’associazione pittori botanici «Floraviva» e Associated Member della britannica «Society of Botanical Artists» (dove ha ottenuto il diploma con lode), si dedica da molto tempo a raccontare le bellezza della natura, ritraendo le piante dal vero, in grandezza naturale e in modo scientifico. Un lungo lavoro, il suo, che non è mai semplice riproduzione perché la realizzazione di un disegno dura mesi, il fiore ritratto un giorno. Quelle in mostra sono, infatti, copie eseguite ad vivum, dove il risultato finale è una sintesi delle peculiarità di una specie che l’artista ha visto mutare giorno dopo giorno, ora dopo ora, cogliendone l’essenza.
Protagonisti dell’esposizione, quindi, l’arte e la scienza, il senso estetico e l’interesse botanico, con un messaggio profondamente attuale: i disegni vogliono ricordare allo spettatore la ricchezza e la varietà del nostro ambiente, stimolando il desiderio di salvaguardarlo. «In questo scenario, la divulgazione di una corretta cultura naturalistica, di cui l’immagine botanica è espressione eloquente e mezzo efficace per risvegliare uno stupore nuovo per la terra, diventa -si legge nella nota stampa- fondamentale per attuare una profonda riflessione sulla bellezza e infinita sapienza della natura».
In occasione della mostra si consiglia, inoltre, di visitare la villa, meta privilegiata di turisti provenienti da tutto il mondo che ne ammirano il patrimonio floreale e quello artistico nel quale sono annoverate, tra l'altro, opere di Antonio Canova e
Informazioni utili
«Di fiore in foglio», mostra personale di Angela Petrini. Villa Carlotta, via Regina, 2 - Tremezzo (Como). Orari: 9.00-19.30 (la biglietteria chiude alle ore 18.00, il museo alle ore 18.30). Ingresso (museo, mostra e parco botanico): intero € 9,00, over 65 € 7,00, studenti € 5,00, bambini (dagli 0 aio 5 anni) gratuito. Servizi: Bar-caffetteria; Spazio pic-nic; Book-shop, ascensore interno e esterno. Informazioni: tel. (+39)0344.40405 o segreteria@villacarlotta.it. Sito internet: www.villacarlotta.it. Dal 13 al 29 giugno 2014.
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