ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

mercoledì 24 giugno 2020

Torino, la Mole Antonelliana diventa un grande schermo con il video-mapping di Donato Sansone

È uno dei monumenti simbolo di Torino (ma anche dell’Italia) con i suoi centosessantasette metri e mezzo d’altezza che ne fanno l’edificio in muratura più alto d’Europa e con il suo ascensore panoramico, che permette di ammirare la città dall’alto, spingendo lo sguardo fino all’arco alpino. Ma è anche la sede di uno dei musei più belli d’Italia, quello del cinema, che si sviluppa a spirale verso l’alto, su progetto dello scenografo francese François Confino, presentando fotografie, manifesti, spezzoni di film, bozzetti e oggetti scenici.
La Mole Antonelliana e il Museo nazionale del cinema, sogno reso realtà dalla tenacia di Maria Adriana Prolo, incrociano i propri destini nel 2000.
Da allora sono passati vent’anni e per festeggiare l’anniversario il gioiello architettonico progettato da Alessandro Antonelli, una sorta di archistar ante litteram che ha firmato anche la cupola di San Gaudenzio a Novara e Casa Scarabozzi (più conosciuta come Fetta di polenta) a Torino, si trasforma, grazie al contributo del Gruppo Iren, in uno schermo multimediale per proiettare immagini in movimento.
Il videomapping, che trasformerà la Mole in una sorta di cinema all’aperto e in un inusuale faro che illuminerà la notte della città, si avvale della regia e del genio creativo di Donato Sansone.
Le proiezioni, in programma dalla sera del 24 giugno, festa patronale della città, alternano diversi elementi e vari materiali, molti dei quali appartenenti alle ricche e prestigiose collezioni del Museo nazionale del cinema: foto, manifesti e oggetti si avvicendano a sequenze ed elementi di computer grafica, in un crescendo emozionale che coinvolge fino all’ultimo frame.
Si parte dall’omaggio al cinema torinese e italiano per, poi, arrivare alle grandi star.
Le fotografie animate dei volti di attrici e attori noti al grande pubblico -da Sophia Loren a Marcello Mastroianni, da Claudia Cardinale a Vittorio Gassman, da Massimo Troisi a Ornella Muti, da Ugo Tognazzi a Monica Bellucci- si incontrano con i manifesti che hanno scandito la storia del cinema italiano, ma anche con un tributo al nostro regista più visionario, Federico Fellini, nell’anno del centenario della sua nascita.
A questi contributi si aggiungono memorabili sequenze di film girati a Torino, da «Cabiria» a «The Italian Job», fino alla sezione dedicata alle icone cinematografiche internazionali: da King Kong a Spiderman, dall’agente 007 a Indiana Jones, da Vito Corleone al perfido Darth Vader.
Un altro omaggio alla città sabauda viene raccontato dagli elementi chiave che la connotano. L’acqua che riempie la Mole trasformandola in acquario è un omaggio al fiume Po, in cui nuotano personaggi ironici e legati all’immaginario infantile. Le automobili che si inseguono in maniera rocambolesca attorno alla Mole ricordano lo sviluppo della Fiat. Infine, c'è un omaggio al volo con le sequenze più vertiginose che contraddistinguono i film d’avventura.
Non potevano, poi, mancare l’amore romantico, con i più bei baci della storia del cinema, e i momenti di festa, in omaggio al compleanno del museo (ma anche a quello della Film Commission Torino Piemonte), con proiezione di fuochi d’artificio.
Per rendere il tutto il più coinvolgente possibile -raccontano dal Museo nazionale del cinema- «sono stati installati quattro media player Dataton, ossia quattro server in grado di fornire multi-uscite video per permettere la riproduzione sincronizzata dei contenuti multimediali e una regia workstation posizionata all’interno della Mole. Infine, la sincronizzazione effettiva avverrà tramite l’utilizzo di quattro router LTE che, mediante una connessione a bassa latenza che permette una velocità di comunicazione superiore allo standard e un controllo in diretta dei quattro proiettori, farà comunicare tutte le macchine all’interno dello stesso network, per poter lavorare in modo sincronizzato».
Lo spettacolo, che al debutto sarà trasmesso anche in televisione su Rai Premium (canale 25 del digitale terrestre) e in streaming su Rai Play, sarà visibile tutte le sere, fino al 20 luglio, dalle 21.00 alle 23.30, quando i quattro lati della Mole si animeranno contemporaneamente con un lavoro della durata di circa venti minuti, dal montaggio serrato e visionario, che restituirà al pubblico tutta la magia della settima arte.
Ma mercoledì 24 giugno la Mole Antonelliana regalerà ai suoi cittadini, ma anche a chi si collegherà con Rai Premium e Rai Play, un altro appuntamento da non perdere: il tradizionale show dei droni di San Giovanni, che quest’anno avrà come tematica le fragilità di un essere tecnologico costruito da un altro essere fragile, l’uomo, e che vedrà anche la partecipazione degli artisti di Zebra, compagnia diretta da Silvia Gribaudi. L’esibizione sarà -e non poteva essere diversamente- un autentico omaggio al mondo del cinema, dai grandi classici ai musical, con la celebrazione dei centenari di Federico Fellini e Alberto Sordi.
I due eventi torinesi fanno parte di «San Giovanni x 3», un palinsesto di appuntamenti che unirà Torino ad altre due grandi città che festeggiano la festa patronale nel giorno di San Giovanni, Firenze e Genova. Sulla piattaforma dedicata alla kermesse sono previsti vari collegamenti streaming, che permetteranno  agli utenti di lasciarsi incantare da una partita di calcio storico nella scenografica piazza Santa Croce o da un breve concerto di un’eccellenza italiana quale è l’orchestra del teatro Carlo Felice, ma non solo. In tempi di distanziamento sociale, come abbiamo imparato in questi ultimi mesi, si può, dunque, essere uniti, anche se distanti, perché tutti siamo -come recita lo slogan della serata- «sotto lo stesso cielo».

Per saperne di più
www.museocinema.it 

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martedì 23 giugno 2020

Dalla app alla piattaforma: svolta digitale per la ripartenza di Parma 2020+21

Duecentomila fiori festeggiano la ripresa delle attività di Parma Capitale italiana della cultura 2020 + 2021. Sono quelli che l’artista britannica Rebecca Luise Law ha messo in mostra all’Oratorio di San Tiburzio per il suo «Florilegium». L’esposizione è una delle prime ad aver riaperto nella città emiliana dopo la quarantena per contrastare la pandemia da Coronavirus, insieme con quella che il Complesso monumentale della Pilotta dedica al design contemporaneo di Piero Fornasetti e con il progetto espositivo «I quadri di Pietro», sulla collezione Barilla, alla Pinacoteca Stuard, dove è attualmente esposta l'opera «Fruits et orange» di Alberto Savinio.
La cultura torna, quindi, a battere il tempo, come recita lo slogan scelto quale filo rosso tra le varie proposte, riappropriandosi dei suoi spazi e riprendendo a scandire, con rinnovato vigore, la vita della «piccola Parigi».
Il clou delle manifestazioni si avrà in settembre con l’inaugurazione dell’installazione «Hospitale – Il futuro della memoria», una video-narrazione ideata da Studio Azzurro per l’iconica Crociera dell’Ospedale vecchio, uno dei complessi monumentali di Parma, cuore pulsante del quartiere Oltretorrente, in fase di ristrutturazione.
Nello stesso mese la città farà da scenario all’inaugurazione del Festival Verdi con la rassegna «Scintille d’Opera» e con gli appuntamenti one to one per le strade e nei cortili del ciclo di incontri «Verdi sotto casa», ma anche alla tre giorni di «Spiegamelo!», kermesse sulla divulgazione come primo passo per la diffusione della cultura.
Tante sono, poi, le mostre messe in cantiere per l’autunno, tra le quali si segnalano gli omaggi a Luigi Magnani, uno dei massimi collezionisti di opere d’arte al mondo, e a Giuseppe Niccoli, valorizzatore di talenti con la sua galleria negli anni Settanta, oltre alla rassegna che Palazzo Bossi Bocchi dedica a Carlo Mattioli e alle sue opere sulla figura di Stendhal, che dedicò il suo più celebre romanzo, «La Certosa di Parma», alla città emiliana.
Il palinsesto per l’anno da Capitale italiana della cultura della «piccola Parigi» è stato, quindi, rimodulato e arricchito di nuove riflessioni scaturite dal recente vissuto, che ha così profondamente mutato il nostro modo di vivere, cambiato nei ritmi e nelle priorità.
La ripartenza è anche e soprattutto sotto il segno dell’innovazione digitale grazie al lancio di una nuova piattaforma, una app, una card e un nuovo sito di networking per il volontariato, strumenti per coniugare cultura e tradizione con uno sguardo rivolto al futuro.
Per quanto riguarda la piattaforma e la app si è pensato ad un approccio human-centric con l’intento di semplificare l’esperienza di ciascun visitatore e, contemporaneamente, di amplificarne l’effetto di immersività di luoghi, opere ed eventi. Sia la piattaforma –della quale Parma 2020+21 si è dotata per meglio supportare i visitatori e gli utenti– sia la app –scaricabile gratuitamente da Play Store e Apple Store– permetteranno di conoscere ogni angolo e ogni sfaccettatura della città, di scoprire il territorio circostante con tutte le sue ricchezze, di pianificare un turismo eno-gastronomico di qualità.
Gli utenti potranno usare la app per visite virtuali e immersive a 360 gradi già da casa, pianificando una visita personalizzata che coinvolga luoghi di interesse, eventi e itinerari enogastronomici ad hoc o usufrendo di audioguide e di un sistema di prenotazione del posto in coda, evitando il sovraffollamento.
Entrambi i sistemi possono offrire informazioni specifiche anche per programmare itinerari e visite per persone con disabilità.
Parma Card sarà, invece, disponibile dal 1° settembre sulla piattaforma, sulla app e nei luoghi convenzionati; permetterà a cittadini e turisti di accedere, con prezzi competitivi e molti benefici, al sistema turistico-culturale del territorio e ai suoi trasporti.
Tutte le strutture aderenti sono parte del programma «Parma Città Sicura», che garantisce il rispetto delle prescrizioni igienico-sanitarie post-Covid.
La card per i cittadini di Parma e provincia ha validità annuale, quella per i turisti è valida per tre giorni (settantadue ore) e consente l’accesso al bike sharing e ai trasporti senza limitazioni per una persona.
Altra novità disponibile on-line è il sito di networking per il volontariato della città (www.miimpegnoaparma.it), creato dal Comune di Parma con CSV Emilia – Forum solidarietà e il coordinamento scientifico di Promo PA Fondazione, per promuovere l’impegno civico e la cittadinanza attiva.
Il sito integra tutti i diversi settori in cui si può svolgere un’attività di volontariato: dalla cultura al sociale, dalla salute allo sport, dall’ambiente all’enogastronomia, per creare un sistema di ricerca e gestione del volontariato uniforme ed efficace. Sul portale sarà possibile non solo pubblicare e consultare offerte, ma anche trovare video formativi.
Il progetto non è collaterale a quello della Capitale della Cultura, ma ne è parte integrante e complementare: la crescita di una cittadinanza attiva nella cultura è, infatti, un obiettivo di Parma 2020+21, che intende la cultura stessa come elemento cardine per il raggiungimento della sostenibilità sociale. La collaborazione tra il mondo del volontariato e quello degli organizzatori di eventi è stata pensata per creare un prodotto che resti alla città e rappresenti un lascito concreto e permanente di Parma 2020+21.

Per saperne di più
www.parma2020.it

lunedì 22 giugno 2020

I nudi di Re Hang per la riapertura del Pecci di Prato

Non si è fermato nemmeno durante i giorni più duri dell'emergenza sanitaria per il Covid-19. Ha dato vita, con la sua web-tv, a un ricco palinsesto di contenuti giornalieri e, contemporaneamente, ha lanciato un progetto per i suoi spazi esterni: «Extra-Flags», una serie di bandiere d’artista commissionate, una a settimana, per essere issate sul pennone davanti al museo, come segnale fisico di vitalità e resistenza.
Le dieci opere nate durante i giorni del lockdown sono state il biglietto da visita con cui il Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato ha mostrato alla città la sua voglia di ripartire, superando il momento drammatico e straordinario che stavamo vivendo.
Marinella Senatore, Nico Vascellari, Marzia Migliora, Eva Marisaldi, Flavio Favelli, Marcello Maloberti, Massimo Bartolini, Elena Mazzi e Andreco sono gli artisti che hanno risposto all'appello. Le loro bandiere sono ora esposte all'interno del museo toscano, tra i primi sul territorio italiano a riaprire lo scorso maggio, dopo circa dieci settimane di chiusura.
Per l'occasione, gli spazi sono stati sanificati e riorganizzati secondo le indicazioni delle autorità, con tutti i presidi di protezione personale necessari, mentre le caratteristiche dell’edificio, con più di ottomila metri quadrati di spazi e grandi sale, rendono semplice il distanziamento fisico e la gestione contingentata del flusso di visitatori, che, comunque, non potranno essere più di sessanta contemporaneamente.
«Nei prossimi mesi –racconta la direttrice Cristina Perrella- il rapporto fisico con i nostri spazi sarà riservato principalmente a un pubblico di prossimità e questa sarà un’occasione importante per aumentare la familiarità dei cittadini con il museo e rafforzare una dimensione territoriale. Altrettanto importante sarà rimanere connessi al mondo. Da questo punto di vista l’uso dello spazio digitale sarà uno dei contesti in cui alimentare il pensiero critico e il confronto con la scena culturale globale, oggi che la condivisione di pensieri, contenuti, esperienze è più essenziale che mai e può generare nuovi scenari per l’arte nazionale e internazionale».
Globale e locale si incontreranno, dunque, questa estate al Pecci, che continuerà a produrre contenuti multimediali e, nello stesso tempo, punterà i riflettori sui suoi concittadini, a partire dai più piccoli. Pensa, infatti, a loro il laboratorio didattico su «Extra Flags» e la call pubblica, lanciata in occasione della riapertura, per co-progettare uno strumento digitale per la visita autonoma del museo dedicata alle famiglie con bambini dai 6 ai 12 anni.
L'attività di progettazione partecipata, in linea con i protocolli di sicurezza, si svolgerà all'aperto, nel giardino antistante il museo, e consentirà di creare una guida multimediale da scaricare sul proprio smartphone per visitare in autonomia il centro pratese, alla scoperta della sua architettura, del suo giardino delle sculture e delle sue collezioni.
Per quanto riguarda la programmazione espositiva il museo toscano apre, questa estate, le porte alla prima mostra italiana dedicata all’acclamato fotografo e poeta cinese Ren Hang (1987-2017), tragicamente scomparso a neppure trent’anni.
L’artista, le cui opere sono ritenute in Cina pornografiche e sovversive, è noto soprattutto per la sua ricerca su corpo, identità, sessualità e rapporto uomo-natura, che ha per protagonista una gioventù cinese nuova, libera e ribelle.
I suoi nudi appaiono su un tetto tra i grattacieli di Pechino, in una foresta di alberi ad alto fusto, in uno stagno con fiori di loto, in una vasca da bagno tra pesci rossi che nuotano oppure in una stanza spoglia; i loro volti sono impassibili, le loro membra piegate in pose innaturali. Cigni, pavoni, serpenti, ciliegie, mele, fiori e piante sono utilizzati come oggetti di scena assurdi, ma dal grande potere evocativo.
L'esposizione, visitabile fino al prossimo 23 agosto, allinea novanta scatti, accompagnati da un portfolio che documenta il backstage di uno shooting di Ren Hang nel Wienerwald nel 2015 e un’ampia sezione di libri rari sul suo lavoro.
Nello stesso periodo sarà possibile vedere «The Missing Planet, visioni e revisioni dei “tempi sovietici” dalla collezione del Centro Pecci e da altre raccolte», a cura di Marco Scotini e Stefano Pezzato, con progetto di allestimento di Can Altay.
L'esposizione propone un’immersione nelle ricerche artistiche sviluppate dagli anni Settanta a oggi nelle ex repubbliche sovietiche, dalla Russia alle province baltiche, caucasiche e centro-asiatiche, che parte dalla rilettura del ricco nucleo di opere dedicate a quest’area geografica presenti nella collezione del Centro Pecci, già esposte nelle mostre «Artisti russi contemporanei» (1990) e «Progressive nostalgia» (2007).
«L’intento della nuova rassegna -raccontano dal Pecci, nelle note di presentazione- è pertanto quello di agire sul tempo, ma anche “contro il tempo”, in favore di un tempo che deve ancora accadere. Per questo, tra metafora e realtà, lavora sull’immaginario cosmico e utopistico che ha accompagnato l’epopea dell’Unione Sovietica, trasformando lo spazio espositivo del museo in uno «Space Shuttle», dentro al quale «Solaris» di Andrei Tarkovskij incontra «Once in the XX Century» di Deimantas Narkevicius come pure «Kunst camera» di Sergei Volkov e «Perestroika» di Erik Bulatov».
In occasione della mostra viene presentata «Interregnum», video installazione di Adrian Paci (Scutari 1969), composta da un montaggio di sequenze di funerali di dittatori comunisti di diverse nazionalità ed epoche, recuperate dagli archivi di stato o dalle trasmissioni televisive nazionali albanesi.
L'opera mostra uomini, donne, bambini ripresi in primo piano, in lacrime, oppure da lontano, in code chilometriche: la morte di un leader libera il dolore dei singoli che, dice l’artista albanese, «non era contemplato nella società comunista».
Una programmazione, dunque, varia quella del Centro Pecci di Prato per questa Fase 3 dell'emergenza sanitaria per il Covid-19, con l'intento di regalare un po' di cultura in un periodo difficile come quello che stiamo vivendo. D'altronde - lo diceva anche Fëdor Dostoevskij- «la bellezza salverà il mondo».

Didascalie delle immagini
[Fig. 1]Elisabetta Benassi, Bumblebee needs protection for humankind’s sake, 2017-2020. Bandiera in tessuto nautico, 210 x 300 cm. Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, courtesy dell’artista; [fig. 2] he Missig Planet. Visioni e revisioni dei "tempi sovietici" dalle collezioni del Centro Pecci ed altre raccolte, 2019. Vista dell'allestimento al Centro Pecci. Ph. Ela Bialkowska, OKNOstudio; [fig. 3] Ren Hang, Girl with Ants, 2014. Courtesy Stieglitz19 and Ren Hang Estate; [fig. 4] Ren Hang, Kissing Roof, 2012. Courtesy Stieglitz19 and Ren Hang Estate; [fig. 5] Ren Hang, Peacock, 2016. Courtesy Stieglitz19 and Ren Hang Estate; [fig. 6]Ren Hang, Muur, 2016. Courtesy Stieglitz19 and Ren Hang Estate 

Informazioni utili 
Centro Pecci per l'arte contemporanea, Viale della Repubblica, 277 – Prato. Orari: dal giovedì alla domenica, dalle ore 12 alle ore 20. Ingresso: Ingresso gratuito per tutti, fino al 31 luglio, alle mostre The Missing Planet. Visioni e revisioni dei ‘tempi sovietici’, Mohamed Keita: KENE/Spazio, Adrian Paci. Interregnum, Extra Flags | Ingresso alla mostra Ren Hang. Nudi intero 7,00 €, ridotto 5,00 €. Informazioni: +39 0574 5317, info@centropecci.it. Sito internet: www.centropecci.it