Settanta opere esposte per un viaggio in quattrocento anni di storia: si potrebbe riassumere così la mostra «Nel segno dei Savoia. Cherasco fortezza diplomatica», curata da Daniela Biancolini, già direttore del Palazzo Reale di Torino, con Flavio Russo, storico e studioso di Cherasco e del suo territorio.
L’esposizione, allestita fino al 16 ottobre a Palazzo Salmatoris, si articola in dodici sale ed è distribuita su oltre 340 metri quadrati che ricostruiscono, seguendo un ordine cronologico dinastico, la storia di tutti i sovrani sabaudi a partire da Emanuele Filiberto, che nel 1563 trasferì la capitale del Ducato da Chambery «al di qua delle Alpi», per terminare con alcuni degli eventi che accompagnarono il trasferimento della Capitale, ormai divenuta italiana, prima a Firenze e poi a Roma.
Ciascuna sala accosta ai ritratti dei sovrani e delle rispettive consorti, in tutto una trentina di opere, documenti e opere che ricostruiscono la storia sociale, economica e politica della città e del suo territorio, raccontando anche eventi come la realizzazione del Canale Sarmassa o la costruzione delle mura cittadine.
Cuore della mostra è il momento della firma del Trattato di pace di Cherasco del 1631 con l’esposizione dell’originale custodito nell’Archivio di Stato di Torino. Grande rilevanza è riservata, inoltre, al passaggio della Santa Sindone nel Gabinetto del Silenzio, in occasione del grande assedio di Torino del 1706, documentato attraverso i rotoli originali sui quali era avvolto il Santo Sudario, prestati dal Museo della Sindone di Torino.
Il percorso prosegue con le sale dedicate a Vittorio Amedeo III, alla firma del Trattato del 1796 con Napoleone Bonaparte e all’inizio dell’esilio della famiglia regnante. Seguono una sala dedicata alla Restaurazione e una, al primo piano, a Carlo Alberto e all’apporto delle famiglie nobili alla causa risorgimentale. La mostra, come già scritto, si conclude al piano terreno con la sala dedicata al Regno d’Italia con documenti sul controllo del Canale Sarmassa, nonché fotografie e lettere che testimoniano la presenza dei sovrani sul territorio.
Tra i prestatori importanti di questa mostra, il cui allestimento è curato da Giovanni Fornaca, ci sono il Castello di Racconigi, il Museo diocesano di Alba, il Museo Adriani, l’Archivio storico della Città di Cherasco, il Consorzio Irriguo Canale Sarmassa, oltre ad alcuni collezionisti privati.
L’intero percorso espositivo, di cui rimarrà documentazione in un catalogo curato da Laura Facchin, concorre a spiegare come diversi elementi, come la posizione geografica, il tessuto viario, le chiese e i sontuosi palazzi nobiliari, le confraternite, le canalizzazioni e le grandi mura di difesa abbiano permesso a Cherasco di essere protagonista e testimone di grandi momenti della Storia, accompagnando le vicende di oltre mezzo millennio di una delle più longeve dinastie d’Europa. All’interno delle sue mura e nello spazio raffinato dei suoi palazzi, Cherasco ha ospitato molti personaggi importanti fra cui sovrani, diplomatici e avventurieri avvolti nel mistero.
Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Ritratto di Carlo Emanuele II,1665-1675; [fig. 2] Ritratto di Cristina di Francia, metà Seicento
Informazioni utili
«Nel segno dei Savoia. Cherasco fortezza diplomatica». Palazzo Salmatoris, via Vittorio Emanuele, 29 - 12062 Cherasco (Cuneo). Orari: martedì-domenica, ore 10.00-12.00 e ore 14.00-19.00. Ingresso gratuito. Informazioni e prenotazioni attività: tel. 011.5211788 o prenotazioni@arteintorino.com. Sito web: www.nelsegnodeisavoia.com. Fino al 16 ottobre 2016.
ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com
martedì 4 ottobre 2016
mercoledì 28 settembre 2016
«Le forme dell’arte», appuntamenti per le famiglie alla collezione Peggy Guggenheim
Sette forme d’arte, sette differenti luoghi, sette attività didattiche per famiglie a Venezia. Si imparerà a progettare e costruire, ma anche a comporre una melodia, si studieranno i segreti dei grandi chef-pasticceri in chiave pop, e si andrà allo scoperta delle sculture più curiose e innovative della collezione di Peggy Guggenheim. E ancora, si indagheranno tecniche e strumenti per ricostruire la storia della nascita della stampa, si imparerà a dipingere su una tela e si scoprirà l'antichissima arte della fabbricazione della carta. Tutto questo sarà reso possibile grazie al nuovo ciclo di attività che la Collezione Peggy Guggenheim propone alle famiglie socie della Family Card. Con l’autunno alle porte e la ripresa dell’anno scolastico, quale occasione migliore per associarsi al museo con i propri figli e approfittare di questo ricchissimo calendario di appuntamenti.
Al via dall’1° ottobre «BeFamily: Le forme dell’arte», una serie di originalissimi appuntamenti, che si svolgeranno dentro e fuori al museo, un sabato al mese, fino ad aprile 2017, e che coinvolgeranno tutta la famiglia al gran completo. Grazie al supporto di Garage San Marco Spa, che ormai da anni sostiene con entusiasmo numerose attività della collezione, credendo nell'arte come cardine della formazione e della crescita intellettuale di adulti e bambini, «BeFamily: Le forme dell’arte» permetterà ai partecipanti di rapportarsi con diverse discipline artistiche, e al contempo con differenti realtà cittadine, che stimoleranno la loro curiosità, creatività e interesse.
Si comincerà con il laboratorio sull’architettura «Creare, costruire, inventare progettare!» alla Biennale di Venezia, ispirato a uno dei progetti esposti nella mostra curata da Alejandro Aravena, per passare poi, a novembre, a Palazzetto Bru Zane che propone il workshop di composizione musicale a partire dall’ascolto del «Carnevale degli Animali» di Camille Saint-Saëns.
A dicembre tutti all’Hotel Europa & Regina per il golosissimo appuntamento con «Alta cucina», laboratorio con chef-pasticceri ispirato alle ricette del libro «Wild Raspberries», illustrato dall’artista pop Andy Warhol.
Seguiranno nei mesi successivi, «C’era una volta il libro», incontro alla scoperta delle antiche tecniche di stampa presso la Bottega del Tintoretto, «Piccole tele per forme e colori», workshop sul colore che si svolgerà nello studio dell’artista argentina Carolina Antich, nonché «La carta la faccio io! », laboratorio dedicato alla fabbricazione della carta, che si terrà al Chiostro dei Ss. Cosma e Damiano alla Giudecca.. Immancabile, a gennaio, l’appuntamento a casa di Peggy, curato dal dipartimento didattico del museo: «Che volume! Scultura alla Collezione Peggy Guggenheim». L’incontro porterà alla scoperta delle sculture più originali e insolite collezionate da Peggy. Le suggestioni del percorso diventeranno gli spunti per un laboratorio durante il quale ciascun bambino diventerà scultore per un giorno.
Il ciclo «BeFamily: Le forme dell’arte» è riservato ai Soci Family Card della Collezione Peggy Guggenheim che, grazie al sostegno di Garage San Marco, possono partecipare versando una quota minima: 3 euro i bambini, 5 euro gli adulti.
Informazioni utili
Collezione Peggy Guggenheim - Palazzo Venier dei Leoni, Dorsoduro 701 - Venezia. Orari: 10.00-18.00; chiuso il martedì. Ingresso: intero € 10.00; ridotto € 8.00; studenti € 5.00; gratuito 0-10 anni. Informazioni: tel. 041.2405429/412/440, e-mail: membership@guggenheim-venice.it. Sito web: www.guggenheim-venice.it.
Al via dall’1° ottobre «BeFamily: Le forme dell’arte», una serie di originalissimi appuntamenti, che si svolgeranno dentro e fuori al museo, un sabato al mese, fino ad aprile 2017, e che coinvolgeranno tutta la famiglia al gran completo. Grazie al supporto di Garage San Marco Spa, che ormai da anni sostiene con entusiasmo numerose attività della collezione, credendo nell'arte come cardine della formazione e della crescita intellettuale di adulti e bambini, «BeFamily: Le forme dell’arte» permetterà ai partecipanti di rapportarsi con diverse discipline artistiche, e al contempo con differenti realtà cittadine, che stimoleranno la loro curiosità, creatività e interesse.
Si comincerà con il laboratorio sull’architettura «Creare, costruire, inventare progettare!» alla Biennale di Venezia, ispirato a uno dei progetti esposti nella mostra curata da Alejandro Aravena, per passare poi, a novembre, a Palazzetto Bru Zane che propone il workshop di composizione musicale a partire dall’ascolto del «Carnevale degli Animali» di Camille Saint-Saëns.
A dicembre tutti all’Hotel Europa & Regina per il golosissimo appuntamento con «Alta cucina», laboratorio con chef-pasticceri ispirato alle ricette del libro «Wild Raspberries», illustrato dall’artista pop Andy Warhol.
Seguiranno nei mesi successivi, «C’era una volta il libro», incontro alla scoperta delle antiche tecniche di stampa presso la Bottega del Tintoretto, «Piccole tele per forme e colori», workshop sul colore che si svolgerà nello studio dell’artista argentina Carolina Antich, nonché «La carta la faccio io! », laboratorio dedicato alla fabbricazione della carta, che si terrà al Chiostro dei Ss. Cosma e Damiano alla Giudecca.. Immancabile, a gennaio, l’appuntamento a casa di Peggy, curato dal dipartimento didattico del museo: «Che volume! Scultura alla Collezione Peggy Guggenheim». L’incontro porterà alla scoperta delle sculture più originali e insolite collezionate da Peggy. Le suggestioni del percorso diventeranno gli spunti per un laboratorio durante il quale ciascun bambino diventerà scultore per un giorno.
Il ciclo «BeFamily: Le forme dell’arte» è riservato ai Soci Family Card della Collezione Peggy Guggenheim che, grazie al sostegno di Garage San Marco, possono partecipare versando una quota minima: 3 euro i bambini, 5 euro gli adulti.
Informazioni utili
Collezione Peggy Guggenheim - Palazzo Venier dei Leoni, Dorsoduro 701 - Venezia. Orari: 10.00-18.00; chiuso il martedì. Ingresso: intero € 10.00; ridotto € 8.00; studenti € 5.00; gratuito 0-10 anni. Informazioni: tel. 041.2405429/412/440, e-mail: membership@guggenheim-venice.it. Sito web: www.guggenheim-venice.it.
sabato 30 luglio 2016
Estate 2016, da Marylin a Barbie: in mostra le grandi icone del Novecento
Le abitudini degli italiani stanno cambiando. L’estate non scatena più la fuga generale dai grandi centri urbani e sono molte le persone che, alle spiagge assolate e al refrigerio delle montagne, preferiscono le città d’arte. Sono, poi, tanti anche quelli che, complice la vacanza e i viaggi, decidono di regalarsi qualche ora di serenità e di bellezza nella quiete di un museo, lontano dal vicino d’ombrellone un po’ troppo rumoroso o perché stanchi delle camminate tra la natura incontaminata. Ecco così che sono molte le mostre italiane che rimarranno aperte anche il giorno di ferragosto. Tra queste c'è la rassegna che Torino dedica al mito di Marilyn Monroe, icona senza tempo di bellezza e sensualità della quale Palazzo Madama commemora il novantesimo anniversario dalla nascita con l'esposizione di centocinquanta oggetti personali, molti dei quali provenienti dalla sua casa di 5th Helena Drive in Brentwood e facenti parte della collezione di Ted Stampfer.
Vestiti, accessori, articoli di bellezza, documenti, lettere, appunti su quaderni, contratti cinematografici, oggetti di scena come il famoso abito bianco del film «Quando la moglie è in vacanza», spezzoni di film e una selezione delle meravigliose fotografie scattate, tra gli altri, da Milton Greene, Alfred Eisenstaedt, George Barris e Bernt Stern ricostruiscono la storia della diva americana. Il pubblico viene così a conoscere il volto più intimo di Marilyn: la determinazione con cui ha costruito il suo personaggio pubblico, la fragilità insospettabile, ma anche la forza con cui affermava il suo potere contrattuale con le case di produzione.
Torino celebra, in questi mesi estivi, anche un’altra icona senza tempo: i Beatles. Il Mao – Museo d’arte orientale propone la mostra «Nothing is real», per la curatela di Luca Beatrice, che racconta il rapporto tra i quattro musicisti di Liverpool e l’Oriente, da loro scoperto nel 1968, durante un viaggio in India. Centinaia di oggetti provenienti da diversi ambiti e linguaggi dialogano con opere d’arte contemporanea in un ambiente ricco di stoffe, profumi e suoni.
Accanto a memorabilia beatlesiani si ritrovano esposte le fotografie indiane di Italo Bertolasi e di Pattie Boyd, le ceramiche tantriche di Ettore Sottsass, opere d'arte di Alighiero Boetti, Aldo Mondino, Luigi Ontani e Francesco Clemente, oltre a guide, mappe e manuali di viaggio utili a raggiungere l’India senza soldi e alle prime edizioni di libri storici, come «Siddharta», «Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta», «La lunga strada per Katmandu».
Rende omaggio a un’icona del Novecento anche la mostra estiva dell’Amo – Arena Museo Opera di Verona, prima tappa di un tour mondiale che toccherà Atene, New York, Parigi e Città del Messico. Sotto i riflettori vi sono la straordinaria carriera artistica e la vita di Maria Callas, anzi di Anna Maria Cecilia Sophia Kalogeropoulous, raccontate attraverso oltre duecento reperti tra filmati d’epoca, interviste, foto e oggetti appartenuti all’artista, in un percorso valorizzato dall’ascolto di arie liriche come la celebre «Vissi d’arte» e la cavatina di Rosina nel «Barbiere di Siviglia».
Dalla musica lirica si passa a quella pop con la mostra che il Mambo di Bologna dedica a David Bowie, unica tappa italiana di un tour mondiale che ha già toccato Chicago, San Paolo, Toronto, Parigi, Berlino, Melbourne e Groningen.
Il percorso espositivo, curato da Victoria Broackes e Geoffrey Marsh del Victoria & Albert Museum, si sviluppa attraverso contenuti multimediali che conducono il visitatore all’interno del processo creativo del Duca Bianco e descrivono come il suo lavoro abbia canalizzato i più ampi movimenti nell’ambito dell’arte, del design, del teatro e della cultura contemporanea.
Tra i pezzi esposti si segnalano l'outfit originale di «Ziggy Stardust» (1972) disegnato da Freddie Burretti, la tuta a righe di Kansai Yamamoto per il tour di Aladdin Sane (1973) e il cappotto Union Jack realizzato da Alexander McQueen per la copertina dell’album «Earthling» (1997), vere e proprie preziosità che si vanno ad aggiungere ai modellini delle prime scenografie, ai poster grafici e alle foto di grandi nomi come Helmut Newton e Terry O’Neill.
In contemporanea con il Vittoriano di Roma e il Louvre di Parigi, Bologna celebra questa estate anche il mito di Barbie, molto di più di una bambola, una vera e propria icona globale che dal giorno del suo debutto, cinquantasette anni fa, è riuscita ad abbattere ogni frontiera linguistica, culturale, sociologica e antropologica, diventando uno dei giocattoli preferiti di tante bambine di tutto il mondo. Barbie è andata sulla luna, è diventata ambasciatrice Unicef, ha indossato un miliardo di abiti per 980 milioni di metri di stoffa e soprattutto si è trasformata con il passare delle mode. Da Moschino a Ferrè, da Versace a Dior, da Gucci a Calvin Klein, da Vivienne Westwood a Prada, fino a The Blonds e Louboutin: sono molti gli stilisti che hanno vestito la bambola della Mattel. Da Elizabeth Taylor a Audrey Hepburn, Grace Kelly e Marilyn Monroe sono altrettanto numerose le dive del cinema con le quali lo stile di Barbie si è confrontato.
Didascalie delle immagini
[fig. 1] Marilyn Monroe’s in una foto di Milton Greene. Copyright Ted Stampfer; [fig. 2] Cover di Lp: Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band,1967, Parlophone, Capitol Records, Emi,Uk; [fig. 3] Jerry Tiffany, Ritratto fotografico di Maria Callas, New York, 1958. Collezione Ilario Tamassia; [fig. 4] Cecil Beaton, Maria Callas, 1956. © Camera Press / Contrasto; [figg. 5] «David Bowie is» al Mambo di Bologna. Veduta della mostra; [fig. 6] Barbie, modello Superstar, 1977 © Mattel Inc.;
Informazioni utili
Marilyn Monroe. La donna oltre il mito. Palazzo Madama, piazza Castello - Torino. Orari: tutti i giorni, ore 11.00-19.00; chiuso il martedì; la biglietteria chiude un'ora prima. Ingresso: intero € 10,00, ridotto € 8,00, gratuito per i ragazzi fino ai 6 anni e per le altre categorie previste dalla legge; scuole € 5,00. Informazioni: tel. 011.4433501. Sito internet: www.palazzomadamatorino.it. Fino al 19 settembre 2016.
Nothing is real. Quando i Beatles incontrarono l'Oriente. Mao - Museo d'arte orientale, via San Domenico, 11 - Torino. Orari: tutti i giorni, ore 11.00-19.00; chiuso il lunedì; la biglietteria chiude un'ora prima. Ingresso: intero € 10,00, ridotto € 8,00, gratuito fino ai 5 anni compiuti e abbonati Musei Torino Piemonte e Torino + Piemonte Card. Informazioni: tel. 011.4436927-8. Sito internet: www.maotorino.it. Fino al 2 ottobre 2016.
Maria Callas. The Exhibition. Amo - Palazzo Forti,via Massalongo, 7 - Verona. Orari: lunedì, ore 14.30 – 19.30; martedì-domenica, ore 9.30 – 19.30 (il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura). Ingresso: intero € 13,00, ridotto € 11,00, gruppo € 10,00, ridotto scuole € 5,00 o € 3,00. Informazioni e prenotazioni: gruppi, tel. 045.8003524; singoli, tel. 848002008 e prenotazioni@mostracallas.it. Fino al 18 settembre 2016.
David Bowie Is. Mambo, via Don Giovanni Minzoni, 14 – Bologna. martedì-domenica e festivi, ore 10.00 - 19.00; giovedì, ore 10.00-23.00; chiuso il lunedì. Ingresso: http://www.vivaticket.it/ita/event/david-bowie-is/83123?idt=1732. Informazioni: tel. 051.6496611 o info@mambo-bologna.org. Sito internet: http://davidbowieis.it/. fino al 13 novembre 2016.
Barbie. The icon. Palazzo Albergati, via Saragozza, 28 - Bologna. Orari: tutti i giorni, ore 10.00-20.00; la biglietteria chiude un'ora prima. Ingresso: intero € 13,00, ridotto € 11,00, ridotto universitari € 8,00, ridotto bambini e scuole € 5,00. Informazioni e prenotazioni: tel. 051.0301015 o www.ticket24ore.it/barbie. sito internet: www.palazzoalbergati.com. Fino al 2 ottobre 2016.
Vestiti, accessori, articoli di bellezza, documenti, lettere, appunti su quaderni, contratti cinematografici, oggetti di scena come il famoso abito bianco del film «Quando la moglie è in vacanza», spezzoni di film e una selezione delle meravigliose fotografie scattate, tra gli altri, da Milton Greene, Alfred Eisenstaedt, George Barris e Bernt Stern ricostruiscono la storia della diva americana. Il pubblico viene così a conoscere il volto più intimo di Marilyn: la determinazione con cui ha costruito il suo personaggio pubblico, la fragilità insospettabile, ma anche la forza con cui affermava il suo potere contrattuale con le case di produzione.
Torino celebra, in questi mesi estivi, anche un’altra icona senza tempo: i Beatles. Il Mao – Museo d’arte orientale propone la mostra «Nothing is real», per la curatela di Luca Beatrice, che racconta il rapporto tra i quattro musicisti di Liverpool e l’Oriente, da loro scoperto nel 1968, durante un viaggio in India. Centinaia di oggetti provenienti da diversi ambiti e linguaggi dialogano con opere d’arte contemporanea in un ambiente ricco di stoffe, profumi e suoni.
Accanto a memorabilia beatlesiani si ritrovano esposte le fotografie indiane di Italo Bertolasi e di Pattie Boyd, le ceramiche tantriche di Ettore Sottsass, opere d'arte di Alighiero Boetti, Aldo Mondino, Luigi Ontani e Francesco Clemente, oltre a guide, mappe e manuali di viaggio utili a raggiungere l’India senza soldi e alle prime edizioni di libri storici, come «Siddharta», «Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta», «La lunga strada per Katmandu».

Dalla musica lirica si passa a quella pop con la mostra che il Mambo di Bologna dedica a David Bowie, unica tappa italiana di un tour mondiale che ha già toccato Chicago, San Paolo, Toronto, Parigi, Berlino, Melbourne e Groningen.
Il percorso espositivo, curato da Victoria Broackes e Geoffrey Marsh del Victoria & Albert Museum, si sviluppa attraverso contenuti multimediali che conducono il visitatore all’interno del processo creativo del Duca Bianco e descrivono come il suo lavoro abbia canalizzato i più ampi movimenti nell’ambito dell’arte, del design, del teatro e della cultura contemporanea.
Tra i pezzi esposti si segnalano l'outfit originale di «Ziggy Stardust» (1972) disegnato da Freddie Burretti, la tuta a righe di Kansai Yamamoto per il tour di Aladdin Sane (1973) e il cappotto Union Jack realizzato da Alexander McQueen per la copertina dell’album «Earthling» (1997), vere e proprie preziosità che si vanno ad aggiungere ai modellini delle prime scenografie, ai poster grafici e alle foto di grandi nomi come Helmut Newton e Terry O’Neill.

Didascalie delle immagini
[fig. 1] Marilyn Monroe’s in una foto di Milton Greene. Copyright Ted Stampfer; [fig. 2] Cover di Lp: Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band,1967, Parlophone, Capitol Records, Emi,Uk; [fig. 3] Jerry Tiffany, Ritratto fotografico di Maria Callas, New York, 1958. Collezione Ilario Tamassia; [fig. 4] Cecil Beaton, Maria Callas, 1956. © Camera Press / Contrasto; [figg. 5] «David Bowie is» al Mambo di Bologna. Veduta della mostra; [fig. 6] Barbie, modello Superstar, 1977 © Mattel Inc.;
Informazioni utili
Nothing is real. Quando i Beatles incontrarono l'Oriente. Mao - Museo d'arte orientale, via San Domenico, 11 - Torino. Orari: tutti i giorni, ore 11.00-19.00; chiuso il lunedì; la biglietteria chiude un'ora prima. Ingresso: intero € 10,00, ridotto € 8,00, gratuito fino ai 5 anni compiuti e abbonati Musei Torino Piemonte e Torino + Piemonte Card. Informazioni: tel. 011.4436927-8. Sito internet: www.maotorino.it. Fino al 2 ottobre 2016.

David Bowie Is. Mambo, via Don Giovanni Minzoni, 14 – Bologna. martedì-domenica e festivi, ore 10.00 - 19.00; giovedì, ore 10.00-23.00; chiuso il lunedì. Ingresso: http://www.vivaticket.it/ita/event/david-bowie-is/83123?idt=1732. Informazioni: tel. 051.6496611 o info@mambo-bologna.org. Sito internet: http://davidbowieis.it/. fino al 13 novembre 2016.
Barbie. The icon. Palazzo Albergati, via Saragozza, 28 - Bologna. Orari: tutti i giorni, ore 10.00-20.00; la biglietteria chiude un'ora prima. Ingresso: intero € 13,00, ridotto € 11,00, ridotto universitari € 8,00, ridotto bambini e scuole € 5,00. Informazioni e prenotazioni: tel. 051.0301015 o www.ticket24ore.it/barbie. sito internet: www.palazzoalbergati.com. Fino al 2 ottobre 2016.
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