ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

giovedì 18 giugno 2020

Da Helmut Newton alle «Storie del Marocco»: un'estate di grandi mostre per la Fondazione Torino Musei

«La moda è stato il mio primo desiderio, sin da ragazzo. E, ovviamente, volevo diventare un fotografo di Vogue»: così, semplicemente, Helmut Newton (Berlino, 1920 ‒ Los Angeles, 2004) raccontava il suo sogno di bambino diventato realtà. Su quella rivista prestigiosa, capace di dettare lo stile di più di un’epoca, il fotografo tedesco naturalizzato australiano, uno dei maestri indiscussi del Novecento, pubblicò, a partire dagli anni Sessanta, i suoi scatti, facendosi conoscere nel mondo per quel suo stile provocante e provocatorio, di certo rivoluzionario per il tempo, nel quale convivevano voyerismo, eleganza, seduzione, gioco e ironia.
Davanti al suo obiettivo sfilavano donne semi-vestite o nude, dai corpi scultorei e dall'evidente tensione erotica, immortalate in eleganti suite d’albergo o per le strade di una città, in luoghi banali come un garage, un bagno o un bar, trasformati per l’occasione in palcoscenici teatrali per storie che strizzavano, velatamente, l’occhio alle pratiche sadomaso e all’amore omossessuale.
Ci fu, allora, chi gridò allo scandalo; ed Helmut Newton, caustico e tranchant, provò a zittirli: «Non m’interessa il buon gusto. (...) Mi piace essere l'enfant terrible» e, ancora, «bisogna essere sempre all’altezza della propria cattiva reputazione».
Oggi tutto è cambiato. Quella fotografia non appare più così trasgressiva e in parte lo si deve proprio alla costanza del fotografo berlinese, classe 1920, nel continuare incessantemente una ricerca fotografica che ha sdoganato un genere, oggi conosciuto come porno-chic, che in tanti cercano di copiare ed emulare.
A cento anni dalla nascita, la Fondazione Torino Musei, con la collaborazione di Civita, ha voluto rendere omaggio ad Helmut Newton con una grande retrospettiva, a cura di Matthias Harder, direttore della fondazione berlinese dedicata all’artista, di cui rimarrà documentazione in un bel catalogo edito da Taschen.
Negli spazi della Gam – Galleria d’arte moderna, che ha riaperto i battenti il 12 giugno dopo la serrata per l’emergenza sanitaria da Covid-19, sfilano sessantotto fotografie che presentano una panoramica, la più ampia possibile, del lavoro del fotografo, dagli anni Settanta, con le numerose copertine per «Vogue», sino all’opera più tarda con il bellissimo ritratto di Leni Riefenstahl, datato 2000.
Delle importanti campagne fotografiche di moda sono esposti, tra l’altro, alcuni servizi realizzati per Mario Valentino e per Thierry Mugler nel 1998. Interessante è, poi, la galleria di ritratti a personaggi famosi del Novecento, tra i quali spiccano Andy Warhol (1974), Gianni Agnelli (1997), Paloma Picasso (1983), Catherine Deneuve (1976), Anita Ekberg (1988), Claudia Schiffer (1992) e Gianfranco Ferré (1996). In questa serie di lavori, che ha raggiunto milioni di persone grazie alle pagine di giornali e riviste, ma anche nei suoi celebri nudi, molti ritratti nell'elegante bianco e nero, si ritrovano quelli che per Helmut Newton erano i tre concetti della fotografia: «il desiderio di scoprire, la voglia di emozionare, il gusto di catturare».
In occasione della riapertura, la Gam permette al suo pubblico di ammirare ancora, per tutta estate, anche la maestosa «Fiera di Saluzzo» di Carlo Pittara, presentata nel 1880 alla IV Esposizione nazionale di Belle arti di Torino e nelle sue collezioni dal 1917, a seguito della donazione del barone Ignazio Weil-Weiss.
La tela, di 4,08 metri di altezza per 8,11 metri di larghezza, raffigura, con un’abile resa realistica, una grande parata di cavalieri, personaggi in costume e moltissimi animali: dalle capre ai bovini, dai cavalli di razza a quelli da tiro, dagli animali da cortile ai cani, fino alla scimmietta ritratta sulla spalla di un giovane con lo scopo di attrarre l’attenzione sulla merce di un pittoresco venditore di chincaglieria.
Alla Gam riprende, inoltre, l’attività della videoteca con un progetto dedicato a Giuseppe Chiari (Firenze, 1926–2007), compositore e artista concettuale del quale vengono presentati, in collaborazione con l’Archivio storico della Biennale di Venezia, due video -«Kunst ist einfach» (1973) e «Spoleto Concert»- e i fogli disegnati per il progetto «La musica è facile» (1972).
L’offerta espositiva si arricchirà, dal 24 giugno, della mostra «Forma /Informe», dedicata alla nascita della fotografia non-oggettiva e informale in Italia, con cinquanta stampe vintage e originali in gran parte inedite di sette grandi fotografi, da Giuseppe Cavalli (1904-1961) a Luigi Veronesi (1908- 1998), da Franco Grignani (1908-1999) a Pasquale De Antonis (1908-2001), da Piergiorgio Branzi (1928) a Paolo Monti (1908-1982), per finire con Nino Migliori (1926).
Dopo l’apertura dello scorso 28 maggio di Palazzo Madama, dove è in corso una mostra su Andrea Mantegna, oltre alla Gam è ritornato di nuovo accessibile, nella giornata di venerdì 12 giugno, anche il Mao – Museo d’arte orientale, che per l’occasione propone al pubblico una nuova rotazione di stampe e dipinti giapponesi su rotolo verticale, dal titolo «La poesia del paesaggio», e il progetto «Storie dal Marocco. Oggetti testimoni di identità e memoria».
Sono, dunque, ritornati tutti fruibili gli spazi civici gestiti dalla Fondazione Torino Musei che, per la sua riapertura, si è avvalsa della consulenza del Politecnico di Torino e della società Onleco Srl, il cui aiuto ha portato alla revisione delle procedure di sicurezza imposte dall’emergenza sanitaria per il Covid-19.
Al fine di garantire un’offerta culturale più ampia, i tre musei del circuito saranno aperti quattro giorni a settimana in modo scaglionato, escluso il mercoledì, che sarà l’unico giorno di chiusura comune a tutti. La Gam sarà accessibile dal venerdì al lunedì; il Mao dal sabato al martedì; Palazzo Madama dal giovedì alla domenica. Nei giorni infrasettimanali l’orario per tutti i musei sarà dalle 13 alle 20; il sabato e la domenica dalle 10 alle 19. Mercoledì 24 giugno, festa patronale di San Giovanni, i tre musei civici di Torino saranno straordinariamente aperti dalle 10 alle 20.
Ovviamente in tutte e tre le strutture verranno rispettate le norme predisposte dal Mibact per la Fase 2 della cultura: dalla mascherina al distanziamento sociale, dalla creazione di percorsi di visita a senso unico all'agevolazione dell'acquisto dei biglietti on-line . Il tutto con l'intento di garantire ai visitatori un appuntamento con la bellezza, all'insegna della sicurezza.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Helmut Newton, Claudia Schiffer, Vanity Fair, Menton, 1992 ©Helmut Newton Estate; Helmut Newton, Stern, Monte Carlo, 1997 ©Helmut Newton Estate; [fig. 3] Helmut Newton, Andy Warhol, Vogue Uomo. Parigi, 1974 ©Helmut Newton Estate; [fig. 4] Carlo Pittara, Fiera di Saluzzo (secolo XVII), 1880. Olio su tela. Esposto alla IVª Esposizione Nazionale di Belle Arti, Torino, 1880 · Dono di Giuseppe Weil-Weiss, Lainate (Milano), 1917; [fig. 5] Andrea Mantegna, Pala Trivulzio, 1497. Milano, Pinacoteca del Castello Sforzesco

Informazioni utili
www.fondazionetorinomusei.it 

Nessun commento:

Posta un commento